Zuzzu, ti piacerebbe saperti tirare una sega eh?...
Lascia perdere!... non è cosa tua! Perché oltre
ai coglioni, ci vuole anche la mazza!
14 dicembre 2006 0:00 - kastigamatti
E dopo vi lamentate se vi sequestrano i forum... a
quanto pare sono gli stessi consiglieri della Aduc ad essere
luridi comunisti mangiapreti!!!
14 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Chiarezza?... è una parola!
Ed allora, visto che
tutti si sentono in diritto di esprimere un giudizio
definitivo ed universale sul serio problema
dell’eutanasia, ultimamente sbattuto in primo piano dal
“Caso Welby”, senza peraltro aver ascoltato altro che
quello capace di convalidare questa o quella idea
preconcetta, mi permetterò anch’io di fare qualche
considerazione.
Su tutto, meno che sul fatto che
il povero apostolo della morte voglia effettivamente
lasciare questa vita. Lo do per certo, e se così non
fosse il mio discorso varrebbe per un qualche altro
sofferente stufo di soffrire, ma con un nome diverso.
Partirò da una esperienza di dolore comune credo a
tutti, certamente già vissuta da chi ha una certa età,
familiare ad ogni medico. Credente, scettico, appassionato
o distaccato che sia. Il momento dell’ineluttabile,
quando per il familiare amato, per il paziente privilegiato
giunge il momento del distacco. Il momento preciso in cui
ognuno prende coscienza che “il possibile è stato
fatto” ed altro non è possibile che alzare le braccia al
cielo: in segno di impotenza per alcuni, di preghiera per
altri, di bestemmia per altri ancora.
Praticamente sempre, salvo le morti violente e solitarie,
c’è il “distacco della spina”, la dichiarazione
intima di impotenza, il saluto supremo all’anima che
parte. Quando la scienza cede il passo alla pietà
Prima del povero Welby innumerevoli volte, dopo di lui
altre innumerevoli volte. Abbiamo annuito io per mia
madre, tu per tuo nonno, molti per il loro figlio: “basta
così” e poi finisce. Nella consapevolezza di tutti,
nella sconfitta di ogni dedizione, quell’ultima inutile
“bomba” viene risparmiata al moribondo, quasi un sfida
alla morte che viene, cui consegniamo le armi, inutili ormai
ma ancora orgogliosamente strette in pugno in un atto di
estrema fierezza.
Non dipende dalla malattia, non
dalla devastazione fisica che il dolore ha operato, Altri
come lui, con la stessa patologia si sono spenti in mille
letti d’ospedali, altri con mali peggiori e più
degradanti, forse… al momento della morte, una bronchite
è turpe quanto la lebbra.
Welby quindi non
c’entra con la morte. Morirà come tutti gli altri, meno
“peggio”, o più “peggio”, e nemmeno con la
sofferenza; soffrirà la sua parte, troppa per la vita,
giusta giusta per la morte.
Lui, il martire,
c’entra solo con la legge. La legge degli
uomini. Più precisamente, una legge che non
c’è. Una legge da sempre applicata tacitamente e che
ora si vuole che sia anche scritta. Giustamente.
Welby continua il suo calvario perché qualcuno (o lui
stesso, si dice) ha scelto il martirio per spingere gli
uomini (no, non tutti gli uomini, solo il parlamento
Italiano) a scriverle in fretta, quegli opportuni articoli,
che comunque a lui personalmente non serviranno. Il
testimone di una idea, come Muzio Scevola, come Padre Kolbe,
come infiniti altri eroi, martiri e santi.
Ma
quella legge scritta oggi non c’è; pur se applicata, ma
solo in clandestina tacita pietà, scritta non c’è; ed a
lui non è concesso di morire. Vi si oppone il
“Giuramento di Ippocrate”, quello che ogni studente è
tenuto ad imparare a memoria e recitare a voce alta
pubblicamente prima che nel nome de “Il Popolo Italiano”
sia facultato ad esercitare la professione medica. Solo
come parentesi è da sottolineare come evidente che il
Vaticano e la Chiesa Cattolica non c’entrano niente,
contrariamente a quello che vorrebbero far crederete i
soliti opportunisti. Ippocrate visse quattro secoli prima
dell’era Cristiana e Cristo stesso chiese al Padre “se
possibile” di evitargli le sofferenze. Ma non fu
evidentemente possibile e si sa come andò a finire.
Ma il “Giuramento di Ippocrate” era superato, ed
infatti fu sostituito con uno nuovo che ne ricalcava però i
principi fondamentali, ed ancora il Codice Deontologico
Medico (solo del 1998!), impedisce ai medici di provocare
deliberatamente la morte. Constatato che il
“Codice” è posteriore di vent’anni alla legge
sull’aborto, considerato anch’esso omicidio dal pensiero
cattolico, legge questa regolarmente approvata ed attuata,
mi sembra abbastanza strumentale accollare la colpa delle
sofferenze di Welby alle ingerenze Vaticane.
