COMMENTI
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30 marzo 2011 1:18 - mariuso
Scorrendo i commenti su varie tematiche di questo sito ho tratto di tutto punto una geniale intuizione:

Popolazione italiana residente circa 60.000.000 di individui

Popolazione ammessa al voto,spannometricamente detraendo i cittadini di età compresa tra gli anni
da 1-17,364(o se si preferisce 17 anni,11 mesi,29 giorni)mi si conforta in un dato di aventi diritto ad esprimere consensi politici pari a:
47.000.000 circa

Popolazione AVENTE DIRITTO AL VOTO,ma non esercitante,per i più svariati legittimi impedimenti,pari al 30%,una mia media non troppo approssimativa degli astenuti alle elezioni
negli ultimi 2 decenni.
Arriviamo al risultato di 32.300.000 frutto della naturale sottrazione di 47.000.000 - 14.700.000.

32.300.000 aventi diritto
ad esprimere un indirizzo
DEMOCRATICO

Secondo numerose ed analoghe stime rilevabili da chiunque,i tossicofili nello stato italiano sono approssimativamente circa 4.500.000...FORSE PIù

TUTTI AVENTI DIRITTO

Il 13,93%
degli elettori
ha assunto/assume tutt'ora
Presumibilmente stando ai dati personali proposti

DROGA

Un movimento inconsapevole che disperde voti in luogo del lottare per ciò in cui dicono di credere

Non cercate responsabili fuori,cercateli in voi.
Siete un partito forza di governo di
PRIMARIE DIMENSIONI

E' STUPEFACENTE

Questa mia,nell'intenzione di una sana diffusione di una semplice riflessione,si scusa per la natura
approssimativa della trattazione di dati di una certa importanza....ma spannometricamente..credo che la verità non dovrebbe esser lo troppo distante.
28 marzo 2011 6:44 - Nick
X Shugar

Ma ti fumi la cicoria? Mi sembra chiaro che mi riferissi a quel faccia di cazzo di Giovanardi...
28 marzo 2011 1:13 - shugar
Giovanardi in altri tempi, se prendiamo il periodo d'inquisizione, sono convinto per la testa che ha che avrebbe mandato la gente al rogo!!!
28 marzo 2011 1:11 - shugar
X Nick! Spero che il tuo ultimo post non e' rivolto a me!?

Se io scrivo che la cannabis e' gia' libera ma non regolamentata non affermo che la si possa comprare impunemente, purtroppo, ma scrivo che la proibizione non ha fatto altro che da collettore o booster per la sua diffusione come per tutti gli altri prodotti proibiti, droga o meno, e da qui il mio "pensiero che e' gia' libera!" perche' e' reperibile ovunque nel mondo ma non impunemente aihme'.

Spero che il tuo cervello ci arrivi a questo!?

Eppoi non augurare mai malanni o malattie che potrebbero colpire pure te nel corso della vita...
27 marzo 2011 18:20 - truckclub
Vorrei ricordare al Senatore Carlo Giovanardi che la mia famiglia sta ancora pagando un duro prezzo e sa bene di cosa parlo, "grazie" ai suoi militanti.
Invece di preoccuparsi dei test antidroga, che si preoccupi di tutelare TUTTE le famiglie italiane cadute in disgrazia per colpa della politica!
24 marzo 2011 14:37 - Nick
Non posso più soffrirlo questo qua...

Se ti beccano con una piantina finisci dritto in galera.
Se ti beccano con più di 0,5g vai davanti al giudice con l'accusa di spaccio.
Anche se ti beccano con meno rischi multa, patente, passaporto, porto d'armi e tra un po' pure il lavoro se passa l'altra genialata dei drug test.
Se ti trovano nelle urine tracce dello spinello fumato 3 giorni prima mentre guidi rischi multa, sospensione della patente, confisca dell'auto, processo penale e 10 anni di esami (tutti pagati dal consumatore) al sert.

...e questo mi parla di "piena depenalizzazione per i consumatori di droga"?

L'ipocrisia di quest'uomo dà la misura quanto questi sia solo un gran pezzo di MERDA.

Altro che considerare il consumatore "vittima" questo porta solo avanti un jihad ideologica contro la "cultura dello sballo" e prova piacere nel far sprofondare nella merda i consumatori.

Gli auguro il cancro.
21 marzo 2011 21:40 - shugar
la droga e' gia' libera, pero' forse certi ambienti negli stati hanno paura di perdere posti e danaro ingente qualora venisse regolamentata!
19 marzo 2011 20:54 - Giannib
E bravi i nostri politici(succhiasangue),dopo 50 anni di fallimenti con la loro politica di prevenzione ancora non tentano una strada diversa,cos'è,hanno forse paura che tentare un approccio diverso possa funzionare ?
6 gennaio 2011 12:18 - gino1142
chinaski
Buon 2001 a tutti i forumisti. Brutte notizie di inizio anno per Giovanardi, pare che la canapa esisterà ancora anche per quest'anno :-
buon anno anche a te e menomale che si tiene botta anche quest'anno!
5 gennaio 2011 17:12 - chinaski
Buon 2001 a tutti i forumisti. Brutte notizie di inizio anno per Giovanardi, pare che la canapa esisterà ancora anche per quest'anno :-)
30 dicembre 2010 18:22 - shugar
loro invece applicherebbero la "christoterapia" magari col fallo!!

