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25 novembre 2017 1:04 - ennio4531
La Cannabis può migliorare le funzioni del cervello? La conferma da uno studio dell’Università di Harvard


Poiché vengono condotti sempre più studi sulla cannabis, inesorabilmente crollano altri falsi stereotipi. Le politiche (ed i politici) anti-cannabis che si oppongono alla legalizzazione hanno sempre meno argomenti.

Un nuovo studio della Harvard University, pubblicato in Frontiers in Farmacologia, ha dimostrato che la cannabis può migliorare la funzionalità cerebrale tra i pazienti.

Lo studio intitolato ” Splendore nell’erba” Uno studio pilota sull’impatto della marijuana medica sulla funzione esecutiva è il primo studio del suo genere e i suoi risultati sono promettenti.
Effetto della cannabis sulla funzione del cervello

I ricercatori hanno osservato che, nonostante molti studi, questi sono i primi in cui le funzioni del cervello sono state testate prima e dopo le prove.

Lo studio ha scoperto che i divieti sulla cannabis non sono coerenti con i risultati di molti studi che indicano che la cannabis abbia valore medico. Inoltre notano che, anche se la cannabis ha effetti negativi sul cervello in via di sviluppo, la maggior parte dei pazienti la usa in età adulta, ed il cervello non è più influenzato dalla cannabis.

I ricercatori della Harvard University hanno deciso di indagare se la cannabis possa migliorare la funzione del cervello. A tale scopo si è scelto un ceppo medico, che nel suo profilo chimico ha livelli bilanciati di THC e CBD, con prevalenza del secondo cannabinoide.

Tra questi, si ritiene che alcuni cannabinoidi quali cannabigerolo e tetraidrocannabivarina abbiano proprietà neurogene e neuroprotettive, il che significa che sono coinvolti nella creazione di nuove cellule cerebrali e prevenire la degenerazione.
Metodi di prova

Lo studio è stato condotto per un periodo di dodici mesi, in cui 32 partecipanti sono stati sottoposti a test regolari tre, sei e dodici mesi prima di ricevere la cannabis ad uso medico.




Per qualificare lo studio, i partecipanti non dovrebbero essere stati mai a contatto con la cannabis, o 10 anni dopo l’ultimo utilizzo. La condizione per partecipare allo studio era quella di avere una malattia diagnosticata come ansia, depressione o insonnia.

I pazienti sono stati sottoposti a una serie di test quali il test Stroop Color Word , che mostra una parola come Rosso , ma deve pronunciare il colore associato alla parola, in questo caso il verde.
Come può la cannabis influenzare la funzione del cervello?

Dopo tre mesi di uso medico della cannabis, hanno mostrato una maggiore capacità di eseguire tutti i test per accuratezza e velocità, suggerendo che la cannabis abbia migliorato la funzione del cervello.

I ricercatori hanno riconosciuto che 32 partecipanti erano un piccolo numero e la ricerca ha impedito la somministrazione di un placebo, poiché gli stessi pazienti hanno acquisito la cannabis dai medici. Questo è il primo studio del suo genere.

“Come investigatore clinico, non mi interessa la ricerca cattiva o buona, mi interessa solo la verità. Ciò che i nostri pazienti e gli utenti ricreativi hanno il potere di conoscere. La gente usa marijuana, il nostro compito è quello di sviluppare le forme migliori e più sicure del loro consumo. “ha dichiarato Staci Gruber , direttore della ricerca sulla cannabis per la ricerca neurologica (MIND). .

I risultati di questi studi sono promettenti e i ricercatori continueranno a studiare gli effetti della cannabis sulla funzione del cervello per confermare i risultati iniziali.


























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13 novembre 2017 15:48 - ennius4531
La ricerca specialistica ci dice che ...

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .


Acta Psychiatrica Scandinavica
Volume 79, Issue 5, pages 505–510, May 1989

Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County

Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson, associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg, professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis, professor of psychiatric epidemiologyd.

Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of cannabis and other drugs, and on several social and psychological characteristics.

Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of developing schizophrenia, consistent with a causal relation. This association is not explained by use of other psychoactive drugs or personality traits relating to social integration.

Da Aduc
Notizia 12 maggio 2016 11:56

USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali raddoppiati

Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge sul consumo di cannabis consentito per guidare sono arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.

Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del 2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata: dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.

E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la legalizzazione della droga".
9 novembre 2017 22:03 - ennio4531
La Cannabis può migliorare le funzioni del cervello? La conferma da uno studio dell’Università di Harvard


Poiché vengono condotti sempre più studi sulla cannabis, inesorabilmente crollano altri falsi stereotipi. Le politiche (ed i politici) anti-cannabis che si oppongono alla legalizzazione hanno sempre meno argomenti.

Un nuovo studio della Harvard University, pubblicato in Frontiers in Farmacologia, ha dimostrato che la cannabis può migliorare la funzionalità cerebrale tra i pazienti.

Lo studio intitolato ” Splendore nell’erba” Uno studio pilota sull’impatto della marijuana medica sulla funzione esecutiva è il primo studio del suo genere e i suoi risultati sono promettenti.
Effetto della cannabis sulla funzione del cervello

I ricercatori hanno osservato che, nonostante molti studi, questi sono i primi in cui le funzioni del cervello sono state testate prima e dopo le prove.

Lo studio ha scoperto che i divieti sulla cannabis non sono coerenti con i risultati di molti studi che indicano che la cannabis abbia valore medico. Inoltre notano che, anche se la cannabis ha effetti negativi sul cervello in via di sviluppo, la maggior parte dei pazienti la usa in età adulta, ed il cervello non è più influenzato dalla cannabis.

I ricercatori della Harvard University hanno deciso di indagare se la cannabis possa migliorare la funzione del cervello. A tale scopo si è scelto un ceppo medico, che nel suo profilo chimico ha livelli bilanciati di THC e CBD, con prevalenza del secondo cannabinoide.

Tra questi, si ritiene che alcuni cannabinoidi quali cannabigerolo e tetraidrocannabivarina abbiano proprietà neurogene e neuroprotettive, il che significa che sono coinvolti nella creazione di nuove cellule cerebrali e prevenire la degenerazione.
Metodi di prova

Lo studio è stato condotto per un periodo di dodici mesi, in cui 32 partecipanti sono stati sottoposti a test regolari tre, sei e dodici mesi prima di ricevere la cannabis ad uso medico.




Per qualificare lo studio, i partecipanti non dovrebbero essere stati mai a contatto con la cannabis, o 10 anni dopo l’ultimo utilizzo. La condizione per partecipare allo studio era quella di avere una malattia diagnosticata come ansia, depressione o insonnia.

I pazienti sono stati sottoposti a una serie di test quali il test Stroop Color Word , che mostra una parola come Rosso , ma deve pronunciare il colore associato alla parola, in questo caso il verde.
Come può la cannabis influenzare la funzione del cervello?

Dopo tre mesi di uso medico della cannabis, hanno mostrato una maggiore capacità di eseguire tutti i test per accuratezza e velocità, suggerendo che la cannabis abbia migliorato la funzione del cervello.

I ricercatori hanno riconosciuto che 32 partecipanti erano un piccolo numero e la ricerca ha impedito la somministrazione di un placebo, poiché gli stessi pazienti hanno acquisito la cannabis dai medici. Questo è il primo studio del suo genere.

“Come investigatore clinico, non mi interessa la ricerca cattiva o buona, mi interessa solo la verità. Ciò che i nostri pazienti e gli utenti ricreativi hanno il potere di conoscere. La gente usa marijuana, il nostro compito è quello di sviluppare le forme migliori e più sicure del loro consumo. “ha dichiarato Staci Gruber , direttore della ricerca sulla cannabis per la ricerca neurologica (MIND). .

I risultati di questi studi sono promettenti e i ricercatori continueranno a studiare gli effetti della cannabis sulla funzione del cervello per confermare i risultati iniziali.


























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8 novembre 2017 18:08 - ennius4531
Tra le varie forme di parassitismo c'è anche quella di imitare i nick name d'altri come fa questo ennio4531 .

