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2 novembre 2006 0:00 - P.Y. Moretti
Gentile dott. Di Nepi,
Credo di essere anch'io dalla parte di Marino, e proprio per questo cerco di essere molto franco affinche' la sua azione risulti piu' efficace.
Prima di tutto, gli interventi al seminario si sono spesso concentrati su alcune definizioni (o cavilli): e' o no eutanasia somministrare una sedazione terminale e staccare "la spina" su richiesta del paziente?
Ora, a me interessa poco, sinceramente, se la si vuol chiamare eutanasia (passiva o attiva) o il legittimo rifiuto al consenso del paziente. Quello che mi interessa e' che "staccare la spina" e sedare siano riconosciute a pieno titolo come richieste legittime (sia per i pazienti senzienti, sia per quelli insenzienti tramite il testamento biologico). Oggi, con la giurisprudenza che ci ritroviamo, un medico potrebbe incorrere nell'accusa –e condanna- per omicidio del consenziente quando stacca la spina. Questa e' la realta', ben certificata anche da mia sorella Claudia attraverso l'analisi di molte sentenze.
Ora, quando lei sostiene di stare con Marino, ovvero difende la sua proposta di legge sul testamento cosi' come e' scritta, credo che commetta un errore di valutazione. Se passasse la proposta cosi' come e' scritta, cambierebbe ben poco rispetto ad oggi. Si', il paziente potra' rifiutare cure non vitali attraverso il testamento biologico, ma rimane intatta l'incertezza sulla legittimita' o meno di staccare la spina.
Quello che io chiedo a Marino e' semplicemente di chiarire questo aspetto: il paziente deve avere il diritto di rifiutare le cure, tra cui la nutrizione e la respirazione artificiale, anche quando questo porta a morte certa. Marino, temo, e' convinto che una ragionevole lettura del suo testo di legge non puo' che confermare questo diritto. Io, insieme all'Aduc, penso che senza esplicitarlo a chiare lettere nel testo di legge, la giustizia italiana trovera' il modo di interpretare la norma nelle forme piu' svariate, di fatto confermando il caos giurisprudenziale e l'incertezza del diritto che oggi caratterizzano l'Italia in materia di fine vita. Quello che dico a Marino non e' "accetta il cavillo", ma "conosci il cavillo per sconfiggerlo".
1 novembre 2006 0:00 - lucianodinepi
Anche io ho partecipato al Convegno e ho fatto un breve intervento iniziale per non togliere tempo ad altri.Questa lettera aperta al Sen.Marino mi trova allineato a Marino, avendo anche io vissuto in USA in Ospedale.

Nel mio " De Eutanasia" parlo propio di come ci si comportava e ci si comporta in America davanti al malato terminale( eravamo nel 1954 !!)Sapevate che in America c'erano corsi di Tanatologia per Medici?
In Italia abbiamo la cultura delle " tazzine da caffè col manico a sinistra".
Aspetto ancora una risposta dall'Ordine dei Medici al mio esposto denuncia per far emergere l'Eutanasia dalla clandestinità.
A fine convegno( molti erano già usciti per il pranzo...)mi sono offerto io di fare a Welby il Diprivan( Sedativo potente ma che non causa morte)La proposta è caduta nel silenzio(il suo medico era uscito ma Welby ancora ascoltava)e si tenga ben presente che io sono contrario all'Eutanasia ma come Marino sono per cure palliative.
Bene . Detto questo aspetto risposte concrete. E peer fortuna Marino è concreto !

Dr. Luciano di Nepi
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2 novembre 2006 0:00 - P.Y. Moretti
Gentile dott. Di Nepi,
Credo di essere anch'io dalla parte di Marino, e proprio per questo cerco di essere molto franco affinche' la sua azione risulti piu' efficace.
Prima di tutto, gli interventi al seminario si sono spesso concentrati su alcune definizioni (o cavilli): e' o no eutanasia somministrare una sedazione terminale e staccare "la spina" su richiesta del paziente?
Ora, a me interessa poco, sinceramente, se la si vuol chiamare eutanasia (passiva o attiva) o il legittimo rifiuto al consenso del paziente. Quello che mi interessa e' che "staccare la spina" e sedare siano riconosciute a pieno titolo come richieste legittime (sia per i pazienti senzienti, sia per quelli insenzienti tramite il testamento biologico). Oggi, con la giurisprudenza che ci ritroviamo, un medico potrebbe incorrere nell'accusa –e condanna- per omicidio del consenziente quando stacca la spina. Questa e' la realta', ben certificata anche da mia sorella Claudia attraverso l'analisi di molte sentenze.
Ora, quando lei sostiene di stare con Marino, ovvero difende la sua proposta di legge sul testamento cosi' come e' scritta, credo che commetta un errore di valutazione. Se passasse la proposta cosi' come e' scritta, cambierebbe ben poco rispetto ad oggi. Si', il paziente potra' rifiutare cure non vitali attraverso il testamento biologico, ma rimane intatta l'incertezza sulla legittimita' o meno di staccare la spina.
Quello che io chiedo a Marino e' semplicemente di chiarire questo aspetto: il paziente deve avere il diritto di rifiutare le cure, tra cui la nutrizione e la respirazione artificiale, anche quando questo porta a morte certa. Marino, temo, e' convinto che una ragionevole lettura del suo testo di legge non puo' che confermare questo diritto. Io, insieme all'Aduc, penso che senza esplicitarlo a chiare lettere nel testo di legge, la giustizia italiana trovera' il modo di interpretare la norma nelle forme piu' svariate, di fatto confermando il caos giurisprudenziale e l'incertezza del diritto che oggi caratterizzano l'Italia in materia di fine vita. Quello che dico a Marino non e' "accetta il cavillo", ma "conosci il cavillo per sconfiggerlo".
1 novembre 2006 0:00 - lucianodinepi
Anche io ho partecipato al Convegno e ho fatto un breve intervento iniziale per non togliere tempo ad altri.Questa lettera aperta al Sen.Marino mi trova allineato a Marino, avendo anche io vissuto in USA in Ospedale.

Nel mio " De Eutanasia" parlo propio di come ci si comportava e ci si comporta in America davanti al malato terminale( eravamo nel 1954 !!)Sapevate che in America c'erano corsi di Tanatologia per Medici?
In Italia abbiamo la cultura delle " tazzine da caffè col manico a sinistra".
Aspetto ancora una risposta dall'Ordine dei Medici al mio esposto denuncia per far emergere l'Eutanasia dalla clandestinità.
A fine convegno( molti erano già usciti per il pranzo...)mi sono offerto io di fare a Welby il Diprivan( Sedativo potente ma che non causa morte)La proposta è caduta nel silenzio(il suo medico era uscito ma Welby ancora ascoltava)e si tenga ben presente che io sono contrario all'Eutanasia ma come Marino sono per cure palliative.
Bene . Detto questo aspetto risposte concrete. E peer fortuna Marino è concreto !

Dr. Luciano di Nepi
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