Ma quanto piglieranno queste comunita' a testa (a tossicomane, lo stesso se fuma hashish oppure e' marcio d'eroina)!? Sarebbe interessante sapere ed anche la provisione al politichese...
30 dicembre 2010 18:16 - gino1142
X SMGL
"la classe politica e' anagraficamente troppo vecchia per discutere di certi temi,io ho trentadueanni pur non essendo a favore delle Hard drugs se mio figlio un domani lo trovassi con un grammo di cocaina non ne farei un dramma cercherei di capire fino a che punto ne e'infognato SENZA FARNE UNA TRAGEDIA E DANDOGLI QUELLA CONOSCENZA DELLE SOSTANZE CHE IL PAESE IN CUI VIVE NON DA O DA IDEOLOGICAMENTE.
(io,ho abusato di tante sostanze,ma ad oggi le mie urine al massimo possono essere "sporche" di THC)
io,sono del partito divertiti,ma non sottovalutare
mai,l'integrita' psicofisica quando si tratta del tuo futuro,e' tutto....
30 dicembre 2010 16:52 - sergio2
...

Votati all'insuccesso?
________________

Chissà!

Ringrazio Chinaski per l’apprezzamento e desidero richiamare l’attenzione su quanto scrive (29 dicembre 2010 12:08 – Chinaski).

Chinaski è pessimista sul successo della lotta al proibizionismo e alle droghe.
Il suo pessimismo nasce da tre sue considerazioni, che richiamo sinteticamente:

1) Gli interessi economici
2) Il non poter tornare indietro da parte del "potere"
3) I posti di lavoro creati

Una bella notizia per Chinaski e tutti noi.

Il motivo indicato al n. 2 NON SUSSISTE.

Vedete, siamo già scesi a 2 motivi di possibile insuccesso.

Però devo dimostrare quanto affermo.

Il potere, in altre parole il ceto politico che occupa posizioni di potere e decide le strategie di lotta alla droga e di contrasto alla criminalità, non è minimamente preoccupato di dover “giustificare” un cambiamento di rotta.

Cambia e basta.

Tanto, è dimostrato che non c’è memoria nell’opinione pubblica.
In ogni caso potrà sempre sostenere che considerati i deludenti risultati, bisogna coraggiosamente provare strade nuove, con prudenza e attenzione, niente salti nel vuoto.

Prendiamo ad esempio il problema della corruzione: domina il dibattito politico da decenni eppure non è mai stata a livelli così alti.

Per combattere la corruzione politica è stato a suo tempo introdotto il finanziamento pubblico ai partiti.
E una parte della classe politica è stata spazzata via per finanziamento illecito ai partiti, lasciando il posto alle riserve (ma le regole sono rimaste quelle di prima).
E’ stato abolito a furor di popolo il finanziamento ed è stato nuovamente introdotto…

E il nucleare?
E’ stato voluto con leggerezza dai politici, cavalcato finché faceva comodo al sistema delle tangenti e poi abbandonato quando ai signori della politica è venuta la strizza al culo, forse al pensiero che certe scelte un po’ avventate potessero creare qualche danno.
Poi all’orizzonte c’era il gas su cui alla grande lucrare.
E per uscire dal nucleare?
Semplice hanno raccontato la bufala che si è trattato di una scelta necessaria in conseguenza dei referendum votati sull’onda emotiva di un disastro in terra sovietica; ma da noi non ci sarebbe stato alcun rischio.
La litania dei referendum la raccontano ancora e sembra che molti ci credano.
Qualcuno verifica, queste affermazioni?
Figurarsi!


Ancora una bella notizia.

Gli altri due punti indicati da Chinaski possono essere ridotti a UNO.

Infatti, il punto 3 è parte del punto 1.

Un mercato crea sempre posti di lavoro.

D’altra parte, anche il crimine è funzionale alla logica del PIL, come scrivevo al punto 12 del mio primo intervento del 16 dicembre.

Siamo a un solo possibile motivo d’insuccesso nella lotta al proibizionismo.

Possiamo gioire.
Ma è un punto forte e immenso come tutte le vette montuose del mondo messe insieme.

La prima industria del mondo con un indotto incredibile.

Una capacità di condizionamento di interi Stati e aree del mondo da far impallidire le nostre Mafie, che infatti sono parte dell’impero della droga.

Un impero del Male la cui nascita e sviluppo è conseguenza involontaria (?) dell’impero del Bene.

Eterogenesi dei fini.

Attenzione però.
Se l’effetto creato dall’impero del Bene è un frutto indesiderato e involontario, oggi nessuno può più credere che la strada della repressione militare e del proibizionismo possa alla fine spuntarla.

Viene un dubbio.

Non è che il Bene ha bisogno del Male?
Che si tratti di due facce della stessa medaglia?

Il bisogno di creare il “male”, il peccato, il nemico… per giustificare la propria azione e alimentare i propri interessi nei quali si resta irretiti.

A metà del secolo scorso, una certa politica “usava” la Mafia per comprare consensi politici (e non solo questi).
Inevitabilmente arriva il momento in cui chi è usato cresce, si rafforza e passa all’incasso.

Oggi, ma già da qualche decennio, credo sia la Mafia ad usare la politica.

Mi tornano in mente le parole di Sciascia: i professionisti dell’antimafia.
Mai parole furono più equivocate di quelle da lui espresse in quel lontano articolo.

Quanti successi politici ed economici costruiti sul nulla della lotta alla droga?
Quante carriere politiche nazionali e internazionali?

