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Roma Capitale. L'alternativa al termovalorizzatore è la discarica non la raccolta differenziata
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Comunicato di Primo Mastrantoni
8 luglio 2019 12:07
 
 Bello sentirci raccontare favole: ci aiutano nel sonno e, alla fine, hanno anche una morale, un principio etico a cui attenersi.
Questo nei bambini; negli adulti, invece, la favola, soprattutto se raccontata da chi ci governa, serve ad addormentare i cervelli.

Una di queste favole è che la raccolta differenziata dei rifiuti completa il ciclo del trattamento, sicchè possiamo produrre e riciclare in continuazione.
In realtà nel trattamento dei rifiuti rimane una parte non riciclabile e il loro destino è la discarica o il termovalorizzatore.

La discarica è una "buca" nella quale sono gettati i rifiuti, poi ricoperti di terra e lì rimangono.

Il termovalorizzatore è un impianto che brucia i rifiuti, produce calore o energia elettrica. In questo modo si possono riscaldare le abitazioni o fornire energia elettrica.

Parigi, Berlino, Londra, Vienna, Copenhagen hanno i termovalorizzatori.
Roma, no.

Più i rifiuti si riciclano e si portano al termovalorizzatore meno ci sono rifiuti in discarica, che è sempre più difficile individuare per la forte urbanizzazione del territorio.

Occorre scegliere: riciclo e discarica o riciclo e termovalorizzazione.

Chi dice altro racconta favole, tanto belle da addormentare i cervelli e, a Roma, la sindaca Virginia Raggi è una maestra affabulatrice.
 
 
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