Bravo Sergio ti sei espresso come avrei voluto io.....magari
riuscissi io a esprimermi cosi' andrei subito a parlare in
televisione......
pe' fa' capi' a tutte ste' pecore come ennio , quello che
hai detto tu , GRANDE SERGIO !!!!!!!!!!
20 dicembre 2010 19:26 - ennio4531
x chinaski,
... non sai quanti leoni ho sentito successivamente belare
!!!
20 dicembre 2010 19:08 - chinaski
"Io penso che, ogni tanto, occorra scendere dall’Olimpo
dei Concetti e avvicinare, nella fattispecie, quella parte
di umana specie che tenta, con fatica e sofferenza, di
uscire da un girone infernale per chiedergli che cosa ne
pensa della tua ‘etica’ .
Se è gentile, sorride sconsolato; se si trova in una fase
acuta, aspettati risposte meno garbate."
E a me cosa me ne fotte se esistono persone deboli che non
sanno gestirsi e diventano tossicodipendenti? Esistono
centri di cura per loro. Quindi secondo il tuo ragionamento
Ennio, siccome esistono centinaia di migliaia di alcolisti
in cura, io non avrei diritto di bermi uno o due bicchieri
di buon vino rosso in una cena tra amici? E' questo che vuoi
dire? O che nessuno possa fumarsi un occasionale spinello a
casa, mentre guarda un bel film con gli amici o con la sua
compagna, solo perchè esistono decine di miglia di
eroinomani o cocainomani o gente che fuma 20 cannoni al
giorno mentre guida? E' questo che vuoi dire? Purtroppo le
cose non stanno così nella realtà. La natura insegna che
le leggi che valgono per la pecora non possono essere
applicate al leone.
Con buona pace di Ennio.
20 dicembre 2010 18:19 - sergio2
...
Interessanti le osservazioni di Ennio di oggi 20 dicembre
ore 12.26.
Scrive Ennio: “Differenza tra legalizzazione e
liberalizzazione. Io sostengo che, ai fini pratici, per il
consumatore nulla cambia: in entrambi i casi si vuole
rendere lecito ciò che prima era vietato. Se così non è ,
non potrò che cospargermi di cenere il capo in segno di
pentimento. Se invece è come sostengo io, allora i commenti
sulle differenze li lascio volentieri ai …sofisti.”
Vi sembra la stessa cosa comprare il pane per strada da uno
sconosciuto magari anche un po’ sporco e trasandato e
comprarlo in un panificio con tanto di licenza e
autorizzazione?
Ai fini pratici sempre pane comprate, ma siete sicuri che
per il consumatore non cambi nulla?
Il pane oggi è “legale” (ovvero regolamentato,
disciplinato, non certo liberalizzato); le droghe proibite
sono oggi “libere” da regole (ovvero clandestine, fate
quel che vi pare però se fate vi puniamo).
Non si tratta di rendere lecito ma di regolare ciò che non
si può vietare nonostante le leggi e le pene sempre più
severe.
Non si può efficacemente vietare l’uso delle droghe al
punto che laddove non c’è la possibilità di procurarsele
sono inventate: dalle colle ai derivati del petrolio tutto
è trasformato in droga.
Il divieto talvolta può creare una situazione di effettivo
pericolo e nocività che supera il consentire a determinate
regole.
A chi arreco danno se a casa mia fumo uno spinello?
Che senso ha prevedere la non punibilità del consumo
personale ma non consentire alcuna forma legale di
produzione, trasporto e commercio?
Come sostiene Giovanardi, il consumo personale già adesso
non è punito quindi le droghe sono già “lecite”.
Che differenza c’è, dal punto di vista della
pericolosità sociale e personale, tra tirare un po’ di
coca e bere una bottiglia di vino?
Se escludiamo le differenze dovute alle diverse condizioni
di mercato (clandestino e quindi senza regole per la coca,
disciplinato per il vino), la conclusione è una: stessa
pericolosità.
Questa si chiama ipocrisia, mostruosità giuridica, mancanza
di onestà intellettuale, mancanza di senso etico della
vita.
Se Giovanardi può definire follia la proposta di
legalizzare le droghe leggere (accomunando legalizzare con
liberalizzare) io ho il pieno diritto di definire follia le
sue proposte, con la ragionevolezza di poter aggiungere che
solo dei folli socialmente pericolosi possono intestardirsi
a praticare e sostenere il proibizionismo, quando un secolo
di proibizionismo ha prodotto il dilagare della droga con
tutti i problemi connessi, e allo stesso tempo sostenere che
i consumatori sono delle “vittime” e quindi il consumo
personale è depenalizzato.
Utilizzo gli stessi canoni linguistici di Giovanardi per
commentare il suo pensiero.
Chi sostiene il proibizionismo non si degna di valutare
altre strade possibili (squalificandole come follia): un
vero e proprio ostracismo.
E sarebbe la mia una posizione ideologica?
Non c’è etica nella proposta proibizionista perché non
c’è coerenza e onestà intellettuale.
Basta passare in rassegna gli argomenti più utilizzati dai
proibizionisti per rendersene conto.
Per esempio: la droga va proibita perché fa male.
E il tabacco no? E l’alcol no?
Il tema della nocività è un argomento ipocrita privo di
valore etico e intellettuale.
Nessuno è credibile se proibisce la cannabis o la cocaina,
mentre ammette alcol e tabacco (e lo stato ci lucra
pure).
Non c’è etica quando si sostengono tesi infondate o
costruite su teoremi falsi.
Per esempio: alcol e tabacco se utilizzati in modica
quantità non provocano danni irreparabili.
Argomento valido per tutte le sostanze compreso zucchero e
arsenico, cannabis e cocaina, alcol e eroina…
Che cosa garantisce che il consumo non diventi eccessivo e
sconsiderato?
Nessuno nasce alcolizzato. Si comincia con un bicchiere e si
finisce etilista, o no? Non sempre? Giusto, ma vale anche
per lo spinellomane o per il parlamentare che tira coca solo
quando c’è una seduta in parlamento… cioè quasi
mai.