Nonostante ciò, sono fiducioso che la lotta al proibizionismo avrà successo.

Sapete perché?

Per l'insostenibilità del sistema proibizionista.
30 dicembre 2010 16:42 - sergio2
...

A proposito di informazione.

SMGL giustamente osserva l’assordante silenzio televisivo sul tema delle politiche di contrasto alle droghe.

Tutto è ridotto ai banali comunicati di regime.
E guai se qualcuno svia.
Non so un Morgan o una Vanoni che si permetta di dire che ogni tanto si fa un cannoncino...

Apriti cielo. Si compromette la quasi vittoriosa guerra alla droga! Ci starebbe bene una pernacchia alla Totò? Che ne dite?

Non è singolare che Ennio citi articoli del 1995?
Perbacco siamo nel 2010… ancora per poco.

Secondo me non c’è nessuno che ha le soluzioni in tasca su un tema così complesso come quello delle droghe e del millenario costume umano di stordirsi.

Necessario quindi confrontarsi, analizzare i dati e le esperienze storiche, avere il coraggio di guardare in faccia la realtà senza pregiudizi e ostracismi.

Potrebbe essere questo un augurio per l’intero genere umano?

Chissà.

Io ci spero, poi si vedrà.
30 dicembre 2010 16:35 - sergio2
...

Ancora su etica.

Scrive Ennio (sempre 29 dicembre 2010 ore 19:27):
“…mi chiedo quali delle due parti sia ‘ eticamente ‘ superiore . Chi intende ridurle o chi intende accettarle tutte ?”

Qui con Ennio proprio non ci siamo.

L’etica non si misura.

Non c’è un’etica superiore e una inferiore.
Non mi dilungo su questo aspetto perché ritengo che quella di Ennio sia un’espressione infelice.

Ridurre o aumentare non è una questione etica.
Nel caso è una questione di “riduzione del danno”.

Poiché la proibizione produce illegalità, criminalità, proselitismo, insicurezza sociale, rischi sanitari, spese ingenti per il sistema repressivo e giudiziario… meglio valutare il passaggio a un sistema legale di produzione e commercio.

Non voglio accettare (Ennio, sai solo ragionare in termini di bianco o nero? Sei veramente così manicheo?) proprio nulla, ma vorrei creare una situazione di controllo sociale della droga per toglierla al controllo della criminalità.
Recuperare così ingenti somme che potranno essere investite per combattere ogni forma di disagio sociale, causa prima dell’abuso di ogni sostanza da sballo.

Non è un caso che negli ultimi anni, finita l’ideologia del trip e degli annessi furori psichedelici (che hanno segnato un’epoca), i giovani sballino soprattutto e semplicemente con il vecchio rassicurante e legale alcol.
30 dicembre 2010 16:29 - sergio2
...

Ancora su omicidio, proibizione e punizione.

Scrive Ennio (sempre 29 dicembre 2010 ore 19:27):
“Bene , allora dobbiamo arguire, allargando il discorso, che il consumo di droga in Italia non è proibito, bensì solo punito.”

Ennio, persino Giovanardi afferma che il consumo di droga non è punito.
Ennio, hai letto il comunicato di apertura di questa discussione?

Il consumatore non è punito (anche se poi la discrezionalità nell’intendere e valutare determinate circostanze può comportare e comporta che due persone nelle stesse identiche condizioni si ritrovino a subire conseguenze differenti), ma il problema nasce dal fatto che la legge non prevede alcuna forma legale di produzione, commercio, approvvigionamento nemmeno per uso personale (e qui torna il discorso sull’alcol).

L’omicidio è punito perché arreca un danno a una terza persona.

Se coltivo per me qualche piantina di maria a chi arreco danno?

Posso fumare maria, ma per farlo devo rivolgermi al mercato illegale, commettendo reati; e se passo lo spinello a un amico, tecnicamente compio il reato di cessione di droga.

L’ipocrisia e la stupidità di questo mostro giuridico stanno proprio in quanto appena scritto.

Semplicemente assurdo prevedere la non punibilità per uso personale e PROIBIRE, e conseguentemente PUNIRE, ogni forma di produzione e commercio.

L’omicidio, invece, è PUNITO o NON PUNITO se ricorrono determinate circostanze, per esempio la legittima difesa.
A nessuno ovviamente passa per la testa di PROIBIRE tutto ciò che può consentire di compiere un omicidio.

La punizione è conseguenza della proibizione, che nel caso della droga potrebbe non esserci e se qualcuno provoca un incidente perché “fumato”, pagherà le conseguenze come chi provoca un incidente perché “bevuto”.
Perché deve esistere tra i due “drogati” un trattamento differente basato esclusivamente sull’appartenenza a una determinata tipologia di consumatore?
Se mi beccano con una damigiana di vino, non c’è la presunzione dello spaccio o del consumo alla guida del mezzo.
Prova a superare un controllo di polizia con in macchina 100 grammi di maria.

Nel caso dell’omicidio il danno c’è, è reale, verificato e provato; conseguentemente si punisce a ragion veduta e non sulla base di una presunzione di reato. La punizione dell’omicidio è conseguenza di un danno reale accaduto e provocato; non di una proibizione discutibile.

Si usa il termine “proibire” per evidenziare la volontà di impedire, inibire determinati comportamenti, pur tollerando il comportamento stesso in specifici ambiti.
Nel caso delle droghe “proibite”, l’ambito tollerato è talmente angusto e incoerente da creare più danni che benefici.