Chiusa la parentesi indaghiamo dove mira tutto questo
battage sulla sofferenza del povero infermo.
Welby scrive al Capo dello Stato per manifestare la sua
volontà di porre fine alle sue sofferenze. Sa benissimo
di chiedere una cosa che è e non sarà nei poteri del
Presidente (che può fare grazia di vita, ma non di morte)
finché altri (il Parlamento, cioè il popolo italiano) non
decida diversamente.
Welby, che è malato ma
nient’affatto stupido, sa benissimo, o se no glielo
avranno sicuramente detto, che non è affatto facile fare
una legge siffatta, perché essa è legata a tante altre che
andrebbero modificate preventivamente, come lo stesso Codice
Deontologico Medico, la legge sull’accanimento
terapeutico, il testamento biologico eccetera…
probabilmente (ma non ne sono sicuro) servirebbe anche un
ritocco alla Costituzione del Popolo Italiano.
Welby e gli strenui sostenitori della sua idea sanno
benissimo che non c’è tanto tempo per il suo povero
corpo, e che la crociata, pur se lanciata oggi, non porterà
frutto che fra molto tempo.
Visto quindi che è
solo una lotta di giusto obiettivo a favore di sofferenti di
domani, si cerca di avviare l’iter legislativo al più
presto prendendoci dentro ogni energia ed intelligenza?....
Nossignori!
Si bada solo allo sfascio. Lo si
chiede al Ministro della Sanità, che furbescamente risponde
press’a poco: “io come Ministro non posso andare contro
la legge, e come persona non voglio farlo. Fatelo voi ed
assumetevene le conseguenze”.
Il Presidente
Napolitano, da parte sua, lancia un messaggio forte, dando
la grazia ad un medico in pensione che aveva ucciso il
figlio gravemente compromesso e perciò condannato.
Parecchie persone (anche autorevoli firme del nostro
forum di discussione) si sono offerte in prima persona per
porre consapevolmente termine alle sofferenze
dell’infermo, ma sono state impedite…
L’unica cosa che si vuole, da parte dei paladini di Welby,
è violare l’ordine costituito della legge e farlo
platealmente, con la maggior pubblicità possibile.
Ed allora, diciamolo con chiarezza. Tutta questa
messa in sena ha un solo obiettivo: destabilizzazione!.
Sulla pelle di un uomo morente. Come siamo caduti in
basso! Vergogna!
13 dicembre 2006
parole 1005 Intervento sui Forum IF e FR
7 dicembre 2006 0:00 - Zuzzu
da: Lucio Musto Data: 30 Novembre 2006
da:
ZaZaan! Data: 28 Novembre 2006
Professò, ce
lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che intendi per
"Democrazia decadente"?... è il tuo modo
signorile per dire "governo di merda"?
………………………………………… Certo
che bisogna proprio essere carenti di coglioni per
domandarsi e rispondersi da soli! Masturbazioni in
pubblico di Lucio Musto detto "o strunzo".
Che schifo.... che omme 'e merda!
7 dicembre 2006 0:00 - Tommaso
Musto sei un cretino che si parla addosso !
6 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Povero dott Augias!...
Oggi i sostenitori
dell'eutanasia legalizzata hanno sguinzagliato lui, in
TV, a sostenere le proprie ragioni. Ma il dottore si è
trovato di fronte una Livia Turco particolarmente agguerrita
e combattiva che gliene ha date di santa ragione.
L'unica cosa che è emersa dal penoso incontro, greve di
dettagli scabrosi e lagrimevoli compatimenti
("Lestorie" RAI3 oggi 6/12/2006 ore 12.30,
rivedibile su www.lestorie.rai3.it) è che la triste vicenda
del povero Welby è pesantemente strumentalizzata per farne
un martire di certe ideologie ed il suo prolungargli le
sofferenze non ha altro scopo che rendere più atroce
nell'animo di tutti noi il suo calvario.
Cosa
si fa per la pagnotta, e per un ordine di scuderia!
Povero dott Augias!.... com'è caduto in basso!
5 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Ed ancora, per chi fosse ancora dubbioso.
Oggi, il nostro Presidente Napolitano, ha concesso la grazia
ad un detenuto, com'è suo diritto fare. (fonte TG2 ore
13.00)
Chi è il beneficiario? Un padre
disperato che uccise suo figlio gravemente disabile.
Qualcosa da recriminare sull'operato
del Presidente, qualche dubbio sulla sofferenza del padre
sventurato?
ASSOLUTAMENTE NO!
... ma
il messaggio subliminare passa..., e non guasta!
1 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
AGGIORNAMENTO
Oggi il TG2 delle 13, profittando
delle percosse date ad un alunno portatore di handicap ha
riproposto il servizio sulla madre piangente dei due
schizofrenici che già ho segnalato.
Forse per
cercare di far raggiungere il messaggio nascosto
sull'eutanasia al maggior numero di persone possibile?