Altro cavallo da battaglia: dalle droghe leggere si passa a
quelle pesanti.
Altro argomento falso.
Milioni di persone si fanno qualche canna ogni tanto senza
aver mai utilizzato eroina, cocaina o altro. Se avviene il
passaggio dalle leggere alle pesanti non è per la sostanza
in sé ma ancora una volta per le condizioni di mercato.
L’argomento vale in ogni caso anche per l’alcol: dal
vino si passa ai superalcolici. Ma non sempre e non
necessariamente in modo sconsiderato, esattamente come per
le altre sostanze.
Le droghe danno assuefazione, altro argomento speso con
generosità.
Anche il cioccolato e il cibo in genere: quante sono le
donne depresse affette da coazione alimentare? E il tabacco,
l’alcol? Non danno assuefazione?
Altro argomento: la pericolosità sociale. Guidare sotto
l’effetto della droga è pericoloso.
Vero, anche sotto l’effetto dell’alcol e persino fumare
tabacco mentre si guida è pericoloso e andrebbe quindi
proibito. Ho rischiato di morire a causa di un tabagista
“assassino” che mi è piombato addosso perché si è
distratto dalla guida a causa della brace della sigaretta
cadutagli sui pantaloni. Tenere in mano un cellulare è più
pericoloso di tenere in mano una sigaretta?
Mi fermo qui perché se si vuole ragionare c’è già
abbastanza materia prima.
Ennio, non sono io che mi arrogo il diritto di parlare di
etica ma certi personaggi, come Giovanardi, che pretendono
di essere gli unici legittimati e titolati a discutere di
etica quando in realtà non sviluppano alcun argomento
eticamente valido e producono risultati nefasti.
Come già scritto (punto 5 del mio primo intervento) il
danno quando c’è va trattato con identici criteri, per
essere credibile, onesto e dare valore etico alle proprie
azioni, caro il mio Ennio, altro che ‘laissez faire,
laissez passer ‘
A fare discorsi ideologici sarei io… già, infatti, Ennio
dimostra la validità delle sue tesi… affermando che le
altre tesi non sono valide; perché non lo sarebbero?
Altro argomento eticamente infondato è l’affermare,
riprendo le parole di Ennio,
“Io penso che, ogni tanto, occorra scendere dall’Olimpo
dei Concetti e avvicinare, nella fattispecie, quella parte
di umana specie che tenta, con fatica e sofferenza, di
uscire da un girone infernale per chiedergli che cosa ne
pensa della tua ‘etica’ . Se è gentile, sorride
sconsolato; se si trova in una fase acuta, aspettati
risposte meno garbate.”
Non bisogna confondere il problema della droga (ovvero del
perché si ricorre alla droga e perché si diventa
dipendenti) con il problema della terapia.
Il problema della terapia esiste anche per l’alcolizzato e
per ogni altra manifestazione di disagio individuale e
sociale.
Legalizzare le droghe non significa fregarsene della salute
di chi è dipendente dalle droghe e vuole uscirne.
Significa creare le condizioni per evitare che chi ne fa uso
diventi anche delinquente o danneggi ulteriormente la
propria salute per la pessima qualità delle sostanze che
assume, comprese quelle utilizzate per taglio. Significa
evitare che la droga finisca per svolgere un ruolo
totalizzante nella vita dell’individuo.
La cura non va confusa con la prevenzione, sulla quale il
proibizionismo ha fallito.
La prevenzione per essere credibile deve basarsi su
argomenti veri, logici e coerenti. Non si può dire no allo
spinello e sì alla grappa: non è credibile visto che la
grappa uccide molto più dello spinello.
Come non ha senso fare leva su argomenti terroristici
confidando che così i giovani evitino la droga.
Non possiamo incatenarci all’idea che ciò che è
disponibile diventi immediatamente fruito e abusato.
Con questa logica per molti anni si è proibito l’uso
degli anticoncezionali: se la pillola diventa disponibile le
nostre figlie e mogli diventeranno tutte puttane… si
diceva. Se il divorzio diventa possibile… tutte le
famiglie si sfasceranno.
Si continua ancora con la stessa logica: la deterrenza
coercitiva non ha mai creato comportamenti virtuosi,
moralmente apprezzabili, responsabilità e
consapevolezza.
Basterebbe osservare il crescente consumo di alcol tra i
giovani per rendersi conto di quanto affermo.
20 dicembre 2010 13:47 - IVAN.
.
A (S)PROPOSITO DI DROGA
******
(Riflessioni generali sulle cosiddette "droghe")
Inizio con una premessa: questo scritto non propone
esattamente concetti diffusi a livello popolare, quindi
invito anticipatamente il lettore a soppesare le mie
argomentazioni senza preconcetti.
=====================================
• DEFINIZIONE.
"Droga", dunque.
Giocare sull’uso improprio dei vocaboli è il modo più
facile per equivocare il tema in questione.
Qui è fondamentale definire il termine, perché se DROGA è
“qualcosa che provoca alterazione e dipendenza sia mentale
che fisica”, allora sono droghe anche il caffè, la
televisione, il sesso, il Pensiero e la musica. E siamo
tutti drogati. E viva la droga.
Le sfumature intermedie tra l’eroina e l’aria che
respiriamo sono così indistinte (considerando anche le
variabili date dalla QUANTITÀ e dalla individuale CAPACITÀ
DI ASSIMILAZIONE di ognuno) che non ci è concesso,
obiettivamente, separare una “droga” da ciò che non lo
è.
Quindi dobbiamo accettare le (pur discutibili) forme di
distinzione stabilite PER LEGGE che già conosciamo, e che
non mi metto ad elencare.
====================================
• PERCHÈ.
Sui motivi che inducono una persona a fare deliberatamente
uso di sostanze alteranti, invito alla lettura del saggio di
Aldous Huxley “LE PORTE DELLA PERCEZIONE”, che
approfondisce nei dettagli il seguente concetto:
IL BISOGNO DI TRASCENDERE L’«IO» ABITUALE È UNA
NECESSITÀ DELLA NATURA UMANA STESSA.