E non si capisce perché debba esserci più tolleranza verso sostanze che oggettivamente sono socialmente più pericolose.

E non si capisce perché tutta l’azione (e la gran parte delle risorse economiche) di contenimento delle droghe debba concretarsi nell’aspetto punitivo e repressivo provocando danni incalcolabili sia alla collettività sia ai soggetti che non sono sensibili alle minacce di punizione.

Davvero crediamo che la minaccia della punizione sia la miglior forma di prevenzione?
Non si direbbe giacché la droga continua a dilagare nonostante il continuo aumento delle pene e degli sforzi repressivi.

E se siamo così convinti dell’efficacia pedagogica dell’accoppiata punizione-repressione, perché non l’applichiamo anche a alcol e tabacco?
30 dicembre 2010 16:24 - sergio2
...

Ancora su liberalizzazione.

Scrive Ennio (29 dicembre 2010 ore 19:27):
“Per cui chiedo a sergio: mi puoi indicare una attività ‘liberalizzata’ che si rivolge al pubblico priva di regole e di controlli ?”

Ennio, ti ho già risposto.
In Italia le attività liberalizzate sono per assurdo quelle illegali.
Tutte le altre sono regolamentate anche quando potrebbero essere liberalizzate.
Ho fatto l’esempio del giornalismo, ricordi?
Se una persona si sente diffamata, ricorre all’autorità giudiziaria, a che serve allora essere iscritti all’ordine dei giornalisti per dirigere un giornale?

In ogni caso, c’è modo e modo per rivolgersi al pubblico. Anche di questo ho già scritto.

La produzione di alcol, birra e distillati per uso personale è totalmente LIBERALIZZATA.
Nessun limite, nessun controllo.
Per uso personale puoi produrre tutta la birra, il vino e la grappa che vuoi.
Il limite è nelle parole “uso personale”, ovvio: se vendi i tuoi prodotti non sarebbe più “uso personale” e saresti fuori dall’oggetto liberalizzato.

Guarda caso, l’uso personale è esteso al consumo “familiare”, a suo volta esteso a tutte le persone che bazzicano per casa tua a qualsiasi titolo, in altre parole a tutti i tuoi ospiti. Quindi, puoi offrire la tua birra artigianale o grappa o altro ai tuoi ospiti.
Hai notizia di qualche produttore in carcere per aver venduto fragolino?
Capperi, il commercio del fragolino è illegale.

Come ho già scritto, Ennio interpreta il termine “liberalizzare” nella specifica accezione di “uscita da una situazione di monopolio”.
Questo è il significato di “liberalizzazione” applicato al suo esempio di “comunicazioni” (io stesso avevo citato altre forme simili di passaggio dal monopolio al “mercato regolamentato”, volgarmente definito “libero mercato”).

Quando parliamo di “droga”, l’unico monopolio da smantellare è quello illegale della criminalità organizzata.

C’è un mercato legale da creare passando dalla “penalizzazione” alla “legalizzazione”.

Usare il termine liberalizzare al posto di legalizzare è confusivo perché fa passare surrettiziamente il concetto che se si abolisse il divieto, si finirebbe nella liberalizzazione incontrollabile, la giungla, l’anarchia… non è un caso che proprio Ennio ha citato il vecchio motto del liberista puro: “laissez faire, laissez passer”, che non era certamente un invito alla rigorosa regolamentazione (a proposito, quasi nessuno si chiede se è fallita la “liberalizzazione” dei servizi ex-monopolisti o se ha fallito la politica perché incapace e distratta da interessi corporativi).

Il passaggio da una situazione di monopolio (in mano alla Stato o a un soggetto controllato dallo Stato, in altre parole “pubblico”) al “mercato regolamentato” impone la creazione di “Autorità di Vigilanza” poiché va tutelato (andrebbe, sarebbe più corretto) il Cittadino che è “l’azionista” di quelle Società, sviluppatesi in regime di Monopolio. In altre parole e per farla semplice, la rete telefonica, elettrica, ferroviaria, autostradale… sono NOSTRE perché realizzate con i nostri soldi.

Altro esempietto facile facile.
Se hai la patente di guida e hai un’automobile, perché non dovrebbe essere sufficiente per fare il tassista?

Nella risposta c’è la differenza tra attività liberalizzata e attività regolamentata.
30 dicembre 2010 13:37 - fabrizio7338
Anche gli animali fanno uso di droghe , e' nella natura fare uso di droghe e' innaturale non usarle e stupido......ci hanno fatto un libbro a tale proposito di fatto introvabile , guarda caso un libbro che semplicemente rivela che drogarsi e' come fare l'amore e' semplicemente naturale.....
30 dicembre 2010 11:15 - chinaski
@Ennio.

"Se esistono persone che, in nome dell’etica, sostengono il divieto dell’uso della droga e chiudono un occhio su altre minacce al ben-essere della persone e altre che sostengono la liceità dell’uso della droga in quanto sul mercato esistono altre sostanze nocive lecite, mi chiedo quali delle due parti sia ‘ eticamente ‘ superiore . Chi intende ridurle o chi intende accettarle tutte ?"

Ennio secondo te quale sarebbe lo scopo ultimo della lotta alla droga? Eliminare dal mondo intero l'uso di talune sostanze?

