La libertà è libertà e questa cessa solo quando lede
quella altrui. Il mio intervento, però ha un altro scopo; e
mi rivolgo allo Stato Italiano che nulla ha fatto nei
confronti del Vicariato di Roma. Le chiese nascono e si
edificano, sul territorio nazionale, liberamente; il
Concordato, prevede che con la stessa libertà, ogni
cittadino possa accedervi senza alcuna restrizione. Come
può il Vicariato, permettersi unilateralmente tale
decisione? Come fa lo Stato Italiano a tacere? Uno Stato
veramente liberale avrebbe dovuto, per il rispetto del
defunto e dei suoi familiari, imporre d'autorità e nel
rispetto dell'accordo, l'ingresso in qualsiasi
chiesa del territorio nazionale
23 dicembre 2006 0:00 - Alex1
x roby lei può benissimo pensarla diversamente, e guai
se qualcuno le dovesse imporre di staccare la spina se lei
si trovasse in quelle situazioni. ecco, allora lasciamo
che la stessa possibilità di decidere ce l'abbiano
anche gli altri, perchè a loro deve essere imposta una
volontà altrui? che dio sia arbitro o no della vita
lasciamolo dire alla chiesa e basiamoci solo su ciò che
davvero esiste.
23 dicembre 2006 0:00 - silvia
per quelli che parlano di "strumentalizzazione"
del caso Welby io grido BEN VENGA! E forse, e dico forse,
anche questa volta gli amici radicali riusciranno a farci
ottenere una legge giusta. Forza ragazzi
23 dicembre 2006 0:00 - Giuliano
I nostri sonnolenti deputati hanno l'obbligo di
regolamentare per legge le confuse modalità attuali. Il
diritto alla propria morte è sacrosanto, quando la
sofferenza è intollerabile e senza speranza di
remissione.
Non si deve permettere a qualsiasi
depresso di farsi aiutare a farla finita e non si deve
permettere alla chiesa di mettere becco in faccende
personali. La chiesa predichi in generale senza rivalersi
sul singolo. Il rifiuto dei funerali religiosi non mi
meraviglia. Se c'è un Dio Welby se ne sta beato dove i
preti rifiutano di metterlo. In quel Paradiso dove di preti
se ne vedono pochi e di papi nessuno.
Ed adesso
che la battaglia e stata combattuta, i radicali la piantino
di confondere la buona morte coi propri interessi. Tacciano
nelle piazze ed urlino in Parlamento. Buon Natale, signora
Welby, suo marito dorme sereno.
23 dicembre 2006 0:00 - Giuseppe Balsamo
Welby, il tuo sacrificio sarà la tua libertà, per noi e
per sempre resterai sempre in vita per combattere insieme a
noi le battaglie per il diritto di esistere e per il diritto
di essere.
22 dicembre 2006 0:00 - Sergio Bagnasco
Welby con serena accettazione della transitorietà della
vita umana è andato e ora dobbiamo fare i conti anche con
la cialtroneria e la dabbenaggine che caratterizza molti dei
non-rappresentanti del popolo italiano che occupano il
parlamento. Cominciamo. Ecco che, come un isterico
padre a bordo campo, si agita Volontè e incita
all’arresto dei responsabili di quel che lui ritiene un
omicidio. Cialtronesco comportamento che denota scarso
rispetto per l’ordine giudiziario che non ha bisogno di
esortazioni per compiere il proprio dovere. Volontè stia
tranquillo che se reato è stato commesso qualche magistrato
provvederà. Il comportamento di Volontè legittima il
dubbio che qualche magistrato si possa muovere per
obbedienza non alle leggi ma alle consorterie
partitiche. Incalza Binetti che con una delle sue
esilaranti sortite (note ormai come binettiate ovvero
reazioni compulsive dovute a una grave infezione fobica nota
come binettite, talvolta accompagnata da bindite acuta)
chiede le dimissioni del ministro Bonino colpevole, a suo
dire, di aver legittimato un comportamento contrario alla
legge. Quale comportamento? Quale legge sarebbe stata
violata? Quale legge proibisce l’interruzione di un
trattamento sanitario senza il quale un paziente sarebbe
deceduto da tempo? Quale legge prevede che una persona debba
– senza prospettiva di guarigione - essere tenuta in vita
artificialmente oggi con un respiratore, domani con un cuore
artificiale o con uno stimolatore cerebrale… o con chissà
quali ritrovati tecnologici che saremo in grado di
costruire. Quale legge vieta che un cittadino possa decidere
che la malattia faccia il suo corso. No, senatrice Binetti,
le leggi prevedono che un cittadino deve dare il proprio
consenso per qualsiasi trattamento sanitario e tale consenso
può essere revocato in qualsiasi momento. Il medico ha
l’obbligo di assistere il paziente, di proporre i
trattamenti a suo giudizio più idonei ma spetta al paziente
decidere cosa fare, quando farlo e fino a quando. Nessuna
legge del nostro ordinamento è stata a mio avviso violata e
persino gli insegnamenti della dottrina cattolica sono stati
rispettati. Il “relativismo etico” della senatrice
Binetti e delle gerarchie ecclesiastiche è insopportabile.
