Premesso che le mie conoscenze mediche si limitano alla
distinzione fra una pillola ed un cerotto, vorrei egualmente
“Dire la mia” sulle parole del dott de Giacomi, non per
contestare, ma per chiarirmi qualche concetto.
Ma
innanzi tutto, ogni mia solidarietà alla signora
Cuciniello, anche se l’articolo avrebbe dovuto leggerlo
comunque tutto prima di intervenire. Tra traduzioni,
ritraduzioni e riritraduzioni delle ritraduzioni, è una
fatica immane capirci qualcosa, almeno per chi come noi non
è abituato ad equilibrismi sinottici di politica, scienza e
morale intrecciati fra loro.
Comincerò dal
sottotitolo, la frase incriminata. Letta da me, significa
che in 600 dei mille casi, c’è stato un momento in cui il
dottore ha dovuto alzare le braccia e dichiarare il suo
limite. Per me, in ogni caso che non sia incidente o
colpo apoplettico, c’è sempre un momento in cui il medico
si dichiara sconfitto, ed il paziente muore. E sempre in
ogni caso il medico (penso io) si domanderà: «Avrei ancora
potuto fare qualcosa?» Questo è il primo motivo per
cui non ho fatto il medico. Per quella prospettiva di
infinite, ineluttabili sconfitte, per quella prospettiva di
doverosi autoconvincimenti di “aver fatto tutto il
possibile”. Seicento bambini su 1000… e gli altri
400 sono morti così, senza nessuno vicino?... Sono
troppi!
Ma la gente muore. Vecchi, giovani,
bambini… e meno male!
Salto all’intervento
del dottor de Giacomi per tornare in conclusione sulla
parola “intenzionale” che buttata li così non ha altro
significato che “intenzionalmente” creare confusione nel
lettore.
Letteralmente, cito:
“… ogni essere vivente dall’embrione al neonato
all’infante, all’adolescente è dichiarato incapace
Legalmente ad esprimersi e quindi questa mancanza di poter
testare la propria volontà in ogni società civile viene
giustamente delegata ai genitori, se vivi, finché
l’individuo è minorenne. I genitori devono avere ogni
possibilità di decidere in merito… e questo deve valere
per l’aborto…. ma andrebbe estesa sempre e soltanto alla
volontà … dei genitori che li hanno generati finché i
figli sono minorenni soprattutto nei casi di neonati
anencefali, siamesi… tutti i deformi, gli affetti da
patologie gravissime celebrali, vertebrali, organiche e via
dicendo….”
“Minorenne”, almeno
nell’accezione usuale del termine, si intende chi non ha
ancora compiuto 14 o 18 o 21 o 25 anni di età, secondo i
casi.
Secondo il dott. de Giacomi una “Legge
Civile, Laica e Democratica” nonché rispettosa dei
“Diritti di ogni Persona” dovrebbe consentire ai
genitori (se vivi) di tenersi per esempio un celebroleso o
un tetraplegico o un gobbetto per (diciamo) tredici anni e
dieci mesi e poi decidere di farlo fuori? Il
“problema” si risolve da sé per gli anencefali, magari
la scelta è se abortire o “conoscere” il figlio per le
poche core di vita concessegli dalla natura, ma qui mi pare
che si vada oltre,… molto oltre!
Naturalmente poi per le creature con patologie veramente
gravi significa molto poco avere tredici anni o averne
ventuno. Forse non sanno contare fino a ventuno, e forse
nemmeno fino a tredici. Mettere un limite legale
“prima si, dopo no, prima io, dopo tu”, mi sembra
null’altro che volersi creare un alibi, o darsi una
scadenza di “fine condanna”.
Francamente non
mi sembra giusto così.
Salvare una vita contro
ogni previsione, dare la morte anche se non prevista per
quell’istante da madre natura, è a mio avviso una grande,
immensa responsabilità. Di natura tecnica, certamente, ma
soprattutto di natura morale, perché la vita è un dono
immenso che ognuno di noi, in un modo misterioso ha avuto e
che ineluttabilmente dovrà restituire. Il quando
non ci è dato di sapere, e l’intervenire, soprattutto se
si tratta del “quando” di un altro, richiede molta
prudenza e sempre un profondo, responsabile coinvolgimento
personale morale. Non potrà essere, non sarà mai
facile.