Intanto la ricerca specialistica ci dice che...

USA - Cannabis. Fumarne troppa fa male alla memoria. Studio

Aduc 2 febbraio 2016
Il sospetto c'era gia' da tempo ma ora la scienza ne e' certa: fumare troppa cannabis per un periodo troppo prolungato puo' danneggiare la memoria a breve termine. Lo studio, pubblicato dal magazine Jama Internal Medicine e condotto da un team di ricercatori dell'Universita' di Losanna capitanato dal professor Reto Auer, si e' basato sulle abitudini di 3.400 americani in un periodo di tempo di 25 anni. Cosi', nella ricerca rilanciata nel Regno Unito dal quotidiano The Independent, e' stato dimostrato come chi fuma marijuana tutti i giorni per un periodo superiore a cinque anni tenda ad avere danni permanenti alla memoria a breve termine, quella che fra l'altro e' legata anche alla capacita' di prendere decisioni immediate. Lo studio ha tuttavia sottolineato come questa perdita di memoria sia registrabile solamente nei consumatori abituali.

Da Aduc

USA: Cannabis riduce dimensione e forma spermatozoi. Studio 9 giugno 2014

La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di Sheffield secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'.Il consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia, quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu' grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.

Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio, forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu' di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito. ....

Additional information

The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST) on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol; Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital, Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh; Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics and Gynaecology, Royal Free and University College, London; Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital, Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal Hospital Department of Histopathology, University hospital of South Manchester; International Centre for Life, Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trustk.
7 novembre 2017 22:42 - ennio4531
La Cannabis può migliorare le funzioni del cervello? La conferma da uno studio dell’Università di Harvard


Poiché vengono condotti sempre più studi sulla cannabis, inesorabilmente crollano altri falsi stereotipi. Le politiche (ed i politici) anti-cannabis che si oppongono alla legalizzazione hanno sempre meno argomenti.

Un nuovo studio della Harvard University, pubblicato in Frontiers in Farmacologia, ha dimostrato che la cannabis può migliorare la funzionalità cerebrale tra i pazienti.

Lo studio intitolato ” Splendore nell’erba” Uno studio pilota sull’impatto della marijuana medica sulla funzione esecutiva è il primo studio del suo genere e i suoi risultati sono promettenti.
Effetto della cannabis sulla funzione del cervello

I ricercatori hanno osservato che, nonostante molti studi, questi sono i primi in cui le funzioni del cervello sono state testate prima e dopo le prove.

Lo studio ha scoperto che i divieti sulla cannabis non sono coerenti con i risultati di molti studi che indicano che la cannabis abbia valore medico. Inoltre notano che, anche se la cannabis ha effetti negativi sul cervello in via di sviluppo, la maggior parte dei pazienti la usa in età adulta, ed il cervello non è più influenzato dalla cannabis.

I ricercatori della Harvard University hanno deciso di indagare se la cannabis possa migliorare la funzione del cervello. A tale scopo si è scelto un ceppo medico, che nel suo profilo chimico ha livelli bilanciati di THC e CBD, con prevalenza del secondo cannabinoide.

Tra questi, si ritiene che alcuni cannabinoidi quali cannabigerolo e tetraidrocannabivarina abbiano proprietà neurogene e neuroprotettive, il che significa che sono coinvolti nella creazione di nuove cellule cerebrali e prevenire la degenerazione.
Metodi di prova

Lo studio è stato condotto per un periodo di dodici mesi, in cui 32 partecipanti sono stati sottoposti a test regolari tre, sei e dodici mesi prima di ricevere la cannabis ad uso medico.




Per qualificare lo studio, i partecipanti non dovrebbero essere stati mai a contatto con la cannabis, o 10 anni dopo l’ultimo utilizzo. La condizione per partecipare allo studio era quella di avere una malattia diagnosticata come ansia, depressione o insonnia.

I pazienti sono stati sottoposti a una serie di test quali il test Stroop Color Word , che mostra una parola come Rosso , ma deve pronunciare il colore associato alla parola, in questo caso il verde.
Come può la cannabis influenzare la funzione del cervello?