Questo è facilmente comprensibile, visto che dopotutto
l’unica prova di una qualsiasi crescita si manifesta
necessariamente in un cambiamento del proprio SÈ, al quale
viene sommata l’esperienza di uno STATO DI COSCIENZA
ALTERNATIVO.
A queste “coscienze latenti” si può accedere:
– ACCIDENTALMENTE (ma in tal caso non vengono né
mantenute né ripetute).
– NATURALMENTE (a seguito di appropriati esercizi
psicofisici, come meditazione, yoga o training autogeno).
– ARTIFICIALMENTE (mediante l’assunzione di sostanze che
troppo genericamente – e impropriamente – vengono
etichettate sotto l’accezione di “droghe”).
====================================
• ORIGINE DELLA (erronea) CATTIVA FAMA.
Sì: ERRONEA.
Prima di prendere posizioni affrettate, è bene inquadrare
di COSA si sta trattando, e ricercare INFORMAZIONI
SUPPLEMENTARI oltre al “sentito dire” orecchiato qua e
là alla pecorona.
Consideriamo ad esempio uno degli stupefacenti più noti:
l’LSD (o Acido Lisergico).
Tutti conosciamo la cattiva fama che accompagna questa
sostanza.
Ebbene, se invece approfondissimo lo studio della questione,
arriveremmo alla conclusione che NEL GIUSTO DOSAGGIO,
l’LSD È COMPLETAMENTE INNOCUO:
con scientifica certezza, l’acido lisergico NON lascia
residuo tossico, NON distrugge i neuroni e NON provoca
dipendenza.
Tutto questo contrasta nettamente con l’opinione corrente
sull’LSD, ma va riconosciuto che coloro che ne hanno
subìto dei danni semplicemente abusavano della QUANTITÀ,
oppure - cosa altrettanto basilare - non erano mentalmente
preparati ad affrontare il cosiddetto SHOCK DELLA
RIVELAZIONE.
Ma allora, come è nato il mito dell’«acido fatale»?
Occorre fare una parentesi.
Nel 1968, per varie ragioni controverse, la produzione di
LSD è stata dichiarata ILLEGALE.
Prima di allora, le organizzazioni criminali non si erano
MAI occupate dell’Acido, per il semplice fatto che, come
detto, L'LSD NON DÀ ASSUEFAZIONE, E QUINDI NON STABILIZZA
IL MERCATO.
Da quell’anno in poi, TUTTE le dosi millantate per LSD
pervenute sul mercato degli allucinogeni sono state prodotte
in clandestinità da personale “non specializzato”
(eufemismo), così che quello che attualmente viene
propinato per LSD è in realtà un composto DIFFERENTE, un
intruglio sintetizzato alla meno peggio, con l’aggiunta di
additivi che provocano assuefazione, studiati apposta per
intrappolare gli incauti che credono di avere ancora a che
fare con l’LSD originario.
E se poi quest’ignota porcata chimica provoca dei danni, a
cosa si attribuisce la colpa? All’innocuo LSD, ovviamente,
che col suo VERO nome non esiste più da quarant’anni!
Lo stesso discorso si può applicare a qualunque tipo di
droga prodotta senza la garanzia di un controllo LEGALE: i
“difetti di fabbricazione” sono tutti a rischio del
Consumatore.
Come sapere se ciò che prendiamo è REALMENTE ciò che
crediamo che sia? Lo spacciatore ci allega forse il
certificato DOC?
Già, il fattore "garanzia": questo introduce
automaticamente la questione dell’ANTIPROIBIZIONISMO.
====================================
• SULLA LEGALIZZAZIONE.
Constatiamo la situazione: essendo illegale, il commercio di
droga è detenuto PER INTERO – essendone l’unico
produttore – dal mercato clandestino, che può liberamente
gonfiarne il prezzo oltremisura, così da costringere i
tossicomani ad una serie di espedienti più o meno leciti
per racimolare giornalmente il costo di una dose.
L’UNICA alternativa possibile è quella di LEGALIZZARE
(termine da non confondere MAI con “LIBERALIZZARE”) il
commercio di stupefacenti;
ovvero, produrre e vendere SOTTO ASSISTENZA STATALE ciò che
attualmente è monopolio esclusivo della Malavita.
La droga così prodotta sarebbe sottoposta ad un rigido
controllo della qualità e della denominazione.
Inoltre, fornendo (RIGOROSAMENTE sotto ricetta medica)
gratuitamente o ad un prezzo accessibile la dose ai
tossicodipendenti, verrebbero sensibilmente a diminuire i
reati sopracitati, oltre a scoraggiare la concorrenza del
mercato criminale, al quale verrebbe tolta la sua principale
fonte di guadagno.
Non c’è da stupirsi, quindi, che la Malavita eserciti
tutta la pressione politica che le è possibile affinché il
completo monopolio della droga rimanga nelle sue mani (molto
spesso, celandosi dietro “nobili” campagne
proibizioniste).
Qui va aggiunto un punto fondamentale: alcuni tipi di droghe
(come il CRACK) sono semplicemente troppo pericolose per
essere prodotte, sia pur legalmente; la malavita, quindi,
continuerebbe a fornire ai tossicodipendenti quelle sostanze
che lo Stato NON PUÒ mettere a loro disposizione.
Questo, naturalmente, non toglie nulla all’importanza di
una SENSATA Legalizzazione delle droghe (la politica dei
SERT, nonostante tutte le lacune dimostrate, è un passo
gigantesco, in questo senso).
Comprensibilmente, la scelta sulla Legalizzazione va presa
dallo Stato, e non – come qualche mentecatto propone –
tramite un REFERENDUM POPOLARE.
Con la solita scusa di “rispettare i desideri della
maggioranza”, si darebbe a cani e porci la possibilità di
dare un peso PRATICO alle loro opinioni frettolose e
superficiali, quando hanno già più volte dimostrato di non
essere abbastanza preparati per prendere decisioni su
tematiche così delicate e complesse.
