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3 giugno 2006 0:00 - Lucio Musto
Premesso che le mie conoscenze mediche si limitano alla distinzione fra una pillola ed un cerotto, vorrei egualmente “Dire la mia” sulle parole del dott de Giacomi, non per contestare, ma per chiarirmi qualche concetto.

Ma innanzi tutto, ogni mia solidarietà alla signora Cuciniello, anche se l’articolo avrebbe dovuto leggerlo comunque tutto prima di intervenire. Tra traduzioni, ritraduzioni e riritraduzioni delle ritraduzioni, è una fatica immane capirci qualcosa, almeno per chi come noi non è abituato ad equilibrismi sinottici di politica, scienza e morale intrecciati fra loro.

Comincerò dal sottotitolo, la frase incriminata. Letta da me, significa che in 600 dei mille casi, c’è stato un momento in cui il dottore ha dovuto alzare le braccia e dichiarare il suo limite.
Per me, in ogni caso che non sia incidente o colpo apoplettico, c’è sempre un momento in cui il medico si dichiara sconfitto, ed il paziente muore. E sempre in ogni caso il medico (penso io) si domanderà: «Avrei ancora potuto fare qualcosa?»
Questo è il primo motivo per cui non ho fatto il medico. Per quella prospettiva di infinite, ineluttabili sconfitte, per quella prospettiva di doverosi autoconvincimenti di “aver fatto tutto il possibile”.
Seicento bambini su 1000… e gli altri 400 sono morti così, senza nessuno vicino?... Sono troppi!

Ma la gente muore. Vecchi, giovani, bambini… e meno male!

Salto all’intervento del dottor de Giacomi per tornare in conclusione sulla parola “intenzionale” che buttata li così non ha altro significato che “intenzionalmente” creare confusione nel lettore.

Letteralmente, cito:

“… ogni essere vivente dall’embrione al neonato all’infante, all’adolescente è dichiarato incapace Legalmente ad esprimersi e quindi questa mancanza di poter testare la propria volontà in ogni società civile viene giustamente delegata ai genitori, se vivi, finché l’individuo è minorenne. I genitori devono avere ogni possibilità di decidere in merito… e questo deve valere per l’aborto…. ma andrebbe estesa sempre e soltanto alla volontà … dei genitori che li hanno generati finché i figli sono minorenni soprattutto nei casi di neonati anencefali, siamesi… tutti i deformi, gli affetti da patologie gravissime celebrali, vertebrali, organiche e via dicendo….”

“Minorenne”, almeno nell’accezione usuale del termine, si intende chi non ha ancora compiuto 14 o 18 o 21 o 25 anni di età, secondo i casi.

Secondo il dott. de Giacomi una “Legge Civile, Laica e Democratica” nonché rispettosa dei “Diritti di ogni Persona” dovrebbe consentire ai genitori (se vivi) di tenersi per esempio un celebroleso o un tetraplegico o un gobbetto per (diciamo) tredici anni e dieci mesi e poi decidere di farlo fuori?
Il “problema” si risolve da sé per gli anencefali, magari la scelta è se abortire o “conoscere” il figlio per le poche core di vita concessegli dalla natura, ma qui mi pare che si vada oltre,… molto oltre!

Naturalmente poi per le creature con patologie veramente gravi significa molto poco avere tredici anni o averne ventuno. Forse non sanno contare fino a ventuno, e forse nemmeno fino a tredici.
Mettere un limite legale “prima si, dopo no, prima io, dopo tu”, mi sembra null’altro che volersi creare un alibi, o darsi una scadenza di “fine condanna”.

Francamente non mi sembra giusto così.

Salvare una vita contro ogni previsione, dare la morte anche se non prevista per quell’istante da madre natura, è a mio avviso una grande, immensa responsabilità. Di natura tecnica, certamente, ma soprattutto di natura morale, perché la vita è un dono immenso che ognuno di noi, in un modo misterioso ha avuto e che ineluttabilmente dovrà restituire.
Il quando non ci è dato di sapere, e l’intervenire, soprattutto se si tratta del “quando” di un altro, richiede molta prudenza e sempre un profondo, responsabile coinvolgimento personale morale.
Non potrà essere, non sarà mai facile.