Mi sai dare per favore una stima dei tempi che saranno necessari al raggiungimento dell' obiettivo? A che punto è il lavoro? Siamo messi bene? Fammi sapere.

Io intanto ti incollo qualche altro dato su cui riflettere....

L'uso di alcool, coca, cannabis e oppio da parte dell'uomo si perdono nella notte dei tempi....

6000-4000 a.C. Viticoltura in Armenia. La più antica evidenza archeologica di residui del vino in Iran.

4200 a.C. Nel sito conosciuto come "Cueva de los Murcielagos" vicino Albunol, nel sud della Spagna, rinvenute delle borse contenenti molti semi di papavero da oppio.

4000-3500 a.C. Uso della canapa in Cina.

3500-3100 a.C. La più antica evidenza di residui della fermentazione della birra in Iran.

3000-2100 a.C. Uso della coca in Ecuador.

It's a long time, Ennio....It's a long long time...

It's a long time, Ennio....It's a long long time...............

It's a long time, Ennio....It's a long long time...............

And now.....wake up! :-)
30 dicembre 2010 1:41 - fabrizio7338
I giornali fanno solo disinformazione ed ennio abbocca all'amo come un pesce.....

La pesca delle telline e' liberalizzata , la prostituzione e' liberalizzata , il gioco d'azzardo , i cd(falsi) , i vestiti(falsi) , ecc.
30 dicembre 2010 0:58 - ennio4531
Legalizzare o liberalizzare ?

E' una questione di lana caprina.

Cosa dicono o propongono economisti e giornalisti .


"droga,perche' liberalizzare”
30 agosto 1995
di Armando Massarenti
IL SOLE 24 ORE


La Repubblica.it
Droga libera, potrebbe convenire"
la sfida degli economisti all'Onu
di DANIELE MASTROGIACOMO
ROMA -....... E se si liberalizzasse la droga,


Il Messaggero 23 agosto 1992

Liberalizzare la droga ? Un quesito drammatico.
di Mario Cicala
29 dicembre 2010 21:57 - IVAN.
.


Questo "Ennio" sembra proprio incapace di intendere il senso dei post altrui.

Qualcuno che ha tempo da perdere gli RI-spieghi la differenza tra "Legalizzare" e "Liberalizzare", per cortesia.

E by the way, gli spieghi anche che è OVVIO che una attività "liberalizzata" sarà anche "legalizzata"...ma non necessariamente VICEVERSA (come appunto nel caso di cui si sta discutendo).

Sergio ha parlato distintamente di LEGALIZZARE (cioè porre sotto controllo statale) la produzione di certi tipi di "droghe";
il che non implica proprio alcuna associazione col "liberalizzare" il mercato degli stupefacenti: semplicemente, i VECCHI Consumatori (non altri) usufruirebbero dallo Stato di ciò di cui usufruirebbero COMUNQUE rivolgendosi al mercato clandestino.
Quindi dove sta la "liberalizzazione", se non nella testa di chi non la sa usare?



.
29 dicembre 2010 19:27 - ennio4531
Scrive sergio :
“ La legalizzazione porta necessariamente a norme, regole, limiti, controlli e autorizzazioni per svolgere un’attività. … La liberalizzazione non comporta necessariamente tutto ciò…
…. La produzione di alcol non è liberalizzata ma legalizzata in modo rigoroso …..”

Risposta

Io sostengo che qualsiasi liberalizzazione implica che l’attività liberalizzata sia , ovviamente, legale ( … se non lo fosse, nessuno potrebbe esercitarla alla luce del sole ) e che lo svolgimento dell’attività liberalizzata, comunque, è soggetta a delle norme specifiche di natura pubblica o privata.

Non solo.

Addirittura, in caso di liberalizzazione ( ad es. come quella delle comunicazioni ), sono stati istituiti specifici apparati pubblici come le Autorità di vigilanza per regolamentare e punire i trasgressori e quindi rappresentare una garanzia in più per gli utenti.

La produzione di alcool è liberalizzata nel senso che non è sottoposta né a monopolio né a contingentamento ( es. : farmacie; notai ecc. ) , ma, come ho già scritto, è sottoposta a norme a cui devono sottostare i produttori.

Per cui chiedo a sergio: mi puoi indicare una attività ‘liberalizzata’ che si rivolge al pubblico priva di regole e di controlli ?

Se non hai una risposta, ti rendi conto che tutto il tuo dire è un arzigogolare sul nulla ?

Scrive sergio: “L’omicidio non è proibito ma punito.”

Risposta.

Bene , allora dobbiamo arguire, allargando il discorso, che il consumo di droga in Italia non è proibito, bensì solo punito.

Per cui possiamo affermare, secondo il fine ragionamento di sergio, che in Italia non esiste il proibizionismo di cui tanto si discute. E allora perché si impreca così tanto contro i proibizionisti se il proibizionismo non c’è ?

Eticità

Se esistono persone che, in nome dell’etica, sostengono il divieto dell’uso della droga e chiudono un occhio su altre minacce al ben-essere della persone e altre che sostengono la liceità dell’uso della droga in quanto sul mercato esistono altre sostanze nocive lecite, mi chiedo quali delle due parti sia ‘ eticamente ‘ superiore . Chi intende ridurle o chi intende accettarle tutte ?
29 dicembre 2010 18:27 - shugar
dimenticavo, vedasi:

www.politicheantidroga.it (per l`alcool ecc.);
www.cannabis.wikia.com ;
coffeeshop.freeuk.com ;
www.youtube.com/user/brwndirtwarrior#p/u/14/9_N4nhYDmj0
29 dicembre 2010 16:33 - shugar
X ennio.

