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14 dicembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Zuzzu, ti piacerebbe saperti tirare una sega eh?...

Lascia perdere!... non è cosa tua!
Perché oltre ai coglioni, ci vuole anche la mazza!
14 dicembre 2006 0:00 - kastigamatti
E dopo vi lamentate se vi sequestrano i forum...
a quanto pare sono gli stessi consiglieri della Aduc ad essere luridi comunisti mangiapreti!!!
14 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Chiarezza?... è una parola!

Ed allora, visto che tutti si sentono in diritto di esprimere un giudizio definitivo ed universale sul serio problema dell’eutanasia, ultimamente sbattuto in primo piano dal “Caso Welby”, senza peraltro aver ascoltato altro che quello capace di convalidare questa o quella idea preconcetta, mi permetterò anch’io di fare qualche considerazione.

Su tutto, meno che sul fatto che il povero apostolo della morte voglia effettivamente lasciare questa vita. Lo do per certo, e se così non fosse il mio discorso varrebbe per un qualche altro sofferente stufo di soffrire, ma con un nome diverso.

Partirò da una esperienza di dolore comune credo a tutti, certamente già vissuta da chi ha una certa età, familiare ad ogni medico. Credente, scettico, appassionato o distaccato che sia. Il momento dell’ineluttabile, quando per il familiare amato, per il paziente privilegiato giunge il momento del distacco. Il momento preciso in cui ognuno prende coscienza che “il possibile è stato fatto” ed altro non è possibile che alzare le braccia al cielo: in segno di impotenza per alcuni, di preghiera per altri, di bestemmia per altri ancora.

Praticamente sempre, salvo le morti violente e solitarie, c’è il “distacco della spina”, la dichiarazione intima di impotenza, il saluto supremo all’anima che parte. Quando la scienza cede il passo alla pietà

Prima del povero Welby innumerevoli volte, dopo di lui altre innumerevoli volte. Abbiamo annuito io per mia madre, tu per tuo nonno, molti per il loro figlio: “basta così” e poi finisce.
Nella consapevolezza di tutti, nella sconfitta di ogni dedizione, quell’ultima inutile “bomba” viene risparmiata al moribondo, quasi un sfida alla morte che viene, cui consegniamo le armi, inutili ormai ma ancora orgogliosamente strette in pugno in un atto di estrema fierezza.

Non dipende dalla malattia, non dalla devastazione fisica che il dolore ha operato, Altri come lui, con la stessa patologia si sono spenti in mille letti d’ospedali, altri con mali peggiori e più degradanti, forse… al momento della morte, una bronchite è turpe quanto la lebbra.

Welby quindi non c’entra con la morte. Morirà come tutti gli altri, meno “peggio”, o più “peggio”, e nemmeno con la sofferenza; soffrirà la sua parte, troppa per la vita, giusta giusta per la morte.

Lui, il martire, c’entra solo con la legge.
La legge degli uomini.
Più precisamente, una legge che non c’è.
Una legge da sempre applicata tacitamente e che ora si vuole che sia anche scritta.
Giustamente.

Welby continua il suo calvario perché qualcuno (o lui stesso, si dice) ha scelto il martirio per spingere gli uomini (no, non tutti gli uomini, solo il parlamento Italiano) a scriverle in fretta, quegli opportuni articoli, che comunque a lui personalmente non serviranno. Il testimone di una idea, come Muzio Scevola, come Padre Kolbe, come infiniti altri eroi, martiri e santi.

Ma quella legge scritta oggi non c’è; pur se applicata, ma solo in clandestina tacita pietà, scritta non c’è; ed a lui non è concesso di morire.
Vi si oppone il “Giuramento di Ippocrate”, quello che ogni studente è tenuto ad imparare a memoria e recitare a voce alta pubblicamente prima che nel nome de “Il Popolo Italiano” sia facultato ad esercitare la professione medica.
Solo come parentesi è da sottolineare come evidente che il Vaticano e la Chiesa Cattolica non c’entrano niente, contrariamente a quello che vorrebbero far crederete i soliti opportunisti. Ippocrate visse quattro secoli prima dell’era Cristiana e Cristo stesso chiese al Padre “se possibile” di evitargli le sofferenze. Ma non fu evidentemente possibile e si sa come andò a finire.

Ma il “Giuramento di Ippocrate” era superato, ed infatti fu sostituito con uno nuovo che ne ricalcava però i principi fondamentali, ed ancora il Codice Deontologico Medico (solo del 1998!), impedisce ai medici di provocare deliberatamente la morte.
Constatato che il “Codice” è posteriore di vent’anni alla legge sull’aborto, considerato anch’esso omicidio dal pensiero cattolico, legge questa regolarmente approvata ed attuata, mi sembra abbastanza strumentale accollare la colpa delle sofferenze di Welby alle ingerenze Vaticane.

Chiusa la parentesi indaghiamo dove mira tutto questo battage sulla sofferenza del povero infermo.

Welby scrive al Capo dello Stato per manifestare la sua volontà di porre fine alle sue sofferenze. Sa benissimo di chiedere una cosa che è e non sarà nei poteri del Presidente (che può fare grazia di vita, ma non di morte) finché altri (il Parlamento, cioè il popolo italiano) non decida diversamente.

Welby, che è malato ma nient’affatto stupido, sa benissimo, o se no glielo avranno sicuramente detto, che non è affatto facile fare una legge siffatta, perché essa è legata a tante altre che andrebbero modificate preventivamente, come lo stesso Codice Deontologico Medico, la legge sull’accanimento terapeutico, il testamento biologico eccetera… probabilmente (ma non ne sono sicuro) servirebbe anche un ritocco alla Costituzione del Popolo Italiano.

Welby e gli strenui sostenitori della sua idea sanno benissimo che non c’è tanto tempo per il suo povero corpo, e che la crociata, pur se lanciata oggi, non porterà frutto che fra molto tempo.

Visto quindi che è solo una lotta di giusto obiettivo a favore di sofferenti di domani, si cerca di avviare l’iter legislativo al più presto prendendoci dentro ogni energia ed intelligenza?.... Nossignori!

Si bada solo allo sfascio. Lo si chiede al Ministro della Sanità, che furbescamente risponde press’a poco: “io come Ministro non posso andare contro la legge, e come persona non voglio farlo. Fatelo voi ed assumetevene le conseguenze”.

Il Presidente Napolitano, da parte sua, lancia un messaggio forte, dando la grazia ad un medico in pensione che aveva ucciso il figlio gravemente compromesso e perciò condannato.

Parecchie persone (anche autorevoli firme del nostro forum di discussione) si sono offerte in prima persona per porre consapevolmente termine alle sofferenze dell’infermo, ma sono state impedite…

L’unica cosa che si vuole, da parte dei paladini di Welby, è violare l’ordine costituito della legge e farlo platealmente, con la maggior pubblicità possibile.

Ed allora, diciamolo con chiarezza. Tutta questa messa in sena ha un solo obiettivo: destabilizzazione!.
Sulla pelle di un uomo morente. Come siamo caduti in basso! Vergogna!


13 dicembre 2006 parole 1005 Intervento sui Forum IF e FR
7 dicembre 2006 0:00 - Zuzzu
da: Lucio Musto
Data: 30 Novembre 2006

da: ZaZaan!
Data: 28 Novembre 2006

Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo modo signorile per dire "governo di merda"?
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Certo che bisogna proprio essere carenti di coglioni per domandarsi e rispondersi da soli!
Masturbazioni in pubblico di Lucio Musto detto "o strunzo".
Che schifo.... che omme 'e merda!
7 dicembre 2006 0:00 - Tommaso
Musto sei un cretino che si parla addosso !
6 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Povero dott Augias!...

Oggi i sostenitori dell'eutanasia legalizzata hanno sguinzagliato lui, in TV, a sostenere le proprie ragioni.
Ma il dottore si è trovato di fronte una Livia Turco particolarmente agguerrita e combattiva che gliene ha date di santa ragione.

L'unica cosa che è emersa dal penoso incontro, greve di dettagli scabrosi e lagrimevoli compatimenti ("Lestorie" RAI3 oggi 6/12/2006 ore 12.30, rivedibile su www.lestorie.rai3.it) è che la triste vicenda del povero Welby è pesantemente strumentalizzata per farne un martire di certe ideologie ed il suo prolungargli le sofferenze non ha altro scopo che rendere più atroce nell'animo di tutti noi il suo calvario.

Cosa si fa per la pagnotta, e per un ordine di scuderia!

Povero dott Augias!.... com'è caduto in basso!
5 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Ed ancora, per chi fosse ancora dubbioso.


Oggi, il nostro Presidente Napolitano, ha concesso la grazia ad un detenuto, com'è suo diritto fare. (fonte TG2 ore 13.00)

Chi è il beneficiario? Un padre disperato che uccise suo figlio gravemente disabile.



Qualcosa da recriminare sull'operato del Presidente, qualche dubbio sulla sofferenza del padre sventurato?

ASSOLUTAMENTE NO!

... ma il messaggio subliminare passa..., e non guasta!
1 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
AGGIORNAMENTO

Oggi il TG2 delle 13, profittando delle percosse date ad un alunno portatore di handicap ha riproposto il servizio sulla madre piangente dei due schizofrenici che già ho segnalato.

Forse per cercare di far raggiungere il messaggio nascosto sull'eutanasia al maggior numero di persone possibile?
30 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
da: ZaZaan!
Data: 28 Novembre 2006

Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo modo signorile per dire "governo di merda"?
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No, ZaZaan, non intendo questo, anche se naturalmente una serie di cattivi governi non faccia certo bene a nessuno. Per “Democrazia decadente”intendo una cosa diversa.