30 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
da: ZaZaan! Data: 28 Novembre 2006
Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che
intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo
modo signorile per dire "governo di merda"?
…………………………………………
No, ZaZaan, non intendo questo, anche se naturalmente
una serie di cattivi governi non faccia certo bene a
nessuno. Per “Democrazia decadente”intendo una cosa
diversa.
Come naturalmente sai benissimo la
Democrazia, in senso ampio, non è che un insieme di persone
che hanno deciso di mettersi insieme, darsi delle leggi
valide ed uguali per tutti e rispettarle per poter campare
meglio tutti. Non altro. Naturalmente poi le leggi
non saranno mai perfette e sempre perfettibili, ne mancherà
qualcuna, qualche altra sarà vecchia e da buttare via, una
sarà scritta male ed una sbagliata e da rifare eccetera
eccetera… una favorirà più i contadini ed una più i
dentisti, e su tutte ci sarà qualcosa da ridire.
Questo è previsto e perciò la Democrazia è in perenne
trasformazione ed evoluzione.
Ma il principio
rimane sempre quello: darsi delle regole comuni per campare
meglio tutti. Finché il principio è saldo è salda la
Democrazia.
La democrazia diventa logora,
epperciò decadente non quando le leggi non vanno più bene,
ma quando la gente comincia a dubitare del principio che la
legge serva. E’ come per i denti: una carie (legge
cattiva) la puoi curare e salvi il dente (la Democrazia)..
Se ti viene la piorrea (sfiducia nella legalità), il dente
cade, sano o malato che sia.
Ecco, io dico che la
Democrazia di oggi è decadente (ha la piorrea) perché la
mentalità della gente non dice più “la legge è malata,
curiamola”, ma “la legge è sbagliata,
ignoriamola”.
E la dentiera della Democrazia,
si chiama Dittatura. Forma di governo cui ci dirigiamo a
lesti passi.
Lucio Musto 30 novembre 2006
parole 295
_________________________________________________
29 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Vorrei discutere solo sulle domande poste dal signor Yates
Moretti.
1) Questa domanda andrebbe posta ad uno
specialista in materia, considerando che si tratta di
questioni di Diritto legale. Chi non fosse preparato in
proposito può al massimo esporre un suo giudizio morale
dipendentemente dal grado di pudore e serietà nella
considerazione del prossimo.
2) Probabilmente
perché chi si è mosso lo ha fatto dietro querele ben
precise. Eppoi chi ci dice che non vi siano anche situazioni
prodromiche di diverso genere che non vi sono ancora state
contestate ma sono state assicurate in ordine ad una
prevenzione prima di ulteriore abuso illegale? Ufficialmente
l'accusa è quella; ufficiosamente potrebbero esserci
anche altri estremi diversi non chiaramente accusabili ma
sufficienti per porre sotto osservazione l'andamento dei
futuri interventi, per cui, occhio!
3)
Daccordissimo con la sintesi dell'amico Lucio Musto, sia
chiaro che l'offesa offende! Aggiungerei solo la
costante dinamica del reciproco "preconcetto" che
pone immediatamente sulle difensive due interlocutori
impedendone il flusso comunicazionale.; in parole povere,
mancando la sincerità di cuore in quello che si espone, si
alimenta solo il pregiudizio; così, un argomento opinionale
sull'origine dell'uomo Gesù, che potrebbe essere
benissimo analizzato e studiato su basi
storico-scientifiche, come normalmente ed accademicamente si
fa con collaborazioni proficue di parte sia religiosa
(molti ricercatori sono religiosi) sia laica (moltissimi
sono puri scienziati non interessati alla religione), si
trasforma in un diverbio sterile sulle prerogative di
"bastardaggine" ed "illegittimità" del
soggetto in questione; quindi, in conclusione, se non
s'intende ragionare tutto scade in una serie di offese
premeditate.
Inoltre l'
"offendersi" distrae dalla valutazione della
realtà oggetto di discussione, in quanto sposta il
baricentro del discorso sull'amor proprio più che sul
fatto oggettivo osservato. Nell'intenzione sincera di
analizzare una situazione come quella di un approccio
liberale nei confronti della realtà si deve essere pronti a
valutare onestamente tutte le conseguenze e riconoscere ciò
che è buono da ciò che non lo è. La tendenza
attuale è quella di non riconoscere il "male" in
quanto tale, relativizzandolo a mero processo psichico o
naturale secondo aspetti strutturali; questo è forzosamente
errato, perché - come notate si complica il discorso appena
intrapreso - in realtà avete ragione nel credere che la
questione sia molto più semplice delle parole da usare
teorizzando un simile argomento; infatti il male è
puramente quello che si riconosce appunto come "non
buono" per noi, e il non volerlo riconoscere crea solo
smarrimento e conflitto, ovvero, è da fessi !!! Ecco
perché si tende a rilevare che una eccessiva
liberalizzazione sia causa di mali, puramente per esperienza
umana, storica, antropologica, insomma, ce lo portiamo
geneticamente dentro, questo modo di percepire ed intuire il
reale. E' la nostra difesa naturale. Se il topo non ne
usufruisse, finirebbe inesorabilmente in bocca al gatto!
