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La Iata vuole riaprire tutte le frontiere europee. Mercanti di morte
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Comunicato di Vincenzo Donvito
14 agosto 2020 16:41
 
  La International Air Travel Association (IATA), la potentissima corporazione delle compagnie aeree, ha rivolto un appello ai governi europei perché le frontiere oggi ancora chiuse al traffico passeggeri siano riaperte.
Ovviamente non ha detto che vanno riaperte e basta, ma, col politichese tipico di queste situazioni, “auspica che i vertici europei inizino a lavorare insieme per aprire le frontiere”. E altrettanto ovviamente, si fa portatore di questa istanza non perché riporta studi e dati statistici che fanno comprendere come la situazione sanitaria sia diventata molto marginalmente problematica e stia andando a larghi passi verso una soluzione…. No! La sua sollecitazione è per favorire la ripresa del traffico aereo: “auspica che i vertici europei inizino a lavorare insieme per aprire le frontiere ed evitare ulteriori danni a un’economia già in crisi”.
E di conseguenza sciorina tutta una serie di dati che, come la maggior parte di altre attività economiche, sono da paura per quanto riguarda il calo rispetto ai periodi precedenti. Ammesso che tutto vada per il meglio, la Iata fa sapere che per tornare a livelli pre-covid occorrerà attendere il 2024.

Dati che (e non sono i soli, specialmente nell’ambito trasporti e turismo) ogni volta che li leggiamo, ci domandiamo sempre rispetto a quali parametri vengono stabiliti e diffusi… o forse hanno qualche misterioso strumento di analisi sanitaria ed economica che, soprattutto, a differenza di tutti i comuni mortali inclusi i governi a cui loro si appellano, riescono ad avere dei punti fermi su cui sviluppare previsioni.

Qualcuno oggi ha un punto fermo sulla fine della pandemia? Venditori di fumo ce ne sono tanti...

Il problema dell’associazione Iata è che, come tutte le corporazioni di categoria, si fanno solo gli affari loro, credendo che la centralità del proprio business sia più importante anche rispetto a questioni sanitarie come quella che stiamo vivendo in tutto il mondo.

E’ questo un motivo per cui chiamarli “mercanti di morte” non è una estremizzazione astrale, ma la semplificata lettura delle conseguenze che ci potrebbero essere se i governi dessero orecchio determinante alle loro sirene.

Vivendo tutti in uno stesso Pianeta, e capendo più di prima che senza la reciproca collaborazione non ci sono vie d’uscita a pandemie di questo tipo, ci si aspetterebbe che importanti associazioni come la Iata si mettessero a disposizione, con tutti i loro mezzi, per aiutare tutti i governi a risolvere la situazione… Invece no!

Noi che pensiamo così sembra che siamo degli illusi altruisti.

Ci sono modi e modi di concepire e praticare il mercato. La nostra Iata si inserisce in quel filone di chi lo strumentalizza solo ai fini dei guadagni dei propri membri. Proprio come facevano, e che in un certo modo continuano a fare, i governi dei secoli passati che sfruttavano i paesi e le popolazioni più disagiate nel terzo e quarto mondo, per poter rendere più ricchi se stessi e i loro paesi. La storia si ripete e continua.
 
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