====================================
• IL PUNTO CHIAVE.
...Ed a volte, questa preparazione non l'hanno dimostrata
nemmeno gli “addetti ai lavori”, secondo il mio punto di
vista:
infatti, nel marasma di leggi, dibattiti, conferenze,
campagne di sensibilizzazione e spazzatura varia, non mi è
ancora capitato di sentire NESSUNO di questi “esperti”
rivelare l’ESSENZA dell’intero contesto sul problema
droga:
AD UCCIDERE NON È LA DROGA, MA LA SCELTA DI PRENDERLA.
La droga non pensa, non può “voler fare del male”; è
lì, è NEUTRALE.
È come se io prendessi un coltello, me lo piantassi nel
cuore, e poi si dicesse in giro che i coltelli uccidono!
Ridicolo? Certo, eppure si tratta dello STESSO concetto
(camuffato) che andiamo divulgando di fesso in fesso
riguardo alla droga.
«Lotta alla droga...»
Ma siamo idioti?! Semmai...
...«Lotta alla SCELTA di drogarsi!»
Basterebbe questo piccolo cambio di consapevolezza per
incanalare nella corretta direzione tutti gli sprechi di
soldi, uomini ed energie che gravitano attorno al fenomeno
droga.
E dire che è anche un concetto molto semplice: se in una
persona esiste la “scelta potenziale” di volersi fare ma
non ci fosse droga, si “drogherebbe” COMUNQUE: con
l’alcool, o correndo contromano sull’autostrada, o
andando allo stadio, o inventandosi una scusa per massacrare
qualcuno, o scrivendo cazzate sui forum....
È la “carica negativa” (o meglio, la CAUSA che la
origina) che va combattuta, non il MEZZO che viene usato per
sfogarla.
E questa lotta coinvolge praticamente TUTTE le fonti di
formazione di una persona:
la famiglia, la scuola, la televisione, la cultura, la
religione, la vita sociale, il lavoro...
Questo lungo elenco di istituzioni ci fa comprendere come
sia preferibile correggere UNA PER UNA ogni manifestazione
di “scelte insane”, piuttosto che intervenire ALLA BASE
sul meccanismo grippato che le PRODUCE IN SERIE.
La Società dovrebbe essere impostata su misura della Natura
Umana, ma pare che ci si sforzi di fare l’esatto
contrario.
Ecco perché è molto più COMODO prendere come capro
espiatorio una incolpevole sostanza inanimata, piuttosto che
mettere in discussione il nostro fallimentare sistema di
formazione degli individui.
Ma chi cerca delle soluzioni CONCRETE deve ricavarle da
QUESTO punto di vista; gli altri sono soltanto dei
palliativi (come la legge-colabrodo Fini/Giovanardi, che non
commento solo per carità cristiana).
===================================
• DIPENDENZA E ASSUEFAZIONE.
In ultima analisi, un’osservazione importante:
è vero che le droghe aprono le Porte della Percezione,
mettendoci in contatto con i nostri CENTRI SUPERIORI (e
questa in sé potrebbe essere una cosa positiva), ma è
altrettanto vero che esse sostituiscono la capacità di
accedervi in modo NATURALE.
Per spiegarmi, apro una parentesi su ciò che significa
“assuefazione”.
Nel cervello sono presenti sostanze naturali chiamate
ENDORFINE, che agiscono sui recettori cerebrali esattamente
come fanno le droghe.
Se queste sostanze vengono assunte dall’esterno, le
ghiandole che producono le endorfine si bloccano.
Da qui, la necessità di assumere continuamente stimolatori
ESTERNI per sopperire al bloccaggio di quelli INTERNI.
Ognuno di noi, quindi, sarebbe in grado (con appropriate
conoscenze ed esercizio) di produrre FISIOLOGICAMENTE in sé
le sostanze chimiche che portano agli stati superiori della
Coscienza.
In breve, la droga è un MEZZO, non un FINE;
coloro che la prendono con il solo scopo di SVAGARSI non
possono ottenere altro che questo.
Ma nel contempo gli stupefacenti agiscono nel profondo:
bisogna sapere in anticipo COSA andranno a toccare,
altrimenti sarà come se uno, per far increspare la
superficie dell’oceano, facesse scoppiare un’atomica in
profondità.
-----
(Just my 2 cents. Bye.)
.
20 dicembre 2010 13:41 - IVAN.
.
Confermi di essere o in malafede o irrecuperabilmente
ottuso.
In entrambi i casi, inutile perdere tempo con te.
.
20 dicembre 2010 12:28 - ennio4531
X IVAN.
L’accusa che mi fai di malafede la considero parte di
quel armamentario ormai logoro che viene impiegato non per
criticare in modo analitico le opinioni altrui bensì per
corazzare quelle proprie cercando di squalificare moralmente
l’avversario E’ un po’ come l’etica invocata da
sergio che solo lui possiede, e quindi è l’unica vera ,
da contrapporre agli altri.
Comunque, sergio sostiene che la droga fa male e qual è la
risposta di sergio nei confronti di chi opera per
combatterne l’uso sia pure con armi sbagliate ?
“… priva di ogni valore etico.”
… e tu sostieni che "l’approccio metodologico ad una
questione" di sergio è da additare come esempio…
contento tu….
Per quanto attiene Ghandi, me ne guardo bene dal sostenere
che sia stato un guerrafondaio, come pure me ne guardo bene
dal sostenere che fosse un pacifista ( come certi
commentatori, film e politici come Pannella ci vogliono far
credere) dal momento che sosteneva che la violenza, per
salvaguardare i diritti dell’uomo, è giustificata.