Pur rimanendo nel vago piu' assoluto come mi aspettavo nella tua risposta, cosa che peraltro mi aspettavo, debbo chiaramente ammettere lo stato dei fatti e cioe' da una parte la Legge italiana e dall'altra la realta' che vige tra la gente o meglio nella giungla della strada, cosa constatata dallo scrivente e non solo.

"Sul cosiddetto male minore" come scrivi tu ci andrei cauto perche' altrove, al di fuori dei nostri confini si risolve certi problemi in maniera totalmente differente e dal mio punto di vista meglio e con meno effetti collaterali. Poi ogniuno anche qui puo' pensarla come vuole.

Sull'elettorato a cui corrono dietro i politici ci andrei cauto nel senso che ok, l'informazione libera libera non la troviamo da nessuna parte su questo mondo, ma certamente ci sono paesi con un'informazione valida cosa che da noi non avviene avendo di fatto una situazione di monopolio o monopoli anomala al riguardo e speriamo di non finire come gli ungheresi di recente con il loro nuovo premier Orban!

I nostri politici non seguno l'elettorato in quanto ancora eletti dalle segreterie di partito e semmai prima delle elezioni disinformano e diffondono certi spauracchi come quello dei rom o romeni cosa avvenuta prime delle ultime politiche, politica per cui l'Italia venne criticata da mezza Europa.

In un paese ove vigono aree ove lo stato non conta un fico secco come al sud d'Italia, ove come a Napoli i clan la fanno in barba puntualmente a tutti, basta vedere l'annuale problema dei rifiuti tristemente noto oramai a tutto il mondo (vedi Napoli e muori anche se e' e potrebbe essere una bellissima citta'). Lasciamo stare poi gli arresti e sequestri di cui si vanta qualche ministro che si esegue contro certa mafia, scrivo certa "perche' ogniuno conosce i suoi polli", come si scrive in Italia.

In uno stato ove circa 120 mila carabinieri, circa 120 mila poliziotti, circa 50 mila finanzieri, circa 50 - 60 mila vigili urbani, di cui la stragrande maggioranza con ordinamento militare, ancora oggi lavora senza numero operativo di emergenza unico, senza vero coordinamento, con gelosie di corpo controproducenti per la societa' civile, un sistema che non fa altro poi che produrre doppioni burocratici e dissipare inutilmente pertanto la forza di queste organizzazioni stesse per favorire le solite lobby di corpo appunto, dei favori e controfavori, lasciamo perdere...

Siamo il paese in assoluto con la piu' alta densita' di forze dell'ordine in rapporto alla popolazione in % a livello europeo, mavala'...

Ne vedremo ancora delle belle in futuro!
29 dicembre 2010 14:55 - SMGL
Al di fuori di essere proibizionisti o antiproibizionisti, il problema più grave è mentre qui per lo meno se ne discute e ci scambiano opinioni (anche "calorosamente"), in sede istituzionale vige ormai un pensiero unico basato su una specifica ideologia (proibizionista) i cui attori principali non solo pretendono l'infallibilità, ma addirittura che non venga dato spazio a chi non la pensa come loro.

Non mi ricordo una volta che Giovanardi o Serpelloni abbiano accettato un dibattito pubblico (magari in tv) sull'argomento..
Paura del confronto o mancanza di argomentazioni reali?

Comunque attendo speranzoso... ci sarebbe da ridere.
29 dicembre 2010 12:08 - chinaski
@Sergio2:

Ottima ed intelligente analisi direi, si vede che conosci molto bene l'argomento di cui stiamo discutendo. In generale, Sergio, ritengo che i motivi principali per cui tutte le nostre riflessioni, dettate dalla ragionevolezza e dal buon senso dovute ad una mente allenata al pensiero citico e al ragionamento sarenno comunque destinate a cadere nel vuoto per lunghi anni, per i seguenti motivi:

1) Gli interessi economici. Il mastodontico mercato della droga cioè delle sostanze illegali ha creato nei decenni un giro d'affari di livelli inimmaginabili. Tutto questo mare di denaro, investe direttamente molti governi ed agenzie di intelligence che risultano alla prtova dei fatti, direttamente coinvolti nel traffico, le grandi banche per mezzo del riciclaggio del denaro "sporco", e ovviamente le grandi organizzazioni criminali che si occupano del traffico internazionale e che creano un enorme indotto di cui molti Paesi vivono. Da non sottovalutare il direttamente collegato traffico di armi, legato ai signori della guerra.

2) Il non poter tornare indietro da parte del "potere". Mi spiego meglio. Se per decenni hanno detto per mezzo dei media al popolino: "la droga è male e deve essere bandita", come possono dire poi di punto in bianco "scusate, ci siamo sbagliati, il mercato va regolamentato". Molti sottovalutano questo punto. Secondo me, molti a livello delle alte sfere sanno che la "lotta alla droga" è, ai fini pratici, l'equivalente di cercare di svuotare l'oceano pacifico con un cucchiano da tè. Però non possono dirlo, come dicevo prima. Altrimenti il popolino dice: "bhè, ma allora se si sono sbagliati su questo, non sono infallibili, il potere può sbagliare, e come si è sbagliato su questo può sbagliare su altre cose". E' un ragionamento questo, che l'uomo della strada agli occhi dei potenti non deve mai fare.