Dopo tre mesi di uso medico della cannabis, hanno mostrato una maggiore capacità di eseguire tutti i test per accuratezza e velocità, suggerendo che la cannabis abbia migliorato la funzione del cervello.

I ricercatori hanno riconosciuto che 32 partecipanti erano un piccolo numero e la ricerca ha impedito la somministrazione di un placebo, poiché gli stessi pazienti hanno acquisito la cannabis dai medici. Questo è il primo studio del suo genere.

“Come investigatore clinico, non mi interessa la ricerca cattiva o buona, mi interessa solo la verità. Ciò che i nostri pazienti e gli utenti ricreativi hanno il potere di conoscere. La gente usa marijuana, il nostro compito è quello di sviluppare le forme migliori e più sicure del loro consumo. “ha dichiarato Staci Gruber , direttore della ricerca sulla cannabis per la ricerca neurologica (MIND). .

I risultati di questi studi sono promettenti e i ricercatori continueranno a studiare gli effetti della cannabis sulla funzione del cervello per confermare i risultati iniziali.
25 ottobre 2017 18:23 - claudio8633
http://allarovescia.blogspot.it/2013/03/lotta-alla-droga.htm l

La lotta contro la droga e' una di quelle tante cose che si blatera ma non si vogliono perseguire.
Da un lato si vuole combattere CONTRO la droga dall'altro sembra favorirla.
Ma per come si va contro la droga sembra che si voglia solo fare i belli con i vecchietti bachettoni.

Innanzi tutto cerchiamo di capire se ad uno stato interessi fare una lotta alla droga o meno.

Partiamo dall'ovvio:
Chi regolarmente assume qualsiasi tipo di droga e' ovviamente inadatto a tutta una serie di mansioni che comportino una responsabilita' verso gli altri.

Dovrebbe essere importante che eroinomane, un cannaiolo (ma anche un ubriaco), non venga messo alla guida di un pulman o dotato di pistola eccetera.

Altresi' un drugatun offre grandi quantita' di soldi alla mala, unico fornitore di roba costringendo investimenti quasi inutili nella sicurezza.



Ma qualcuno la pensa diversamente.

Dal momento che uno spazzino che non guida e si spara una pera a casa propria non fa, o non sembra fare, male a nessuno si sono creati tutti quei bizzarri casi legislativi come il possesso per il proprio uso e l'idea di fornire la roba aggrattisse al drogatone per evitare di stipendiare il malavitoso.

Tutto cio' perche si e' voluto insinuare che il drogato e' un RARO poveraccio, magari con pochi soldi, poco cervello che “poverino” subisce e basta.


Bugie, e' una scelta.
Una scelta che molti esseri umani fanno. Che poi alcune pressioni ambientali favoriscano le scelte e' un discorso che non ci azzecca immediatamente.
Si tratta di fiumi di denaro colossali che finiscono nelle tasche sbagliate e gli esami indiretti fatti a Milano e Torino indicano un'altissima incidenza di drogati che arriverebbe per i consumatori da weekend a cifre simili a quelle dei fumatori di tabacco ufficiali.

Ecco quindi il problema dello stato non stato ma teatrino di voti: non scontentare l'elettorato!
L'elettorato e' drogato di coca LSD, MDA, Ero, canne e persino salvia.
Combatterla vorrebbe dire inimicarsi gli elettori che pensano che sballarsi sia un diritto.
Il bersani pieno di virtu' la combatte? No di certo! I suoi compagni hanno spesso fatto dell'erba una virtu'.
Gli amici del berluscau si pompano probabilmente di coca e
i grillini stando alle affermazioni che fanno ci devono andare giu' pesanti (come spiegare altrimenti cio' che dicono?).