Ecco quello che scriveva su ‘ Antiche come le
montagne’:
"…la mia nonviolenza non ammette che si fugga dal pericolo
e si lascino i propri cari privi di protezione…Così
quando mio figlio maggiore mi chiese che cosa avrebbe dovuto
fare se fosse stato presente, nel 1908 quando fui aggredito
quasi mortalmente, se fuggire e vedermi ucciso o piuttosto
impiegare la forza fisica che egli poteva e voleva
impiegare, s difendermi, gli dissi che era suo dovere
difendermi anche con il ricorso alla violenza…”…
“.. Vi è speranza che il violento diventi un giorno
nonviolento, ma per il vile non ve n’è alcuna. Perciò ho
detto più volte che se non sappiamo difendere noi stessi,
le nostre donne e i nostri luoghi di culto con la forza
della sofferenza, vale a dire con la nonviolenza, dobbiamo
almeno, se siamo uomini, essere capaci di difendere tutto
questo combattendo…"
Tanto ti dovevo per completezza di informazione .…
20 dicembre 2010 12:26 - ennio4531
x sergio,
apprezzo le tue compiute e puntuali espressioni dottorali
che si dispiegano in un intervento di ben 38 punti, avendoci
fatto grazia di non aver approfondito le tesi di Giovanardi
prive, a tuo dire, di valore etico.
Arriviamo al sodo.
Differenza tra legalizzazione e liberalizzazione.
Io sostengo che, ai fini pratici, per il consumatore nulla
cambia: in entrambi i casi si vuole rendere lecito ciò che
prima era vietato.
Se così non è , non potrò che cospargermi di cenere il
capo in segno di pentimento.
Se invece è come sostengo io, allora i commenti sulle
differenze li lascio volentieri ai …sofisti .
Etica.
Essa viene tirata in ballo in così tante occasioni da
essere diventata un refrain utile per porsi su di una
cattedra dalla quale impartire lezioni : in altre parole ,
trattasi di un ‘ipse dixit’ di stampo laico .
E quando i laici vogliono fare il verso alla Chiesa, che
Iddio ce ne scampi : i frutti sono stati i giacobini, i
comunisti, i fascisti e i nazisti…. per me basta e avanza
!
D’altra parte l’arte della dialettica ai tempi d’oggi
insegna, in caso di difficoltà, appellarsi a concetti
aventi aspetti confinanti con il metafisico di cui si
ribadisce il copyright .
Ai vecchi tempi i maestri di dialettica insegnavano questa
tecnica: quando avverti che l’avversario ti sopravvanza ,
accusalo di fascismo , ma fallo per primo !
E arriviamo alla tua Etica .
Prima scrivi che ‘Le droghe fanno male, tutte
indistintamente, una di più, l’altra di meno ma tutte
certamente tossiche.' , poi accusi chi ne sostiene il
divieto d’uso come ‘ …follia allo stato puro. Follia
pericolosa, perdente, improduttiva, ipocrita e priva di ogni
valore etico.’
Che cosa ne devo arguire se non che la tua etica ti obbliga
al ‘laissez faire, laissez passer ‘…. in altre parole
vedi il danno e come lo tratti : con dissertazioni
accademiche sulla libertà d’uso.. mentre migliaia di
persone ne stanno soffrendo.
Io penso che, ogni tanto, occorra scendere dall’Olimpo dei
Concetti e avvicinare, nella fattispecie, quella parte di
umana specie che tenta, con fatica e sofferenza, di uscire
da un girone infernale per chiedergli che cosa ne pensa
della tua ‘etica’ .
Se è gentile, sorride sconsolato; se si trova in una fase
acuta, aspettati risposte meno garbate.
Ecco… io penso che la tua, più che ‘etica’, abbia
apparentamenti con l’ ideologia.
20 dicembre 2010 0:20 - shugar
senbrate precari da 4 soldi! Non che non abbia molta stima
di questa categoria calpestata che piu' non si possa, ma Voi
ne rappresentate solo l'ombra minterloquendo a paghetta in
internet, Vi saluto e buon lavoro
20 dicembre 2010 0:07 - shugar
c'e' chi parla di gente che non si accorge che il mondo gli
cambia sotto i piedi, ok, ma cambiera' per tutti...^_^
chissa' alla fine per chi in meglio e chi in peggio, chi
vivra' vedra'
20 dicembre 2010 0:03 - shugar
sul tavolo ci stanno i comprati da quattro soldi,
quaquaraqua... bla bla bla...
20 dicembre 2010 0:02 - shugar
bla bla bla...
19 dicembre 2010 11:48 - gino1142
Veramente un ottimo post quello di Sergio
(16 dic 2010, 15:51)
complimenti e molto esaustivo,ma come dice qualcuno
fastidioso per quelli che non accettano il mondo che gli
cambia sotto i piedi....
18 dicembre 2010 20:14 - shugar
bla bla bla bla...
17 dicembre 2010 19:17 - IVAN.
.
Veramente un ottimo post quello di Sergio (16 dic 2010,
15:51)
Da additare come esempio di "approccio metodologico ad una
questione".
Certo, se uno è in malafede (per non dire
irrecuperabilmente ottuso) può riuscire a intraleggere
intenti guerrafondai persino in un discorso di Ghandi.
Direi quindi che si può tranquillamente sorvolare sui
soliti, immancabili commentini di chi non può fare a meno
di dimostrare la propria ignoranza.
.
17 dicembre 2010 18:27 - sergio2
...
Scrive Ennio 4531:"...per poi concludere che le droghe,
essendo simili alle altre sostanze psicotrope, vanno
liberalizzate invocando perfino l'etica ( .. ettipareva
)Senti sergio... in famiglia vanti qualche dottor Jekyll e
mr. Hyde ?"
Vedi Ennio, vanto la capacità di saper leggere e la
capacità di comprendere il testo.
Capacità delle quali tu probabilmente difetti poiché io
non ho mai utilizzato il termine "liberalizzate".
Se per te il concetto di legalizzare è identico a quello di
liberalizzare... hai le idee molto confuse e faresti bene a
chiarirtele.
Nel mio intervento molto schematico ho appena sfiorato il
tema dell'etica, ma a una lettura attenta è facile desumere
perché considero le tesi di Giovanardi prive di valore
etico. Se vuoi possiamo approfondire questa valutazione.