3) I posti di lavoro creati, e gli enormi capitali investiti dai governi nella lotta alla droga, nei fallimentari programmi di eradicazione e riconversione delle colture, nelle pessime e controprucenti campagne antidroga, anche questo è un business non indifferente. Anche questo business esercita una forza di corruzione enorme su interi Paesi, specie quelli produttori della sostanze base e i coltivatori.
29 dicembre 2010 1:33 - sergio2
...

Scrive Ennio, replicando a un mio precedente intervento:
“Una attività o un bene illecito non potrà mai essere sottoposto ad una specifica regolamentazione e cioè a regole."

Fin qui Ennio che ci dimostra come il pregiudizio genera illogicità sino al punto di cogliere l’ovvietà nelle parole altrui… senza rendersi conto che si tratta di un’eco.
Su quali basi, infatti, dovrebbe chiedersi Ennio una attività è lecita e un'altra è illecita?

E’ infatti Ennio che insiste nel considerare intercambiabili i termini liberalizzare e legalizzare.

“Liberalizzare” e “legalizzare”: tra i due termini una profonda differenza anche se non chiederemo a Ennio di onorare la sua promessa e non pretenderemo che lui si renda conto che non è sempre lana caprina ogni cosa che non torna con i suoi pregiudizi e schemi mentali.

La legalizzazione porta necessariamente a norme, regole, limiti, controlli e autorizzazioni per svolgere un’attività.

La liberalizzazione non comporta necessariamente tutto ciò; infatti, un regime liberalizzato può contemplare che chiunque possa svolgere un’attività senza preventive autorizzazioni o verifiche a priori di sussistenza di particolari requisiti; nel caso, risponderà direttamente delle conseguenze delle proprie azioni e attività in sede civile e penale. Per esempio, chiunque potrebbe dirigere un giornale senza essere iscritto all’albo dei giornalisti.
Il requisito dell’iscrizione è un pre-requisito che non attesta che il soggetto in questione sappia dirigere un giornale ma semplicemente che è un giornalista e da qui la presunzione che questo in sé costituisca una garanzia per il lettore (qualcuno ci crede?).

Abbiamo capito che per Ennio “liberalizzare” è semplicemente e banalmente “regime di concorrenza” e non il suo citato (a questo punto a sproposito) “laissez faire, laissez passer”.

Il termine “liberalizzare”, largamente abusato, è spesso utilizzato per sottolineare il passaggio da una condizione di monopolio a una di apertura al mercato (liberalizzazione del mercato elettrico, del mercato del lavoro…) ma non è questo il suo significato quando si parla di droga e soprattutto quando si parla di depenalizzare qualcosa.

La produzione di alcol non è liberalizzata ma legalizzata in modo rigoroso, pur esistendo totale liberalizzazione nella produzione per esclusivo uso personale.
Chiunque può per uso personale produrre grappa, birra e persino clinton e fragolino il cui commercio è proibito ma largamente praticato come sa bene ogni veneto e friulano.
In sostanza ogni persona può farsi scoppiare il fegato e può avvelenare amici e parenti con distillati e alcolici dalla dubbia qualità, ma guai se coltiva qualche piantina di maria…

Produrre il pane non è un’attività liberalizzata, come scrive Ennio, poiché per farlo devi avere preventivamente autorizzazioni e requisiti, anche di carattere medico-sanitario, e fino a pochi anni fa era il Comune a decidere se c’era “spazio” per l’apertura di un nuovo panificio nel territorio di competenza.

Proseguiamo nella lettura di quanto scrive Ennio:

"Ti immagini un Codice Penale che punisca l’assassinio, ma che stabilisce, se viene commesso, come deve essere compiuto con l’intenzione magari buona di ridurre al minimo le sofferenze della vittima ?”

Si comprende che Ennio scrive senza cognizione.
Evidentemente ignora che anche l’omicidio è punito in modo differente.

L’omicidio non è proibito ma punito.
Proibire e punire non sono la stessa cosa.

L’omicidio è punito poiché senza alcun dubbio arreca un danno a una terza persona.

Circostanze aggravanti dell’omicidio sono, per esempio, l’averlo commesso con crudeltà, con sostanze venefiche o mezzi insidiosi.
La pena varia anche in base al legame parentale che esiste tra vittima e autore del reato.
Va poi verificato se si tratta di omicidio doloso, colposo o preterintenzionale.
Vi è poi l’omicidio del consenziente e l’omicidio per legittima difesa per il quale non è prevista punizione.

Quindi, caro Ennio, la nostra legge (e per quanto ne so ogni sistema penale) tiene conto nel determinare la pena se un omicidio è stato compiuto in modo da “ridurre al minimo le sofferenze della vittima”.

Chiunque cagioni la morte di un uomo è punito con la reclusione… recita il codice penale.

Perché vi sia la punizione è necessario che esista un elemento oggettivo (la morte di un uomo), ma saranno gli elementi soggettivi (l’azione, la volontà, le circostanze) a determinare l’entità della pena o addirittura l’assenza della pena.

Quando parliamo di consumo personale non terapeutico di droga, invece, ci riferiamo a un’attività lecita (ovvero non punita e non punibile ma con molti elementi di discrezionalità), all’interno di un quadro di riferimento generale che comporta spesso qualche reato poiché è proibita e quindi punita ogni forma di produzione, trasporto e commercio della droga.