Valutando le posizioni – anche in tempi recenti – della
Chiesa in materia di trapianti di organi, di vaccinazioni,
di procreazione assistita, di pianificazione familiare delle
nascite, di sessualità, di vita, di morte e di pena di
morte… risulta evidente quanto relative siano le
elaborazioni dottrinali cattoliche e quante volte – nel
corso dei secoli e sino ai nostri giorni – la Chiesa abbia
fatto scelte etiche tragiche, sbagliate o quantomeno
discutibili. Ancora una volta una parte del mondo
cattolico, egregiamente rappresentato dal ministro Bindi,
alza la bandiera della ipocrita cultura piccolo borghese, i
soliti benpensanti che invitano a comportamenti ovattati:
fai quel che vuoi ma fallo in silenzio, in disparte, evita i
riflettori, non farti notare, non alzare la voce, indignati
di frequente, pecca con avidità ma pentiti nel
confessionale, non parlare di sesso, fai sesso con chi ti
pare e quando ti pare ma senza farti scoprire, scandalizzati
sempre… Insomma l’eterno ignoriamo i problemi, facciamo
finta di nulla. Ministro Bindi, tutti sappiamo che
moltissimi decessi sono “decisi” dai medici: ma questa
non è ancora eutanasia. La sospensione dei
trattamenti sanitari è la semplice accettazione
dell’inevitabile. Anche questo è amore per la vita, amore
incondizionato che considera la morte come il momento della
cessazione della percezione di esistere come la nascita è
l’inizio della percezione di esistere: in mezzo c’è la
vita. Per un laico la morte potrebbe rappresentare motivo di
paura e angoscia, per un credente dovrebbe essere solo
l‘inizio di un nuovo percorso… Probabilmente la
rappresentazione cupa e drammatica della morte, il dolore e
la sofferenza sono funzionali al mantenimento di posizioni
di potere: se ci liberassimo dal dolore forse non
pregheremmo più…
22 dicembre 2006 0:00 - lucianodinepi
Spegniamo le luci andiamo a casa in pausa di riflessione e
ciascuno di noi si metta di fronte alla sua coscienza e tiri
le conclusioni !
Buon divertimeto !
Dr. Luciano di Nepi Ordine Medici Roma n°11187
22 dicembre 2006 0:00 - domenico de giacomi
Welby è riuscito dopo lunga e meditata sofferenza a
prendersi la Sua liberta' grazie anche a un Medico
Anestesista che sapientemente e silenziosamente ha
interrotto un'evidente ACCANIMENTO TERAPEUTICO che
Welby non aveva potuto scegliere ( leggere il Suo libro
al punto in cui la Moglie cedendo umanamente alla paura
ha chiamato il 118 e non lo ha lasciato morire -Lasciatemi
morire Rizzoli Ed )) . E' stato fortunato ma
penso alle moltitudini di creature e Esseri Umani che non
possono poter scegliere in alcun modo e in ogni
condizione ! Tutto qui ' e al di la' di ogni
Fede Politica ,Religiosa ,Filosofica ,Etica ,Deontologica
è una verita' che potrebbe essere comprensibile a
tutti .. solo e soltanto vivendola sulla propia pelle !
domenico de giacomi iscritto ordine
dei medici 4632 udine
22 dicembre 2006 0:00 - uno qualunque
Rispetto Welby e la sua scelta, ma ho quasi la nausea, non
ne posso più di sentire parlare di questo caso. Ho la
nausea della strumentalizzazione che ne fanno i radicali,
ora mi aspetto uno sciopero della fame e della sete e così
via.. Per piacere date a Pannella e compagnia un lavoro
da becchini così potranno sfogare tutta la loro necrofilia.
