Sorvolando sul diritto di sciopero e concordando
sull’assunto che lo sciopero (in specie quello generale)
sia l’arma “estrema” per un sindacato – non essendo
previsto nella nostra Costituzione il ricorso alla
Rivoluzione – mi limito qui a focalizzare l’attenzione
sulla affermazione che esso sarebbe non necessario poiché
le vittime principali sarebbero gli “utenti e
consumatori”.
Che uno sciopero proclamato da due associazioni nazionali di
lavoratori e pensionati (che li rappresentano in larga
parte) sia non necessario (ovvero “inutile”) in quanto
danneggia nella loro generalità tutti gli utenti e
consumatori, personalmente mi appare un paradosso ed un
ossimoro al tempo stesso.
Forse che lavoratori e pensionati non sono essi stessi
utenti e consumatori?
Forse che una astensione concordata dal lavoro da parte di
più lavoratori non vien decisa per la tutela di interessi
collettivi? Anche a tutela di chi non fa di loro parte?
Forse che le proposte del governo inserite nel Bilancio
dello Stato per il prossimo anno non appaiono (almeno per la
parte fiscale) sbilanciate negativamente nei benefici per
lavoratori e pensionati coi redditi più bassi (la
stragrande parte nella nostra Nazione)?
Forse che le stesse organizzazioni sindacali – prima di
proclamare lo sciopero – non hanno già ed a più riprese
chiesto maggiore attenzione per i più deboli (anche solo un
piccolo segno), ricevendo un diniego totale?
Quale alternativa rimane? Ha un senso scioperare? C’è
più un motivo valido perché tale diritto resti ancora
tutelato dalla nostra Costituzione?