Eccomi quindi a concludere sul termine “intenzionale”.
E’ orrendo e mi sa di “omicidio”.
Il medico toglierà la vita, permetterà alla morte di subentrargli, si arrenderà riponendo le sue armi, ma non ucciderà mai.

Come esattamente scrive il dottor Domenico de Giacomi “…dall’embrione, al neonato, all’infante…”, ma io voglio aggiungere “al malato terminale, al vecchio, alla persona in vita vegetativa” egli darà vita o morte solo e secondo la sua coscienza, perché in lui (con i suoi limiti, le sue ignoranze, le sue convinzioni) avrà deciso che “quella”, è la cosa migliore da fare e “quello” il modo più giusto di operare.

Certo si avvarrà del conforto, del parere e del giudizio di altri, parenti o amici che siano o di professionisti emeriti chiamati a consulto, ma la decisione sarà sua. E professionalmente ne porterà la responsabilità per sempre.
Della vita imposta, della vita negata.

Io sono un romantico, me lo hanno detto più volte, e lo so. E sono di rigidi principi e dura cervice.
Penso che il giuramento fatto da ogni medico, ancorché non più rivolto ad Apollo e Asclepio e Igea e Panacea, conservi tutto il suo valore, e l’impegno di orgogliosa dignità che ne consegue.

Scaricare la responsabilità su altri, o nascondersi dietro il dito di una legge politica, può servire per non andare in galera, o per arricchirsi. Non per delegare la propria coscienza di uomo.

Questo è il secondo ed ultimo motivo per cui non ho fatto il medico.

Grazie per avuto la pazienza di leggermi.