Per questi motivi, insieme che i morti stecchiti sono un pochino meno, i media oggi non parlano quasi piu' di droga. Sembrerebbe che la cocaina sia scomparsa e il crack una cosa di un'altra epoca come lo scrivere con la piuma d'oca. In realta' semplicemente non se ne parla e il commercio non e' mai stato cosi' baldanzoso.
Il risultato:

Eroina reflua Roma 7-8 dosi/giorno/1000 abitanti (o se preferite 1 persona ogni 20 viaggia almeno una volta alla settimana).
Torino: 250 mila la domenica si fumano una canna, 6 mila (26.400) le dosi al giorno di eroina, con punte di 33 mila il sabato: 9.800 quelle di cocaina, con un picco di 13.600 il sabato (Istituto
Mario Negri )
Secondo il CNR parte del PM10 (che tanto fanno strillare i verdi) e' composto ANCHE da coca e prodotti di combustione delle canne. Se non solo e' rilevabile ma secondo Angelo Cecinato e' ai livelli nei quali con le sostanze cancerogene viene evacuata l'area... fatevi due conti.

Molti dei drogati negano, in un tipico comportamento assai studiato dagli strizzacervelli, di esserlo perche' siccome hanno dei brevi periodi puliti tra un'assunzione e l'altra si autoassolvono dall'etichetta di “dugatun” pensando di averne il controllo.
E' il motivo dell'esistenza della nomenclatura di “drogati del weekend” in quanto l'assunzione non e' costante ma distanziata tipicamente in alcuni momenti considerati ricreativi.
Ecco il motivo della nomenclatura di “droghe ricreative”.

Mettendo insieme le due cose (consumi saltuari e dosi rilevate) vuol dire che almeno il 20% della popolazione fa uso COSTANTE di queste sostanze pur considerandosi pulita.
Andare contro costoro “per sul serio” vuol dire perdere almeno il 20% di voti.
Un mare.
E' questo il problema.
Il vero problema.


Non so Voi, ma io non salirei su di un pullman sapendo che il guidatore ieri sera e' stato fuori in viaggio tutta la notte.

Quindi, come del resto avviene con l'evasione fiscale, e' molto semplice ridurre la cosa:
Per tutti i lavori come:
Guidatori di autobus, comandati di vascelli o aerei, insegnanti, politici, tranvieri, gruisti, taxisti, guidatori di TIR (anche, soprattutto, extra in transito) eccetera un flag nella tessera sanitaria che attesti che una asl abbia fatto un prelievo semestrale di un pelo o capello di 5 cm.

L'esame in questione puo' essere esteso, una tantum, anche ai vincitori di borse alcuni tipi di sovvenzioni, appalti &c

Per evitare furbetti la ASL non deve essere mai la stessa per almeno 3 volte. E il test ripetitivo e con esame ottico per evitare gli imbecilli che usano la candegina sui capelli (al 4rto passaggio avranno un buco in testa oltre al fatto che lo svuotamento si vede al microscopio)

In caso si scoprano furberie la stessa legge deve prevedere la responsabilita' del medico (e catena di analisi e custodia reperto gia' nota alla 196) e la sua reclusione per un minimo di 6 mesi piu' 1 mese per ogni alterazione e l'impossibilita' di esercitare la professione di medico una volta uscito.

Fatto questo, in maniera lenta e progressiva (una categoria ogni 3mesi partendo da quelle piu' piccole ma importanti?), per evitare le risate che tanto attiriamo dall'estero e perche' ci si abitui alla cosa, non siamo idioti come Monti, arriveremo lentamente ad avere una grande quantita' di gente “pulita” che spendera' soldi in chiaro aumentando il gettito fiscale e contemporaneamente creera' circoli virtuosi di macchie di leopardo pulite.
Questo generera' i soldi per fare i controlli che fatti in tale stile beneficeranno anche dell'economia di scala.

Dopo due o tre anni di questo sistema sara' passato sotto il pettine circa il 10% della popolazione favorendo un comportamento di non consumo. Chi consuma e' sfavorito nell'impiegarsi e ci pensera' un po'.

A quel punto potrebbe essere interessante dopo 3-5 anni estenderlo agli automobilisti, a quel punto scommetterei che molti userebbero i mezzi, altro che i proclami dei verdi!

molti di piu' penserebbero a non iniziare o a smettere.