Come naturalmente sai benissimo la Democrazia, in senso ampio, non è che un insieme di persone che hanno deciso di mettersi insieme, darsi delle leggi valide ed uguali per tutti e rispettarle per poter campare meglio tutti. Non altro.
Naturalmente poi le leggi non saranno mai perfette e sempre perfettibili, ne mancherà qualcuna, qualche altra sarà vecchia e da buttare via, una sarà scritta male ed una sbagliata e da rifare eccetera eccetera… una favorirà più i contadini ed una più i dentisti, e su tutte ci sarà qualcosa da ridire.
Questo è previsto e perciò la Democrazia è in perenne trasformazione ed evoluzione.

Ma il principio rimane sempre quello: darsi delle regole comuni per campare meglio tutti.
Finché il principio è saldo è salda la Democrazia.

La democrazia diventa logora, epperciò decadente non quando le leggi non vanno più bene, ma quando la gente comincia a dubitare del principio che la legge serva.
E’ come per i denti: una carie (legge cattiva) la puoi curare e salvi il dente (la Democrazia).. Se ti viene la piorrea (sfiducia nella legalità), il dente cade, sano o malato che sia.

Ecco, io dico che la Democrazia di oggi è decadente (ha la piorrea) perché la mentalità della gente non dice più “la legge è malata, curiamola”, ma “la legge è sbagliata, ignoriamola”.

E la dentiera della Democrazia, si chiama Dittatura. Forma di governo cui ci dirigiamo a lesti passi.

Lucio Musto 30 novembre 2006 parole 295
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29 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Vorrei discutere solo sulle domande poste dal signor Yates Moretti.

1) Questa domanda andrebbe posta ad uno specialista in materia, considerando che si tratta di questioni di Diritto legale. Chi non fosse preparato in proposito può al massimo esporre un suo giudizio morale dipendentemente dal grado di pudore e serietà nella considerazione del prossimo.

2) Probabilmente perché chi si è mosso lo ha fatto dietro querele ben precise. Eppoi chi ci dice che non vi siano anche situazioni prodromiche di diverso genere che non vi sono ancora state contestate ma sono state assicurate in ordine ad una prevenzione prima di ulteriore abuso illegale? Ufficialmente l'accusa è quella; ufficiosamente potrebbero esserci anche altri estremi diversi non chiaramente accusabili ma sufficienti per porre sotto osservazione l'andamento dei futuri interventi, per cui, occhio!

3) Daccordissimo con la sintesi dell'amico Lucio Musto, sia chiaro che l'offesa offende! Aggiungerei solo la costante dinamica del reciproco "preconcetto" che pone immediatamente sulle difensive due interlocutori impedendone il flusso comunicazionale.; in parole povere, mancando la sincerità di cuore in quello che si espone, si alimenta solo il pregiudizio; così, un argomento opinionale sull'origine dell'uomo Gesù, che potrebbe essere benissimo analizzato e studiato su basi storico-scientifiche, come normalmente ed accademicamente si fa con collaborazioni proficue di parte sia religiosa (molti ricercatori sono religiosi) sia laica (moltissimi sono puri scienziati non interessati alla religione), si trasforma in un diverbio sterile sulle prerogative di "bastardaggine" ed "illegittimità" del soggetto in questione; quindi, in conclusione, se non s'intende ragionare tutto scade in una serie di offese premeditate.

Inoltre l' "offendersi" distrae dalla valutazione della realtà oggetto di discussione, in quanto sposta il baricentro del discorso sull'amor proprio più che sul fatto oggettivo osservato. Nell'intenzione sincera di analizzare una situazione come quella di un approccio liberale nei confronti della realtà si deve essere pronti a valutare onestamente tutte le conseguenze e riconoscere ciò che è buono da ciò che non lo è.
La tendenza attuale è quella di non riconoscere il "male" in quanto tale, relativizzandolo a mero processo psichico o naturale secondo aspetti strutturali; questo è forzosamente errato, perché - come notate si complica il discorso appena intrapreso - in realtà avete ragione nel credere che la questione sia molto più semplice delle parole da usare teorizzando un simile argomento; infatti il male è puramente quello che si riconosce appunto come "non buono" per noi, e il non volerlo riconoscere crea solo smarrimento e conflitto, ovvero, è da fessi !!!
Ecco perché si tende a rilevare che una eccessiva liberalizzazione sia causa di mali, puramente per esperienza umana, storica, antropologica, insomma, ce lo portiamo geneticamente dentro, questo modo di percepire ed intuire il reale. E' la nostra difesa naturale. Se il topo non ne usufruisse, finirebbe inesorabilmente in bocca al gatto!
Ciò non significa che tutte le liberalizzazioni siano "male"; esse vanno solo scelte intelligentemente più che ideologicamente.

4) Personalmente, sempre piuttosto d'accordo con Lucio Musto, darei ben più che la galera a chi offende vilmente; quello che offende, infatti, è la viltà, perché non da modo all'altro di difendersi. Anche qui andrebbero valutati dinamismi umani, ma poi mi "beccherei" sicuramente un'offesa io, da voi, 'ché già ho scritto troppo.

Quindi aggiungo solo un avvertimento, per coloro che pensano d'essere sicuri e ben nascosti dietro lo schermo del loro computer: tale condizione di "invisibilità" è virtuale come l'approccio al forum. In parole povere, il firewall del provider che ospita il sito web dell'ADUC registra tutte le connessioni e le trasmissioni e ricezioni delle apparecchiature che si collegano al nodo di rete. Ogni computer lascia il proprio ID macchina sul "log" del firewall registrandone l'accesso. Per chi vuole controllare è facile capire quanti sono quelli che si presentano con diverso nome e sapere "chi" sono, statisticamente, anche se si spostano su macchine di diverso tipo, a meno che non compiano ogni volta il collegamento da una macchina diversa che non sia in rete con un server centrale. Anche chi dovesse usare un "proxy", lo potrebbe fare saltuariamente e non constantemente e comunque anche il firewall del "proxy" lascia sul "log" l'indirizzo delle macchine che si collegano, per cui, se la polizia dovesse ricercare, arriverebbe in breve all'indirizzo dell'utente misterioso perché la rete dei numeri delle macchine fornisce la posizione delle stesse e con facilità il personale addetto risale al domicilio geografico della macchina usata per il collegamento.
Quindi, insomma, occhi per tutti, perché se proprio si vuol sapere chi è da render responsabile qualcuno del proprio agire, questo è estremamente fattibile!

Ringraziando per l'opportunità avuta di dirvi ancora la mia,
saluto tutti.
29 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Eccoci arrivati, per chi ancora dei dubbi!

Piangendo, la sventurata donna madre di due figli psichicamente gravemente invalidati e quasi dimenticati dall’assistenza pubblica, chiede la “Dolce morte”!
Non per sé, povera mamma determinata a lottare per i suoi figli fino alla fine; fine che non si immagina molto lontana. Ma per loro: «non voglio – dice – che morta io vadano a fare i barboni per le strade. Morta io, sopprimete anche loro. Per pietà!...»

Caso straziante certo, e tragicamente vero. Probabilmente non unico nemmeno in Italia, e drammaticamente irresolubile, almeno per ora.
In Italia nessuno potrà dare la “Dolce morte” ai suoi figli, non appena lei non ci sarà più. Nemmeno se lo chiede in Tivvù. Nemmeno se lo chiede al Capo dello Stato o a chiunque altro.
Lei lo sa, la mamma disperata, e piange.

Ma la Televisione di Stato, nella informazione principale della giornata, il TG2 delle tredici ne parla, e mostra le immagini delle lacrime della Signora agli italiani riuniti per pranzo e si guarda bene (notate!) dal fare il minimo commento. In “Tivvuese” significa: “Questo succede in Italia, è cronaca di oggi, valutate voi secondo la vostra coscienza!”. Lo dice agli Italiani in pausa pranzo e già preoccupati della prossima ripresa della giornata lavorativa.

Eccoci arrivati, per chi ha ancora dei dubbi!

La Signora è nell’angoscia della prova, e chiede cosa che ben sa che non si può fare, in Italia!... ma chissà… magari con una spintarella di tutti noi!... in fondo i figli psicopatici sono suoi e noi potremo decidere ognuno per conto nostro se seguire l'esempio o no!...

28 novembre 2006
28 novembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo modo signorile per dire "governo di merda"?
28 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto

Egregio signor Moretti,

naturalmente rispondo per me, anche se credo la mia posizione sia condivisa da molti, e posso cavarmela in poche parole.

Assolutamente corretta la sua esposizione, e rispettabilissima dall’inizio alla fine, se non per la generica obiezione, che sempre faccio e ripeto fino alla noia, che l’imperfezione dell’altro non serve mai a giustificare la propria, né nel piccolo, né nel grande.
Lei espone la sua posizione, molto diversa dalla mia, in modo chiaro, civile e corretto. Tanto di cappello!... potremo discuterne, volendo, o sorvolare. Potremo arricchirci reciprocamente, o restare arroccati nelle nostre posizioni, o perdere inutilmente il nostro tempo.
In ogni caso non ci saremo insultati, non offesi, non vilipesi e potremo sentirci comunque, dopo, gentiluomini come prima.
Ma non è esattamente quello che accade, e noto che anche lei ne conviene, in altre sedi di questo nostro luogo d’incontro virtuale e che la sua redazione pretende di validare!