Eccomi quindi a concludere sul termine
“intenzionale”. E’ orrendo e mi sa di
“omicidio”. Il medico toglierà la vita,
permetterà alla morte di subentrargli, si arrenderà
riponendo le sue armi, ma non ucciderà mai.
Come
esattamente scrive il dottor Domenico de Giacomi
“…dall’embrione, al neonato, all’infante…”, ma
io voglio aggiungere “al malato terminale, al vecchio,
alla persona in vita vegetativa” egli darà vita o morte
solo e secondo la sua coscienza, perché in lui (con i suoi
limiti, le sue ignoranze, le sue convinzioni) avrà deciso
che “quella”, è la cosa migliore da fare e “quello”
il modo più giusto di operare.
Certo si avvarrà
del conforto, del parere e del giudizio di altri, parenti o
amici che siano o di professionisti emeriti chiamati a
consulto, ma la decisione sarà sua. E professionalmente
ne porterà la responsabilità per sempre. Della
vita imposta, della vita negata.
Io sono un
romantico, me lo hanno detto più volte, e lo so. E sono
di rigidi principi e dura cervice. Penso che il
giuramento fatto da ogni medico, ancorché non più rivolto
ad Apollo e Asclepio e Igea e Panacea, conservi tutto il suo
valore, e l’impegno di orgogliosa dignità che ne
consegue.
Scaricare la responsabilità su altri,
o nascondersi dietro il dito di una legge politica, può
servire per non andare in galera, o per arricchirsi. Non
per delegare la propria coscienza di uomo.
Questo
è il secondo ed ultimo motivo per cui non ho fatto il
medico.
Grazie per avuto la pazienza di
leggermi.
Lucio Musto 3 giugno 2006
parole 872
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2 giugno 2006 0:00 - domenico de giacomi
Trovo personalmente ,inutile, dannoso , psicologicamente
futile alla causa sui diritti all'autodeterminazione
dell'individuo capace di intendere e volere e su
quelli sopratutto che riguardano il liwing will , le
direttive anticipate in emergenza , l'eutanasia , il
suicidio assistito tirare fuori oggi e mescolando acque
spesso non cristalline il protocollo di Groningen o
peggio da ignoranti il fu genocidio nazista sulla
eutanasia per i neonati gravemente ammalati o peggio
citando articoli di Giornale politicamente impegnati ,
Vaticanodipendenti e quindi non Laici .Sta
nell'evidenza oggi di tutti che ogni essere vivente
dall'embrione al neonato all'infante ,
all'adolescente è dichiarato incapace Legalmente
ad esprimersi e quindi questa mancanza di poter
testare la propia volontà in ogni Società Civile viene
giustamente delegata ai Genitori se vivi finchè
l'individuo è minorenne . I Genitori devono avere
ogni possibilità di decidere in merito(i NAZISTI
L'HANNO TOLTA A TUTTI I SUDDITI ) e questo deve
valere per l'aborto tutelato giustamente da una
Legge Civile ,Laica e Democratica ( pur essendo
personalmente contrario all'aborto e quindi
obiettore) e valida anche in Italia nel rispetto dei
Diritti di ogni Persona ma andrebbe estesa sempre e
soltanto alla volontà e quindi all' assunzione di
responsabilità dei Genitori che gli hanno generati
finchè i figli sono minorenni sopratutto nei casi dei
neonati anencefali , siamesi (ricordate ....Marta e
Milagross sacrificati dal Ruolo Medico e quindi predate
per l'ignoranza e poverta' dei Genitori! ) tutti
i deformi .gli affetti da patologie gravissime cerebrali
, vertebrali , organiche e via dicendo .Non essendo queste
creature maggiorenni devono essere solo i Genitori
assistiti se inconsapevoli dai Medici , a POTER
PIENAMENTE decidere in merito ALL'EUTANASIA e DANDO
PER SCONTATO in ogni caso che sono Persone (MINORENNI)
che non possono esercitare ancora i loro diritti o
saranno sempre nell'incapacità di poterlo fare o
testare a priori .Per cui non c' bisogno di protocolli
, statistiche , bilanci , Etiche , Politiche ,ESTETICHE
,FILOSOFIE Religioni , Societa per capire che ogni
decisione presa dai Genitori dall'aborto in su non
tiene conto e non puo tenerlo in ogni caso della
volontà incontestabile dell'Individuo che sarebbe
l'unica sempre a dover essere presa in
considerazione quando legalmente e consapevolmente espressa
.Riportare articoli o protocolli vari che speculando
con sottile psicologia sull'imprevedibile
espressione umana e istintiva del naturale amore materno
-paterno puo' far comodo per tirare ipocritamente ,
subdolamente acqua al propio Mulino e spesso innescando
interessi di parte (politica , economica , Religiosa ,
Pseudosociale e pseudosolidaristica ) che remano sempre
contro i diritti CIVILI QUESTA VOLTA consapevolmente
espressi dei maggiorenni , adulti e talvolta sani !
