Mi ha fatto piacere leggere queste considerazioni sul
cosiddetto "Nutriscore", perché stamani su RadioRai 1,
nella rubrica che precede il giornale radio delle 13:00, ho
ascoltato una lunga intervista a diverse persone,
presentante come esperte o rappresentanti di marchi
d'eccellenza del made in Italy nel settore agroalimentare,
tutte quante contrarie a questa etichettatura, perché,
secondo loro, mirante ad affossare la nostra economia, oltre
che la tradizione della nostra tavola.
In modo particolare, le critiche erano appuntate sul vino
che, dicevano, avrebbe avuto il bollino rosso, anche se ciò
che nuoce alla salute non è l'uso ragionevole, bensì
l'abuso (e qui gli dò ragione).
Ma quello che mi ha colpito molto e sfavorevolmente è stato
il fatto che gridavano "al complotto" contro l'Italia, anche
da parte della Francia che, dico io, ha interessi simili ai
nostri per quanto riguarda almeno il vino (per non parlare
di alcuni formaggi leggermente troppo grassi!).
Le considerazioni esposte qui sopra sembrano darmi ragione.
In effetti, è sempre possibile migliorare qualunque
prodotto e renderlo più compatibile con la salvaguardia
della nostra salute (nel XXI secolo); magari è una cosa
parecchio impegnativa, e cozza con la pigrizia di tanta
gente. Ma la pigrizia non deve distogliere dal provare a
fare ciò che è giusto.