Riguardo poi alle quattro domande, ecco le mie risposte:
1) Non lo so. Non sono un competente, ma immagino che il legale che ha ordinato il sequestro lo abbia (o avrebbe dovuto) anche motivarlo. Basta leggere il dispositivo, per saperlo.
2) Non lo so, e me ne stupisco. Per le sconcezze che ho letto in 18 mesi di frequentazione a “Dì la tua” mi sarei aspettato divedere molte altre querele e processi. Ma siamo in una democrazia decadente, come spesso ripeto.
3) Non è il sostenere il proprio pensiero che è offensivo, ma l’aggredire quello degli altri.
4) Chi offende, soprattutto facendolo in modo vile, cioè nascondendosi dietro un comodo, gratuito riparo per garantirsi una torbida immunità va punito, per la difesa della dignità di tutti; e due anni di carcere, a mio avviso, possono essere ridicolmente pochi.

Non ho altro da dire se non che non ho gradito la chiusa del suo intervento, che mi è sembrata scadente. Ma naturalmente questo è solo il mio contestabilissimo parere.

Spero di essere stato esauriente, ma sono naturalmente disponibile per eventuali altre chiarificazioni.

Cordialità

Lucio Musto 28 nov 2006 parole 333
_________________________________________________IF “Eutanasia – il diabolico inganno…”
28 novembre 2006 0:00 - E-segio
Caro Moretti, mi scuso per averle dato del cabarettista.

Vede, quel che conta, a mio avviso, non sono i contenuti di una frase, ma le intenzioni. Se dire che Gesù è un bastardo, nel senso di figlio illeggittimo, può essere accettabile, dire che è un bastardo per offendere Lui (e i bastardi come lui) è meno accettabile.

Con questo non intendo giustificare la pena (due anni di carcere per questo non sono accettabili), ma distingue tra offesa gratuita e libertà di esprimere il proprio pensiero.
28 novembre 2006 0:00 - passante
ma come si fa a prendere le parti di chi insulta solamente?
ancora più grave il fatto che si faccia passare questo come emblema della libertà d'espressione. ma davvero la libertà comprende l'insulto?
28 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Entusiasmato dal suo incisivo intervento, personalmente la ringrazio; questo suo atteggiamento le rende onore, quell'onore che la laicità, come si intende nel vostro "gergo", merita.
Se ha letto quanto dice, saprà che Cristo è stato il primo vero "laico", come mentalità, pur non potendo né volendo prescindere dalla realtà del divino.
Essere laici, infatti, anche per il cattolicesimo, significa non esser "religiosi" ma questo non significa dover vivere una realtà diversa, perché unica dovrebbe essere la realtà di tutti e per tutti, così come vogliono i concetti di uguaglianza e liberalità giustamente e coerentemente con il reale pretesi.
Semmai è il concetto dell'esser religiosi, all'occhio del laico, che dovrebbe essere corretto, anche per la necessità del religioso di sentirsi più parte del mondo dei tutti e non isolato, così com'é oggi, in un mondo a sé stante.
Trovandomi al lavoro, non ho il tempo di scriverle di più ma mi propongo di partecipare alla sua discussione. Intanto saluto codialmente tutti.
28 novembre 2006 0:00 - P.Y.Moretti
Mi dispiace che qualcuno si sia sentito offeso (spero non vilipeso) dal mio intervento.
Prima di dire altro, vorrei pero' chiarire che il mio evidente anticlericalismo ed agnosticismo (se non ateismo), non e' frutto del disprezzo di Gesu' e della Chiesa cattolica.
Personalmente, non sostengo che Gesu' sia un figlio illegittimo. E' vero, come molti cristiani del resto (molti messi al rogo per questo), non credo che Gesu' sia figlio di Dio. Nel mio caso non perche' conosca l'origine del concepimento, ma perche' semplicemente non credo in Dio. Ma, sinceramente, la discussione sulla paternita' di Cristo mi interessa il giusto.
Gesu' e' una figura a mio avviso straordinaria. La mia formazione e le mie letture sull'argomento mi portano a pensare che Gesu' sia realmente esistito. Sono anche convinto che da lui (o comunque da coloro che lo hanno circondato e ne hanno scolpito l'immagine e la storia) siano nati e siano stati trasmessi valori che oggi sono alla base di cio' che amo della cultura in cui sono immerso. Il suo messaggio e' un patrimonio di eccezionale ricchezza, ovviamente uno dei piu' importanti nella storia dell'umanita'.
Provo anche enorme ammirazione per cio' che nei secoli ha fatto la Chiesa. Senza di essa, l'oggetto dei miei studi e della mia passione sarebbe pressoche' invisibile. Senza di essa, la nostra societa' sarebbe oggi radicalmente diversa. E anche se su qualche aspetto forse oggi saremmo piu' liberi, su molti altri e' probabile che saremmo ancora immersi nell'oscurita' piu' totale. La laicita' stessa, cio' che oggi ritengo un valore irrinunciabile da proteggere, affonda le sue radici proprio nella storia del cristianesimo.
Detto questo, devo anche confessare che personalmente spesso non condivido nel merito (e anche nel metodo) molti degli interventi che sono stati ritenuti "vilipendio" dal magistrato di Catania. Allo stesso tempo, e con la stessa forza, non condivido nel merito e nel metodo molte delle cose che dicono oggi i rappresentanti della Chiesa cattolica, e che hanno conseguenze ben piu' gravi di cio' che puo' essere detto in un forum dell'Aduc. Ma sono altrettanto convinto che tutti debbano poter esprimere le proprie idee, ideologie e pregiudizi a riguardo ed anche la propria rabbia ed insofferenza.
Se escludiamo quindi le bestemmie, che non sono reato, vi chiedo:
1. cosa nel forum sequestrato, a vostro avviso, costituisce reato punibile con due anni di carcere e giustifica un sequestro preventivo?
2. perche' di tutte le "offese" che vengono pubblicate sui nostri forum, si e' deciso di agire solo nel nome dell'art. 403 cp (vilipendio alla religione)?
3. perche' sarebbe meno offensivo chi sostiene che i non-credenti (ovvero, anche io) siano all'origine dei mali della societa' contemporanea (Aids, guerre, terrorismo, ecc.), di chi invece sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo (ovvero, in ripugnante volgare, un "bastardo")?
4. davvero, Voi ch'ascoltate e v'offendete, siete d'accordo con il provvedimento di censura preventiva e con il carcere fino a due anni per chi ha scritto e pubblicato interventi offensivi?
Se per rispondere a queste domande ci si vorra' coprire dietro slogan come "la legge e' la legge", allora avro' avuto la mia risposta: anche a voi, come a chi accusate di offendere, non frega niente di dibattere, ma solo di affermare principi con violenza verbale (le offese) e fisica (il carcere).
Con questo, il "rispettabilissimo cabarettista" cessera' di intervenire ed ascoltera' in silenzio.
28 novembre 2006 0:00 - Useg
E' più etico difendere coerentemente la vita dal concepimento alla morte naturale o usare (con un falso pietismo) un caso come quello di Welby per fini non bene identificabili?

E quanta malafede c'è nel non voler capire ciò che con chiarezza estrema (ed enorme buonsenso) sostiene la Chiesa in proposito?
28 novembre 2006 0:00 - E-segio
Mi accodo a quanto ha ben detto Musto.

Qua probabilmente si confonde la vita vera, la realtà così com'è, con un teatrino.

Moretti, il suo è cabaret!
27 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli

Mi permetta, caro Yates, di esprimere il più marcato dissenso su una affermazione, che è luogo comune nel vostro pensiero falsamente liberale, che la “massa dei credenti” e la Chiesa come istituzione, siano DUE COSE DISTINTE verso le quali avere un diverso rapporto: con le prime - concettualmente non pericolose - quello di un paternalista compatimento per quella malattia infantile che si chiama “fede”, mentre con l’altra, rappresentata dalla Chiesa cattolica e la sua gerarchia, l’ostentata guerriglia urbana nei confronti di chi si teme possa togliervi quella libertà di pensiero che in realtà già mostrate di non avere, mostrando troppo spesso, purtroppo, l’elasticità mentale di un sampietrino!

SI SAPPIA UNA BUONA VOLTA CHE I CREDENTI CATTOLICI E LA CHIESA CHE LI ACCOMUNA SONO UN’UNICA COSA E SEMPRE SARA’ COSI’ CHE CIO’ MAI PORTERA A DISCREZIONE TRA LA VITA SOCIALE E POLITICA E QUELLA PRIVATAMENTE PERSONALE!

Infatti è un affronto per il credente, la sua personale asserzione con la quale sostiene relegare concettualmente la fede cristiana quale garante di salvezza dall’ignominia di una cosa ridicola come “la pippa”, pratica contro la quale avrà avuto qualcosa da raccomadarle il suo parroco nelle lezioni di catechismo infantile, con il puro scopo di purificarsi dalla stessa per evitare le fiamme dell’inferno!

Ma cosa crede, di aver a che discutere con degli imbecilli? Fortunatamente la realtà è ben diversa: vi trovate a combattere con un popolo, vostro malgrado, ben più numeroso di quello che credete, dei quali il Papa in primo luogo non è che il rappresentante ufficiale della volontà e della fede di tale popolo che HA DIRITTO e VUOLE essere constantemente presente nelle scelte della vita sociale e il cui ruolo non si pensi nemmeno lontanamente al volerlo relegare in alcuna maniera tentando di ridicolizzarlo a mero esercizio di pratica penitenziale di bigotta significanza.

