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9 febbraio 2009 0:00 - alfonso scala lombardo
V:F:C: lo farai, lo farai, tra poco dovrai farlo, dovrai obbedre, ma non ai tuoi simili poiché, nel caso, ci sarebbe al massimo anarchia, ma a un tuo simile, uno solo, il Capo. Sarà lui a dirti ciò che devi, tutto il resto non lo dovrai, far giorno per giorn. Tu non dovrai pensare non dovraisolt stringere le mningi, ci srà un altro a strizzarti il cervello. Allora sì che sarai contento e felica.
4 febbraio 2009 0:00 - Brrrrrrr......
Se quanto rivela questo dottor Gunning fosse vero, sarebbe qualcosa di veramente inaudito, agghiacciante, ben oltre l'ideologia nazista (vabbè, siamo in Olanda!)...
Considerata la ben nota debolezza italiota, il nostro paese precipiterebbe in breve tempo ancora più in basso, basta tenere a mente cosa è già successo al suo tasso di natalità, del resto i due fenomeni sono ovviamente complementari...
4 febbraio 2009 0:00 - cosimo
L'eutanasia, un incubo per i più deboli
Medico pro life: in Olanda una crescita del 30%, a rischio depressi e malati di Alzheimer - "Ormai la mentalità di morte è diventata norma per tanti miei colleghi Conosco casi agghiaccianti" - Il dottor Gunning propone una petizione all'Onu perché gli Stati proteggano l'esistenza dei loro cittadini, senza discriminazioni

L'AIA - "La strada della morte è stata aperta nel 1971, quando l'Associazione dei medici olandesi ammise l'aborto. Fu così rimosso il pilastro dell'etica professionale, la difesa della vita umana senza condizioni. Allora, l'Associazione dichiarò solennemente che non avrebbe mai tollerato l'eutanasia. Due anni dopo, un tribunale già proscioglieva il primo dottore che aveva affrettato la morte di sua madre. Nel 1981, l'Associazione medica cedeva sulla morte per pietà". Anziano e malato di Parkinson, il dottor Karel Gunning non ha perso la sua forza polemica. E' ancora, come da anni, il presidente della Federazione Mondiale dei Medici che rispettano la Vita.

- Lei contesta le cifre ufficiali, che parlano di 3200 eutanasie l'anno... "Sono i casi che l'Olanda chiama eutanasia, ossia l'uccisione del paziente su sua richiesta. Ma già nel 1991, il cosiddetto Rapporto Remmelink stabilì che, su centotrentamila decessi annui in Olanda, ben ventimila (il quindici per cento del totale) riguardavano casi in cui il medico aveva preso misure 'terapeutiche' con l'obiettivo, primario o secondario, di mettere fine alla vita del paziente. Nel 1995, un più aggiornato rapporto ufficiale ha mostrato che da ventimila, i casi di uccisione semi-intenzionale erano saliti a ventiseimila, un aumento del venticinque per cento. E i casi di ciò che si chiama eutanasia in Olanda erano passati da duemila a tremila, una crescita del trenta per cento". - Inevitabile? "Per forza. E' un piano inclinato. Quando si accetta di uccidere in un singolo caso, come 'unica soluzione', si finirà per trovare centinaia di altri casi in cui la 'soluzione' di uccidere diventa accettabile. All'inizio occorreva l'esplicita richiesta del paziente; adesso si possono sopprimere i comatosi e i bambini con gravi malformazioni. Prima, l'eutanasia era ammessa solo su pazienti terminali. Ma già nel 1991 uno psichiatra di nome Chabot fu prosciolto, dopo aver provocato la morte di una donna di cinquant'anni che soffriva di depressione psichica. Poi, in un altro caso, l'eutanasia ha 'beneficiato' una ragazza di venticinque anni, sofferente di anoressia mentale. E di recente un un senatore socialista ottantenne, Brongersma, ha chiesto e ottenuto di essere 'terminato' non perché fosse malato o depresso, ma perché era stanco di vivere". - Dunque la legge, pur molto permissiva, è già superata dai fatti. "La mentalità di morte è diventata la norma fra i medici olandesi. Conosco un internista che curava una paziente con cancro ai polmoni. Arriva una crisi respiratoria, che rende necessario il ricovero. La paziente si ribella: non voglio l'eutanasia, implora. Il medico l'assicura, l'accompagna lui stesso in clinica, la sorveglia. Dopo trentasei ore, la paziente respira normalmente, le condizioni generali sono migliorate. Il medico va a dormire. Il mattino dopo, non trova più la sua malata: un collega gliel'aveva 'terminata' perché mancavano letti liberi". - C'è da aver paura. "Infatti la gente ha paura. So di un malato di Alzheimer ricoverato in una casa per non autosufficienti. Una settimana dopo, la famiglia lo trova in stato di coma. Sospettano qualcosa, e così lo fanno trasportare all'ospedale, dove il paziente si riprende dopo l'infusione intravenosa di tre litri di liquido. Era stato lasciato disidratato. E' vissuto, per quanto ne so, almeno un altro anno". - E lo facevano morire di sete. "Un collega m'ha raccontato questa: vecchio paziente ospedalizzato, in agonia. Il figlio chiede ai medici di 'accelerare il processo', in modo che il funerale del padre potesse aver luogo prima della sua partenza per le ferie all'estero, già prenotate. I medici eseguono, giù con la morfina. Ma qualche ora dopo, il paziente si siede sul letto, è persino di buonumore. Finalmente, aveva avuto la somministrazione di morfina sufficiente per calmare i suoi dolori, e stava meglio! Episodi del genere si raccontano fra medici come fossero normali. Come fosse normale uccidere un paziente per compiacere i familiari". - Insensibilità, abbandono terapeutico, eutanasia per futili motivi: ma come può accadere nella civile Olanda? "Un incubo. Io ho proposto una petizione all'Onu per un'aggiunta alla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo che suoni pressappoco così: Ogni Stato ha il dovere di proteggere le vite di tutti i suoi cittadini senza discriminazioni. Intanto, con la nuova legge, c'è chi pensa di proteggersi tenendo in tasca una dichiarazione, in cui nega il diritto a compiere eutanasia su di lui. Misura precauzionale, se si viene ricoverati in stato d'incoscienza".
15 maggio 2007 0:00 - Sergio
La legalizzazione porta al controllo di un fenomeno e quindi alla gestione consapevole e partecipata.
Oggi, dove l'eutanasia è proibita o dove addirittura si viola la legge per impedire il diritto al rifiuto delle cure, a decidere il momento della morte è spesso il personale medico o i familiari del malato, quando quest'ultimo è assistito a casa.
Certamente non c'è trasparenza e la mancanza di dialogo e confronto con chi potrebbe aiutarci porta a vivere queste situazioni nel chiuso del proprio dolore.
15 maggio 2007 0:00 - Enrico Falcinelli
L'unico effetto valanga lo provocano le spinte ideologiche, perché è ridicolo pensare che solo l'averla legalizzata abbia portato alla diminuizione dei casi. Sarebbe come dire che legalizzando un farmaco la malattia sparisca!
Per come la so io, è avvenuta anche in Olanda la battaglia etica che avviene da noi e la stessa eutanasia è stata legalizzata per coronare l'ideale del laicismo imperante che vi domina. Il fatto è che una volta legalizzata si sono accorti che nessuno di quanti pensavano di ottenere il plauso, chiedeva tale metodo.
Così i malati preferiscono, tutto sommato, pesare sulle spalle dello Stato e delle famiglie e questo, al laicista, pesa eccome!
Ora, magari, vi è chi giustifica il mancato numero utile per dar senso alla legge con un successo mediante la quale l'eutanasia è diminuita. Potrei capire solo se diminuisse quella clandestina, ma qui non si dice.