Non dovrebbe risultarti difficile, dato che mi sono espresso
attraverso 38 punti ben distinti, essere più preciso nelle
tue critiche che suonano banalmente ironiche.
Se consideri un "depistare" il considerare il consumo di
droghe un aspetto del più vasto problema del disagio
sociale (vedi punto 20 per esempio) che si esprime anche
attraverso tanti modi per sballare (non ultimo l'abuso di
alcol) o il mio chiedere "coerenza", per essere credibili,
verso sostanze che creano danni sociali di gran lunga
maggiori a quelli delle droghe proibite... vuol dire che
dovresti indagare un po' di più il problema droga e
dipendenza prima di esprimerti.
17 dicembre 2010 16:49 - ennio4531
hello fabrizio,
quando ti ammali, perchè non ti fai curare dai terapeutici
egiziani con oppio e foglie di coca ?
Hi shugar,
decanti tanto la droga, .... ma tutta la tua vita pensi di
passarla su un tavolo operatorio per giustificarne l'uso
anche da sano ?
17 dicembre 2010 16:34 - ennio4531
ahh sergio, come dice Celentano, ... sei forte !
Il tuo interloquire è un crescendo rossiniano.
Parti da sostanziali critiche alla droga che rappresenta un
danno per sè e per gli altri, procedi tirando in ballo
l'alcol e il tabacco come pericoli maggiori ( ... è sempre
così: quando si parla dei danni della droga, c'è sempre
qualcuno che depista l'argomento...), ci intrattieni sugli
aspetti culturali , per poi concludere che le droghe,
essendo simili alle altre sostanze psicotrope, vanno
liberalizzate invocando perfino l'etica ( .. ettipareva
).
Senti sergio... in famiglia vanti qualche dottor Jekyll e
mr. Hyde ?
17 dicembre 2010 8:57 - fabrizio7338
L'oppio lo hanno sempre usato e anche le foglie di coca , i
terapeutici erano egiziani e gia' conoscevano la chirurgia e
l'anestesia.....
16 dicembre 2010 21:36 - shugar
liberalizzare Giovanardi!?, una follia...^_^
16 dicembre 2010 21:34 - shugar
Cosa sarebbe una sala operatoria senza droga!? Una sala di
tortura come si osava ed era costretti a fare una volta,
senza scienza e senza droga!
16 dicembre 2010 19:07 - shugar
Certo che le droghe fanno male tutte indistintamente, non si
puo` negare l`evidenza!
Basta sapere che meta`dei prodotti in farmacia sono droghe!
Ma cosa sarebbe oggi come nell` antichita` un mondo senza
antidolorifici, senza oppiacei, senza i vari prodotti
sfiammanti, senza ipnotici o calmanti ecc.!? Sarebbe un
disastro!
Tranne per coloro che praticano la cristoterapia seguaci del
motto "purificati l` anima soffrendo prima di crepare" che
andrai in cielo sicuro!
Infatti le droghe di strada si sono propagate nell´
illegalita` non nella legalita` e come succede con il vino
non tutti che bevono sono etilisti e la stessa cosa sarebbe
con le sostante psicotrope, basta fare una vera e duratura
campagna d` informazione a partire dalle scuole prima ancora
della ora di religione!
16 dicembre 2010 15:51 - sergio2
...
Interessante discussione.
Provo a riassumere ed integrare in modo schematico.
1) Le droghe fanno male, tutte indistintamente, una di più,
l’altra di meno ma tutte certamente tossiche.
2) Ciascuno ha la facoltà di farsi male come crede,
talvolta considerando tale facoltà un’espressione di
libertà, talaltra consapevole di essere condizionato nelle
scelte o persino vittima inconsapevole.
3) Nessuno ha il diritto di mettere a repentaglio la vita
altrui per le proprie abitudini di consumo.
4) La collettività ha il diritto, forse il dovere,
d’interrogarsi su fin dove è disposta a farsi carico
dell’irresponsabilità altrui.
5) Ogni limitazione della libertà individuale non può
discriminare in base a fattori di valutazione soggettiva: a
pari rischio pari limitazione, a pari pericolo pari
limitazione.
6) Tra tutte le sostanze psicotrope nessuna è più dannosa
dell’alcol.
7) Nessuna droga uccide più dell’alcol: circa 25000 ogni
anno i morti in Italia attribuiti all’abuso di alcol.
8) L’alcol è in Europa la prima causa di morte tra i
giovani fino a 30 anni.
9) La pericolosità sociale e individuale delle droghe
diverse dall’alcol è il prodotto delle condizioni di
illegalità.
10) Nessun alcolizzato si mette davanti alle scuole o alle
discoteche a “spacciare” grappa o vino. Nessun
alcolizzato scippa o ruba per comprare la bottiglia.
11) Il prezzo delle droghe diverse dall’alcol è
determianto dai rischi che i produttori e trafficanti
corrono per produrre e vendere non certo dalla preziosità
della materia prima.
12) Nessuna ragione logica giustifica un trattamento
differenziato tra cocaina e alcol. L’unica spiegazione
logica porterebbe a concludere che si vogliano creare
condizioni favorevoli per la criminalità organizzata.
D’altra parte, anche il crimine è funzionale alla logica
del PIL.
13) Il proibizionismo e la criminalizzazione di determinate
sostanze hanno determinato un mercato LIBERO ma clandestino,
quindi totalmente fuori da ogni regola.
14) Le droghe proibite oggi sono LIBERE per volontà dei
legislatori mentre il pane è REGOLAMENTATO.
15) La tossicità delle droghe proibite è in stretta
relazione alle condizioni di clandestinità: nessuno sa
esattamente cosa compra, cosa assume e quanto principio
attivo in realtà assume.
16) Chi assume droghe proibite talvolta commette crimini
per effetto delle droghe ma soprattutto li commette per
procurarsi i mezzi economici necessari per comprare una
merce scadente venduta a un prezzo esorbitante per le
condizioni di clandestinità.
