Affermo da profano,
che anche Cristo, come i martiri e gli eroi, è stato un
suicida, in quanto sapeva dove lo avrebbero portato le sue
scelte, non è per questo che si è fatto uomo, affrontando
la passione ed il calvario, come del resto ha fatto Welby,
l’ unica differenza ta nel fatto che il calvario di questo
non è stata una sua scelta ma una “prova non
richiesta”. Concludo urlando: V E R G O G N
A!!!!!
5 gennaio 2007 0:00 - Utopia
E’ mia convinzione che ognuno di noi sia libero di
scegliere, purché questo non limiti la libertà altrui.
In questo specifico caso, non vedo alcuna violazione
della comune Libertà, anzi osservo che, la limitazione
viene imposta a chi ne vuole fare uso.
Moralmente parlando, mi chiedo, ma di quale morale stiamo
parlando? , della mia, della vostra o della loro? La
Morale è un “sentire” soggettivo, allora chi può
arrogarsi il diritto dell’ assolutezza del suo
“valore”. Siamo memori che la storia umana, in nome
di questo sbandierato valore, spesso, è stata mortificata
dalle ingiustizie e dalle persecuzioni arbitrarie, e
personalmente aggiungo che nutro diffidenza verso coloro (i
moralisti) che con “summa gaudentia” si pregiano di tale
presunta virtù.
Religiosamente parlando, c’è
chi afferma che Dio ci ha dato la vita e quindi spetta solo
a Lui riprenderla, ma è pur vero che ci ha dato un’ altro
dono: “il libero arbitrio”, di cui molti si sono avvalsi
donando la propria vita per un credo religioso o per la
patria, e questi con il loro libero scegliere sono andati al
martirio consapevolmente, e sono stati definiti santi o
eroi? Allora cosa dovremmo dedurre che finché la
libera scelta va a soddisfare le esigenze dei sistemi,
riguardo al monopolio della vita e della morte degli
individui allora questa è cosa santa o socialmente
pregievole, ma se questa quando va a rispondere alle
esigenze dell’ individuo allora si creano i peccatori o
gli asociali ? La sofferta vita di Welby è la
testimonianza, di quella dignità di cui tutti noi dovremmo
fare nostra. Egli ha saputo dimostrare, che neanche le
pareti carceriere di un corpo malato sono riuscite a fermare
le sue idee e la sua fede, ed oggi, ancor di più, ”
vagano libere nello spazio e nel tempo. Personalmente,
al di la delle scelte di religione o ideologiche, sono un
fanatico sostenitore della Vita, intesa come “vivere la
vita, nel qui ed ora”, inoltre ritengo che abbiamo il
sacro diritto e dovere di viverla cmq. , ma tutto ciò non
deve precludere la libertà di scelta, quando queste non
ledono la libertà altrui. Devo dire che se pur amante
sfegatato della vita, il caso Welby, mi ha portato a
riflettere su coloro che non pressati o disperati da
incisivi fattori contingenti, come la fame o altre miserie
sociali…… hanno più spazio per dedicarsi su riflessioni
pacate di natura spirituale, morale e sociale,
contrariamente a coloro che sono distratti dall’ indigenza
quotidiana. Quindi dal basso della certezza delle mie
incertezze, affermo che tutto questo ben parlare, se pur
bello e gratificante, è fin troppo facile quando è solo il
frutto di un sentito dire o di un aver letto: In breve,
quando si tratta dell’ altrui sofferenza, molto spesso
diveniamo i protagonisti, non consapevoli, del detto
popolare : “ panza piena non pensa a quella vuota
“. Premetto che non sono cattolico e non aderisco a
nessun altro sistema religioso, ma questo non vieta alla mia
umanità di rimanere disgustato da certe “sacre”
decisioni, che mi spingono a riflessioni sui svariati
intenti speculativi della Chiesa Cattolica Romana, che
dimostrano di non aver nulla a che fare con il divino, e ne
tanto più possono impartire lezioni di religiosità:
Dove dovrei cogliere la testimonianza sulla tanto
decantata misericordia e pietà di questa?
Come
sarebbe a dire che non può dare dei sacramenti, oltre tutto
richiesti, ad un uomo che ha sofferto tanto in vita, e che
l’ha onorata fino all’ ultimo, senza perdere la fede,
anche se provato dalla stessa.
Come ha potuto
questa Chiesa essere cosi impietosa, quando poi concede a
pagamento benedizioni ed indulgenze, sui banconi dei negozi
religiosi, adiacenti al Tempio di Pietro, dimenticando, che
proprio il loro Cristo ha cacciato i mercati dal tempio.
Come non può vergognarsi, di negare sacramenti ai
divorziati, che non possono neanche partecipare in prima
persona da credenti alle comunioni e cresime dei loro figli,
quando una sua istituzione come la Sacra Ruota concede
facili e comprensivi annullamenti di matrimonio ai potenti e
facoltosi della terra, permettendo loro di sciacquarsi
l’anima e di restare sempre nelle grazie del loro
Signore.
29 dicembre 2006 0:00 - passante
da: Stefano Data: 27 Dicembre 2006
No
passante sei poco informato. Del resto il funerale di solito
viene concesso anche ai morti di suicidio nel dubbio che in
quel momento essi si trovino momentaneamente non in grado di
intendere e di volere. Le scelte della chiesa cattolica
possono essere accettate: e di conseguenza rimanerne fuori
dovrebbe essere un obbligo. L'ipocrisia no
A
me pare che invece di ipocrisia ce ne sia stata tanta
perchè i dettami della chiesa si rispettano tutti oppure
nessuno; ma qualcuno, come sempre, è "più
uguale" ed allora anche il matrimonio viene sciolto
dalla sacra rota perchè "non consumato"....
D'altronde la Chiesa è un enorme carrozzone che deve
stare in piedi per giustificare se stesso non avendo altro
motivo per esistere ed essendo fondato sulla superstizione
ed il potere conquistato nel tempo coi modi che conosciamo.
29 dicembre 2006 0:00 - luciano di nepi
Nelle parole ,nei commenti, sui mass- media assistiamo a a
quanto ho deto nel mio " De Eutanasia,lettera aperta di
un laico ai laici"..<> Dr Luciano di Nepi
29 dicembre 2006 0:00 - Carmine Napolitano
non è obbligatorio essere cattolici. Chi non vuole esserlo,
rispetti chi lo è e la sua dottrina. O la libertà dei
cattolici di custodire la propria dottrina vale meno?
27 dicembre 2006 0:00 - Stefano
No passante sei poco informato. Del resto il funerale di
solito viene concesso anche ai morti di suicidio nel dubbio
che in quel momento essi si trovino momentaneamente non in
grado di intendere e di volere. Le scelte della chiesa
cattolica possono essere accettate: e di conseguenza
rimanerne fuori dovrebbe essere un obbligo. L'ipocrisia
no
27 dicembre 2006 0:00 - NESSUNO
Ma è così importante essere accolti nel tempio? Io mi
trovo meglio nella strada.
27 dicembre 2006 0:00 - passante
negato a molti divorziati e conviventi? suvvia, forse 30
anni fa, lo facessero oggi la chiesa sarebbe vuota. e
comunque dovrebbero vietarlo anche a chi ha fatto sesso
prima del matrimonio, no? e anche ai gay
26 dicembre 2006 0:00 - Stefano
Infatti il funerale è stato negato a molti divorziati e
conviventi. Quando moriranno Casini e Formigoni che
accadrà?
26 dicembre 2006 0:00 - pietas
caro diabro, quanto involontario cinismo nelle tue parole!
Prova a pensare che forse la Chiesa Cattolica non e'
solo il Palazzo Vaticano con il suo bianco e zelante
Guardiano del Potere, degli Averi e dei codici
canonici. C'e anche il popolo di fedeli che ha
visto l'agonia di papa Woitila, invocando con lui
stesso il sollievo di una morte liberatrice dal dolore, che
lo lasciasse" ..tornare alla casa del
Signore". E finalmente nelle segrete stanze
qualcuno "stacco' la spina" delle cure inutili
e sotto adeguata sedazione Giovanni Paolo II si spense
serenamente, secondo le sue volonta'. E'
possibile che anche per i Welby, gli ultimi della Terra, ci
sia altrettanta umana pieta'?
26 dicembre 2006 0:00 - passante
allora neghiamo il funerale cattolico a tutti quelli che
hanno vissuto "nel peccato" (ad esempio gli
adulteri ed i divorziati)... insomma 'sta funzione
religiosa a chi possiamo farla davvero? in questo fatto
c'è tanta ipocrisia, soprattutto perchè la chiesa
parla di perdono e di un dio immenso, buono e caritatevole,
in cerca delle "pecorelle smarrite", non della
vendetta.
25 dicembre 2006 0:00 - Diabro
Perchè questo malcelato astio verso una decisione
"obbligata" della Chiesa? Probabilmente
perchè è di moda sparare sul pianista... Probabilmente
perchè questo è un modo per giudicare e condannare il
pugno di ferro del Papa di turno.. Io, da buon laico senza
paraocchi, non sono affatto scandalizzato dalla decisione
della Chiesa di impedire la celebrazione religiosa.
Dopotutto, qualunque padrone di casa può imporre regole per
l'accesso nella sua dimora. E Piergiorgio Welby,
lucidamente, ha ritenuto opportuno scavalcare quel confine
tra dolore fisico e rispetto delle regole sacre, tanto caro
alla liturgia cristiana, chiedendo di
"suicidarsi". Cioè infrangendo un elemento
cardine imposto dal Padrone di casa. Non posso giudicare il
gesto disperato di un uomo disperato, ma, tantomento non
devo nenche giudicare la posizione dogmatica di
un'istituzione religiosa a cui io, liberamente, ho
deciso di appartenere. Quindi? L'umana pietà non può e
non deve sostituirsi alla sacralità di una Chiesa.