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Gli europei e la crisi pandemica e ambientale. Consapevolezza!!
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Articolo di Vincenzo Donvito
20 ottobre 2020 15:23
 
  Consapevolezza!! E questo che emerge dai dati di un sondaggio dei primi di ottobre dell’Unione europea su come i suoi cittadini percepiscono l’attuale situazione e le prospettive.
Quello che più colpisce è che quasi otto intervistati su dieci (77%, in Italia l’81%) ha sostenuto chel'Unione dovrebbe fornire fondi ai Paesi membri solo a condizione che il governo nazionale rispetti lo stato di diritto e i principi democratici.

Una risposta massiccia a tutti coloro che hanno creduto che sovranismo e nazionalismo fossero montanti e in via di grandi affermazioni. In alcuni Paesi, tra cui l’Italia, sembrava così dopo le ultime elezioni europee. Ma poi, nella conta generale e nelle rappresentanze istituzionali, tra numeri con precisi punti di riferimento (Germania e Francia soprattutto) e quelli che dicono di aver cambiato idea (1), l’esecutivo che è stato espresso (la Commissione a guida Ursula von der Leyen) sembra decisamente poco interessato a dare man corda alle spinte nazionaliste.
Nella nuova formazione del Parlamento dopo le ultime elezioni l’Italia non aveva dato un gran contributo in merito, visto che nella Penisola i nazionalisti avevano avuto un certo seguito. Ma evidentemente c’è stato qualcosa tra le ultime elezioni e questo sondaggio che ha fatto modificare a non pochi le loro opinioni: l’81% di cui abbiamo scritto è significativo.

Cosa ha contribuito al cambiamento? Crediamo siano stati tre elementi:
- il primo è l’inconcludenza, e il solo manifestarsi come contestatori fini a se stessi, della rappresentanza italiana nazionalista (su cui ha influito anche il cambio di politica del M5S);
- il secondo è la pandemia in corso. Contesto in cui i nazionalisti italiani hanno dato pochi contributi (con l’esclusione del Veneto del presidente Luca Zaia e con il determinante flop della Lombardia di Attilio Fontana) alla gestione e alle idee per l’emergenza;
- il terzo è la consapevolezza ambientale, ché tutti i problemi sul piatto non possono avere una soluzione nazionale.

Occorre comunque prendere in buona considerazione che cambiamenti portano anche ad altri cambiamenti. E alcuni apparenti ripensamenti di alcuni nazionalisti italiani ci spiegano che qualcosa è in via di modifica (per scelta opportunistica o meno, in questo contesto, ci interessa poco).

Alla luce di questi dati una conseguenza è certa: gli europei, e gli italiani, stanno molto imparando dalla situazione pandemica (sanitaria, umana, sociale ed economica). Consapevolezza!!!
Siamo più maturi, più attenti, osservatori dei risultati e dei discorsi che non si basano solo sulla “pancia” e sull’affezione alla propria ideologia/schieramento.

Dispiace che in questa osservazione non ci siano gli amici britannici e, alla luce del dopo, visto il comportamento del loro governo, forse è stato un bene per noi europei/europeisti (2).

Ci conforta che in queste percentuali ci siano anche i cittadini i cui governi sono tra i più riottosi all’europeismo dei diritti degli individui (Ungheria e Polonia). E quelli che per i loro sistemi fiscali favoriscono i guadagni dei giganti multinazionali non guardano in faccia a nessuno (Olanda e Irlanda).
Una osservazione finale: i cittadini sembrano essere molto più disponibili delle politiche dei singoli governi nazionali.
Traiamone tutti lezione ed indirizzo.


NOTA
1 - in Italia il M5S
2 – ovviamente ci auguriamo che il governo che sta traghettando il Regno Unito verso il mare aperto, abbia un rigurgito di buon senso o breve vita. Sperando che chi lo seguirà sia in grado di rimediare ai danni dell’attuale Esecutivo.
 
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