17) Chi abusa di alcol spesso commette crimini per effetto
dell’alcol; ne sanno qualcosa le mogli e le donne in
genere violentate o aggredite da mariti o uomini alticci.
18 )Anche alcune droghe proibite determinano stati di
eccitazione che possono favorire comportamenti aggressivi e
criminali.
19) Alcol e tabacco fanno parte della nostra cultura e
quindi sono socialmente più accettate.
20) Combattere le droghe significa combattere ogni forma di
disagio sociale. L’uso delle droghe va iscritto nel più
vasto problema del disagio sociale in cui a pieno titolo
rientra l’uso di alcol, tabacco, psicofarmaci e ogni altra
sostanza in grado di indurre dipendenza e comportamenti
coattivi.
21) Il proibizionismo ha consegnato nelle mani della
criminalità organizzata l’industria chimica delle
sostanze psicotrope: tutte le droghe degli ultimi trent'anni
sono invenzioni chimiche dell'industria criminale.
22) L'ultima droga innovativa prodotta ufficialmente
dall'industria farmaceutica è l'eroina: fu sintetizzata
dalla Bayer nel 1898 come rimedio per i morfinomani!
23) L'approccio sbagliato al problema ha portato alla
medicalizzazione della tossicodipendenza perché la tendenza
della nostra cultura è la medicalizzazione dei problemi.
Milioni di persone soffrono di ansie immotivate e assumono
tranquillanti per dormire; milioni di persone non riescono a
concentrarsi senza accendere una sigaretta; altri hanno
bisogno di dieci caffè al giorno e altri per parlare con
una ragazza hanno bisogno di ingurgitare un po' di alcol.
Anche molte giovani e meno giovani donne per rompere i freni
inibitori hanno bisogno di tracannare un po'...
24) La nostra cultura e il nostro diffuso disagio ci porta a
non affrontare i problemi ma ad accantonarli ricorrendo a
qualche magica sostanza.
25) Agitare fobie, sventolare bandiere è più facile e
proficuo elettoralmente; proporre soluzioni, progettare
cambiamenti richiede fatica e coraggio perché si rischia di
fallire: nessuno ha le ricette in tasca. Quindi più utile
ai propri interessi di bottega non fare nulla e produrre
logorroiche declamazioni su prevenzione e repressione.
26) La prevenzione e l’informazione per essere efficaci
necessitano di un requisito: la coerenza. Morti sulle strade
a causa dell’abuso di alcol, morti sul lavoro a causa di
abuso di alcol, atti di violenza e di teppismo sotto effetto
dell’alcol… ma tutto ciò suscita scarso allarme
sociale. Sulle bottiglie di vino non c’è scritto “NUOCE
GRAVEMENTE ALLA SALUTE”. Le bottiglie di vino e di
alcolici non riportano alcuna indicazione sull’uso
“consigliato”.
27) Come c’è il consumo moderato di alcol, tabacco e
dolciumi… c’è anche l’uso moderato e saltuario delle
droghe proibite.
28) Abbiamo problemi enormi che si chiamano tabacco, alcol e
psicofarmaci e un problema "droghe" ingigantito dalla
demenziale e giuridicamente assurda legislazione criminogena
sulle cosiddette droghe. Molti continuano ovviamente a
ignorare i problemi enormi e si accaniscono con cinismo e
stupidità per rendere ancora più drammatico il problema
"droghe".
29) L’uomo da sempre modifica artificialmente la propria
psiche. L’accanimento contro le droghe evidenzia un
problema di acculturizzazione: l’alcol, il tabacco e i
farmaci appartengono alla nostra cultura; le cosiddette
droghe sono estranee alla nostra cultura e quindi vanno
demonizzate come tutto ciò che è “estraneo e
forestiero”.
30) Trattiamo tutte le sostanze psicotrope allo stesso modo:
per tutte legalizzazione e severe normative per l’uso
controllato e responsabile. D’altra parte bisognerà anche
prendere atto che più di un secolo di politica repressiva e
proibizionismo ci ha portati al punto in cui siamo.
31) Il patrimonio della democrazia è “il principio di
responsabilità”: se non ci adoperiamo per affermare e
consolidare il principio di responsabilità rischiamo di
avere leggi che puniranno l’eccesso di consumo di
pasticcini e l’essere grassi.
32) La legalizzazione consente di tenere il problema
“droghe” sotto controllo. Di mantenere un rapporto con i
consumatori, di evitare che il consumatore diventi anche
delinquente, di contenere la proliferazione della
criminalità organizzata. Legalizzare significa sottrarre un
importante business alla criminalità organizzata, che ha
tutto l’interesse a favorire la diffusione della droga;
criminalità alla quale abbiamo consegnato la ricerca
chimica sulle sostanze psicotrope. Legalizzare è la
premessa per dominare e controllare il fenomeno droghe che
oggi è assolutamente e anarchicamente “libero”: perché
ciò che è proibito è nei fatti libero (cioè fuori da
ogni regola e da ogni controllo). Ciò che è legale è
controllato e controllabile. Il pane non è libero, è
controllato, regolamentato, disciplinato, normato… La
droga è libera perché proibita.
33) Il senso di responsabilità dovrebbe portare ad assumere
lo stesso atteggiamento punitivo e intransigente per ogni
tipo di sostanza che provochi dipendenza e pericolosità
sociale: alcol in testa. Diversamente ogni proibizionismo
non sarà efficace nemmeno come deterrente e sarà
diseducativo.
34) Accettare la logica proibizionista significa imboccare
la strada del “salutismo per imposizione di legge”:
dovremmo proibire anche il tabacco, che provoca costi
elevatissimi alla società; punire gli obesi e gli ingordi;
i pigri e i sedentari; le auto in grado di superare i limiti
di velocità consentiti, gli sport estremi, le pratiche
sessuali a rischio…
35) Non solo è una strada del proibizionismo se seguita con
onestà intellettuale e coerenza non è praticabile, ma la
storia c’insegna che non è risolutiva. In fondo veniamo
da un secolo di proibizionismo (anche nei confronti
dell’alcol, e con quali risultati?) ed è in questa
dimensione che le droghe hanno trovato schiere sempre più
numerose di estimatori…
36) Il senso di responsabilità fa desistere
dall’allargare la pratica del proibizionismo ad altre
sostanze o a comportamenti socialmente pericolosi o dannosi.