Solo i Genitori devono essere i liberi responsabili
consapevoli di fronte a Dio se esiste , della decisione
di praticare l'eutanasia infantile sui casi
irrecuperabili previsti dalla ipotetica Legge Italiana
in merito .Come lo è stato per l'aborto
4 aprile 2006 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Cara Signora Cuciniello, per prima cosa grazie di aver
ammesso di non essere arrivata in fondo all'articolo. Lo
fanno in molti (sinceramente, talvolta anch'io), e
giudicano per quel poco che hanno letto e per quel molto che
hanno immaginato, ma non lo dicono. Aggiungo subito
che ha fatto male a non terminare la lettura del pezzo
perché avrebbe visto (e lo può fare ancora) che si evolve
in modo diverso da quello che Lei ha immaginato. Invita,
cioè, proprio coloro che si scagliano contro i Paesi Bassi
a non lasciare andare le cose, ma ad affrontare il
gravissimo problema della mortalità infantile nel nostro
Paese, proponendo e agendo in modo da ridurre questo tasso
troppo alto di mortalità "non intenzionale", che
è ancora più atroce, a mio parere, di quella intenzionale.
Infatti, la superficialità delle persone, l'assenza di
tempestività negli interventi e l'inadeguatezza delle
strutture (per citare alcune cause), spara per così dire
nel mucchio e fa morire anche bambini che invece non solo
potevano essere tenuti in vita, ma in una vita piena, che è
quella, signora, sia sincera, che ci auguriamo tutti almeno
per noi e i nostri cari. Per quanto riguarda il fatto
da Lei deprecato di "trasformare i bambini in
numeri", questo purtroppo è inevitabile quando si
parla di statistiche, che sono molto utili per fare
confronti e cercare di comprendere la realtà in cui
viviamo; non solo, ma ci possono dare anche un'utile
sferzata, proprio come accade con quelle citate e raccolte
nell'articolo che Lei depreca.
3 aprile 2006 0:00 - Mariacristina Cuciniello
Non sono necahe voluta arrivare alla fine dell'articolo.
ma ho capito in che modo si stava evolvendo: visto che in
Italia la mortalità involontaria è superiore a quella
dell'Olanda, in Olanda salvano più vite di noi, il
sistema sanitario è mille volte migliore, ecc.ecc. su
questo non ci piace, non ci piove sul fatto che la mala
sanità in Italia miete più vittime delle morti per
eutanasia in Olanda. ma c'è una cosa che non va
trascurata: stiamo parlano di vite umane, di esseri viventi,
non di un ammasso di carne e sangue, per cui questi paragoni
non reggono, queste percentuali non hanno senso in questo
contesto. io sono madre di due bambini e non potrei mai
pensare a loro come a un numero e non vorrei che gli altri
lo facessero. un bambino, due bambini, tre bambini, cento
bambini è la stessa cosa, sia che muoiono per eutanasia,
sia che muoiano perchè le strutture sanitarie sono carenti
è la stessa cosa. per cui vi prego di parlare delle persone
come di numeri: i nazisti tatuavano i numeri sulla pelle
delle persone.