Ciò non significa che tutte le liberalizzazioni siano
"male"; esse vanno solo scelte intelligentemente
più che ideologicamente.
4) Personalmente,
sempre piuttosto d'accordo con Lucio Musto, darei ben
più che la galera a chi offende vilmente; quello che
offende, infatti, è la viltà, perché non da modo
all'altro di difendersi. Anche qui andrebbero valutati
dinamismi umani, ma poi mi "beccherei" sicuramente
un'offesa io, da voi, 'ché già ho scritto
troppo.
Quindi aggiungo solo un avvertimento, per
coloro che pensano d'essere sicuri e ben nascosti dietro
lo schermo del loro computer: tale condizione di
"invisibilità" è virtuale come l'approccio
al forum. In parole povere, il firewall del provider che
ospita il sito web dell'ADUC registra tutte le
connessioni e le trasmissioni e ricezioni delle
apparecchiature che si collegano al nodo di rete. Ogni
computer lascia il proprio ID macchina sul "log"
del firewall registrandone l'accesso. Per chi vuole
controllare è facile capire quanti sono quelli che si
presentano con diverso nome e sapere "chi" sono,
statisticamente, anche se si spostano su macchine di diverso
tipo, a meno che non compiano ogni volta il collegamento da
una macchina diversa che non sia in rete con un server
centrale. Anche chi dovesse usare un "proxy", lo
potrebbe fare saltuariamente e non constantemente e comunque
anche il firewall del "proxy" lascia sul
"log" l'indirizzo delle macchine che si
collegano, per cui, se la polizia dovesse ricercare,
arriverebbe in breve all'indirizzo dell'utente
misterioso perché la rete dei numeri delle macchine
fornisce la posizione delle stesse e con facilità il
personale addetto risale al domicilio geografico della
macchina usata per il collegamento. Quindi, insomma,
occhi per tutti, perché se proprio si vuol sapere chi è da
render responsabile qualcuno del proprio agire, questo è
estremamente fattibile!
Ringraziando per
l'opportunità avuta di dirvi ancora la mia,
saluto tutti.
29 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Eccoci arrivati, per chi ancora dei dubbi!
Piangendo, la sventurata donna madre di due figli
psichicamente gravemente invalidati e quasi dimenticati
dall’assistenza pubblica, chiede la “Dolce morte”!
Non per sé, povera mamma determinata a lottare per i suoi
figli fino alla fine; fine che non si immagina molto
lontana. Ma per loro: «non voglio – dice – che morta
io vadano a fare i barboni per le strade. Morta io,
sopprimete anche loro. Per pietà!...»
Caso
straziante certo, e tragicamente vero. Probabilmente non
unico nemmeno in Italia, e drammaticamente irresolubile,
almeno per ora. In Italia nessuno potrà dare la
“Dolce morte” ai suoi figli, non appena lei non ci sarà
più. Nemmeno se lo chiede in Tivvù. Nemmeno se lo
chiede al Capo dello Stato o a chiunque altro. Lei
lo sa, la mamma disperata, e piange.
Ma la
Televisione di Stato, nella informazione principale della
giornata, il TG2 delle tredici ne parla, e mostra le
immagini delle lacrime della Signora agli italiani riuniti
per pranzo e si guarda bene (notate!) dal fare il minimo
commento. In “Tivvuese” significa: “Questo succede in
Italia, è cronaca di oggi, valutate voi secondo la vostra
coscienza!”. Lo dice agli Italiani in pausa pranzo e
già preoccupati della prossima ripresa della giornata
lavorativa.
Eccoci arrivati, per chi ha ancora
dei dubbi!
La Signora è nell’angoscia della
prova, e chiede cosa che ben sa che non si può fare, in
Italia!... ma chissà… magari con una spintarella di tutti
noi!... in fondo i figli psicopatici sono suoi e noi potremo
decidere ognuno per conto nostro se seguire l'esempio o
no!...
28 novembre 2006
28 novembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che
intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo
modo signorile per dire "governo di merda"?
28 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Egregio signor Moretti,
naturalmente
rispondo per me, anche se credo la mia posizione sia
condivisa da molti, e posso cavarmela in poche parole.
Assolutamente corretta la sua esposizione, e
rispettabilissima dall’inizio alla fine, se non per la
generica obiezione, che sempre faccio e ripeto fino alla
noia, che l’imperfezione dell’altro non serve mai a
giustificare la propria, né nel piccolo, né nel
grande. Lei espone la sua posizione, molto diversa
dalla mia, in modo chiaro, civile e corretto. Tanto di
cappello!... potremo discuterne, volendo, o sorvolare.