Saluti.
27 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Ci dice il rispettabilissimo signor Moretti:

“Chi sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo, dall'altra parte, viene censurato e rischia due anni di carcere. Davvero tutto questo rappresenta i valori "tolleranti" del cattolicesimo di "milioni di credenti"?

……..

Ma davvero lei signor Moretti, e la signora Donatella ritenete che qui si “sostenga” questo o quello, se ne “discuta”, e si “esprimano” opinioni o pareri “discrepanti”?... e quei cattivoni dei cattolici non accettano il “confronto di opinioni” e queste libere, urbane e quanto mai legittime “esternazioni di dissenso”?

Ma non sapete leggere, o volete prenderci per il culo?... perché noi, cristiani lo siamo, ma imbecilli no!

Grazie!

Lucio Musto 27 novembre 2006
27 novembre 2006 0:00 - P.Y.Moretti
Gentile signor/a E-segio,
Noi non mettiamo in discussione la liberta' di parola del Vaticano. Critichiamo semplicemente quello che dice, che spesso ci pare tragicamente aberrante. Siamo o no liberi di criticare? Quello che invece mettiamo in discussione e' l'ingerenza della Chiesa sul processo politico dell'Italia (un Paese altro), che nasce anche dal finanziamento pubblico alla Chiesa (8 per mille e esenzioni Ici) e degli interventi determinanti (anche finanziari?) nelle campagne elettorali e referendarie.
Cerchi inoltre di distinguere fra i "milioni di credenti" e le istituzioni dello Stato vaticano. Sono due entita' nettamente separate, anche nei valori (come evidenziano da sempre ricerche sull'argomento). Per esempio, chieda ai "milioni di credenti" se seguono i consigli dell'ufficio vaticano per la salute sul preservativo o sulla masturbazione, o sui rapporti extraconiugali.
Finche' si tratta di farsi una pippa e poi doversi confessare per non finire all'inferno, il nostro massimo rispetto. Ma quando si arriva ad usare le proprie armi (spirituali e materiali) per spingere uno Stato altro a proibire un comportamento giudicato cattolicamente immorale e' ben altra cosa. Qui finisce il nostro silenzio ed inizia la nostra piu' dura critica. Lo stesso faremmo e facciamo verso ogni altra confessione religiosa o politica (comunismo, fascismo, anticapitalismo, pacifismo, e tutti gli "-ismi".) che vuole imporre i propri valori su tutti gli altri.
Infine, vorrei che lei distinguesse fra liberta' di espressione, liberta' di critica, e la condanna a due anni di carcere. Pensi che un prete puo' dire che la secolarizzazione, l'ateismo e l'agnosticismo sono la causa dei mali della societa' contemporanea (lo ha detto il capo di tutti i preti). Ovvero che l'Aids, il terrorismo, il razzismo, sono tutti figli di chi non crede. Chi sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo, dall'altra parte, viene censurato e rischia due anni di carcere. Davvero tutto questo rappresenta i valori "tolleranti" del cattolicesimo di "milioni di credenti"?
27 novembre 2006 0:00 - Useg
Topesio,

non so se schiaccerei quel bottone senza pensarci. Forse mi attiverei in tutti i modi per sollevare le pene di quella persona, forse farei in modo di starle vicino il più possibile, probabilmente eviterei l'accanimento terapeutico...

C'è una gran differenta tra "procurare la morte" e "permettere la morte".
27 novembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Proposta concreta:

Cinquemila euri e vi eutanasio chi vi pare, e vi ci faccio anche una motivazione credibile compresa nel prezzo.

(Offerta! fino al 31/12 con 6.000 euri, mazzetta compresa, motivazione legalmente inoppugnabile!)
27 novembre 2006 0:00 - Topesio
I casi sono tutti diversi. Anch'io accudirei mia madre ma se Welby me lo chiedesse schiaccerei il famoso bottone, visto e considerato che è persona ben capace di intendere e di volere.
Piuttosto, io girerei la domanda: sareste disposti a NON schiacciare quel bottone, ben sapendo che la persona che vi implora a farlo sta soffrendo le pene dell'inferno?
27 novembre 2006 0:00 - E-segio
Caro Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc.

Quello che afferma la chiesa è ingerenza? Ma non siamo tutti liberi di esprimere il nostro pensiero? Per la stessa ragione dovrebbe esserlo la chiesa che rappresenta milioni di credenti.

Non perdete occasione qui sul forum di affermare la libertà di pensiero e di opinione e in nome di ciò accettate gli interventi blasfemi e volgari.

Cercate di essere coerenti, per favore.
27 novembre 2006 0:00 - Useg
Voi che sostenete la legittimità dell'eutanasia ve la sentireste di schiacciare il bottone che toglie la vita?
Io ho avuto mia madre malata per 5 anni di alzheimer e l'ho accudita fino al suo ultimo respiro tenendole la mano.
27 novembre 2006 0:00 - Reset
Eh no... non tutta "quell'altra gente" è per la pena di morte e per il razzismo, caro Topesio, come sono certo non tutta "certa gente" è come quella che dice Useg.
Non generalizziamo le posizioni di una falange, sia in un senso sia in un altro. Non faremo una buona cosa.
Intervenendo anch'io, credo che indubbiamente, come dice Gennaro, avere un proprio caro in determinate situazioni cliniche farebbe decadere molta della sicurezza e molte delle certezze di tanti, che si sono professati sicuramente contro l'eutanasia.
Il problema, però, se ci pensate bene, è diverso.
Non si tratta di essere favorevoli o contrari all'eutanasia, si tratta, a ben vedere, di sostituirsi o meno al sofferente, al povero malcapitato o meno.
Chi siamo noi, altri da lui, da decidere che quello stato di vita NON è dignitoso, NON è umano, NON è .....
Noi diamo alla vita, oggi, un significato non solo biologico, ma anche di relazione, visto il tenore e lo stile di vita che conduciamo.
Ma facciamo un passo indietro o guardiamoci intorno: il nostro "senso" della vita sarebbe lo stesso, ad esempio, se vivessimo nel 250 d.C. o se vivessimo in una sperduta regione dell'Amazzonia o in Africa, con la fame e la sete a farla da padroni, sarebbe lo stesso se la nostra aspettativa di vita fosse di soli 25 anni, come all'epoca dei Romani o se fossimo schiavi sotto gli Egiziani. La "dignità" di cui si parla ne risentirebbe?
Lo so, molti di voi, sorridendo, bollerebbero queste mie parole col pensare: ma si parla di uomini e donne del 2006 in Italia, diamine...che ci frega di quelle realtà storiche o geografiche?
Eh no! Qui si parla di VITA e la VITA, miei cari è sempre la stessa, a qualunque longitudine o latitudine si esprima o in qualunque contesto storico-culturale si esamini.
Eppoi vi sono, come sempre, gli usi...impropri di una legge o di una decisione che si prenda in tal senso.
Così ci si potrebbe trovare di fronte a richieste di eutanasia, già dopo 15 giorni di coma, dopo un incidente che abbia privato il malcapitato dell'uso delle gambe o della vista. Si argomenterebbe che il muoversi, il vedere, il sentire, il parlare, il gesticolare, sono condizioni irrinunciabili all'esistenza in vita con dignità, con etica, con umanità, caro Gennaro, per usare le tue parole. E allora? Dove si arriverebbe?
26 novembre 2006 0:00 - Topesio
Caro Useg, se per "certa gente" intendi quelli di sinistra, vorrei allora farti notare che "certa altra gente", che si professa di continuo super credente e mena vanto di difendere la vita, non ha difficoltà ad esser favorevole alla pena di morte, senza contare il razzismo...
Bella cultura di Vita!!!
26 novembre 2006 0:00 - gennaro
A tutti quelli che hanno detto tante belle parole ed espresso tanti bei giudizi (anche gratuiti, vedasi soprattutto "ermetico" ed "useg") prima di me, spero (e ve lo auguro di tutto cuore!) di non dovervi trovare mai nelle situazioni di quelle persone che sono costrette a sopravvivere in condizioni disperate in cui cui la dignità umana NON ESISTE PIU'. Perchè in tal caso non sò se sareste ancora in grado di mantenere la saldezza e sicumera dimostrata nei vostri paroloni e nei vostri giudizi.
La vera maturità civile forse l'umanità la raggiungerà quando riuscirà a liberarsi di tutti i dogmi e di tutte le false verità propinateci da millenni dalle cosiddette "religioni costituite" che plagiando le nostre coscienze e fanno perdere di vista quello che secondo me è il vero valore della vita: l'uomo, la sua umanità, la sua dignità, la sua etica. Questa sarebbe una religione degna di essere seguita (e di essere insegnata a scuola!)quella che mette al centro di tutto L'UOMO, l'uomo senza distinzioni di razza, di credo, di cultura, ecc. nel solo interesse di promuovere la pace ed i valori etici che già possiede dentro di sè. Tutto il resto è solo ipocrisia, affermazione e difesa di un potere materiale che si nasconde dietro il falso dogma di un presunto "mandato" ricevuto direttamente da Dio sugli altri uomini (ma chi ci crede più ?)
Altrettanto cordialmente.
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14 dicembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Zuzzu, ti piacerebbe saperti tirare una sega eh?...