Da quando la fabbricazione di armi ha diminuito il numero delle morti mediante le quali?

Eppoi, questo gaudio per la diminuzione di qualcosa che noi cattolici combattiamo proponendo vie diverse ed umane, e non ideologie, che significa? Una figurata ma esplicita espressione che vuol concordare con noi che l'eutanasia non è a misura d'uomo ed è affettivamente sconveniente?
Non mi stupirebbe e dimostrerebbe come, infatti, tante chiacchiere attorno a certi temi servono più a far sventolare le bandiere di un certo colore che per concorrere all'aiuto amorevole del prossimo!

Saluti.

15 maggio 2007 0:00 - OVVIO
Anto'... ma che cazzo dici?:

"grazie della vostra attenzione e sensibilità al problema, spero di riuscire nell'intento di proporre una soluzione alla clandestinità di questo fenomeno, riconsegnando libertà e dignità ha chi ne ha veramente bisogno"

questi attenti e sensibili signori, non hanno capito una mazza esattamente come te!...

ma fossi cugino di quell'altro imbecille?

14 maggio 2007 0:00 - Antonio Di Ciesco
grazie della vostra attenzione e sensibilità al problema, spero di riuscire nell'intento di proporre una soluzione alla clandestinità di questo fenomeno, riconsegnando libertà e dignità ha chi ne ha veramente bisogno
12 maggio 2007 0:00 - V.F.C.
Ma dài, depenalizziamo tutti i reati, era così ovvio!...
Mica vorranno ancora negarmi la "personale libertà" di fare quello che mi pare: ci mancherebbe pure che ora che ho mandato al diavolo quel cattivone di dio, mi tocchi ancora di dover sentire quello che devo o non devo fare, e dai miei simili, per giunta!...
12 maggio 2007 0:00 - Lucio Musto
Questa davvero non l'ho capita!...

Me la spiegate meglio?...

Ora che si può fare... non la vuole più nessuno?... fichissimo!

Vuoi vedere che abbiamo trovato una panacea?
12 maggio 2007 0:00 - Gianni
leggo solo il titolo e non posso che commentare: il vaticano purtroppo lo abbiamo noi, che ha prodotto in questa nazione sopratutto una schiera di tarati mentali che non vogliono scegliere tra la fondamentale libertà dell'individuo e la imposizione di ostacoli alla libertà, che una fede religiosa stupida e oramai senza significato impone. Fede che condizione chi dovrebbe fare leggi che mettano in primo piano la libertà delle proprie scelte.
Gianni
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