Potremo arricchirci reciprocamente, o restare arroccati
nelle nostre posizioni, o perdere inutilmente il nostro
tempo. In ogni caso non ci saremo insultati, non
offesi, non vilipesi e potremo sentirci comunque, dopo,
gentiluomini come prima. Ma non è esattamente quello
che accade, e noto che anche lei ne conviene, in altre sedi
di questo nostro luogo d’incontro virtuale e che la sua
redazione pretende di validare!
Riguardo poi alle
quattro domande, ecco le mie risposte: 1) Non lo so.
Non sono un competente, ma immagino che il legale che ha
ordinato il sequestro lo abbia (o avrebbe dovuto) anche
motivarlo. Basta leggere il dispositivo, per saperlo.
2) Non lo so, e me ne stupisco. Per le sconcezze che ho
letto in 18 mesi di frequentazione a “Dì la tua” mi
sarei aspettato divedere molte altre querele e processi.
Ma siamo in una democrazia decadente, come spesso
ripeto. 3) Non è il sostenere il proprio pensiero che
è offensivo, ma l’aggredire quello degli altri. 4)
Chi offende, soprattutto facendolo in modo vile, cioè
nascondendosi dietro un comodo, gratuito riparo per
garantirsi una torbida immunità va punito, per la difesa
della dignità di tutti; e due anni di carcere, a mio
avviso, possono essere ridicolmente pochi.
Non
ho altro da dire se non che non ho gradito la chiusa del suo
intervento, che mi è sembrata scadente. Ma naturalmente
questo è solo il mio contestabilissimo parere.
Spero di essere stato esauriente, ma sono naturalmente
disponibile per eventuali altre chiarificazioni.
Cordialità
Lucio Musto 28 nov 2006 parole
333 _________________________________________________IF
“Eutanasia – il diabolico inganno…”
28 novembre 2006 0:00 - E-segio
Caro Moretti, mi scuso per averle dato del cabarettista.
Vede, quel che conta, a mio avviso, non sono i
contenuti di una frase, ma le intenzioni. Se dire che Gesù
è un bastardo, nel senso di figlio illeggittimo, può
essere accettabile, dire che è un bastardo per offendere
Lui (e i bastardi come lui) è meno accettabile.
Con questo non intendo giustificare la pena (due anni di
carcere per questo non sono accettabili), ma distingue tra
offesa gratuita e libertà di esprimere il proprio pensiero.
28 novembre 2006 0:00 - passante
ma come si fa a prendere le parti di chi insulta
solamente? ancora più grave il fatto che si faccia
passare questo come emblema della libertà
d'espressione. ma davvero la libertà comprende
l'insulto?
28 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Entusiasmato dal suo incisivo intervento, personalmente la
ringrazio; questo suo atteggiamento le rende onore,
quell'onore che la laicità, come si intende nel vostro
"gergo", merita. Se ha letto quanto dice,
saprà che Cristo è stato il primo vero "laico",
come mentalità, pur non potendo né volendo prescindere
dalla realtà del divino. Essere laici, infatti, anche
per il cattolicesimo, significa non esser
"religiosi" ma questo non significa dover vivere
una realtà diversa, perché unica dovrebbe essere la
realtà di tutti e per tutti, così come vogliono i concetti
di uguaglianza e liberalità giustamente e coerentemente con
il reale pretesi. Semmai è il concetto dell'esser
religiosi, all'occhio del laico, che dovrebbe essere
corretto, anche per la necessità del religioso di sentirsi
più parte del mondo dei tutti e non isolato, così
com'é oggi, in un mondo a sé stante. Trovandomi
al lavoro, non ho il tempo di scriverle di più ma mi
propongo di partecipare alla sua discussione. Intanto saluto
codialmente tutti.