Questo sarebbe uno stato serio che vuole diminuire gli incidenti e non toglie nulla a chi si vuole fare una pera o una canna di farlo a casa propria andando in giro con il treno.

Uno stato buffone mette dossi e autovelox bizzarri che stando alle statistiche diffuse dai propugnatori AUMENTANO gli incidenti ma dice il contrario.
Grazie TUTOR.

Stessa cosa con la droga:
Perche' sparare agli spaccia, fare vere e proprie guerre con feriti e morti anche presso le forze dell'ordine?
Tutta roba inutile e costosa anche emotivamente. Anche se d'effetto. Far uccidere carabinieri per far scena? Che figata vero? Ma poi pensate che il caramba faccia il suo lavoro con lealta' dopo questo trattamento?

Vogliamo togliere la droga perche' la consideriamo non buona ovvero pericolosa?
Semplice!
Evitiamo che chi la usa possa essere pericoloso!
E' cosi' semplice.

Salvo che farsi una canna, uno sniffo o una spada siano da considerarsi accettabili come del resto entrare a 70Km/h nel casello con il TIR con ancora in bocca quella che pare una sigaretta, l'ultima.
Addio caro amico.
24 ottobre 2017 23:59 - ennius4531
Tra le varie forme di parassitismo c'è anche quella di imitare i nick name d'altri come fa questo ennio4531 che non trova di meglio che lasciare ampio vuoto in coda al suo post.
Tale vuoto rifletto il vuoto mentale che lo affligge.

Intanto numerose ricerche specialistiche ci dicono che...

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. " i

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

I ricercatori hanno esaminato 410 pazienti di età compresa tra i 18 e i 65 anni , due terzi dei quali di sesso maschile , i quali hanno avuto un episodio psicotico e sono stati ricoverati in unità psichiatriche.
E hanno scoperto che i maschi sono più propensi ad usare la cannabis e per questo avevano una più giovane età alla insorgenza della psicosi. L’età media al momento del primo episodio psicotico per gli utilizzatori di sesso maschile di cannabis era 26 anni, e per gli quelli di sesso femminile era quasi 29 anni.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
24 ottobre 2017 13:45 - ennio4531
La Cannabis può migliorare le funzioni del cervello? La conferma da uno studio dell’Università di Harvard


Poiché vengono condotti sempre più studi sulla cannabis, inesorabilmente crollano altri falsi stereotipi. Le politiche (ed i politici) anti-cannabis che si oppongono alla legalizzazione hanno sempre meno argomenti.

Un nuovo studio della Harvard University, pubblicato in Frontiers in Farmacologia, ha dimostrato che la cannabis può migliorare la funzionalità cerebrale tra i pazienti.

Lo studio intitolato ” Splendore nell’erba” Uno studio pilota sull’impatto della marijuana medica sulla funzione esecutiva è il primo studio del suo genere e i suoi risultati sono promettenti.
Effetto della cannabis sulla funzione del cervello

I ricercatori hanno osservato che, nonostante molti studi, questi sono i primi in cui le funzioni del cervello sono state testate prima e dopo le prove.

Lo studio ha scoperto che i divieti sulla cannabis non sono coerenti con i risultati di molti studi che indicano che la cannabis abbia valore medico. Inoltre notano che, anche se la cannabis ha effetti negativi sul cervello in via di sviluppo, la maggior parte dei pazienti la usa in età adulta, ed il cervello non è più influenzato dalla cannabis.

I ricercatori della Harvard University hanno deciso di indagare se la cannabis possa migliorare la funzione del cervello. A tale scopo si è scelto un ceppo medico, che nel suo profilo chimico ha livelli bilanciati di THC e CBD, con prevalenza del secondo cannabinoide.

Tra questi, si ritiene che alcuni cannabinoidi quali cannabigerolo e tetraidrocannabivarina abbiano proprietà neurogene e neuroprotettive, il che significa che sono coinvolti nella creazione di nuove cellule cerebrali e prevenire la degenerazione.
Metodi di prova

Lo studio è stato condotto per un periodo di dodici mesi, in cui 32 partecipanti sono stati sottoposti a test regolari tre, sei e dodici mesi prima di ricevere la cannabis ad uso medico.




