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Governo. I termovalorizzatori della discordia del duo Salvini-Di Maio
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Comunicato di Primo Mastrantoni
20 novembre 2018 10:35
 
 Un termovalorizzatore con emissioni minime e che con la combustione dei rifiuti fornisce elettricità a 62 mila persone e ne riscalda 160 mila, costruito  in città, all'interno di un parco, sulle cui pareti si può fare una arrampicata e con un tetto in discesa sul quale si può sciare tra gli alberi. 
E' il termovalorizzatore di Copenhagen (Danimarca), chiamato Copenhill, cioè collina di Copenhagen.

Nel nostro Bel Paese, invece, si è aperta la discussione tra i due vicepremier, Salvini e di Maio, sui termovalorizzatori. Per il sì, Salvini, per il no Di Maio. 
E' la rappresentazione di quanto avviene, per i rifiuti, tra nord e sud Italia: in Lombardia il 39% dei rifiuti urbani va nel termovalorizzatore e solo il 4% in discarica, in Sicilia non ci sono termovalorizzatori e l'80% dei rifiuti finisce in discarica. 
La cosiddetta economia circolare si realizza proprio in Lombardia, con il recupero energetico dai rifiuti, la raccolta differenziata, il ricorso minimo alle discariche e l'assenza di rifiuti esportati. 

Di Maio rappresenta bene il M5S: no Ilva (salvo, poi, dire sì,) no Tap (salvo, poi, dire sì), no Tav, no termovalorizzatori, ecc.

Nell'attesa che si faccia la verifica dei costi-benefici del Tav, che sarebbe l'ottava verifica, con le precedenti sette tutte positive, Di Maio, sottoscrive il "Protocollo terra dei fuochi", che non è altro che uno spot pubblicitario per il popolo che vuole crederci, e si esercita in battute del tipo "Parlare di inceneritori oggi è come parlare della cabina telefonica con il telefono a gettoni", al quale risponde il sindaco di Pomigliano d'Arco (città nativa del Di Maio), che sottolinea come il Comune ha una raccolta differenziata al 67%, ma rimane il 33% di indifferenziata che deve andare nel termovalorizzatore.

 Di Maio dovrebbe visitare il termovalorizzatore di Copenhagen che, ricordiamo, è in Danimarca, che fa parte della Unione europea. 
Studiare è utile, anche se si è fuoricorso e non è mai troppo tardi.
 
 
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