"Accanimento Terapeutico" ed "Eutanasia"
sono due cose differenti, e molto differenti, come tutti
sanno.
Voler mischiare i due concetti, nel
parlare di situazioni patologiche estreme è solo un pescare
nel torbido per fini ignobili.
29 settembre 2006 0:00 - voce valdese
Sul sito della Chiesa valdese www.chiesavaldese.org si può
leggere questa informativa sul dibattito
sull'eutanasia.
Protestanti italiani: va
raccolto l’invito lanciato dal Presidente Napolitano
Gianni Long: "Il tema impone un confronto parlamentare
serio, laico, ed attento al pluralismo"
"Il Parlamento, il paese e le comunità di fede
devono raccogliere l’invito del presidente Napolitano a
riflettere sul tema dell’eutanasia". Lo afferma il
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia (FCEI), Gianni Long che ha proseguito: "Come
cristiani che credono nel dono divino della vita avvertiamo
la delicatezza del problema e ci confrontiamo con diverse
sensibilità teologiche e pastorali. Tuttavia come
evangelici italiani siamo uniti nella convinzione che il
problema debba essere affrontato in sede pubblica, con
serietà e attenzione alle diverse posizioni, nel rispetto
della laicità e del pluralismo culturale e religioso della
società italiana. I protestanti italiani intendono
contribuire con convinzione a un dibattito di così alto
rilievo etico e politico". Così i protestanti
italiani intendono inserirsi nel dibattito
sull'eutanasia rilanciato dopo l'appello di
Piergiorgio Welby, vicepresidente dell'associazione
"Luca Coscioni", al presidente della Repubblica
per poter ottenere il diritto a morire. Il presidente
Napolitano ha auspicato l'apertura di un dibattito
sull'argomento, ma l’atteggiamento da parte di
numerose forze politiche rischia di troncare subito la
discussione. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha
chiesto di non fare cadere nel vuoto l'invito del Capo
dello Stato.
In ambito protestante, l’Agenzia
NEV ha raccolto una serie di commenti. Ermanno Genre,
teologo protestante e docente alla Facoltà valdese di
teologia ha affermato: "L'invito del presidente
della Repubblica e del presidente della Camera a discutere
della questione eutanasia è il meno che si possa fare.
Discutere non vuol dire che si debba prendere ora una
decisione pro o contro l'eutanasia, ma assumersi
responsabilmente il problema posto e non eluderlo. La
questione non è di dire sì o no ad una legge ma cercare
delle risposte concrete che rispettino la dignità della
persona. Nessuna legge dello Stato e nessuna morale
religiosa potranno mai sostituirsi alla decisione di una
singola persona che viene a trovarsi nelle condizioni di
Welby e di altri come lui". Il pastore Salvatore
Rapisarda, vicepresidente dell’Unione cristiana evangelica
battista in Italia (UCEBI), si è detto favorevole alla
discussione, "purché non si tratti del solito
dibattito fra sordi. Il dialogo è utile solo se le persone
coinvolte sono d’accordo nell’arrivare ad una posizione
nuova". Per il pastore Holger Milkau, decano
della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), quello
sull’eutanasia è "un dibattito molto difficile, ma
non impossibile, e senz’altro auspicabile", anche se
il Sinodo della CELI di qualche anno fa ha espresso la sua
contrarietà a decidere sulla vita delle persone,
considerata dono divino. Per l’Unione italiana delle
chiese cristiane avventiste in Italia (UICCA) permettere al
paziente di morire rifiutando l’intervento medico che
avrebbe come unico scopo di prolungare la sofferenza e
dilazionare il momento della morte, sotto il profilo morale
è da considerarsi in modo diverso dall’azione che avrebbe
come prima intenzione quella di togliere la vita.
"Siamo favorevoli ad un dibattito che offra la
possibilità a tutti di comprendere in modo adeguato il
valore della vita e anche il diritto alle scelte personali
responsabili nel rispetto del valore della vita che Dio ci
vuole continuamente ricordare anche nella sofferenza"
ha dichiarato il pastore Daniele Benini, presidente
UICCA.