Lascia perdere!... non è cosa tua!
Perché oltre ai coglioni, ci vuole anche la mazza!
14 dicembre 2006 0:00 - kastigamatti
E dopo vi lamentate se vi sequestrano i forum...
a quanto pare sono gli stessi consiglieri della Aduc ad essere luridi comunisti mangiapreti!!!
14 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Chiarezza?... è una parola!

Ed allora, visto che tutti si sentono in diritto di esprimere un giudizio definitivo ed universale sul serio problema dell’eutanasia, ultimamente sbattuto in primo piano dal “Caso Welby”, senza peraltro aver ascoltato altro che quello capace di convalidare questa o quella idea preconcetta, mi permetterò anch’io di fare qualche considerazione.

Su tutto, meno che sul fatto che il povero apostolo della morte voglia effettivamente lasciare questa vita. Lo do per certo, e se così non fosse il mio discorso varrebbe per un qualche altro sofferente stufo di soffrire, ma con un nome diverso.

Partirò da una esperienza di dolore comune credo a tutti, certamente già vissuta da chi ha una certa età, familiare ad ogni medico. Credente, scettico, appassionato o distaccato che sia. Il momento dell’ineluttabile, quando per il familiare amato, per il paziente privilegiato giunge il momento del distacco. Il momento preciso in cui ognuno prende coscienza che “il possibile è stato fatto” ed altro non è possibile che alzare le braccia al cielo: in segno di impotenza per alcuni, di preghiera per altri, di bestemmia per altri ancora.

Praticamente sempre, salvo le morti violente e solitarie, c’è il “distacco della spina”, la dichiarazione intima di impotenza, il saluto supremo all’anima che parte. Quando la scienza cede il passo alla pietà

Prima del povero Welby innumerevoli volte, dopo di lui altre innumerevoli volte. Abbiamo annuito io per mia madre, tu per tuo nonno, molti per il loro figlio: “basta così” e poi finisce.
Nella consapevolezza di tutti, nella sconfitta di ogni dedizione, quell’ultima inutile “bomba” viene risparmiata al moribondo, quasi un sfida alla morte che viene, cui consegniamo le armi, inutili ormai ma ancora orgogliosamente strette in pugno in un atto di estrema fierezza.

Non dipende dalla malattia, non dalla devastazione fisica che il dolore ha operato, Altri come lui, con la stessa patologia si sono spenti in mille letti d’ospedali, altri con mali peggiori e più degradanti, forse… al momento della morte, una bronchite è turpe quanto la lebbra.

Welby quindi non c’entra con la morte. Morirà come tutti gli altri, meno “peggio”, o più “peggio”, e nemmeno con la sofferenza; soffrirà la sua parte, troppa per la vita, giusta giusta per la morte.

Lui, il martire, c’entra solo con la legge.
La legge degli uomini.
Più precisamente, una legge che non c’è.
Una legge da sempre applicata tacitamente e che ora si vuole che sia anche scritta.
Giustamente.

Welby continua il suo calvario perché qualcuno (o lui stesso, si dice) ha scelto il martirio per spingere gli uomini (no, non tutti gli uomini, solo il parlamento Italiano) a scriverle in fretta, quegli opportuni articoli, che comunque a lui personalmente non serviranno. Il testimone di una idea, come Muzio Scevola, come Padre Kolbe, come infiniti altri eroi, martiri e santi.

Ma quella legge scritta oggi non c’è; pur se applicata, ma solo in clandestina tacita pietà, scritta non c’è; ed a lui non è concesso di morire.
Vi si oppone il “Giuramento di Ippocrate”, quello che ogni studente è tenuto ad imparare a memoria e recitare a voce alta pubblicamente prima che nel nome de “Il Popolo Italiano” sia facultato ad esercitare la professione medica.
Solo come parentesi è da sottolineare come evidente che il Vaticano e la Chiesa Cattolica non c’entrano niente, contrariamente a quello che vorrebbero far crederete i soliti opportunisti. Ippocrate visse quattro secoli prima dell’era Cristiana e Cristo stesso chiese al Padre “se possibile” di evitargli le sofferenze. Ma non fu evidentemente possibile e si sa come andò a finire.

Ma il “Giuramento di Ippocrate” era superato, ed infatti fu sostituito con uno nuovo che ne ricalcava però i principi fondamentali, ed ancora il Codice Deontologico Medico (solo del 1998!), impedisce ai medici di provocare deliberatamente la morte.
Constatato che il “Codice” è posteriore di vent’anni alla legge sull’aborto, considerato anch’esso omicidio dal pensiero cattolico, legge questa regolarmente approvata ed attuata, mi sembra abbastanza strumentale accollare la colpa delle sofferenze di Welby alle ingerenze Vaticane.

Chiusa la parentesi indaghiamo dove mira tutto questo battage sulla sofferenza del povero infermo.

Welby scrive al Capo dello Stato per manifestare la sua volontà di porre fine alle sue sofferenze. Sa benissimo di chiedere una cosa che è e non sarà nei poteri del Presidente (che può fare grazia di vita, ma non di morte) finché altri (il Parlamento, cioè il popolo italiano) non decida diversamente.

Welby, che è malato ma nient’affatto stupido, sa benissimo, o se no glielo avranno sicuramente detto, che non è affatto facile fare una legge siffatta, perché essa è legata a tante altre che andrebbero modificate preventivamente, come lo stesso Codice Deontologico Medico, la legge sull’accanimento terapeutico, il testamento biologico eccetera… probabilmente (ma non ne sono sicuro) servirebbe anche un ritocco alla Costituzione del Popolo Italiano.

Welby e gli strenui sostenitori della sua idea sanno benissimo che non c’è tanto tempo per il suo povero corpo, e che la crociata, pur se lanciata oggi, non porterà frutto che fra molto tempo.

Visto quindi che è solo una lotta di giusto obiettivo a favore di sofferenti di domani, si cerca di avviare l’iter legislativo al più presto prendendoci dentro ogni energia ed intelligenza?.... Nossignori!

Si bada solo allo sfascio. Lo si chiede al Ministro della Sanità, che furbescamente risponde press’a poco: “io come Ministro non posso andare contro la legge, e come persona non voglio farlo. Fatelo voi ed assumetevene le conseguenze”.

Il Presidente Napolitano, da parte sua, lancia un messaggio forte, dando la grazia ad un medico in pensione che aveva ucciso il figlio gravemente compromesso e perciò condannato.

Parecchie persone (anche autorevoli firme del nostro forum di discussione) si sono offerte in prima persona per porre consapevolmente termine alle sofferenze dell’infermo, ma sono state impedite…

L’unica cosa che si vuole, da parte dei paladini di Welby, è violare l’ordine costituito della legge e farlo platealmente, con la maggior pubblicità possibile.

Ed allora, diciamolo con chiarezza. Tutta questa messa in sena ha un solo obiettivo: destabilizzazione!.
Sulla pelle di un uomo morente. Come siamo caduti in basso! Vergogna!


13 dicembre 2006 parole 1005 Intervento sui Forum IF e FR
7 dicembre 2006 0:00 - Zuzzu
da: Lucio Musto
Data: 30 Novembre 2006

da: ZaZaan!
Data: 28 Novembre 2006

Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo modo signorile per dire "governo di merda"?
…………………………………………
Certo che bisogna proprio essere carenti di coglioni per domandarsi e rispondersi da soli!
Masturbazioni in pubblico di Lucio Musto detto "o strunzo".
Che schifo.... che omme 'e merda!
7 dicembre 2006 0:00 - Tommaso
Musto sei un cretino che si parla addosso !
6 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Povero dott Augias!...

Oggi i sostenitori dell'eutanasia legalizzata hanno sguinzagliato lui, in TV, a sostenere le proprie ragioni.
Ma il dottore si è trovato di fronte una Livia Turco particolarmente agguerrita e combattiva che gliene ha date di santa ragione.

L'unica cosa che è emersa dal penoso incontro, greve di dettagli scabrosi e lagrimevoli compatimenti ("Lestorie" RAI3 oggi 6/12/2006 ore 12.30, rivedibile su www.lestorie.rai3.it) è che la triste vicenda del povero Welby è pesantemente strumentalizzata per farne un martire di certe ideologie ed il suo prolungargli le sofferenze non ha altro scopo che rendere più atroce nell'animo di tutti noi il suo calvario.

Cosa si fa per la pagnotta, e per un ordine di scuderia!

Povero dott Augias!.... com'è caduto in basso!
5 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Ed ancora, per chi fosse ancora dubbioso.


Oggi, il nostro Presidente Napolitano, ha concesso la grazia ad un detenuto, com'è suo diritto fare. (fonte TG2 ore 13.00)

Chi è il beneficiario? Un padre disperato che uccise suo figlio gravemente disabile.



Qualcosa da recriminare sull'operato del Presidente, qualche dubbio sulla sofferenza del padre sventurato?

ASSOLUTAMENTE NO!

... ma il messaggio subliminare passa..., e non guasta!
1 dicembre 2006 0:00 - Lucio Musto
AGGIORNAMENTO

Oggi il TG2 delle 13, profittando delle percosse date ad un alunno portatore di handicap ha riproposto il servizio sulla madre piangente dei due schizofrenici che già ho segnalato.

Forse per cercare di far raggiungere il messaggio nascosto sull'eutanasia al maggior numero di persone possibile?
30 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
da: ZaZaan!
Data: 28 Novembre 2006

Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo modo signorile per dire "governo di merda"?
…………………………………………


No, ZaZaan, non intendo questo, anche se naturalmente una serie di cattivi governi non faccia certo bene a nessuno. Per “Democrazia decadente”intendo una cosa diversa.

