Posso concordare che l'espressione del ministro sia stata
infelice e non giustificata in particolare per l'inesistenza
di una "etnia italica", ma anche per la necessaria
complementarietà tra politiche di aumento della natalità e
politiche migratorie. Tuttavia, se non ci si sofferma solo
sulle parole per richiamare complottismi noti e seguiti da
una frazione infinitesima della popolazione, ma si guarda
alla sostanza di quel messaggio e alla condizione
dell’Italia forse si potrebbe anche fare un confronto di
idee più serio.
1) Ad esempio, i dati sulla crescita demografica
dell’Africa, sul reddito pro-capite e sulla posizione
dell’Italia, avrebbero dovuto da tempo convincere i
governi a fare delle politiche di vicinato efficaci e
chiedere l’aiuto dell’UE. E’ infatti ben noto che uno
dei motivi di instabilità (fino alla guerra) è dovuto ai
forti differenziali economici tra paesi vicini e, di fatto,
l’UE ha adottato nel tempo politiche di vicinato, per la
verità piuttosto blande, con l’obiettivo di favorire lo
sviluppo economico e sociale dei paesi vicini, anche là
dove non c’erano prospettive di inclusione. Quindi non si
tratta di sostituzione etnica, ma certo di stabilità
sociale interna ed internazionale attraverso politiche che
portano vantaggi ai paesi vicini, piuttosto che passiva
rassegnazione ai trafficanti.
2) Per quanto riguarda le statistiche ISTAT delle
immigrazioni, si tratta di iscrizioni anagrafiche, quindi
immigrati regolari con permesso di soggiorno, quindi
immigrati regolari che hanno un lavoro e magari sono
integrati nella nostra società e cultura. Ma sono convinto
che questi immigrati sono ben accolti dagli italiani. Il
problema, da cui siamo bombardati giornalmente, è
rappresentato dagli immigrati che, attraverso le attività
illegali di trafficanti, siamo costretti ad accogliere per
motivi umanitari (e fin qui va anche bene), ma di cui non si
conosce bene il destino: se rimangono e quanto nei centri di
accoglienza, se spariscono nel nulla, se vengono forniti dei
rudimenti della nostra lingua, se vengono avviati alla
formazione professionale e al lavoro e le risorse che sono
loro destinate. Queste sono le statistiche che potrebbero
meglio sostenere un dibattito chiaro sull’immigrazione,
magari confrontando i dati tra immigrazione regolare e
irregolare.
3) Sempre a proposito di statistiche mi sembrerebbe molto
giustificato che la visione italiana sia
“Italocentrica”, piuttosto che eurocentrica o globale,
visto che deve essere affrontata con risorse italiane. E a
questo punto il tema immigrazione (irregolare, che richiede
spese per accoglienza, e assistenza) deve collocarsi in un
sistema di priorità, dove le politiche di sviluppo
economico da tempo falliscono il loro obiettivo (per non
dire che sono state inesistenti) al punto da determinare
l’emigrazione dei giovani più motivati e coraggiosi, e la
rassegnazione di tanti che rimanendo in Italia, non fanno
figli. Perché sarà anche vero che molti giovani non
vogliono figli per egoismo, ma è anche vero che, per la
maggior parte, fare figli in Italia significa fare la fame e
relegarli nei sotterranei dell’ascensore sociale.
4) L’urgenza rappresentata dal “veloce invecchiamento
del nostro paese” (leggi: necessità di sostenere il
sistema pensionistico) e dalla “decisa contrazione
numerica della forza lavoro” ci impone di avviare delle
politiche che a) facilitino l’immigrazione regolare per
coprire le carenze di manodopera e capacità professionali e
ostacolino le attività dei trafficanti di esseri umani; che
favoriscano efficacemente l’istruzione secondaria e
universitaria (siamo la popolazione con la percentuale di
laureati tra le più basse in Europa); che favoriscano
l’occupazione dei giovani diplomati e laureati (la
disoccupazione giovanile in Italia è tra le più alte
d’Europa). Quanti e quali governi hanno avviato queste
politiche?
27 aprile 2023 18:27 - enniusfirst
Articoli di questa natura, che dipingono l'immigrazione come
fattore di progresso senza se e senza ma, hanno un unico
difetto : mancano di alcun riferimento alle condizioni
economiche sociali e culturali dei paesi ospitanti e non
forniscono alcun programma dettagliato sul come realizzare
al meglio detto fattore di progresso, tenuto conto delle
risorse disponibili.
Ad esempio, laTurchia di immigrati, a vario titolo, ne sta
ospitando circa 4/5 milioni e quindi dovrebbe vedere
ottimisticamente il suo futuro.
Perchè ?
Ce lo dice Impicciatore, l'estensore dell'articolo:
"E’ anche vero che le migrazioni impongono trasformazioni
del tessuto sociale che vanno a coinvolgere tanto la
popolazione autoctona quanto quella immigrata in un processo
i cui esiti sono però in genere favorevoli. Non si
spiegherebbero altrimenti gli sviluppi in termini di
democrazia e benessere osservati in paesi caratterizzati da
intensi flussi di immigrazione.".
Sarà possibile questo in Turchia ?
A questa situazione ben si attaglia la storiella del saggio
gufo.
Un millepiedi camminava nel bosco lamentandosi: “ahi, hai,
che male ai piedi, come sono sfortunato con tutti questi
piedi!.
Un grillo gli suggerì quindi di rivolgersi al Saggio Gufo,
vai da lui, vedrai che ti troverà una soluzione.
Il millepiedi si recò fino alla dimora del Saggio Gufo e
lì si mise a chiamarlo.
“Chi è che mi chiama?” Rispose svegliandosi il burbero
il gufo.
“Sono io, il millepiedi, ti prego aiutami, con tutti
questi piedi sono sempre dolorante. Ti prego dimmi cosa
posso fare.”
Il Saggio Gufo ci pensò un po’ su e poi disse: “è
semplice, trasformati in formica così avrai solo sei
piedi.
“Oh, sì, che bella idea, grazie Saggio Gufo,” e
dolorante riprese il cammino, ma fatta un po’ di strada
cominciarono a venirgli i dubbi: “eh sì, trasformati in
formica, ma come si fa a trasformarsi in formica?
Il Saggio Gufo si è dimenticato di dirmelo” e sempre più
dolorante tornò alla dimora del Saggio Gufo e cominciò a
chiamarlo a gran voce.
Il Gufo innervosito per la seconda interruzione del suo
sonno gli chiese “Che c’è, che cosa vuoi ancora?”
“Scusami Saggio Gufo, ti disturbo ancora perché non mi
hai spiegato come posso trasformarmi in formica, ti prego
dimmelo!”
Il Saggio Gufo sempre più burbero rispose “eh, tutti
uguali voi! volete tutti la pappa pronta!
Io definisco le strategie, ai dettagli operativi pensateci
voi!”