Lucio Musto 3 giugno 2006 parole 872
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2 giugno 2006 0:00 - domenico de giacomi
Trovo personalmente ,inutile, dannoso , psicologicamente futile alla causa sui diritti all'autodeterminazione dell'individuo capace di intendere e volere e su quelli sopratutto che riguardano il liwing will , le direttive anticipate in emergenza , l'eutanasia , il suicidio assistito tirare fuori oggi e mescolando acque spesso non cristalline il protocollo di Groningen o peggio da ignoranti il fu genocidio nazista sulla eutanasia per i neonati gravemente ammalati o peggio citando articoli di Giornale politicamente impegnati , Vaticanodipendenti e quindi non Laici .Sta nell'evidenza oggi di tutti che ogni essere vivente dall'embrione al neonato all'infante , all'adolescente è dichiarato incapace Legalmente ad esprimersi e quindi questa mancanza di poter testare la propia volontà in ogni Società Civile viene giustamente delegata ai Genitori se vivi finchè l'individuo è minorenne . I Genitori devono avere ogni possibilità di decidere in merito(i NAZISTI L'HANNO TOLTA A TUTTI I SUDDITI ) e questo deve valere per l'aborto tutelato giustamente da una Legge Civile ,Laica e Democratica ( pur essendo personalmente contrario all'aborto e quindi obiettore) e valida anche in Italia nel rispetto dei Diritti di ogni Persona ma andrebbe estesa sempre e soltanto alla volontà e quindi all' assunzione di responsabilità dei Genitori che gli hanno generati finchè i figli sono minorenni sopratutto nei casi dei neonati anencefali , siamesi (ricordate ....Marta e Milagross sacrificati dal Ruolo Medico e quindi predate per l'ignoranza e poverta' dei Genitori! ) tutti i deformi .gli affetti da patologie gravissime cerebrali , vertebrali , organiche e via dicendo .Non essendo queste creature maggiorenni devono essere solo i Genitori assistiti se inconsapevoli dai Medici , a POTER PIENAMENTE decidere in merito ALL'EUTANASIA e DANDO PER SCONTATO in ogni caso che sono Persone (MINORENNI) che non possono esercitare ancora i loro diritti o saranno sempre nell'incapacità di poterlo fare o testare a priori .Per cui non c' bisogno di protocolli , statistiche , bilanci , Etiche , Politiche ,ESTETICHE ,FILOSOFIE Religioni , Societa per capire che ogni decisione presa dai Genitori dall'aborto in su non tiene conto e non puo tenerlo in ogni caso della volontà incontestabile dell'Individuo che sarebbe l'unica sempre a dover essere presa in considerazione quando legalmente e consapevolmente espressa .Riportare articoli o protocolli vari che speculando con sottile psicologia sull'imprevedibile espressione umana e istintiva del naturale amore materno -paterno puo' far comodo per tirare ipocritamente , subdolamente acqua al propio Mulino e spesso innescando interessi di parte (politica , economica , Religiosa , Pseudosociale e pseudosolidaristica ) che remano sempre contro i diritti CIVILI QUESTA VOLTA consapevolmente espressi dei maggiorenni , adulti e talvolta sani ! Solo i Genitori devono essere i liberi responsabili consapevoli di fronte a Dio se esiste , della decisione di praticare l'eutanasia infantile sui casi irrecuperabili previsti dalla ipotetica Legge Italiana in merito .Come lo è stato per l'aborto
4 aprile 2006 0:00 - ANNAPAOLA LALDI
Cara Signora Cuciniello,
per prima cosa grazie di aver ammesso di non essere arrivata in fondo all'articolo. Lo fanno in molti (sinceramente, talvolta anch'io), e giudicano per quel poco che hanno letto e per quel molto che hanno immaginato, ma non lo dicono.
Aggiungo subito che ha fatto male a non terminare la lettura del pezzo perché avrebbe visto (e lo può fare ancora) che si evolve in modo diverso da quello che Lei ha immaginato. Invita, cioè, proprio coloro che si scagliano contro i Paesi Bassi a non lasciare andare le cose, ma ad affrontare il gravissimo problema della mortalità infantile nel nostro Paese, proponendo e agendo in modo da ridurre questo tasso troppo alto di mortalità "non intenzionale", che è ancora più atroce, a mio parere, di quella intenzionale. Infatti, la superficialità delle persone, l'assenza di tempestività negli interventi e l'inadeguatezza delle strutture (per citare alcune cause), spara per così dire nel mucchio e fa morire anche bambini che invece non solo potevano essere tenuti in vita, ma in una vita piena, che è quella, signora, sia sincera, che ci auguriamo tutti almeno per noi e i nostri cari.
Per quanto riguarda il fatto da Lei deprecato di "trasformare i bambini in numeri", questo purtroppo è inevitabile quando si parla di statistiche, che sono molto utili per fare confronti e cercare di comprendere la realtà in cui viviamo; non solo, ma ci possono dare anche un'utile sferzata, proprio come accade con quelle citate e raccolte nell'articolo che Lei depreca.
3 aprile 2006 0:00 - Mariacristina Cuciniello
Non sono necahe voluta arrivare alla fine dell'articolo. ma ho capito in che modo si stava evolvendo: visto che in Italia la mortalità involontaria è superiore a quella dell'Olanda, in Olanda salvano più vite di noi, il sistema sanitario è mille volte migliore, ecc.ecc.
su questo non ci piace, non ci piove sul fatto che la mala sanità in Italia miete più vittime delle morti per eutanasia in Olanda. ma c'è una cosa che non va trascurata: stiamo parlano di vite umane, di esseri viventi, non di un ammasso di carne e sangue, per cui questi paragoni non reggono, queste percentuali non hanno senso in questo contesto. io sono madre di due bambini e non potrei mai pensare a loro come a un numero e non vorrei che gli altri lo facessero. un bambino, due bambini, tre bambini, cento bambini è la stessa cosa, sia che muoiono per eutanasia, sia che muoiano perchè le strutture sanitarie sono carenti è la stessa cosa. per cui vi prego di parlare delle persone come di numeri: i nazisti tatuavano i numeri sulla pelle delle persone.
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