Come naturalmente sai benissimo la Democrazia, in senso ampio, non è che un insieme di persone che hanno deciso di mettersi insieme, darsi delle leggi valide ed uguali per tutti e rispettarle per poter campare meglio tutti. Non altro.
Naturalmente poi le leggi non saranno mai perfette e sempre perfettibili, ne mancherà qualcuna, qualche altra sarà vecchia e da buttare via, una sarà scritta male ed una sbagliata e da rifare eccetera eccetera… una favorirà più i contadini ed una più i dentisti, e su tutte ci sarà qualcosa da ridire.
Questo è previsto e perciò la Democrazia è in perenne trasformazione ed evoluzione.

Ma il principio rimane sempre quello: darsi delle regole comuni per campare meglio tutti.
Finché il principio è saldo è salda la Democrazia.

La democrazia diventa logora, epperciò decadente non quando le leggi non vanno più bene, ma quando la gente comincia a dubitare del principio che la legge serva.
E’ come per i denti: una carie (legge cattiva) la puoi curare e salvi il dente (la Democrazia).. Se ti viene la piorrea (sfiducia nella legalità), il dente cade, sano o malato che sia.

Ecco, io dico che la Democrazia di oggi è decadente (ha la piorrea) perché la mentalità della gente non dice più “la legge è malata, curiamola”, ma “la legge è sbagliata, ignoriamola”.

E la dentiera della Democrazia, si chiama Dittatura. Forma di governo cui ci dirigiamo a lesti passi.

Lucio Musto 30 novembre 2006 parole 295
_________________________________________________
29 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Vorrei discutere solo sulle domande poste dal signor Yates Moretti.

1) Questa domanda andrebbe posta ad uno specialista in materia, considerando che si tratta di questioni di Diritto legale. Chi non fosse preparato in proposito può al massimo esporre un suo giudizio morale dipendentemente dal grado di pudore e serietà nella considerazione del prossimo.

2) Probabilmente perché chi si è mosso lo ha fatto dietro querele ben precise. Eppoi chi ci dice che non vi siano anche situazioni prodromiche di diverso genere che non vi sono ancora state contestate ma sono state assicurate in ordine ad una prevenzione prima di ulteriore abuso illegale? Ufficialmente l'accusa è quella; ufficiosamente potrebbero esserci anche altri estremi diversi non chiaramente accusabili ma sufficienti per porre sotto osservazione l'andamento dei futuri interventi, per cui, occhio!

3) Daccordissimo con la sintesi dell'amico Lucio Musto, sia chiaro che l'offesa offende! Aggiungerei solo la costante dinamica del reciproco "preconcetto" che pone immediatamente sulle difensive due interlocutori impedendone il flusso comunicazionale.; in parole povere, mancando la sincerità di cuore in quello che si espone, si alimenta solo il pregiudizio; così, un argomento opinionale sull'origine dell'uomo Gesù, che potrebbe essere benissimo analizzato e studiato su basi storico-scientifiche, come normalmente ed accademicamente si fa con collaborazioni proficue di parte sia religiosa (molti ricercatori sono religiosi) sia laica (moltissimi sono puri scienziati non interessati alla religione), si trasforma in un diverbio sterile sulle prerogative di "bastardaggine" ed "illegittimità" del soggetto in questione; quindi, in conclusione, se non s'intende ragionare tutto scade in una serie di offese premeditate.

Inoltre l' "offendersi" distrae dalla valutazione della realtà oggetto di discussione, in quanto sposta il baricentro del discorso sull'amor proprio più che sul fatto oggettivo osservato. Nell'intenzione sincera di analizzare una situazione come quella di un approccio liberale nei confronti della realtà si deve essere pronti a valutare onestamente tutte le conseguenze e riconoscere ciò che è buono da ciò che non lo è.
La tendenza attuale è quella di non riconoscere il "male" in quanto tale, relativizzandolo a mero processo psichico o naturale secondo aspetti strutturali; questo è forzosamente errato, perché - come notate si complica il discorso appena intrapreso - in realtà avete ragione nel credere che la questione sia molto più semplice delle parole da usare teorizzando un simile argomento; infatti il male è puramente quello che si riconosce appunto come "non buono" per noi, e il non volerlo riconoscere crea solo smarrimento e conflitto, ovvero, è da fessi !!!
Ecco perché si tende a rilevare che una eccessiva liberalizzazione sia causa di mali, puramente per esperienza umana, storica, antropologica, insomma, ce lo portiamo geneticamente dentro, questo modo di percepire ed intuire il reale. E' la nostra difesa naturale. Se il topo non ne usufruisse, finirebbe inesorabilmente in bocca al gatto!
Ciò non significa che tutte le liberalizzazioni siano "male"; esse vanno solo scelte intelligentemente più che ideologicamente.

4) Personalmente, sempre piuttosto d'accordo con Lucio Musto, darei ben più che la galera a chi offende vilmente; quello che offende, infatti, è la viltà, perché non da modo all'altro di difendersi. Anche qui andrebbero valutati dinamismi umani, ma poi mi "beccherei" sicuramente un'offesa io, da voi, 'ché già ho scritto troppo.

Quindi aggiungo solo un avvertimento, per coloro che pensano d'essere sicuri e ben nascosti dietro lo schermo del loro computer: tale condizione di "invisibilità" è virtuale come l'approccio al forum. In parole povere, il firewall del provider che ospita il sito web dell'ADUC registra tutte le connessioni e le trasmissioni e ricezioni delle apparecchiature che si collegano al nodo di rete. Ogni computer lascia il proprio ID macchina sul "log" del firewall registrandone l'accesso. Per chi vuole controllare è facile capire quanti sono quelli che si presentano con diverso nome e sapere "chi" sono, statisticamente, anche se si spostano su macchine di diverso tipo, a meno che non compiano ogni volta il collegamento da una macchina diversa che non sia in rete con un server centrale. Anche chi dovesse usare un "proxy", lo potrebbe fare saltuariamente e non constantemente e comunque anche il firewall del "proxy" lascia sul "log" l'indirizzo delle macchine che si collegano, per cui, se la polizia dovesse ricercare, arriverebbe in breve all'indirizzo dell'utente misterioso perché la rete dei numeri delle macchine fornisce la posizione delle stesse e con facilità il personale addetto risale al domicilio geografico della macchina usata per il collegamento.
Quindi, insomma, occhi per tutti, perché se proprio si vuol sapere chi è da render responsabile qualcuno del proprio agire, questo è estremamente fattibile!

Ringraziando per l'opportunità avuta di dirvi ancora la mia,
saluto tutti.
29 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Eccoci arrivati, per chi ancora dei dubbi!

Piangendo, la sventurata donna madre di due figli psichicamente gravemente invalidati e quasi dimenticati dall’assistenza pubblica, chiede la “Dolce morte”!
Non per sé, povera mamma determinata a lottare per i suoi figli fino alla fine; fine che non si immagina molto lontana. Ma per loro: «non voglio – dice – che morta io vadano a fare i barboni per le strade. Morta io, sopprimete anche loro. Per pietà!...»

Caso straziante certo, e tragicamente vero. Probabilmente non unico nemmeno in Italia, e drammaticamente irresolubile, almeno per ora.
In Italia nessuno potrà dare la “Dolce morte” ai suoi figli, non appena lei non ci sarà più. Nemmeno se lo chiede in Tivvù. Nemmeno se lo chiede al Capo dello Stato o a chiunque altro.
Lei lo sa, la mamma disperata, e piange.

Ma la Televisione di Stato, nella informazione principale della giornata, il TG2 delle tredici ne parla, e mostra le immagini delle lacrime della Signora agli italiani riuniti per pranzo e si guarda bene (notate!) dal fare il minimo commento. In “Tivvuese” significa: “Questo succede in Italia, è cronaca di oggi, valutate voi secondo la vostra coscienza!”. Lo dice agli Italiani in pausa pranzo e già preoccupati della prossima ripresa della giornata lavorativa.

Eccoci arrivati, per chi ha ancora dei dubbi!

La Signora è nell’angoscia della prova, e chiede cosa che ben sa che non si può fare, in Italia!... ma chissà… magari con una spintarella di tutti noi!... in fondo i figli psicopatici sono suoi e noi potremo decidere ognuno per conto nostro se seguire l'esempio o no!...

28 novembre 2006
28 novembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Professò, ce lo ripeti sempre ma non ce lo spieghi mai: che intendi per "Democrazia decadente"?... è il tuo modo signorile per dire "governo di merda"?
28 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto

Egregio signor Moretti,

naturalmente rispondo per me, anche se credo la mia posizione sia condivisa da molti, e posso cavarmela in poche parole.

Assolutamente corretta la sua esposizione, e rispettabilissima dall’inizio alla fine, se non per la generica obiezione, che sempre faccio e ripeto fino alla noia, che l’imperfezione dell’altro non serve mai a giustificare la propria, né nel piccolo, né nel grande.
Lei espone la sua posizione, molto diversa dalla mia, in modo chiaro, civile e corretto. Tanto di cappello!... potremo discuterne, volendo, o sorvolare. Potremo arricchirci reciprocamente, o restare arroccati nelle nostre posizioni, o perdere inutilmente il nostro tempo.
In ogni caso non ci saremo insultati, non offesi, non vilipesi e potremo sentirci comunque, dopo, gentiluomini come prima.
Ma non è esattamente quello che accade, e noto che anche lei ne conviene, in altre sedi di questo nostro luogo d’incontro virtuale e che la sua redazione pretende di validare!