Il senso di responsabilità dovrebbe portare a limitare i
danni derivanti da comportamenti pericolosi e in questo
senso la legalizzazione delle droghe è una politica di
riduzione del danno che nulla ha da spartire con il
permissivismo.
37) Prendiamo atto che il proibizionismo ha fallito: la
droga non si è diffusa nella legalità ma nella
illegalità! D’altra parte, non è vero che tutti
diventerebbero drogati se le droghe proibite divenissero
legali; come oggi non tutti sono alcolizzati anche se
l’alcol è legale.
38) Le tesi di Giovanardi sono follia allo stato puro.
Follia pericolosa, perdente, improduttiva, ipocrita e priva
di ogni valore etico.
16 dicembre 2010 14:39 - SMGL
Sulla cannabis ci sarebbero tantisisme cose da dire,
molteplici sono i punti di vista. Il problema è che
predonima sempre quello ideologico.
La cannabis (o meglio, l'uso di cannabis come sostanza
psicotropa) è prima di tutto un problema di sanità
pubblica, e poi un problema socio-economico. In terzo luogo
diventa un problema morale (e quindi ideologico).
Bisognerebbe prima analizzare il problema da un punto di
vista scientifico, dopo analizzare l'impatto che l'uso della
sostanza ha sulla società (compresi i costi economici) e
poi, alla fine, attuare una politica che porti a minimizzare
i problemi per la società tutta.
Lasciando da parte le ideologie.
Invece qui si fa esattemente al'opposto: prima si parte
dall'ideologia e da qui si cercano conferme nella realtà.
Giovanardi e i suoi seguaci, purtroppo, ne sono un esempio
lampante. Hanno la loro ideologia proibizionista, e su
questo fanno le leggi. Poi, dopo, vanno a cercare conferme
in campo medico-scientifico-sociale, pubblicizzando tutte
quelle ricerche che sembrano sostenere le loro poitiche e
ignorando totalmente quelle che sembrano confutarle.
Parlano giustamente dei danni della cannabis (la marjuana
non è innocua, inuile girarci intorno), sostengono
giustamente che la dipendenza da cannabis può creare gravi
problemi a chi ne consuma.
Teorizzano che dalla cannabis si può passare a sostanze
più pericolose, inseguendo la cultura dello sballo.
Però trascurano il fatto che la stragrande maggiornanza di
chi consuma cannabis non ne diventa dipendente, non crea
particolari problemi alla società e non passa ad altre
droghe (e se lo fa, spesso lo fa indipendetemente dal
consumo di cannabis).
Usano i casi limite (la minoranza) per adeguare la legge su
tutti gli altri.
Per carità, non penso che la legalizzazione risolverebbe i
problemi.
Però sicuramente l'attuale legge, oltre a non risolvere i
problemi, ne crea di ulteriori.
Non si può non distiguere il consumo dalla dipendenza, non
si può trattare allo stesso modo sostanze dalle diverse
peculiarità.
Mettere sullo stesso piano un cannabinoide con un eroinomane
è come paragonare un raffreddore (o una polmonite, per chi
ne è dipendente) con un tumore.
Scientificamente una bestemmia.
Legalmente poi, è come punire allo stesso modo uno schiaffo
con una coltellata, sotto lo slogan "non esiste violenza
leggera o pesante... è tutta violenza!".
Si affronti il problema in maniera pragmatica, si cerchi di
responsabilizzare le famiglie spaventate per i loro figli,
non di rassicurarle con leggi che, nel caso della cannabis,
creano più problemi al consumatore della sostanza stessa.
Basta con le ideologie.
16 dicembre 2010 12:37 - shugar
Moralisti dei miei cog... e del dio danaro tutti
indistintamente del colore di bandiera
16 dicembre 2010 12:28 - shugar
Ci puoi scommettere Ennio che é una cosa in tal caso
reciproca, infatti basta leggere i giornali stranieri, viva
il corso Buenos Aires a Milan
16 dicembre 2010 1:04 - ennio4531
...sono convinto che i parlamentari nutrono il tuo stesso
sentimento nei tuoi confronti.
16 dicembre 2010 0:19 - shugar
Vogliono fari i moralisti e buoni padri certi parlamentari
invece farebbero molto meglio a stare zitti, io un figlio
non glielo affiderei neanche un minuto, fanno schif... al
caz...
16 dicembre 2010 0:16 - shugar
dai ennio 4531 se vogliamo basta recarci dietro un angolo di
strada, lo stesso che sia e dove si trovi e comprarci che
vogliamo, a parte la cannabis, si sa che se siamo tanto
fessi di farci d'eroina o coca entriamo nelle statistiche di
qualche comunita' che ci guadagna, come i dipendenti sert e
pure le forze dell'ordine che, poveretti, il 95% dei furti
rimane ad opera d'ignoti, lper le truffe non va meglio ecc.,
poi le statistiche di arresti e gli articoli di cronaca nera
con pacche sulle spalle per l'operazione "Nella Valle del
RIf ecc." sono la loro ancora di salvezza...certo ci sono le
sanzioni amministrative ed una Legge Giovanardi / Fini che
lasciamo perdere, fanno guadagnare solo di piu' la mafia e
lasciamo perdere anche la chiesa pedof...che schifo raga'...
15 dicembre 2010 19:29 - ennio4531
... ma come... non sostenete che drogarsi non deve essere
proibito in nome della libertà ?
E adesso lo negate scrivendo 'Forse farsi di eroina è una
"libertà?" .
Mettetevi d'accordo .... perchè o drogarsi è una libertà
e allora ognuno se la paghi oppure non è una libertà
bensì una schiavitù e allora è giusto proibirla !!!
... e io sarei quello che non si rende conto di quello che
scrivo !