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Coronavirus e come farci male, forse anche più del virus. Alitalia
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Articolo di Vincenzo Donvito
29 aprile 2020 16:24
 
  Avevamo la tentazione di lanciare sul web di Aduc una rubrica con un titolo tipo “le castronerie da coronavirus”, non per mettere sul chi va là rispetto alle fakenews mediche (troppe, e c’è chi è mille volte più bravo di noi nell’individuarle e denunciarle), ma per informare sul comportamento medio dell’italiano politico, imprenditore e comune cittadino rispetto al suo approccio con l’emergenza economica. Ma anche in questo caso ci siano trovati davanti ad una valanga di notizie che non siamo in grado di gestire… una no-profit, come siamo, lavora su volontariato e buona volontà, pur se con lo stimolo di una certa dose di disgusto umano per la conduzione dell’esistente che, crisi in vigore, si è molto accentuato.

Tutti in questo periodo siamo attaccati più che mai alla Rete e riceviamo, più o meno da amici, vignette, filmati, frasi che mettono alla berlina le castronerie che fanno più notizia.
Il confinamento (1) sembra l’argomento più gettonato, anche con diverse piacevoli gag.
Poi ci sono quelle dei politici (2), che se si ha lo stomaco di ascoltare le dirette parlamentari che questi giorni vengono trasmesse dopo la ripresa “dell’esistenza in vita” del Parlamento, c’è da scriverci trattati di umorismo, satira, tragedie e commedie. Non solo Parlamento, ovviamente, ma anche i politici/amministratori locali non sono da meno: dopo le cabine in plexiglas e la sabbia disinfettata dei giorni scorsi, oggi, grazie all’assessore al Turismo della Regione Abruzzo, è stata coniata la “spiaggia libera da prenotare” (3). Ora aspettiamo anche gli strusci in passeggiata da prenotare. Fantasia (o stupidità, a seconda dei gusti) al potere.

“Coronavirus e come farci male, forse anche più del virus” è il titolo che abbiamo dato a questo nostro scritto. Siamo partiti da fatti più o meno satirici per arrivare ad una tragedia: un virus forse più potente del Covid-19. Si chiama Alitalia.
Oggi, il Commissario della ormai certa e rinnovata compagnia aerea di bandiera, Giuseppe Leogrande, in un'audizione alla Camera, ha esposto la débâcle degli incassi del mese di marzo (… che non avrebbe potuto essere altrimenti visto dove e come viviamo) che a noi sono sembrati meno débâcle del previsto: i ricavi dalle vendite a marzo sono stati pari a 43,5 milioni contro 146,73 dello stesso periodo dell'anno precedente, con una contrazione del 76,5%…. forse perché in questi incassi hanno hanno calcolato quanto pagato dallo Stato per mandarli a recuperare vari italiani nel mondo (quando sono stati in grado di farlo… altrimenti un grazie di cuore alla Lufthansa). E quindi, quelli che chiamano incassi sono sostanzialmente una partita di giro, visto che per la sua nazionalizzazione mancano solo i dettagli, dopo l’ennesimo contributo a fondo perduto elargito da uno dei primi dpcm per l’emergenza coronavirus (una volta si diceva: cosa c’entra il culo con le 40 ore?).

In un contesto economico e sociale in cui tutto viene messo in discussione, è probabile che i nostri nazionalizzatori abbiamo pensato alle dosi massicce che, Francia per AirFrance/Klm e Germania per Lufthansa, hanno deciso di erogare. E quindi si sono sentiti all’altezza e confortati. Con un’abissale differenza: una cosa è dare ossigeno a corpi viventi e protagonisti, altro è dare ossigeno ad un cadavere… che sempre cadavere rimane.
Sono questi i dettagli di alcuni incapricciati liberisti che non vogliono prendere atto che il sistema economico da loro perorato è alla frutta? Liberi di pensarlo, così come noi siamo liberi di pensare che, ora più che mai, le nazionalizzazioni sono come la peste bubbonica (ironia dei modi di dire…): se c’è un metodo per uscire dalla crisi (sanitaria ed economica, che non è italiana ma mondiale) è proprio l’incontro di tutte le intelligenze e risorse del Pianeta, incontro che difficilmente si può verificare con gli Stati-nazione e con una economia-nazione, a meno che non si voglia trasformare qualcosa come l’ONU nel governo unico, autarchico e sovrano del Pianeta.
E questi soldi che con protervia e sfacciataggine si è deciso di devolvere ad Alitalia, dandoli forse a chi ancora deve riscuotere i 600 euro o non riesce ad avere i prestiti di 25.000 dalle banche pur se garantiti dallo Stato (esempi ce ne sono a iosa), forse sarebbero stati meglio utilizzati… anche perché un domani, per volare su Alitalia… qualcuno dovrà pur avere i soldi per pagare il biglietto… e i soldi… ci siamo capiti.

NOTE
1) non fisico - come dice Vittorio Colao a capo della cosiddetta taskforce del governo per gli scenari prossimi di parte dell’economia, dimostrando in questo di non aver compreso nulla di ciò che sta succedendo - ma sociale.
2) su una, relativa all’inutilità dei veterinari, ne abbiamo scritto qualche giorno fa
3) "La Regione Abruzzo - dice all'ANSA Mauro Febbo - ha predisposto un piano che consentira' ai cittadini di frequentare le nostre spiagge libere nel rispetto del distanziamento sociale come impongono le norme anti contagio da Covid 19". Per andare al mare anche in spiaggia libera ci si dovra' quindi prenotare. "I cittadini potranno farlo attraverso una piattaforma digitale che sara' gestita dalla Regione in collaborazione con i titolari degli stabilimenti" spiega Febbo. Che aggiunge: "Tutte le spiagge libere verranno attrezzate con ombrelloni, lettini e sdraio e per accedervi sara' necessario, appunto, prenotarsi in anticipo in modo da avere gia' assegnato il proprio spazio. Il costo, a prezzo calmierato - sottolinea l'assessore - sara' a carico della Regione che lo avra' preventivamente concordato con i balneari".
 
 
 
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