Riguardo poi alle quattro domande, ecco le mie risposte:
1) Non lo so. Non sono un competente, ma immagino che il legale che ha ordinato il sequestro lo abbia (o avrebbe dovuto) anche motivarlo. Basta leggere il dispositivo, per saperlo.
2) Non lo so, e me ne stupisco. Per le sconcezze che ho letto in 18 mesi di frequentazione a “Dì la tua” mi sarei aspettato divedere molte altre querele e processi. Ma siamo in una democrazia decadente, come spesso ripeto.
3) Non è il sostenere il proprio pensiero che è offensivo, ma l’aggredire quello degli altri.
4) Chi offende, soprattutto facendolo in modo vile, cioè nascondendosi dietro un comodo, gratuito riparo per garantirsi una torbida immunità va punito, per la difesa della dignità di tutti; e due anni di carcere, a mio avviso, possono essere ridicolmente pochi.

Non ho altro da dire se non che non ho gradito la chiusa del suo intervento, che mi è sembrata scadente. Ma naturalmente questo è solo il mio contestabilissimo parere.

Spero di essere stato esauriente, ma sono naturalmente disponibile per eventuali altre chiarificazioni.

Cordialità

Lucio Musto 28 nov 2006 parole 333
_________________________________________________IF “Eutanasia – il diabolico inganno…”
28 novembre 2006 0:00 - E-segio
Caro Moretti, mi scuso per averle dato del cabarettista.

Vede, quel che conta, a mio avviso, non sono i contenuti di una frase, ma le intenzioni. Se dire che Gesù è un bastardo, nel senso di figlio illeggittimo, può essere accettabile, dire che è un bastardo per offendere Lui (e i bastardi come lui) è meno accettabile.

Con questo non intendo giustificare la pena (due anni di carcere per questo non sono accettabili), ma distingue tra offesa gratuita e libertà di esprimere il proprio pensiero.
28 novembre 2006 0:00 - passante
ma come si fa a prendere le parti di chi insulta solamente?
ancora più grave il fatto che si faccia passare questo come emblema della libertà d'espressione. ma davvero la libertà comprende l'insulto?
28 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Entusiasmato dal suo incisivo intervento, personalmente la ringrazio; questo suo atteggiamento le rende onore, quell'onore che la laicità, come si intende nel vostro "gergo", merita.
Se ha letto quanto dice, saprà che Cristo è stato il primo vero "laico", come mentalità, pur non potendo né volendo prescindere dalla realtà del divino.
Essere laici, infatti, anche per il cattolicesimo, significa non esser "religiosi" ma questo non significa dover vivere una realtà diversa, perché unica dovrebbe essere la realtà di tutti e per tutti, così come vogliono i concetti di uguaglianza e liberalità giustamente e coerentemente con il reale pretesi.
Semmai è il concetto dell'esser religiosi, all'occhio del laico, che dovrebbe essere corretto, anche per la necessità del religioso di sentirsi più parte del mondo dei tutti e non isolato, così com'é oggi, in un mondo a sé stante.
Trovandomi al lavoro, non ho il tempo di scriverle di più ma mi propongo di partecipare alla sua discussione. Intanto saluto codialmente tutti.
28 novembre 2006 0:00 - P.Y.Moretti
Mi dispiace che qualcuno si sia sentito offeso (spero non vilipeso) dal mio intervento.
Prima di dire altro, vorrei pero' chiarire che il mio evidente anticlericalismo ed agnosticismo (se non ateismo), non e' frutto del disprezzo di Gesu' e della Chiesa cattolica.
Personalmente, non sostengo che Gesu' sia un figlio illegittimo. E' vero, come molti cristiani del resto (molti messi al rogo per questo), non credo che Gesu' sia figlio di Dio. Nel mio caso non perche' conosca l'origine del concepimento, ma perche' semplicemente non credo in Dio. Ma, sinceramente, la discussione sulla paternita' di Cristo mi interessa il giusto.
Gesu' e' una figura a mio avviso straordinaria. La mia formazione e le mie letture sull'argomento mi portano a pensare che Gesu' sia realmente esistito. Sono anche convinto che da lui (o comunque da coloro che lo hanno circondato e ne hanno scolpito l'immagine e la storia) siano nati e siano stati trasmessi valori che oggi sono alla base di cio' che amo della cultura in cui sono immerso. Il suo messaggio e' un patrimonio di eccezionale ricchezza, ovviamente uno dei piu' importanti nella storia dell'umanita'.
Provo anche enorme ammirazione per cio' che nei secoli ha fatto la Chiesa. Senza di essa, l'oggetto dei miei studi e della mia passione sarebbe pressoche' invisibile. Senza di essa, la nostra societa' sarebbe oggi radicalmente diversa. E anche se su qualche aspetto forse oggi saremmo piu' liberi, su molti altri e' probabile che saremmo ancora immersi nell'oscurita' piu' totale. La laicita' stessa, cio' che oggi ritengo un valore irrinunciabile da proteggere, affonda le sue radici proprio nella storia del cristianesimo.
Detto questo, devo anche confessare che personalmente spesso non condivido nel merito (e anche nel metodo) molti degli interventi che sono stati ritenuti "vilipendio" dal magistrato di Catania. Allo stesso tempo, e con la stessa forza, non condivido nel merito e nel metodo molte delle cose che dicono oggi i rappresentanti della Chiesa cattolica, e che hanno conseguenze ben piu' gravi di cio' che puo' essere detto in un forum dell'Aduc. Ma sono altrettanto convinto che tutti debbano poter esprimere le proprie idee, ideologie e pregiudizi a riguardo ed anche la propria rabbia ed insofferenza.
Se escludiamo quindi le bestemmie, che non sono reato, vi chiedo:
1. cosa nel forum sequestrato, a vostro avviso, costituisce reato punibile con due anni di carcere e giustifica un sequestro preventivo?
2. perche' di tutte le "offese" che vengono pubblicate sui nostri forum, si e' deciso di agire solo nel nome dell'art. 403 cp (vilipendio alla religione)?
3. perche' sarebbe meno offensivo chi sostiene che i non-credenti (ovvero, anche io) siano all'origine dei mali della societa' contemporanea (Aids, guerre, terrorismo, ecc.), di chi invece sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo (ovvero, in ripugnante volgare, un "bastardo")?
4. davvero, Voi ch'ascoltate e v'offendete, siete d'accordo con il provvedimento di censura preventiva e con il carcere fino a due anni per chi ha scritto e pubblicato interventi offensivi?
Se per rispondere a queste domande ci si vorra' coprire dietro slogan come "la legge e' la legge", allora avro' avuto la mia risposta: anche a voi, come a chi accusate di offendere, non frega niente di dibattere, ma solo di affermare principi con violenza verbale (le offese) e fisica (il carcere).
Con questo, il "rispettabilissimo cabarettista" cessera' di intervenire ed ascoltera' in silenzio.
28 novembre 2006 0:00 - Useg
E' più etico difendere coerentemente la vita dal concepimento alla morte naturale o usare (con un falso pietismo) un caso come quello di Welby per fini non bene identificabili?

E quanta malafede c'è nel non voler capire ciò che con chiarezza estrema (ed enorme buonsenso) sostiene la Chiesa in proposito?
28 novembre 2006 0:00 - E-segio
Mi accodo a quanto ha ben detto Musto.

Qua probabilmente si confonde la vita vera, la realtà così com'è, con un teatrino.

Moretti, il suo è cabaret!
27 novembre 2006 0:00 - Enrico Falcinelli

Mi permetta, caro Yates, di esprimere il più marcato dissenso su una affermazione, che è luogo comune nel vostro pensiero falsamente liberale, che la “massa dei credenti” e la Chiesa come istituzione, siano DUE COSE DISTINTE verso le quali avere un diverso rapporto: con le prime - concettualmente non pericolose - quello di un paternalista compatimento per quella malattia infantile che si chiama “fede”, mentre con l’altra, rappresentata dalla Chiesa cattolica e la sua gerarchia, l’ostentata guerriglia urbana nei confronti di chi si teme possa togliervi quella libertà di pensiero che in realtà già mostrate di non avere, mostrando troppo spesso, purtroppo, l’elasticità mentale di un sampietrino!

SI SAPPIA UNA BUONA VOLTA CHE I CREDENTI CATTOLICI E LA CHIESA CHE LI ACCOMUNA SONO UN’UNICA COSA E SEMPRE SARA’ COSI’ CHE CIO’ MAI PORTERA A DISCREZIONE TRA LA VITA SOCIALE E POLITICA E QUELLA PRIVATAMENTE PERSONALE!

Infatti è un affronto per il credente, la sua personale asserzione con la quale sostiene relegare concettualmente la fede cristiana quale garante di salvezza dall’ignominia di una cosa ridicola come “la pippa”, pratica contro la quale avrà avuto qualcosa da raccomadarle il suo parroco nelle lezioni di catechismo infantile, con il puro scopo di purificarsi dalla stessa per evitare le fiamme dell’inferno!

Ma cosa crede, di aver a che discutere con degli imbecilli? Fortunatamente la realtà è ben diversa: vi trovate a combattere con un popolo, vostro malgrado, ben più numeroso di quello che credete, dei quali il Papa in primo luogo non è che il rappresentante ufficiale della volontà e della fede di tale popolo che HA DIRITTO e VUOLE essere constantemente presente nelle scelte della vita sociale e il cui ruolo non si pensi nemmeno lontanamente al volerlo relegare in alcuna maniera tentando di ridicolizzarlo a mero esercizio di pratica penitenziale di bigotta significanza.