Già questo consente di affermare che siamo in una situazione giuridica ipocrita.

Da un lato il consumatore è inteso come una vittima non punibile, dall’altro non è prevista alcuna modalità per evitare che una condotta non punibile produca il compimento di reati.

C’è di più.

A differenza del citato (a sproposito) omicidio, con la droga si punisce una condotta a prescindere dagli effetti che la condotta determina.
Non esiste alcun aspetto soggettivo, ma solo un dato oggettivo: ha comprato (in quantità ritenuta finalizzata allo spaccio), prodotto, ceduto, venduto droga ed è per questo punibile poiché a una condotta lecita non corrisponde alcuna azione per l’approvvigionamento “legale”.
Ben diversa la situazione se qualche produttore domestico di alcolici vende illegalmente i suoi prodotti artigianali…

Queste considerazioni ci riportano agli aspetti etici del problema spesso agitati con estrema leggerezza.

Mi sembra evidente che se il proibizionismo si fonda su ragioni etiche, allora lo stesso atteggiamento va sostenuto con altre sostanze perfettamente analoghe alle droghe proibite come per esempio l’alcol e il tabacco (che notoriamente producono molte più vittime e danni sociali delle droghe proibite).

Se il proibizionismo è sostenuto per ragioni di ordine pubblico e sicurezza della collettività, per le stesse ragioni vanno proibite altre sostanze che determinano pericolo per la collettività; in testa a tutti l’alcol.

In caso contrario i sostenitori di queste argomentazioni etiche e sociali non hanno la minima credibilità.

Sarebbe come dire che non è morale che una donna si prostituisca, ma se la donna è di pelle nera allora non c’è problema.

Invece ecco che Ennio sostiene
“Se, infine, i valori etici e intellettuali mirano o dovrebbero mirare anche al ben-essere della persona, trovo contraddittorio sostenere che , dal momento che sul mercato esistono sostanza nocive, giusto è aggiungerne delle altre come le droghe invocando l’etica di cui tanto parli e .... straparli.”

Purtroppo Ennio dimostra quel che scrivevo all’inizio: il pregiudizio rende illogici.

Infatti, non c’è nessuna contraddizione a sostenere coerenza nei confronti di tutte le sostanze che alterano la psiche.

L’alcol produce più morti sulle strade e sul lavoro e per malattie dipendenti dall’abuso di quante ne producano tutte le droghe proibite messe insieme.
Chi sostiene il proibizionismo sventolando valori etici e intellettuali non avrà quindi la minima credibilità se non rivendicherà analogo trattamento per tute le sostanze.
Non si tratta quindi di “aggiungerne delle altre” come scrive l’avventato Ennio ma di prendere atto che esistono molte sostanze psicotrope a cui l’uomo ricorre per molteplici ragioni e l’atteggiamento verso queste sostanze richiede coerenza per essere credibili: a pari rischio pari limiti.

Non sono quindi io che parlo di etica ma gli incompetenti e i millantatori alla Giovanardi che rivestono con strampalate argomentazioni etiche le loro arroganti e presuntuose affermazioni prive di ogni fondamento sociale, culturale e morale.

Quando vedrò un proibizionista chiedere e pretendere per l’alcol la stessa severità che pretende per la cannabis allora contesterò le sue posizioni, ma le rispetterò per la coerenza e l’onestà intellettuale.

Sorvoliamo poi sulla banalizzazione della democrazia ridotta a dittatura della maggioranza e anche su cosa pensi la maggioranza degli italiani sul tema droghe dato che su questo tema in realtà non c'è discussione politica e sociale.
Non ricordo Vespa alle prese con questo argomento...

Consiglierei in ogni caso di rivedere i dati raccolti in occasione delle proposte di referendum sul tema delle droghe leggere per fare un po' di chiarezza su questo aspetto senza basarsi su un generico "penso".

La maggioranza dei politici poi si muove in modo opportunistico e preferisce recitare la solita litania al rischio del fare e confrontarsi con i problemi, come scrivevo nel mio primo intervento.
E cosa pensano gli elettori è cosa irrilevante come dimostrano molte vicende (dal finanziamento ai partiti alla privatizzazione della Rai): molto più efficace manipolare l'opinione pubblica.
29 dicembre 2010 0:15 - ennio4531
X shugar

Penso che la maggioranza sia a favore del divieto di consumo di droga in quanto male minore . Se così non fosse, avremmo torme di politici a favore di legislazioni permissive pur di accaparrarsi qualche voto in più. E questo, allo stato attuale, non è.
Nella vita non sempre si può scegliere il meglio.
Alle volte è segno di realismo scegliere il meno peggio.
Si può convenire che la 'dittatura' della maggioranza' sia pesante, ma tragica sarebbe quella democrazia dove regnasse la 'dittatura' di una minoranza sia pure illuminata. Se così fosse, non sarebbe più democrazia , ma qualcosa d'altro.
E finché la dittatura' della maggioranza non impedisce la libertà di pensiero, di intraprendere e di culto religioso, essa va accettata appunto come il minore dei mali.

Parafrasando Humphrey Bogart:
«È la democrazia, bellezza.'
28 dicembre 2010 18:12 - gino1142
stiamo parlando di una delle pochissime comunita' normali,da XXI sec
.S.Benedetto al porto
"padre" DonGallo andrea....
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