28 novembre 2006 0:00 - P.Y.Moretti
Mi dispiace che qualcuno si sia sentito offeso (spero non
vilipeso) dal mio intervento. Prima di dire altro,
vorrei pero' chiarire che il mio evidente
anticlericalismo ed agnosticismo (se non ateismo), non
e' frutto del disprezzo di Gesu' e della Chiesa
cattolica. Personalmente, non sostengo che Gesu'
sia un figlio illegittimo. E' vero, come molti cristiani
del resto (molti messi al rogo per questo), non credo che
Gesu' sia figlio di Dio. Nel mio caso non perche'
conosca l'origine del concepimento, ma perche'
semplicemente non credo in Dio. Ma, sinceramente, la
discussione sulla paternita' di Cristo mi interessa il
giusto. Gesu' e' una figura a mio avviso
straordinaria. La mia formazione e le mie letture
sull'argomento mi portano a pensare che Gesu' sia
realmente esistito. Sono anche convinto che da lui (o
comunque da coloro che lo hanno circondato e ne hanno
scolpito l'immagine e la storia) siano nati e siano
stati trasmessi valori che oggi sono alla base di cio'
che amo della cultura in cui sono immerso. Il suo messaggio
e' un patrimonio di eccezionale ricchezza, ovviamente
uno dei piu' importanti nella storia
dell'umanita'. Provo anche enorme ammirazione
per cio' che nei secoli ha fatto la Chiesa. Senza di
essa, l'oggetto dei miei studi e della mia passione
sarebbe pressoche' invisibile. Senza di essa, la nostra
societa' sarebbe oggi radicalmente diversa. E anche se
su qualche aspetto forse oggi saremmo piu' liberi, su
molti altri e' probabile che saremmo ancora immersi
nell'oscurita' piu' totale. La laicita'
stessa, cio' che oggi ritengo un valore irrinunciabile
da proteggere, affonda le sue radici proprio nella storia
del cristianesimo. Detto questo, devo anche confessare
che personalmente spesso non condivido nel merito (e anche
nel metodo) molti degli interventi che sono stati ritenuti
"vilipendio" dal magistrato di Catania. Allo
stesso tempo, e con la stessa forza, non condivido nel
merito e nel metodo molte delle cose che dicono oggi i
rappresentanti della Chiesa cattolica, e che hanno
conseguenze ben piu' gravi di cio' che puo'
essere detto in un forum dell'Aduc. Ma sono altrettanto
convinto che tutti debbano poter esprimere le proprie idee,
ideologie e pregiudizi a riguardo ed anche la propria rabbia
ed insofferenza. Se escludiamo quindi le bestemmie,
che non sono reato, vi chiedo: 1. cosa nel forum
sequestrato, a vostro avviso, costituisce reato punibile con
due anni di carcere e giustifica un sequestro
preventivo? 2. perche' di tutte le
"offese" che vengono pubblicate sui nostri forum,
si e' deciso di agire solo nel nome dell'art. 403 cp
(vilipendio alla religione)? 3. perche' sarebbe
meno offensivo chi sostiene che i non-credenti (ovvero,
anche io) siano all'origine dei mali della societa'
contemporanea (Aids, guerre, terrorismo, ecc.), di chi
invece sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo
(ovvero, in ripugnante volgare, un
"bastardo")? 4. davvero, Voi ch'ascoltate
e v'offendete, siete d'accordo con il provvedimento
di censura preventiva e con il carcere fino a due anni per
chi ha scritto e pubblicato interventi offensivi? Se
per rispondere a queste domande ci si vorra' coprire
dietro slogan come "la legge e' la legge",
allora avro' avuto la mia risposta: anche a voi, come a
chi accusate di offendere, non frega niente di dibattere, ma
solo di affermare principi con violenza verbale (le offese)
e fisica (il carcere). Con questo, il
"rispettabilissimo cabarettista" cessera' di
intervenire ed ascoltera' in silenzio.
28 novembre 2006 0:00 - Useg
E' più etico difendere coerentemente la vita dal
concepimento alla morte naturale o usare (con un falso
pietismo) un caso come quello di Welby per fini non bene
identificabili?
E quanta malafede c'è nel
non voler capire ciò che con chiarezza estrema (ed enorme
buonsenso) sostiene la Chiesa in proposito?
28 novembre 2006 0:00 - E-segio
Mi accodo a quanto ha ben detto Musto.
Qua
probabilmente si confonde la vita vera, la realtà così
com'è, con un teatrino.
Moretti, il suo è
cabaret!
27 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Mi permetta, caro Yates, di esprimere il più marcato
dissenso su una affermazione, che è luogo comune nel vostro
pensiero falsamente liberale, che la “massa dei
credenti” e la Chiesa come istituzione, siano DUE COSE
DISTINTE verso le quali avere un diverso rapporto: con le
prime - concettualmente non pericolose - quello di un
paternalista compatimento per quella malattia infantile che
si chiama “fede”, mentre con l’altra, rappresentata
dalla Chiesa cattolica e la sua gerarchia, l’ostentata
guerriglia urbana nei confronti di chi si teme possa
togliervi quella libertà di pensiero che in realtà già
mostrate di non avere, mostrando troppo spesso, purtroppo,
l’elasticità mentale di un sampietrino!
SI
SAPPIA UNA BUONA VOLTA CHE I CREDENTI CATTOLICI E LA CHIESA
CHE LI ACCOMUNA SONO UN’UNICA COSA E SEMPRE SARA’
COSI’ CHE CIO’ MAI PORTERA A DISCREZIONE TRA LA VITA
SOCIALE E POLITICA E QUELLA PRIVATAMENTE PERSONALE!
Infatti è un affronto per il credente, la sua
personale asserzione con la quale sostiene relegare
concettualmente la fede cristiana quale garante di salvezza
dall’ignominia di una cosa ridicola come “la pippa”,
pratica contro la quale avrà avuto qualcosa da raccomadarle
il suo parroco nelle lezioni di catechismo infantile, con il
puro scopo di purificarsi dalla stessa per evitare le fiamme
dell’inferno!
