Scusate:
cosa vuol dire una frase come "... non essendo sufficiente o
mal gestito il mercato legale, c’è una vera e propria
inondazione da parte del mercato nero. A cui, ovviamente, la
produzione legale non è in grado di far fronte." ?
Il mercato legale del Fentanyl è parte del mercato legale
degli oppioidi, e non mi risulta che abbia problemi
particolari. E non c'è nessuna significativa connessione
fra mercato legale e mercato nero.
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Il problema reale, tutto dovuto al proibizionismo, è invece
che:
1) soprattutto in America (ma il rischio anche per l'Europa
e l'Italia è reale) negli ultimi vent'anni IL CONSUMO E LA
DIPENDENZA DA OPPIOIDI sono molto aumentati (x motivi
diversi e complicati che non posso riassumere in poche
righe, ma che in un certo senso si rispecchiano - e in
questo caso anche in Italia - nell'aumento dei casi di
dipendenza "legale" da benzodiazepine, che per fortuna
raramente uccidono).
2) sul mercato nero USA c'è stata la devastante novità
della comparsa (2014) del pericolosissimo fentanyl, che ha
portato agli attuali 100.000 morti/anno. E dico
pericolosissimo perché il fentanyl in medicina si deve
dosare a microgrammi (milionesimi di grammo) ed è chiaro
che una simile precisione non è possibile sul mercato
nero.
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D'altra parte, l'UNICA POSSIBILE SOLUZIONE per evitare tutti
questi morti sarebbe offire un accesso legale agli oppioidi
"di farmacia", ma questa soluzione non è politicamente
accettabile e forse nemmeno funzionerebbe, sia per il numero
che per il tipo di persone coinvolte (in gran parte ormai
"trasformate" in disperati, disadattati e emarginati,
difficili da reintegrare nel mercato del lavoro e nella vita
sociale "normale").
N.B.
Per capire il problema, bisogna aver ben chiaro che gli
oppioidi NON SONO sostanze usate nella ricerca del
divertimento e del piacere: SONO FARMACI che cancellano
temporaneamente non solo il dolore fisico, se c'è, ma anche
e soprattutto la sofferenza, il disagio, la solitudine,
l'emarginazione... Per questo, nella situazione attuale, si
può capire molto bene perché il consumo "non medico" di
oppioidi aumenta. E perché un bel libro ha parlato di
"deaths of despair", morti da disperazione.