Tratto da NEV - Notizie evangeliche del 27
settembre 2006
29 settembre 2006 0:00 - Francesco
Un cattolico può tranquillamente continuare a soffrire per
la miglir gloria di dio e quindi non suicidarsi e/o non
richiedere il trattamento eutasanico. Ugualmente può
astenersi dal divorziare e continuare a portare la croce di
un matrimonio andato in frantumi; può tranquillamente non
praticare l'aborto: Quello che non mi spiego è perchè
voglia imporre ad altri precetti e principi del proprio
credo religioso. La Fede è un fatto personale; per un
cristiano è un dono di Dio. Io questo dono non l'ho
avuto e quindi non credo nella sacralità della vita. E poi
se anche la vita fosse un dono di Dio, nel momento in cui ho
l'ho ricevuto quel bene è mio. Se restasse del soggetto
donante allora non sarebbe più un dono ma una concessione
del bene in usufrutto. Smettiamo di giocare con le parole;
smettiamo di speculare sulla superstizione, sulla
suggestione sulle paure. Ma io sono Cattolico? Certamente si
perchè, mentre ero insciente sono stato battezzato. Basta
questo per essere Cattolico? Non credo. Bisogna aver Fede e
seguire i principi e le regole della propria religione. Ma
guardatevi intorno e chiedetevi: ma quanti cattolici lo sono
senza poi praticare. Contestate ad un cattolico di avere una
relazione estramatrimoniale; sorridendo vi risponderà: ma
quello non è un peccato; e poi io mi confesso dico 5 Pater
5 Ave e cinque gloria e vengo assolto, dopo aver recitato
l'atto di dolore. Il nostro Dio è misericorsioso e
pietoso; persona tutto perchè conosce le debolezze
umane. E qui mi fermo. Francesco
27 settembre 2006 0:00 - Mario
bisogna veder morire qualcuno per capire cosa significhi
l'eutanasia.
A volte è una cosa orrenda,
altre volte può essere la fine di una sofferenza e di un
dolore che il malato non può riportare.
Mio
padre, morto di tumore ai polmoni, non ce la faceva più a
respirare ed è morto di soffocamento dopo diverse ore di
agonia.
La mia opinione ? SI! l'eutanasia è
UN DIRITTO del malato e come tale dovrebbe essere
liberalizzata per i casi più estremi.
Saluti
Mario.
26 settembre 2006 0:00 - Perchè
perche l'eutanasia deve essere vietata o non consentita?
Perchè dicono che la vita è sacra e non abbiamo
nessun diritto di sopprimerla. Però quando bisogna
difendere la patria e, sappiamo che essa è tutto un
businnes, allora gli stati acconsentono a farci morire ed
uccidere con il beneplacito della santa romana chiesa.
Anche questa per il mio modesto parere è eutanasia,credete,
non voluta dall'individuo ma da persone che non hanno
scrupoli se non per il potere. Chissà,forse mi
sbaglio,ma credo che una persona abbia tutto il diritto di
vivere o di morire.Noi non possiamo giudicare! Chi
crede in Dio sa che ha il libero arbitrio in questo caso
sono gli altri che decidono per te. Scrivere ai vari
ministri non serve a niente,lo fatto diverse volte e mai mi
hanno risposto. Lasciate che il coraggioso Sig.Welby
decida se vuole ancora soffrire o porre fine alle sue
sofferenze e non a quelle degli altri.
26 settembre 2006 0:00 - vittorino
Sono cattolico e quindi dovrei essere contrario.Ma vedere le
persone soffrire in quel modo e senza nessuna speranza Dio
mi perdoni ma preferirei morire subito.Eutanasia in certi
casi SI!!
26 settembre 2006 0:00 - Austen
Il problema del sig. Welby è un caso tipico di
"accanimento terapeutico", che può essere risolto
da lui stesso, essendo consapevole, col chiedere la
cessazione delle cure che tanto lo affliggono. Chi lo
presenta diversamente, simula pietà per lui, ma, in
realtà, lo sta sfruttando ipocritamente per sfondare la
porta dell'eutanasia sull'onda di emozioni di dubbia
razionalità. Il diritto a morire dignitosamente si
vuole trasformare in "licenza di uccidere".