22 dicembre 2006 0:00 - Bruno Bargiacchi
Leggendo qua e la ho trovato due opinioni diametralmente
opposte che rendono bene l’idea di quante siano le
posizioni contrastanti su questo argomento.
“... Nicola 22-12-2006 11:17 Le Forze dell'Ordine
arrestino immediatamente i responsabili dell'omicidio di
Welby e gli ideologi di morte. Nicola”
“
MARY 22-12-2006 11:17 Condannare il medico??? Ma è da
folli ha eseguito la volontà di un essere umano ormai
vegetale che era stanco di soffrire . Il governo, non
approva, tutti devono dire la loro che vergogna!!!!!
Illustri personaggi ma Voi al suo posto come vi sareste
sentiti???? Il medico è stato un grande !!!!
MARY”
A causa di questa varietà sono
convinto che per risposte di questo genere devo cercare una
fonte superiore. Questa fonte superiore non può che essere
(a mio avviso)il Creatore. Egli ha osservato la vita di
miliardi di persone. Sa meglio di qualsiasi medico, bioetico
o avvocato qual è la cosa migliore.
Vediamo
dunque che tipo di aiuto mette a disposizione.
Un paio di premesse: la filosofia del salvare la vita ad
ogni costo non riguarda solamente gli esperti di tecnologie
mediche. Si tratta di un prodotto naturale della moderna
filosofia. Se la vita attuale è tutto quello che c’è,
può sembrare che la nostra vita debba essere salvata in
qualsiasi circostanza e ad ogni costo. Ma in alcuni casi
questa filosofia ha dato luogo a situazioni veramente
angosciose: persone in stato di incoscienza sono state
mantenute (e altre lo sono attualmente)“in vita”
artificialmente per anni.
D’altro canto, ci
sono quelli che credono nell’immortalità dell’anima.
Secondo la loro filosofia, questa vita è solo un passaggio
sulla strada che porta a qualcosa di meglio. Platone, che è
tra coloro che diedero origine a questa filosofia, si
espresse così: “O è come un non esser più nulla,
e chi è morto non ha più nessun sentimento di nulla; o è
proprio, come dicono alcuni, una specie di mutamento e di
migrazione dell’anima da questo luogo quaggiù a un altro
luogo. . . . Se la morte è come un mutar sede di qui ad
altro luogo, . . . quale bene ci potrà essere, o giudici,
maggiore di questo?” — Platone, Opere complete, trad. di
Manara Valgimigli, Bari, Laterza, 1987, Vol. I, pp. 67, 68.
Chi ha questa convinzione potrebbe considerare
la morte un’amica, qualcosa di gradito e forse anche da
affrettare. Tuttavia la Bibbia insegna che Dio considera
sacra la vita. “Presso di te è la fonte della vita”,
scrisse il salmista ispirato. (Salmo 36:9)
Secondo alcuni, le Scritture fanno riferimento a una specie
di eutanasia nell’episodio in cui il re Saul, gravemente
ferito, implorò il suo scudiero di ucciderlo. Considerano
questo gesto una forma di eutanasia, un atto deliberato per
affrettare la morte di qualcuno che stava già morendo. In
seguito un amalechita asserì di avere ubbidito alla
richiesta di Saul di metterlo a morte. Ma il gesto di
quell’amalechita che pose fine alle sofferenze di Saul non
fu approvato. Questo comunque non significa che si
debbano usare tutte le tecnologie per prolungare l’agonia
il più a lungo possibile.
Le Scritture ci
insegnano che la morte non è amica ma nemica dell’uomo.
(1 Corinti 15:26)
Inoltre i morti non si trovano
né in un luogo di sofferenza né in un luogo di
beatitudine, ma in una condizione simile al sonno. (Giobbe
3:11, 13; Ecclesiaste 9:5, 10; Giovanni 11:11-14; Atti 7:60)
Le prospettive future di vita per i morti
dipendono completamente dalla potenza che ha Dio di
risuscitarli per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 6:39, 40)
Pertanto grazie a ciò che Dio ci dice tramite
la Bibbia la morte non è qualcosa da desiderare, ma non
c’è neppure l’obbligo di compiere sforzi disperati per
prolungare l’agonia.
Cosa dovremmo concludere?