Per qualificare lo studio, i partecipanti non dovrebbero essere stati mai a contatto con la cannabis, o 10 anni dopo l’ultimo utilizzo. La condizione per partecipare allo studio era quella di avere una malattia diagnosticata come ansia, depressione o insonnia.

I pazienti sono stati sottoposti a una serie di test quali il test Stroop Color Word , che mostra una parola come Rosso , ma deve pronunciare il colore associato alla parola, in questo caso il verde.
Come può la cannabis influenzare la funzione del cervello?

Dopo tre mesi di uso medico della cannabis, hanno mostrato una maggiore capacità di eseguire tutti i test per accuratezza e velocità, suggerendo che la cannabis abbia migliorato la funzione del cervello.

I ricercatori hanno riconosciuto che 32 partecipanti erano un piccolo numero e la ricerca ha impedito la somministrazione di un placebo, poiché gli stessi pazienti hanno acquisito la cannabis dai medici. Questo è il primo studio del suo genere.

“Come investigatore clinico, non mi interessa la ricerca cattiva o buona, mi interessa solo la verità. Ciò che i nostri pazienti e gli utenti ricreativi hanno il potere di conoscere. La gente usa marijuana, il nostro compito è quello di sviluppare le forme migliori e più sicure del loro consumo. “ha dichiarato Staci Gruber , direttore della ricerca sulla cannabis per la ricerca neurologica (MIND). .

I risultati di questi studi sono promettenti e i ricercatori continueranno a studiare gli effetti della cannabis sulla funzione del cervello per confermare i risultati iniziali.









































































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23 ottobre 2017 23:51 - ennius4531
Tra le varie forme di parassitismo c'è anche quella di imitare i nick name d'altri come fa questo ennio4531 .

Intanto numerose ricerche specialistiche ci dicono che...

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. " i

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

I ricercatori hanno esaminato 410 pazienti di età compresa tra i 18 e i 65 anni , due terzi dei quali di sesso maschile , i quali hanno avuto un episodio psicotico e sono stati ricoverati in unità psichiatriche.
E hanno scoperto che i maschi sono più propensi ad usare la cannabis e per questo avevano una più giovane età alla insorgenza della psicosi. L’età media al momento del primo episodio psicotico per gli utilizzatori di sesso maschile di cannabis era 26 anni, e per gli quelli di sesso femminile era quasi 29 anni.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
23 ottobre 2017 21:26 - ennio4531
La Cannabis può migliorare le funzioni del cervello? La conferma da uno studio dell’Università di Harvard


Poiché vengono condotti sempre più studi sulla cannabis, inesorabilmente crollano altri falsi stereotipi. Le politiche (ed i politici) anti-cannabis che si oppongono alla legalizzazione hanno sempre meno argomenti.

Un nuovo studio della Harvard University, pubblicato in Frontiers in Farmacologia, ha dimostrato che la cannabis può migliorare la funzionalità cerebrale tra i pazienti.

Lo studio intitolato ” Splendore nell’erba” Uno studio pilota sull’impatto della marijuana medica sulla funzione esecutiva è il primo studio del suo genere e i suoi risultati sono promettenti.
Effetto della cannabis sulla funzione del cervello

I ricercatori hanno osservato che, nonostante molti studi, questi sono i primi in cui le funzioni del cervello sono state testate prima e dopo le prove.

Lo studio ha scoperto che i divieti sulla cannabis non sono coerenti con i risultati di molti studi che indicano che la cannabis abbia valore medico. Inoltre notano che, anche se la cannabis ha effetti negativi sul cervello in via di sviluppo, la maggior parte dei pazienti la usa in età adulta, ed il cervello non è più influenzato dalla cannabis.

I ricercatori della Harvard University hanno deciso di indagare se la cannabis possa migliorare la funzione del cervello. A tale scopo si è scelto un ceppo medico, che nel suo profilo chimico ha livelli bilanciati di THC e CBD, con prevalenza del secondo cannabinoide.

