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3 giugno 2020 0:42 - daniele7512
Gli israeliani hanno preso molto sul serio l'epidemia, più dell'Italia. Abbiamo schierato l'esercito, imposto la distanza sociale in modo inflessibile, fatto tracciamenti che neanche ve li sognate in italia. Abbiamo avuto meno di 300 morti su 9 milioni di abitanti. Per terrorismo, sono morti 250 israeliani negli ultimi 15 anni.
Il paragone tra terrorismo e covid è offensivo. Gli israeliani sanno valutare situazioni e pericoli diversi. Il terrorismo non ci rende insensibili agli altri pericoli.
Nessuno mette in dubbio il suo coraggio ad affrontare la febbre. Sono sicuro che lei sia coraggiosissimo nella sua vita. Ma lo sia con la sua vita, non con quella degli altri. Lei non ha idea cosa significa vivere con un figlio immunodepresso. Lei non sa cosa vuol dire evitare il contatto con chiunque per strada, stare attenti a tutto per non portare l'infezione a casa. Un errore, un contatto con una persona irresponsabile, e mio figlio rischia la vita. Lei lo sa che ce ne sono a decine di migliaia come mio figlio? Forse a lei non frega niente di quell'1,5 per cento che non se la cava con la febbre? Tutti i giorni devo mettere la sua vita nelle mani del prossimo, sperando che sia responsabile. Fortunatamente molti lo sono. Che tristezza e rabbia vedere tanta superficialità e sentirmi prendere in giro come paranoico e esagerato. Queste cose le ho già sentite troppe volte nella vita, quando mi difendo dal terrorismo e ora dal virus. Sono stufo.
Noi stiamo cercando di proteggere la vita di chi non sopravvive a questa malattia. Ci porti rispetto, che stiamo proteggendo anche lei. Ci aiuti a proteggerci, ci stia lontano.
Daniele
2 giugno 2020 18:08 - VDonvito
gentile dofra
io non ho preso in giro il distanziamento, ho solo raccontato dei fatti, facendo dei paragoni tra un concetto di pericolo in Israele e altrettanto concetto in Italia. Solo per evidenziare come, in Israele, Paese più pericoloso dell'Italia, non si stigmatizza la politica legalizzatoria pur dovendo prestare maggiore attenzione ai pericoli incombenti del quotidiano... quotidiano per cui in Italia, invece, si ritiene marginale e distraente la politica sulla cannabis.
Il suo commento è sintomatico, a mio avviso, di come le letture sono molto soggettive, rispetto alle proprie attenzioni, più o meno indotte.
Io, come avrà potuto leggere su Aduc a più riprese, abbiamo e continuiamo a sostenere scienza e politiche di prevenzione adottate, pur criticando duramente gli eccessi, le incongruenze e le arroganze.
2 giugno 2020 17:31 - dofra
E' la prima volta che scrivo sul vostro sito, anche se vi leggo spesso, specialmente droghe e salute. Grazie per quello che fate, siete preziosissimi.
Però non capisco perchè lei prenda in giro il distanziamento tra le persone in piena epidemia. Immagino che anche in Israele siano stati attenti. Ammesso che nel 98,5% si prende solo una febbre e via, come scrive lei, il restante 1,5% di mortalità non è poco. Su cento volte che lei entra in contatto con un infettato, muore una volta e mezzo. Ne basta una. Soprattutto, anche sei lei se la cava con una febbre, può trasmettere il virus ai suoi familiari, ai suoi amici, ai suoi colleghi, ai suoi vicini. Se ha cento di queste persone nella sua vita, potrebbe essere causa di una o due morti senza fare attenzione.
In Israele le probabilità di morire per un attentato terroristico sono infinitamente inferiori a quelle di morire per questo virus.
Sono sorpreso che un'associazione di consumatori prenda i giro chi rispettava le indicazioni delle autorità sanitarie. Se possiamo tirare un sospiro di sollievo, è anche grazie a quelle regole e a chi le rispetta.
Se vuole avere un'idea di quello che accade ancora oggi dove non vengono seguite quelle regole, perchè pensano che il virus è una normale influenza, guardi il Brasile. Lo avete scritto anche voi più volte.
Se non ho capito cosa voleva dire, mi scuso.
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