Ma cosa crede, di aver a che
discutere con degli imbecilli? Fortunatamente la realtà è
ben diversa: vi trovate a combattere con un popolo, vostro
malgrado, ben più numeroso di quello che credete, dei quali
il Papa in primo luogo non è che il rappresentante
ufficiale della volontà e della fede di tale popolo che HA
DIRITTO e VUOLE essere constantemente presente nelle scelte
della vita sociale e il cui ruolo non si pensi nemmeno
lontanamente al volerlo relegare in alcuna maniera tentando
di ridicolizzarlo a mero esercizio di pratica penitenziale
di bigotta significanza.
Saluti.
27 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Ci dice il rispettabilissimo signor Moretti:
“Chi sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo,
dall'altra parte, viene censurato e rischia due anni di
carcere. Davvero tutto questo rappresenta i valori
"tolleranti" del cattolicesimo di "milioni di
credenti"?
……..
Ma davvero
lei signor Moretti, e la signora Donatella ritenete che qui
si “sostenga” questo o quello, se ne “discuta”, e
si “esprimano” opinioni o pareri “discrepanti”?... e
quei cattivoni dei cattolici non accettano il “confronto
di opinioni” e queste libere, urbane e quanto mai
legittime “esternazioni di dissenso”?
Ma non
sapete leggere, o volete prenderci per il culo?... perché
noi, cristiani lo siamo, ma imbecilli no!
Grazie!
Lucio Musto 27 novembre 2006
27 novembre 2006 0:00 - P.Y.Moretti
Gentile signor/a E-segio, Noi non mettiamo in
discussione la liberta' di parola del Vaticano.
Critichiamo semplicemente quello che dice, che spesso ci
pare tragicamente aberrante. Siamo o no liberi di criticare?
Quello che invece mettiamo in discussione e'
l'ingerenza della Chiesa sul processo politico
dell'Italia (un Paese altro), che nasce anche dal
finanziamento pubblico alla Chiesa (8 per mille e esenzioni
Ici) e degli interventi determinanti (anche finanziari?)
nelle campagne elettorali e referendarie. Cerchi
inoltre di distinguere fra i "milioni di credenti"
e le istituzioni dello Stato vaticano. Sono due entita'
nettamente separate, anche nei valori (come evidenziano da
sempre ricerche sull'argomento). Per esempio, chieda ai
"milioni di credenti" se seguono i consigli
dell'ufficio vaticano per la salute sul preservativo o
sulla masturbazione, o sui rapporti extraconiugali.
Finche' si tratta di farsi una pippa e poi doversi
confessare per non finire all'inferno, il nostro massimo
rispetto. Ma quando si arriva ad usare le proprie armi
(spirituali e materiali) per spingere uno Stato altro a
proibire un comportamento giudicato cattolicamente immorale
e' ben altra cosa. Qui finisce il nostro silenzio ed
inizia la nostra piu' dura critica. Lo stesso faremmo e
facciamo verso ogni altra confessione religiosa o politica
(comunismo, fascismo, anticapitalismo, pacifismo, e tutti
gli "-ismi".) che vuole imporre i propri valori su
tutti gli altri. Infine, vorrei che lei distinguesse
fra liberta' di espressione, liberta' di critica, e
la condanna a due anni di carcere. Pensi che un prete
puo' dire che la secolarizzazione, l'ateismo e
l'agnosticismo sono la causa dei mali della societa'
contemporanea (lo ha detto il capo di tutti i preti). Ovvero
che l'Aids, il terrorismo, il razzismo, sono tutti figli
di chi non crede. Chi sostiene che Gesu' e' un
figlio illegittimo, dall'altra parte, viene censurato e
rischia due anni di carcere. Davvero tutto questo
rappresenta i valori "tolleranti" del
cattolicesimo di "milioni di credenti"?
27 novembre 2006 0:00 - Useg
Topesio,
non so se schiaccerei quel bottone
senza pensarci. Forse mi attiverei in tutti i modi per
sollevare le pene di quella persona, forse farei in modo di
starle vicino il più possibile, probabilmente eviterei
l'accanimento terapeutico...
C'è una
gran differenta tra "procurare la morte" e
"permettere la morte".
27 novembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Proposta concreta:
Cinquemila euri e vi eutanasio
chi vi pare, e vi ci faccio anche una motivazione credibile
compresa nel prezzo.
(Offerta! fino al 31/12 con
6.000 euri, mazzetta compresa, motivazione legalmente
inoppugnabile!)
27 novembre 2006 0:00 - Topesio
I casi sono tutti diversi. Anch'io accudirei mia madre
ma se Welby me lo chiedesse schiaccerei il famoso bottone,
visto e considerato che è persona ben capace di intendere e
di volere. Piuttosto, io girerei la domanda: sareste
disposti a NON schiacciare quel bottone, ben sapendo che la
persona che vi implora a farlo sta soffrendo le pene
dell'inferno?
27 novembre 2006 0:00 - E-segio
Caro Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc.
Quello che afferma la chiesa è ingerenza? Ma non siamo
tutti liberi di esprimere il nostro pensiero? Per la stessa
ragione dovrebbe esserlo la chiesa che rappresenta milioni
di credenti.