Tra questi, si ritiene che alcuni cannabinoidi quali cannabigerolo e tetraidrocannabivarina abbiano proprietà neurogene e neuroprotettive, il che significa che sono coinvolti nella creazione di nuove cellule cerebrali e prevenire la degenerazione.
Metodi di prova

Lo studio è stato condotto per un periodo di dodici mesi, in cui 32 partecipanti sono stati sottoposti a test regolari tre, sei e dodici mesi prima di ricevere la cannabis ad uso medico.




Per qualificare lo studio, i partecipanti non dovrebbero essere stati mai a contatto con la cannabis, o 10 anni dopo l’ultimo utilizzo. La condizione per partecipare allo studio era quella di avere una malattia diagnosticata come ansia, depressione o insonnia.

I pazienti sono stati sottoposti a una serie di test quali il test Stroop Color Word , che mostra una parola come Rosso , ma deve pronunciare il colore associato alla parola, in questo caso il verde.
Come può la cannabis influenzare la funzione del cervello?

Dopo tre mesi di uso medico della cannabis, hanno mostrato una maggiore capacità di eseguire tutti i test per accuratezza e velocità, suggerendo che la cannabis abbia migliorato la funzione del cervello.

I ricercatori hanno riconosciuto che 32 partecipanti erano un piccolo numero e la ricerca ha impedito la somministrazione di un placebo, poiché gli stessi pazienti hanno acquisito la cannabis dai medici. Questo è il primo studio del suo genere.

“Come investigatore clinico, non mi interessa la ricerca cattiva o buona, mi interessa solo la verità. Ciò che i nostri pazienti e gli utenti ricreativi hanno il potere di conoscere. La gente usa marijuana, il nostro compito è quello di sviluppare le forme migliori e più sicure del loro consumo. “ha dichiarato Staci Gruber , direttore della ricerca sulla cannabis per la ricerca neurologica (MIND). .

I risultati di questi studi sono promettenti e i ricercatori continueranno a studiare gli effetti della cannabis sulla funzione del cervello per confermare i risultati iniziali.
22 ottobre 2017 23:04 - glacial68
Caro Ennius ci racconti anche i danni generati dallo stesso proibizionismo,partendo da una guerra fratricida,a lo stimolo che a sui giovanissimi lo stesso proibizionismo,ad un epidemia di malattie infettive,corruzione,incarcerazione di massa,città in sicure,e tantissimo altro,che ricade anche sui giovanissimi ... forse doveresti impegnarti di più ad informare sull'alcol,visto che non e nemmeno lontanamente paragonabile alla canapa ... lo stato a il dovere di informare e salvaguardare anche i consumatori,come accade con l'alcol,non di certo,quello di attuare una guerra ed una persecuzione folle,istigando proprio i giovanissimi all'uso ... lo diciamo che dove e legalizzata,proprio l'uso tra i giovanissimi diminuisce,ma anche se fosse triplicato,sarebbe stato comunque un grande traguardo, grazie alla fine di una GUERRA persa in partenza,oppure si vuole chiamare chi abusa di una sostanza,solo alcolizzato,invece che con altri nomi ... la canapa per molti e un rivelatore di coscienza e per questo può creare problemi ad una parte di consumatori,i quali,cmq,li vedranno scomparire terminando l'uso ...
19 ottobre 2017 18:53 - ennius4531
La speranza è che una minoranza arrogante e chiassosa ( scambia i capricci per diritti) , usa a farsi scudo di malattie e ammalati come pretesto per giustificarne l'uso ludico, non prevalga su di una maggioranza 'silenziosa'. ?
L'obbligo costituzionale dello stato è quello di tutelare la salute dei cittadini come previsto dal'?Art. 32:?
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita`, .....".

Se esistono cittadini che vogliono farsi del male violando le norme, liberi di farlo ma non pretendano l'avallo dello stato .

Intanto la ricerca specialistica ci dice che ....

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. " i

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.
“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.


Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .
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