Era un aneddoto per far sorridere...
Fosse anche uno solo, ma lei lo terrebbe a casa sua per dare
un servizio alla popolazione? E un supermercato lo farebbe?
Cmq mi creda, sono parecchi proprio perché lo screening
viene fatto in modo approfondito.
Secondo voi come impara a raccogliere un campione di feci un
anziano? Legge il foglietto allegato o si ferma dal
farmacista a chiedere?
Vi siete talmente abituati ad avere questo tipo di servizi
gratuitamente che adesso non contano più niente.
Mi riferisco in particolare a servizi più importanti, tipo
la prenotazione di esami e visite o il ritiro degli esiti
degli esami o le DPC.
Qui ogni farmacista lavora gratis e le assicuro che non ho
mai sentito mia moglie o i suoi colleghi lamentarsi per
questo.
Questo li distingue dai normali esercizi commerciali.
A mio parere comunque il grande assente da questa
conversazione è proprio il presidente di ADUC, il sig.
Donvito, che con un bel copia e incolla ripete il comunicato
quasi identico il 13 dic. ma non si fa vedere quando è ora
di ragionarci su in modo civile e rispettoso delle opinioni
altrui.
Sostiene che le farmacie sono da reinventare a misura di
consumatore invece che a misura di farmacista, ma questi
pochi esempi che ho citato dimostrano l'esatto contrario.
18 dicembre 2011 20:00 - lucillafiaccola1796
ma i supermercati eventualmente venderanno solo quelle cose
che con i farmaci NON DA BANCO non c'entrano niente. le
farmacie rurali certo son o importanti, ma se è rurale
cioè quasi spersa nella campagna, quanta gente serve da
dover avere un locale solo per i contenitori con le feci?
17 dicembre 2011 15:32 - Federico7
Buongiorno signor Donvito, ho letto qualche giorno fa questo
suo comunicato e ho riflettuto molto prima di decidermi ad
aggiungere le mie riflessioni su questo argomento.
Mia moglie ha una piccola farmacia in un paesino di 1200
abitanti e ogni mese, come titolare, riesce a portarsi a
casa uno stipendio di 2000 Euro.
Non sono bravo a calcolare a mente quale potrebbe essere la
sua dichiarazione dei redditi, ma le posso assicurare che
siamo tanto lontani dai 126000 Euro medi della nostra
"corporazione".
Si chiederà perché le parlo subito di denaro: il fatto è
proprio questo, cioé che i farmacisti sono composti da un
insieme di persone estremamente eterogeneo.
Abbiamo chi ha una farmacia in città, ed è sicuramente un
benestante, ed abbiamo anche quelli come mia moglie, che
riescono ad avere un reddito più che dignitoso.
Intendiamoci, non sto scrivendo per suscitare la pietà di
nessuno e nemmeno per piangere miseria, anzi sono orgoglioso
del lavoro di mia moglie ed anche soddisfatto del reddito
che questo le procura.
La cosa su cui mi piacerebbe farla riflettere, è che
rileggendo il suo comunicato si capisce solo che i
farmacisti sarebbero un gruppo indifferenziato di signorotti
straricchi che difendono a spada tratta
anche un guadagno di pochi euro e tutti i privilegi
acquisiti negli anni.
Magari a scapito degli utili idioti (sono parole sue) che
entrano in farmacia.
Purtroppo generalizzare è sempre pericoloso e molto spesso
altrettanto fuorviante.
Credo anche che sia ingiusto paragonare una farmacia ad un
qualunque esercizio commerciale; potrei scrivere molto
riguardo ai servizi gratuiti che i farmacisti forniscono
agli utenti su gentile "invito" delle varie ASL o
direttamente su imposizione del ministero della salute.
Servizi che ovviamente hanno un costo per chi li eroga, che
spesso richiedono l'uso di un telefono, di un computer o
della disponibilità di un operatore.
Vuole farsi due risate a questo proposito?
La regione Veneto sta conducendo uno screening
sull'incidenza del tumore al colon retto che prevede la
consegna di alcuni campioni di feci da parte della
popolazione, per condurre una ricerca sul sangue occulto,
appunto nelle feci.
Indovini dove sono consegnati i campioni?
Abbiamo un angolo della farmacia interamente dedicato alla
raccolta di cacca!
Sembra una barzelletta, ma è così.
Un qualunque altro commerciante non è obbligato da nessuno
a dare via gratis la sua merce, non mette a disposizione le
sue infrastrutture senza un tornaconto e non si rende
disponibile in piena notte ad aprire il negozio perché un
cliente ha bisogno di qualcosa urgentemente.
Il parallelo farmacia=supermercato lo vedo sinceramente un
po' forzato.
Ora, non voglio vestire i panni di chi vuole convincere
qualcuno che i farmaci di fascia C debbano restare in
farmacia, anzi sono abbastanza rassegnato al fatto che prima
o poi questo succederà, con vostra grande soddisfazione.
Mi preme invece porre l'accento sul fatto che questa sarà
l'ennesima tegola che piomberà sulle piccole farmacie e che
invece non cambierà quasi niente ai fatturati delle
farmacie più grandi.
Le farmacie rurali rimangono un piccolo tesoro di questo
paese, rendono disponibili farmaci e servizi importanti
nelle zone decentrate e soprattuto agli anziani, che spesso
non hanno la possibilità di spostarsi in auto.
Spesso in queste farmacie vengono risolte sul nascere
situazioni che sarebbe più oneroso gestire poi all'interno
di una struttura sanitaria pubblica.
Spesso questo accade perché c'è più tempo da dedicare
alle persone, che mai sono considerate "pecore" come dice
lei, forse un po' troppo superficialmente.
La saluto cordialmente,
Federico
14 dicembre 2011 10:08 - massimo5083
io dico solo una cosa chiara chiara: continuando in questo
modo andremo tutti a lavorare come dipendenti nelle varie
coop e ipermercati in genere e la media borghesia sarà
fottuta completamente (cosa che peraltro sta già avvenendo
in questi decenni). Togliere la fascia C alle farmacie è
come è stato in passato un favore alla gdo, la quale può
permettersi sconti sui farmaci che alle farmacie non è
consentito per legge. Questo non farà altro che ridurre il
fatturato delle farmacie con conseguente taglio di
personale... e questo personale siamo sicuri che verrà
assunto dagli ipermercati o da nuove parafarmacie? rimango
scettico