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1 maggio 2007 0:00 - Raffaello Burnazzi
In effetti mi trovo d'accordo con quanto espresso in questo articolo, ma questo non toglie che i malati, che si possono contare sulle dita di una mano, che comunque richiedano un termine alla loro vita debbano essere ascoltati. Mi pare che il dibattito sulla eutanasia o come vogliamo chiamarla, abbia un malinteso alla base, cioƩ che qualora si approvasse un percorso verso una fine della vita come richiesto da alcuni malati, allora tutti dovessero essere sottoposti al medesimo percorso. Temo che si ripercorra un ragionamento in passato fatto per le questioni dell'aborto e del divorzio e ora per i cosidetti DICO, la depenalizzazione delle droghe,il testamento biologico.... Questi "possono" essere strumenti utilizzabili da chi li voglia usare e a determinate condizioni e non diventano certo un obbligo per tutti.
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