Saluti.
27 novembre 2006 0:00 - Lucio Musto
Ci dice il rispettabilissimo signor Moretti:

“Chi sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo, dall'altra parte, viene censurato e rischia due anni di carcere. Davvero tutto questo rappresenta i valori "tolleranti" del cattolicesimo di "milioni di credenti"?

……..

Ma davvero lei signor Moretti, e la signora Donatella ritenete che qui si “sostenga” questo o quello, se ne “discuta”, e si “esprimano” opinioni o pareri “discrepanti”?... e quei cattivoni dei cattolici non accettano il “confronto di opinioni” e queste libere, urbane e quanto mai legittime “esternazioni di dissenso”?

Ma non sapete leggere, o volete prenderci per il culo?... perché noi, cristiani lo siamo, ma imbecilli no!

Grazie!

Lucio Musto 27 novembre 2006
27 novembre 2006 0:00 - P.Y.Moretti
Gentile signor/a E-segio,
Noi non mettiamo in discussione la liberta' di parola del Vaticano. Critichiamo semplicemente quello che dice, che spesso ci pare tragicamente aberrante. Siamo o no liberi di criticare? Quello che invece mettiamo in discussione e' l'ingerenza della Chiesa sul processo politico dell'Italia (un Paese altro), che nasce anche dal finanziamento pubblico alla Chiesa (8 per mille e esenzioni Ici) e degli interventi determinanti (anche finanziari?) nelle campagne elettorali e referendarie.
Cerchi inoltre di distinguere fra i "milioni di credenti" e le istituzioni dello Stato vaticano. Sono due entita' nettamente separate, anche nei valori (come evidenziano da sempre ricerche sull'argomento). Per esempio, chieda ai "milioni di credenti" se seguono i consigli dell'ufficio vaticano per la salute sul preservativo o sulla masturbazione, o sui rapporti extraconiugali.
Finche' si tratta di farsi una pippa e poi doversi confessare per non finire all'inferno, il nostro massimo rispetto. Ma quando si arriva ad usare le proprie armi (spirituali e materiali) per spingere uno Stato altro a proibire un comportamento giudicato cattolicamente immorale e' ben altra cosa. Qui finisce il nostro silenzio ed inizia la nostra piu' dura critica. Lo stesso faremmo e facciamo verso ogni altra confessione religiosa o politica (comunismo, fascismo, anticapitalismo, pacifismo, e tutti gli "-ismi".) che vuole imporre i propri valori su tutti gli altri.
Infine, vorrei che lei distinguesse fra liberta' di espressione, liberta' di critica, e la condanna a due anni di carcere. Pensi che un prete puo' dire che la secolarizzazione, l'ateismo e l'agnosticismo sono la causa dei mali della societa' contemporanea (lo ha detto il capo di tutti i preti). Ovvero che l'Aids, il terrorismo, il razzismo, sono tutti figli di chi non crede. Chi sostiene che Gesu' e' un figlio illegittimo, dall'altra parte, viene censurato e rischia due anni di carcere. Davvero tutto questo rappresenta i valori "tolleranti" del cattolicesimo di "milioni di credenti"?
27 novembre 2006 0:00 - Useg
Topesio,

non so se schiaccerei quel bottone senza pensarci. Forse mi attiverei in tutti i modi per sollevare le pene di quella persona, forse farei in modo di starle vicino il più possibile, probabilmente eviterei l'accanimento terapeutico...

C'è una gran differenta tra "procurare la morte" e "permettere la morte".
27 novembre 2006 0:00 - ZaZaan!
Proposta concreta:

Cinquemila euri e vi eutanasio chi vi pare, e vi ci faccio anche una motivazione credibile compresa nel prezzo.

(Offerta! fino al 31/12 con 6.000 euri, mazzetta compresa, motivazione legalmente inoppugnabile!)
27 novembre 2006 0:00 - Topesio
I casi sono tutti diversi. Anch'io accudirei mia madre ma se Welby me lo chiedesse schiaccerei il famoso bottone, visto e considerato che è persona ben capace di intendere e di volere.
Piuttosto, io girerei la domanda: sareste disposti a NON schiacciare quel bottone, ben sapendo che la persona che vi implora a farlo sta soffrendo le pene dell'inferno?
27 novembre 2006 0:00 - E-segio
Caro Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc.

Quello che afferma la chiesa è ingerenza? Ma non siamo tutti liberi di esprimere il nostro pensiero? Per la stessa ragione dovrebbe esserlo la chiesa che rappresenta milioni di credenti.

Non perdete occasione qui sul forum di affermare la libertà di pensiero e di opinione e in nome di ciò accettate gli interventi blasfemi e volgari.

Cercate di essere coerenti, per favore.
27 novembre 2006 0:00 - Useg
Voi che sostenete la legittimità dell'eutanasia ve la sentireste di schiacciare il bottone che toglie la vita?
Io ho avuto mia madre malata per 5 anni di alzheimer e l'ho accudita fino al suo ultimo respiro tenendole la mano.
27 novembre 2006 0:00 - Reset
Eh no... non tutta "quell'altra gente" è per la pena di morte e per il razzismo, caro Topesio, come sono certo non tutta "certa gente" è come quella che dice Useg.
Non generalizziamo le posizioni di una falange, sia in un senso sia in un altro. Non faremo una buona cosa.
Intervenendo anch'io, credo che indubbiamente, come dice Gennaro, avere un proprio caro in determinate situazioni cliniche farebbe decadere molta della sicurezza e molte delle certezze di tanti, che si sono professati sicuramente contro l'eutanasia.
Il problema, però, se ci pensate bene, è diverso.
Non si tratta di essere favorevoli o contrari all'eutanasia, si tratta, a ben vedere, di sostituirsi o meno al sofferente, al povero malcapitato o meno.
Chi siamo noi, altri da lui, da decidere che quello stato di vita NON è dignitoso, NON è umano, NON è .....
Noi diamo alla vita, oggi, un significato non solo biologico, ma anche di relazione, visto il tenore e lo stile di vita che conduciamo.
Ma facciamo un passo indietro o guardiamoci intorno: il nostro "senso" della vita sarebbe lo stesso, ad esempio, se vivessimo nel 250 d.C. o se vivessimo in una sperduta regione dell'Amazzonia o in Africa, con la fame e la sete a farla da padroni, sarebbe lo stesso se la nostra aspettativa di vita fosse di soli 25 anni, come all'epoca dei Romani o se fossimo schiavi sotto gli Egiziani. La "dignità" di cui si parla ne risentirebbe?
Lo so, molti di voi, sorridendo, bollerebbero queste mie parole col pensare: ma si parla di uomini e donne del 2006 in Italia, diamine...che ci frega di quelle realtà storiche o geografiche?
Eh no! Qui si parla di VITA e la VITA, miei cari è sempre la stessa, a qualunque longitudine o latitudine si esprima o in qualunque contesto storico-culturale si esamini.
Eppoi vi sono, come sempre, gli usi...impropri di una legge o di una decisione che si prenda in tal senso.
Così ci si potrebbe trovare di fronte a richieste di eutanasia, già dopo 15 giorni di coma, dopo un incidente che abbia privato il malcapitato dell'uso delle gambe o della vista. Si argomenterebbe che il muoversi, il vedere, il sentire, il parlare, il gesticolare, sono condizioni irrinunciabili all'esistenza in vita con dignità, con etica, con umanità, caro Gennaro, per usare le tue parole. E allora? Dove si arriverebbe?
26 novembre 2006 0:00 - Topesio
Caro Useg, se per "certa gente" intendi quelli di sinistra, vorrei allora farti notare che "certa altra gente", che si professa di continuo super credente e mena vanto di difendere la vita, non ha difficoltà ad esser favorevole alla pena di morte, senza contare il razzismo...
Bella cultura di Vita!!!
26 novembre 2006 0:00 - gennaro
A tutti quelli che hanno detto tante belle parole ed espresso tanti bei giudizi (anche gratuiti, vedasi soprattutto "ermetico" ed "useg") prima di me, spero (e ve lo auguro di tutto cuore!) di non dovervi trovare mai nelle situazioni di quelle persone che sono costrette a sopravvivere in condizioni disperate in cui cui la dignità umana NON ESISTE PIU'. Perchè in tal caso non sò se sareste ancora in grado di mantenere la saldezza e sicumera dimostrata nei vostri paroloni e nei vostri giudizi.
La vera maturità civile forse l'umanità la raggiungerà quando riuscirà a liberarsi di tutti i dogmi e di tutte le false verità propinateci da millenni dalle cosiddette "religioni costituite" che plagiando le nostre coscienze e fanno perdere di vista quello che secondo me è il vero valore della vita: l'uomo, la sua umanità, la sua dignità, la sua etica. Questa sarebbe una religione degna di essere seguita (e di essere insegnata a scuola!)quella che mette al centro di tutto L'UOMO, l'uomo senza distinzioni di razza, di credo, di cultura, ecc. nel solo interesse di promuovere la pace ed i valori etici che già possiede dentro di sè. Tutto il resto è solo ipocrisia, affermazione e difesa di un potere materiale che si nasconde dietro il falso dogma di un presunto "mandato" ricevuto direttamente da Dio sugli altri uomini (ma chi ci crede più ?)
Altrettanto cordialmente.
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