Non perdete occasione qui sul forum
di affermare la libertà di pensiero e di opinione e in nome
di ciò accettate gli interventi blasfemi e volgari.
Cercate di essere coerenti, per favore.
27 novembre 2006 0:00 - Useg
Voi che sostenete la legittimità dell'eutanasia ve la
sentireste di schiacciare il bottone che toglie la vita?
Io ho avuto mia madre malata per 5 anni di alzheimer e
l'ho accudita fino al suo ultimo respiro tenendole la
mano.
27 novembre 2006 0:00 - Reset
Eh no... non tutta "quell'altra gente" è per
la pena di morte e per il razzismo, caro Topesio, come sono
certo non tutta "certa gente" è come quella che
dice Useg. Non generalizziamo le posizioni di una
falange, sia in un senso sia in un altro. Non faremo una
buona cosa. Intervenendo anch'io, credo che
indubbiamente, come dice Gennaro, avere un proprio caro in
determinate situazioni cliniche farebbe decadere molta della
sicurezza e molte delle certezze di tanti, che si sono
professati sicuramente contro l'eutanasia. Il
problema, però, se ci pensate bene, è diverso. Non si
tratta di essere favorevoli o contrari all'eutanasia, si
tratta, a ben vedere, di sostituirsi o meno al sofferente,
al povero malcapitato o meno. Chi siamo noi, altri da
lui, da decidere che quello stato di vita NON è dignitoso,
NON è umano, NON è ..... Noi diamo alla vita, oggi,
un significato non solo biologico, ma anche di relazione,
visto il tenore e lo stile di vita che conduciamo. Ma
facciamo un passo indietro o guardiamoci intorno: il nostro
"senso" della vita sarebbe lo stesso, ad esempio,
se vivessimo nel 250 d.C. o se vivessimo in una sperduta
regione dell'Amazzonia o in Africa, con la fame e la
sete a farla da padroni, sarebbe lo stesso se la nostra
aspettativa di vita fosse di soli 25 anni, come
all'epoca dei Romani o se fossimo schiavi sotto gli
Egiziani. La "dignità" di cui si parla ne
risentirebbe? Lo so, molti di voi, sorridendo,
bollerebbero queste mie parole col pensare: ma si parla di
uomini e donne del 2006 in Italia, diamine...che ci frega di
quelle realtà storiche o geografiche? Eh no! Qui si
parla di VITA e la VITA, miei cari è sempre la stessa, a
qualunque longitudine o latitudine si esprima o in qualunque
contesto storico-culturale si esamini. Eppoi vi sono,
come sempre, gli usi...impropri di una legge o di una
decisione che si prenda in tal senso. Così ci si
potrebbe trovare di fronte a richieste di eutanasia, già
dopo 15 giorni di coma, dopo un incidente che abbia privato
il malcapitato dell'uso delle gambe o della vista. Si
argomenterebbe che il muoversi, il vedere, il sentire, il
parlare, il gesticolare, sono condizioni irrinunciabili
all'esistenza in vita con dignità, con etica, con
umanità, caro Gennaro, per usare le tue parole. E allora?
Dove si arriverebbe?
26 novembre 2006 0:00 - Topesio
Caro Useg, se per "certa gente" intendi quelli di
sinistra, vorrei allora farti notare che "certa altra
gente", che si professa di continuo super credente e
mena vanto di difendere la vita, non ha difficoltà ad esser
favorevole alla pena di morte, senza contare il
razzismo... Bella cultura di Vita!!!
26 novembre 2006 0:00 - gennaro
A tutti quelli che hanno detto tante belle parole ed
espresso tanti bei giudizi (anche gratuiti, vedasi
soprattutto "ermetico" ed "useg") prima
di me, spero (e ve lo auguro di tutto cuore!) di non dovervi
trovare mai nelle situazioni di quelle persone che sono
costrette a sopravvivere in condizioni disperate in cui cui
la dignità umana NON ESISTE PIU'. Perchè in tal caso
non sò se sareste ancora in grado di mantenere la saldezza
e sicumera dimostrata nei vostri paroloni e nei vostri
giudizi. La vera maturità civile forse l'umanità
la raggiungerà quando riuscirà a liberarsi di tutti i
dogmi e di tutte le false verità propinateci da millenni
dalle cosiddette "religioni costituite" che
plagiando le nostre coscienze e fanno perdere di vista
quello che secondo me è il vero valore della vita:
l'uomo, la sua umanità, la sua dignità, la sua etica.
Questa sarebbe una religione degna di essere seguita (e di
essere insegnata a scuola!)quella che mette al centro di
tutto L'UOMO, l'uomo senza distinzioni di razza, di
credo, di cultura, ecc. nel solo interesse di promuovere la
pace ed i valori etici che già possiede dentro di sè.
Tutto il resto è solo ipocrisia, affermazione e difesa di
un potere materiale che si nasconde dietro il falso dogma di
un presunto "mandato" ricevuto direttamente da Dio
sugli altri uomini (ma chi ci crede più ?) Altrettanto
cordialmente.