Solo nei casi accertati di malattia allo stadio
terminale (in cui è stato chiaramente stabilito che non
c’è speranza) si dovrebbe considerare la possibilità di
chiedere di interrompere qualsiasi tecnica medica atta a
prolungare la vita. In tali casi non esiste nessuna ragione
scritturale per insistere su una tecnica medica che
servirebbe solo a prolungare un’agonia ormai molto
avanzata. Si tratta di situazioni spesso molto
difficili e possono richiedere decisioni angosciose. Come si
fa, ad esempio, a sapere se una situazione non ha via
d’uscita? Sebbene nessuno possa saperlo con assoluta
certezza, bisogna usare buon senso e cautela . Un periodico
medico dà questi consigli ai sanitari: “Se c’è
disaccordo riguardo alla diagnosi o alla prognosi o a
entrambe, si dovrebbe cercare di prolungare la vita finché
non si giunga a un accordo ragionevole. Tuttavia, insistere
oltre ciò che è ragionevole per avere la certezza può
mettere in difficoltà il medico che cerca di scegliere fra
varie terapie in casi disperati. La rara notizia che un
paziente con un disturbo simile è sopravvissuto non è un
motivo sufficiente per accanirsi con terapie inutili. Queste
possibilità statistiche trascurabili non sono più
importanti del ragionevole e prevedibile esito che influirà
sul tipo di terapia da adottare”.
In una
situazione del genere chi vuol seguire le indicazioni della
Parola di Dio, paziente o parente che sia, si aspetta
giustamente qualche aiuto dal medico. Questo periodico
medico conclude dicendo: “In ogni caso non è giusto
provvedere una gran quantità di fatti e di opzioni di
carattere medico e non fornire al paziente ulteriori
consigli circa le alternative in quanto al da farsi o
all’astenersi dal fare qualcosa”. I medici
ammettono che “gli intensi sforzi per mantenere in vita
possono, in realtà, diventare un prolungamento
dell’agonia, anziché un prolungamento della vita”. Che
dire dunque se i medici dichiarano che nella migliore delle
ipotesi possono prolungare l’agonia con mezzi meccanici?
Se la morte è chiaramente imminente o inevitabile, la
Bibbia non richiede che l’agonia venga prolungata
artificialmente. Lasciare che la morte faccia il suo corso
in tali circostanze non violerebbe alcuna legge di Dio.
Ma la Bibbia non approva che la morte venga
affrettata.
Scusate se mi sono dilungato
troppo.
BRUNO BARGIACCHI
Via del
Vingone, 9 – 52100 Arezzo Tel. Fax 0575-901521
Cell. 338-8966627 E-mail ##
22 dicembre 2006 0:00 - Sandro
Già, la vita è dono di Dio, ma quando sarebbe finita la
sua senza le macchine degli uomini? Questa considerazione ci
riporta nella giusta dimensione di questo caso, umana
appunto. Se non altro, si deve a Welby il massimo
rispetto per aver combattuto e grandemente sofferto in prima
persona per una sua idea. Per questo non si può certo
sostenere che il suo caso sia stato strumentalizzato, semmai
il primo a farlo è stato Welby stesso, no? Riposi in
pace, ma noi abbiamo il dovere di continuare a
ragionarci. Buona giornata e buone Feste
22 dicembre 2006 0:00 - roby
Io non sono d'accordo con la decisione di Welby e'
anche vero che non essendo nel suo stato di malato grave non
posso capire il suo atteggiamento psicologico ed
esistenzial. Ma mi viene sempre il dubbio di fronte a Dio
che e' padrone della vita come posso giustificare questo
atto? In fin dei conti questo atto lo vedo come una
richiesta di suicidio da parte di terzi. Perdonatemi se la
penso diversamente da chi ha fatto questo articolo, ma sono
piu' che mai convinto che noi non siamo padroni assoluti
della nostra vita, in quanto non ce la diamo per nostra
volonta' e di conseguenza non possiamo togliercela. Dico
che e' un dono e come tale va rispettato. Comunque
preghero' per Welby perche' nell'altra vita
possa finalmente essere libero e felice,della vera
liberta' e felicita' data dall'essere figli di
Dio. Addio Welby. Saluti e Auguri di Buon Natale.
22 dicembre 2006 0:00 - Anna
Lo avete strumentalizzato, e più di così non potevate.
21 dicembre 2006 0:00 - Simona
Mi sono permessa di riportare il vostro testo in un altro
forum (il forum di lalla) ..
E' un modo come
un altro per fare eco e per non calare un sipario su una
battaglia che merita di esser portata avanti.
questo è il link del forum di lalla (li si chiama
lupetta821) dove ho postato integralmente il vostro
testo: