Volevo
risponderti prima ma non potuvo perchè ho un tempo limitato
per accedere ad internet liberamente.
Hai
espresso grossa profondità d'animo, aprendo te stessa,
senza vergognarti di dire che hai solo la III° media
ect. Sono sicura che tu valga molto di più di
qualsiasi laureato e sapientone e il tuo contributo verso i
tuoi figli e verso il prossimo è sicuramente più lodevole
di tanti che si travestono continuamente per nascondere il
loro buio interiore. Spero di leggere altri tuoi
interventi.
Ci conto molto!!
Baci Simo
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Per Nicola Leggendo più volte il tuo post e
seguendo con attenzione il tuo ragionamento ho avuto la
medesima sensazione... tutte le volte che seguivo il filo
del tuo pensiero ho pensato che "alla fine ti si sia
fuso il cervello"
Ma come hai fatto ha
partorita tanta sapienza senza sostanza? Veramente ci
credi in quello che hai scritto?
2 marzo 2006 0:00 - Gandolfo
Dopo la morte di Luca Coscioni dilaga l'ipocrisia di
vari esponenti del mondo politico e religioso che in realtà
si sono sempre opposti con ferocia alle sue battaglie di
civiltà dimostrando lo scarso rispetto per la vera vita
umana, quella appunto in CARNE ed OSSA, quella che si è
spenta per via della grave malattia di cui era affetto Luca
ma anche quella di milioni di altre persone che soffrono di
patologie incurabili e che lanciano un grido d'aiuto
chiedendo che in Italia possa essere effettuata la ricerca
sulle cellule staminali embrionali. Eppure mentre milioni di
persone soffrono e muoiono non potendo nemmeno usufruire
dell'eutanasia (costretti quindi a subire una morte
lenta ed angosciosa spesso trascorrendo gli ultimi loro anni
in stato vegetativo) quelli che oggi esprimono ipocritamente
parole di stima per Luca Coscioni in realtà si preparano,
per dirla alla Pasolini..., ad un'alleanza
clerico-fascista con il vaticano ed i vari movimenti per la
"vita" (..?!..) affinchè non si possa fare questa
ricerca all'unico scopo di difendere a spada tratta
l'integrità di otto cellule che in ogni caso non
possono essere conservate all'infinito ma prima o poi
vanno smaltite in quanto non più utili alla fecondazione
assistita... (esattamente come un farmaco scaduto)
Si possono equiparare otto cellule ad una persona IN CARNE
ED OSSA?
Sarà il caso di rivedere le posizioni
di coloro che hanno boicottato volontariamente il referendum
sulla legge 40? Vi invito alla riflessione leggendo
questa intervista al Prof. Veronesi pubblicata a suo tempo
sul Corriere.
CORRIERE DELLA SERA
DEL 15/05/2005
«Ogni giorno almeno 10
mila uova fecondate in normali rapporti di coppia non
attecchiscono in utero e muoiono. Circa 300 mila al mese, 3
milioni e seicentomila l´anno. E questo solo in Italia. Una
strage di potenziali bambini e, secondo la Chiesa, di anime
che non si sa dove vanno. Un eccidio di innocenti
inspiegabile».
Umberto Veronesi, ex
ministro della Sanità, oncologo e scienziato di fama
internazionale voterà sì al referendum di abrogazione di
alcuni punti controversi della ormai nota legge 40 che
regola in Italia la procreazione medicalmente assistita o
fecondazione artificiale.
Professore, secondo lei dove vanno tutti questi ovuli
fecondati?
«Da scienziato e ateo rispondo: da
nessuna parte. Ma secondo la Chiesa, non essendo battezzati,
dovrebbero finire tutti nel Limbo. Ipotesi scartata però da
San Tommaso d´Aquino che fissa al terzo mese di vita la
comparsa dell´anima. Mentre per l´ebraismo il momento
chiave è il quarto mese. Detto questo, ricordo la mia
infanzia di bimbo cresciuto in cascina: la mortalità
neonatale era allora altissima e ricordo l'angoscia dei
genitori per non far finire il loro figlio al Limbo. Quando
i piccoli stavano male, chiamavano prima il prete del
medico».
Ma allora, quand´è che
questo ovulo fecondato si completerebbe con l´anima?
«Scientificamente potremmo far coincidere l´anima
con il pensiero, con la psiche. È ormai provato che il feto
pensa, all´ottavo-nono mese. È ragionevole quindi
ipotizzare che l´anima esiste se c´è il pensiero. Ed è
ragionevole immaginare che l´anima, e secondo il pensiero
cattolico la vita, entra nel corpo quando c´è un abbozzo
di struttura pensante, di avvio dell´intelligenza. Tant´è
che la morte oggi coincide con la morte del cervello:
l´espianto di organi vitali è consentito anche dalla
Chiesa dopo la morte documentata del cervello. Ma quando
l´embrione inizia ad avere questo abbozzo? Questo accade
dopo due settimane dall´attecchimento in utero. Prima è
solo un ammasso di cellule. Un progetto di essere vivente».
Di essere vivente o di essere
umano?
«Uno scimpanzé che cos´è? Un essere
vivente con una differenza minima nel genoma rispetto
all´uomo. Talmente minima, i geni sono uguali al 99,5 per
cento, che potenzialmente potrebbe essere un progetto di
uomo. E allora perché non tutelare anche lui? La Chiesa in
realtà ha una visione antropocentrica: solo l´uomo conta.
Ma io che sono animalista e vegetariano mi chiedo,
provocatoriamente, perché non tuteliamo anche gli embrioni
degli scimpanzé, anch´essi sono progetti di esseri
umani».
Quindi, che cosa non va
nella legge 40?
«Innanzitutto che tutela più
gli ammassi di cellule che la donna o i feti veri e
propri».
In che senso?
«Basti pensare all´inumana proibizione della diagnosi
preimpianto per verificare la buona salute dell´embrione.
Una palese contraddizione con la legislazione italiana in
vigore che prevede l´esame prenatale del liquido amniotico
o dei villi coriali, così come l´ecografia già dal
secondo mese, che in caso dimostri una malformazione o una
situazione grave del feto autorizza la scelta dell´aborto.
E credo che nessuna donna ami abortire. Eppure mentre è
prevista l´eliminazione di un feto, di un essere umano, si
tutela un ammasso di cellule non pensante... Almeno fino a
quando non diventa pensante, perché poi l´aborto è
ammesso... Sconcertante».
Ma non
c´è un rischio di deriva eugenetica?
«Bè,
anche l´esame del liquido amniotico o l´ecografia al
secondo mese in teoria nascondono il rischio di selezione
eugenetica. Forse che poi la differenza non è fatta
dall´etica del medico e dall´amore dei genitori in attesa.
Non ho mai sentito di un aborto legato al colore degli occhi
del futuro bambino. Eppure potenzialmente questo potrebbe
accadere... In realtà la legge 40 offende i successi della
ricerca scientifica che era arrivata ad anticipare la
verifica della salute dell´embrione addirittura a prima
dell´impianto evitando drammi psicologici ben maggiori.
Offende me scienziato».
E sul
numero massimo di tre embrioni da creare e impiantare, per
evitare di congelarli?
«Anche in questo esiste
una grave contraddizione etica. Se l´embrione è un essere
vivente perché ne prevediamo la morte per legge?».
Che cosa vuol dire?
«Semplice, se impiantiamo tre embrioni sappiamo per certo
che minimo uno muore, se non tutti e tre. Inoltre i parti
plurigemellari sono un rischio per la donna. Allora, o si
preleva un ovulo per volta, lo si feconda e lo si impianta.
O si preparano più embrioni, si congelano e se ne impianta
uno per volta. Questa peraltro è l´ultima indicazione
dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms)».
La legge però serviva a regolare una
sorta di Far West?
«Parlare di situazione da
Far West è un oltraggio per la medicina italiana che in
questo campo era al primo posto in Europa. E comunque, come
dice il giurista Pietro Rescigno, sarebbe stato meglio il
vuoto normativo a una legge lacunosa e contraddittoria».
E il problema degli embrioni
congelati «orfani»?
«Ho già espresso più
volte il mio pensiero: piuttosto che finire in un lavandino,
potrebbero essere fondamentali per la ricerca sulle cellule
staminali e altro. Donatori di cellule così come un adulto,
constatata la morte cerebrale, può essere un donatore di
organi... E poi, quando un domani, studiando le
cellule staminali di un embrione, all´estero verrà trovato
un farmaco che cura per esempio il Parkinson, i cattolici
che fanno?... Non lo prendono?».
2 marzo 2006 0:00 - er metico
Caro Gianni, lei è un ingenuo o un incoscente! Però è
anche un beato, visto che riesce ad affidare alla scienza
tutte le sue speranze! Ma potrebbe essere anche un insicuro
oppure un deresponsabilizzato visto che tende a delegare.
Oppure, ancora, un demotivato dalla vita; cazzo, ma ci prova
a rispondere a certe domande "svianti" oppure è
uno che ha cessato di credere che una strada possa avere
più corsie? Coraggio! Con tutto il rispetto per la
scienza, essa non è che una matita nelle nostra mani. Con
una matita si può trafiggere un cuore o fare un'opera
d'arte: a lei la scelta...
Saluti, e non se
la prenda troppo!
2 marzo 2006 0:00 - Gianni
Leggo opinioni che divagano in discorsi incomprensibili o in
una serie di domande che servono solo a sviare il nocciolo
della questione. Come si permette un prelato di parlare di
cultura della morte nei casi di trattamento degli embrioni,
per la limitazione delle nascite,per l'uso di
anticoncezionali,per la legittimazione dell'aborto,per
la sterilizzazione. Io ho deciso per un figlio unico
per questo sono un assassino, e loro che figli non ne hanno
che il loro sperma si spera lo disperdano solamente con
solenni masturbazioni quando non fanno di peggio. Per
favore devono stare zitti e non rompere le scatole alla
gente che lavora e non ha tempo per predicare a vanvera per
poi razzolare peggio. Comunque solo la scienza può
dare risposte se ci sono questioni da risolvere e solo un
parlamento, possibilmente non succube del vaticano come ora,
può legiferare in proposito. Gianni
2 marzo 2006 0:00 - Enrico Falcinelli
Questo argomento mi ricorda tanto una vecchia questione su
un saggio cinese che ragionava sul quanto fosse giusto
uccidere il ragno per salvare la mosca caduta nella sua
tela. Egli, iniziando il ragionamento, diceva: “Se uccidi
il ragno, fai a lui un torto ma se non lo uccidi fai un
torto alla mosca…”
Premettendo il fatto della
mia ignoranza in biologia, ma considerato il fatto che per
quanto ci si voglia estraniare dal discorso garantista della
Chiesa riguardo la moralità, tutti noi facciamo parte dello
stesso mondo che si muove con i medesimi principi per tutti
(per cui non vedo quanto sia decisivo il pensiero della
Chiesa riguardo la soluzione di questo genere di problemi),
mi limito a porre solo alcune domande che per chi si muove
con ‘sì manifesta sicumera in tale ambito, come mostra
nell’esposizione dei propri interventi, dovrebbero essere
di facile e pronta risposta. Peccato che per me non lo
siano, ma può darsi che sappiate sciogliere il nodo.
Prima domanda: cosa è che permette di definire la
vita come “vita”?
Seconda domanda: se come è
consueto pensare (ma non scontato!) alla vita si associano
quelli che si chiamano “diritti”, quali sono questi
diritti e da che ora in poi si possono applicare ad una vita
nascente, partendo dal suo inizio d’esistenza?
Terza domanda: quale principio morale, etico, culturale o
cos’altro permette di poter decidere quando e come
muoversi a riguardo dell’argomento “vita”,
nell’annichilimento dello stupore iniziale innanzi ad
essa, al fine di prendere quelle decisioni che si ritengono
giuste? E su quale ordine di giustizia si intendono eque
queste decisioni?
Quarta domanda: premesso che è
dimostrato quanto sia psicologicamente facile e
deresponsabilizzante uccidere qualcuno senza guardarlo in
faccia, non conoscendolo e agendo tramite un “bottone”
posto migliaia di chilometri lontano dal morituro, non sarà
simile anche l’atteggiamento di chi si pone a decidere la
morte di qualcosa che fino a quel momento, in qualsiasi
stadio sia, è a tutti gli effetti “vita”?
Quinta domanda: qual è il confine tra il sentimento e la
razionalità nella considerazione del fatto di muoversi a
giusta e umana compassione per chi soffre, al fine di porre
fine a quelle sofferenze ed evitare la morte di costoro
addirittura, però a discapito di altra “vita” che non
ha alcun modo di difendersi per naturalmente continuare il
suo corso?
Sesta domanda: non sarà che viviamo
come se dovessimo farlo in eterno qui in questa terra, sulla
mattonella che calpestiamo, visto che siam portati a
considerare a pieni voti la nostra vita consapevole e ci
prendiamo l’arbitrio di “bocciare” quella che non è
nostra per scopi di “comodo”, seppure lo chiamiamo
“utilità” a motivo dell’ulteriore progresso?
Settima domanda: perché spesso si combatte aspramente
per la conservazione della vita animale a qualsiasi stadio
essa sia mentre quanto riguarda la vita umana è sempre più
guardato a scopo utilitaristico e valutato secondo parametri
di convenienza? Sarà perché la vita animale ci “serve”
meno di quella umana e quindi questo confermerebbe lo scopo
utilitaristico?
Ottava domanda: in base a quale
principio etico si malgiudica la posizione di quelle
istituzioni religiose e delle persone che, vivendo lo
stimolo del personale senso religioso, si pongono le
questioni morali al riguardo dell’argomento “vita”?
Nona domanda: per quale principio la scienza, in
quanto tale, potrebbe essere motivo valido per aggirare lo
scoglio di ogni questione morale, allo scopo di imboccare le
strade più facili per raggiungere un risultato? Ed ancora:
tale “scienza”prevaricatrice si può giudicare
pienamente compatibile con il concetto che abbiamo del
“progresso”?
Decima domanda: è giusto e
veramente liberatorio e indice di “libertà” e
“progresso” il fatto che uno Stato decida di appoggiare
le convinzioni del popolo, quando tali convinzioni possano
alla fin fine non collimare con gli umani obiettivi morali
di fondo?
Tali questioni non sono una novità tra
le mille che ci si possono porre riguardo un argomento come
quello della vita. Premessa ogni umana contrizione per
la perdita del Coscioni e di chiunque sia incamminato verso
il proprio destino di dolore a causa della vicissitudine
della propria vita, credo che sia bene non prevaricare
alcuna cosa appartenga all’uomo, soprattutto l’aspetto
morale che rappresenta il “centro” vitale della persona
stessa. Quello che non vogliamo per la nostra vita non
deve scatenare la parte più egoista di noi stessi e il
sentimento non deve oscurare la ragione non facendoci vedere
che, seppure ancora in vita, siamo anche noi a un passo
dalla morte.
Personalmente auguro che si possa
arrivare ai risultati desiderati per il bene di tutti in
comunione con il più sano ed umano approccio di ricerca
scientifica in questo ramo tanto controverso.
Saluti a tutti.
1 marzo 2006 0:00 - Nicola
Chissà se verrà pubblicata la mia opinione! Comincio col
dire, che non so proprio chi stia facendo la caccia alle
streghe! Continuo, pensando che difficilmente si può
dialogare se ci condizionano i nostri pregiudizi. E noi
italiani, chissà perchè, ne abbiamo tanti. Soprattutto
verso la fede cattolica. Lasciamo perdere la chiesa, perchè
qualsiasi discorso in merito, presupporrebbe la fede. Non
intendo rileggere la storia, anche perchè i difetti di
vista potrebbero spingere semplicemente verso il solito
scontro: è il medioevo? O kappa, ok, eppure un pensiero che
spinge a liberare l'uomo può condurre, come è vero che
molti conduce, al suo contrario: al non uomo; o non vita? E
meno male, che le altre culture religiose hanno sviluppato
concetti di “persona”, “libertà”, “vita”, ecc
molto più alti dei nostri. Ma il cristianesimo non centra
nulla, vero? Libertà e vita, vita e libertà. Due concetti
alquanto chiari, semplici, esistenziali prima ancora che
logici, che precedono la ragione prima ancora che ne
conseguono. Vita e libertà, libertà e vita. Aggiungo
amore. Trascendentali. L'uno è compreso nell'altro,
e l'altro non è riducibile all'uno ne a se stesso.
Il senso trabocca ed ha necessità di essere detto
altrimenti. Libertà, vita, amore: una stessa realtà, una
realtà sovrabbondante, più di se stessa e non
riconducibile ai sui trascendentali. E per quanto si possa
"filosofare", si vive prima. Lo so io, lo sai tu,
lo sanno tutti cosa è la vita, la libertà e l'amore.
Non occorre la ragione per far luce su tali aspetti, ma la
ragione può negarli. Tutto dipende dall'origine. Tutto
dipende da dove si parte. E' vita la mia, ma non la tua.
E' libertà, la mia ma non la tua. E' amore, il mio
ma non il tuo. No, non può essere libertà, la libertà che
non promuove la vita, che non è amore e spinge
all'amore. Non può essere la libertà che nega la vita,
che per vivere toglie la vita. Siamo uomini. Semidei, non
dei. Non angeli. Siamo uomini, o come vi apre: non siamo
infiniti, onnipotenti. Il limite ci appartiene. Negarlo, non
vederlo, non accettarlo è un punto di partenza. Ma dove
conduce? Una libertà, sarà anche scientifica, che per la
vita toglie la vita, non è libertà. E neanche è la mia
libertà. Così come non c'è vita senza libertà, non
si vive pienamente se non si è liberi, così non c'è
libertà se non c'è vita, se non si tutela la vita, se
non la si nutre. Eutanasia, droga, .....ma si, dico la mia,
aborti, sperimentazioni genetiche, ricerche sugli
embrioni.......che libertà sono? Che relazione hanno con la
vita? Vabbene, è sempre il Papa l'artefice dei mali. E
la ragione? Ragionare che significa? Tutti possiamo
ragionare, ma come? Qual'è il tuo punto di partenza?
Dove vogliamo arrivare? E cosa centra la chiesa, il
vaticano? Ecco, dicevo: la caccia alle
streghe....Dipende. Tutto il resto è relativo, tu dici
la tua io dico la mia, io dovrei sapere cosa ho detto, tu
dovresti sapere cosa hai detto. Il resto non conta, o forse
si?
1 marzo 2006 0:00 - ornella
Per fortuna,l'istruzione avanza,ma temo non così
velocemente come vorremmo.Anche se la mia paura è che ciò
non sia sufficiente. In effetti,credo che parecchio
conti anche il modo in cui uno è cresciuto,detto in parole
povere,la cosa fondamentale è insegnare a pensare con il
proprio cervello.Io sono una di quelle fortunate che pur
avendo solo la III° media,è stata educata all'
"autonomia mentale",ma forse,proprio perchè a
scuola non studiavo,ho avuto il tempo di pensare?!
Boh!Devo dire che però ho sempre letto tanto,tantissimo e
tuttora lo faccio e martello i ragazzini perchè
leggano. Sarò fissata,ma lo ritengo utile. Solo
che spesso,spessissimo,soprattutto quando guardo
l'atteggiamento di chi ci governa,mi rendo conto che
stanno cercando di ripiombarci nel medioevo,anche se
ovviamente si definiscono democratici e soprattutto
LAICI!!! Il peggio di tutto ciò è che se li lasciamo
fare ancora un pò,ci riescono...che rabbia mi fanno i
pecoroni che ancora gli danno retta!Ma può essere che nel
terzo millennio stiamo ancora ridotti così?! Io non
sono radicale,anzi io sono secoli che non vado affatto a
votare,perchè il solo pensiero di tutti questi pagliacci,mi
dà il voltastomaco,ma quest'anno,so da che parte devo
stare,nella speranza che la lotta iniziata da Luca Coscioni
possa portare dei risultati concreti ad altri,tanti altri
nelle medesime condizioni,perchè il tempo stringe.
Quanti ancora,in nome di una religione
ottusa,ignorante,medievale,quanti morti ancora,in nome di
una porcheria che non ha fatto altro che lasciare cadaveri
sulla sua strada?!Alla faccia della cultura della morte!E
con buona pace di tutti i bigotti del mondo cattolici e
non! Saluti a tutti e buona giornata. Ornella.
1 marzo 2006 0:00 - Simone Maccanti
Cari tutti, il problema non è il Vaticano, che ha
sempre detto e sempre dirà queste cose, sono i politici
italiani che non perdono occasione per prostrarsi a quello o
quell'altro per convincere i Cattolici che hanno a cuore
i problemi della chiesa. Non mi stancherò mai di ripeterlo:
quando il Papa parla dalla sua finestrella di piazza S.
Pietro non parla a tutti gli italiani, parla ai cattolici
del mondo! Il fatto che i sui discorsi siano mandati in
diretta su rai 1 è una anomalia tutta nostra, a cui si
potrebbe porre rimedio... ma chi ha il coraggio di farlo?
Probabilmente sono gli stessi che non hanno il coraggio di
dire no alle croci nelle scuole. Il Vaticano è uno stato
che di fatto esercita un potere sullo stato italiano. E'
un problema del Vaticano o dell'italia? Se i francesi
ormai entrati nel nostro mercato agro-alimentare decidono
che in italia non si vende più la pasta, cosa facciamo
chiediamo all'Onu di escludere la Francia dai nostri
mercati, e dalle nostre teste? O dobbiamo fare un esame di
coscienza noi che ce li abbiamo fatti entrare? Il Vaticano a
mio parere sta bene dove sta! Al di la della religione, il
Vaticano ha diritto ad esistere come stato perchè ha una
storia sua, fatta di guerre e di conquiste come tanti altri
stati. E' stato relegato a una parte della città di
Roma quando copriva parte della Toscana, del Lazio e
dell'Emilia, mi sembra che abbia già pagato
abbastanza! Ripeto, per evitare che influenzi la nostra
politica non va "Eliminato", ma visto per quello
che è: un piccolo stato dalla grande storia e dalla grande
cultura, a cui dare ascolto come e quanto li si fa con gli
altri stati!
28 febbraio 2006 0:00 - Marco
Impastoiano la scienza e poi si lamentano della fuga di
cervelli verso paesi dove si può lavorare un po' più
tranquilli: bella coerenza.
28 febbraio 2006 0:00 - Simona
Grazie ancora Gandolfo.. diffondero la lettera di
Coscioni!!
Che strana somiglianza di cognome con
Cascioli ...
Prendero le difese di entrambi
!!
baci Simo
28 febbraio 2006 0:00 - Gandolfo
Di niente Simona, mi sono sentito in dovere di farlo.
Spero nella riflessione di tante persone che fin troppo
spesso si fermano a guardare le cose come fa più comodo a
loro. Anch'io ad esempio non sono un radicale, ma
non ho alcun dubbio che loro siano uno dei pochi gruppi
politici che CREDE FERMAMENTE NELLE LORO BATTAGLIE anche se
non necessariamente condivisibili ma sicuramente
rispettabili per l'umanità profonda che le
caratterizza.
Approfitto dell'occasione per
invitarti a diffondere la lettera di Luca Coscioni a tutte
le persone che conosci in modo che se è vero che da qualche
parte conserviamo ancora un po' di buon senso questo lo
si possa tirar fuori... perchè come giustamente dicevi
tu... è ora di smetterla con il bigottismo e con quel tipo
di politica riciclata che costituisce la minestra riscaldata
di cui gli italiani non sanno più che farsene.
Cordiali Saluti
28 febbraio 2006 0:00 - Simona
Grazie Gandolfo per aver riportato la lettera di Luca
Coscioni in questo Forum.
Mi ha colpito
molto...
I pensieri di Coscioni, fan tremare le
mie convinzioni sul mio voto di aprile.
La sua
lettera ha la forza impetuosa da costringermi a rispolverare
i miei primi voti quelli che dieni alle elezioni precedenti,
quando esisteva ancora la dc pc e psi, ... poi in tempi
successivi, con l'entrata in politica di Cicciolina,
cambiai le mie scelte politiche, dimenticandomi che i
radicali sono stati gli unici che hanno fatto qualcosa per
questo paese.. Solo dopo ho capito che Pannella,
presentatndo nelle sue liste, Cicciolina come candidata, ha
voluto provocare quella serietà bigotta facendola eleggere
a personaggio politico, dando così schiaffi morali a tutti
quei bigotti rintricciuliti che esercitavano politica a quei
tempi. Pannella aveva già capito a quei tempi chi
erano i veri pagliacci e lui li ha voluti provocati mettendo
in ridicolo le loro pseudo serietà.
Ora...
... la lettera di Coscioni mi fa riflettere molto e
nonostante le mie convinzioni su Bertinotti, mi ribalta i
miei pensieri e mi induce a seguire scelte di voto
differenti da quelle che mi ero prefissata prima.
Luca Coscioni è stata una grande perdita per tutti noi,
spero che il tuo sacrificio, in vita e in morte, non sia
stato vano per tutti noi.
Il mio voto è
probabile che diventi il mio addio personale a Coscioni,
perchè io credo nella sua lotta, nel suo pensiero, nella
sua sofferenza, nella sua solitudine, nella sua grande
umiltà. Luca, il mio ultimo addio te lo darò ad
aprile, per il momento di mando ovunque tu sia i miei mille
baci.
Simona
27 febbraio 2006 0:00 - Gandolfo
STAMINALI, SCOPERTA TECNICA PER EVITARE CHE SCATENINO TUMORI
SYDNEY - Scienziati australiani hanno superato
un importante ostacolo nello sviluppo della tecnologia di
utilizzo delle cellule staminali embrionali, mettendo a
punto una tecnica che permette di evitare che le cellule
staminali possano dare origine a tumori.
La ricerca, pubblicata su Nature Biotechnology, è stata
condotta in Australia. Lo studio, coordinato da Martin
Pera, dell'Australian Stem Cell Centre di Melbourne,
rappresenta un balzo verso la possibilità di utilizzare in
modo sicuro le cellule immature di origine embrionale e
costituisce una risposta a coloro che ritengono
l'instabilità delle cellule di questo tipo un argomento
sufficiente per interrompere la ricerca basata sulle
staminali embrionali.
L'equipe, affiancata
da scienziati del Monash Institute of Medical Research,
hanno scoperto come un marker cellulare conosciuto come CD30
- presente in tutte le cellule staminali embrionali - si
modifica quando le cellule sviluppano anomalie. La scoperta,
ha spiegato Martin Pera in un'intervista televisiva,
consentirà di identificare quali cellule staminali
comincino a sviluppare le anomalie che precedono la fase
cancerosa.
"Non significa che abbiamo
raggiunto il controllo, ma abbiamo composto un gran pezzo
del puzzle", ha detto lo studioso. "Almeno
possiamo vedere che la cellula sta mutando e possiamo
chiederci cosa vi sia nella coltura che causa la mutazione.
Lo sviluppo è significativo perché chi si oppone
alla ricerca con staminali embrionali spesso cita il fatto
che gli scienziati non hanno controllo sullo sviluppo delle
cellule, e che molte di queste possano sviluppare
tumori".
per ricordare Luca
Coscioni: da www.lucacoscioni.it/luca_coscioni
"La malattia che mi ha colpito sta facendo
diminuire il livello di ossigeno nel sangue e aumentare
quello della anidride carbonica, poiché non c'è un
adeguato scambio di aria ed è compromessa la funzione dei
muscoli respiratori. E' chiaro a tutti quanto
l'ossigeno sia indispensabile alla vita e quanto venga
utilizzato da ogni cellula del nostro corpo. Senza di esso
le cellule, e quindi il corpo, morirebbero. Non posso
che vivere il tempo dando più fiato possibile, che è
anelito d'amore e di speranza, a questa storia di
libertà, di civiltà, di democrazia, di chi malato, ha il
diritto civile di avvalersi del progresso della ricerca
scientifica affinché il diritto alla salute, alla
guarigione o comunque alla riduzione della sofferenza,
vengano rispettati e non violati da una legge-dogma di Stato
che in nome della fede blocca, sbarra la libertà di fare
ricerca, di scoprire il mondo della vita e della natura.
Dunque una battaglia che non può che darci maggiore
consapevolezza degli sforzi che sono necessari - i cui
risultati non sono almeno per ora, scontati e prevedibili -
per far conoscere il valore della libertà, della ricerca
scientifica, di una sorta di religione della libertà che è
imprescindibile per il progresso storico - politico, della
democrazia nel nostro Paese." Luca Coscioni
intervento al Consiglio generale dell’Associazione per la
libertà di ricerca scientifica che porta il suo nome, 27
luglio 2005
La voce degli alberi
“Vorrei scendere e camminare e abbracciare il vento, ma
non posso. Mi piacerebbe andare incontro al temporale
correndo, ma non posso. Vorrei innalzare un inno a questo
spettacolo meraviglioso, ma le parole mi nascono nel cuore e
mi muoiono in bocca. Dovrei essere uno spirito libero per
poter gioire, ora. Sono invece un uomo provato dalla
Sofferenza e dalla perdita della Speranza. Non sono solo, ma
provo solitudine. Non è freddo, eppure provo freddo. Tre
anni fa mi sono ammalato ed è come se fossi morto. Il
Deserto è entrato dentro di me, il mio cuore si è fatto
sabbia e credevo che il mio viaggio fosse finito. Ora, solo
ora, comincio a capire che questo non è vero. La mia
avventura continua, in forme diverse, ma indiscutibilmente
continua. Nove anni fa, nel Deserto del Sahara, stavo
cercando qualcosa. Credevo di essere alla ricerca di me
stesso e mi sbagliavo. Pensavo di voler raggiungere un
traguardo e mi sbagliavo. Quello che cercavo non era il mio
ego o un porto sicuro, ma una rotta verso quella terra per
me così lontana dove abitano Amore e Speranza.” La
mia malattia Ci sono malattie con le quali è
possibile vivere. Altre con cui è possibile convivere.
Infine, ve ne sono alcune alle quali si può sopravvivere.
La sclerosi laterale amiotrofica non rientra in nessuna di
queste tre categorie, è una malattia che non lascia molto
spazio di manovra e che può essere affrontata soltanto sul
piano della resistenza mentale. Se, infatti, ci si confronta
con essa sul piano fisico si è sconfitti in partenza.
L'intelletto è l'unica risorsa che può aiutarti.
Per quanto riguarda gli esempi pratici, se ne facessi uno,
il lettore potrebbe apprezzarlo così come un cieco al quale
è stato chiesto cosa prova nel vedere un tramonto
Scrivere una parola Mediamente, impiego 30 secondi per
scrivere una parola. Questo, di fatto, significa che, per
me, le parole sono una risorsa scarsa. Rispetto a quando
stavo bene e potevo liberamente disporre della mia voce, il
mio modo di scrivere, e, in parte, di pensare, ha subito dei
cambiamenti. Trovandomi costretto a dover fare
economia di parole, devo puntare con decisione a quei
concetti che ho definito, per comodità, concetti
conclusivi. Certo, questo modo di scrivere ha fatto perdere
ai miei scritti una buona parte della loro ricchezza e
complessità, tuttavia, è possibile, anche in questa
condizione di restrizione della mia libertà espressiva, un
vantaggio: il fatto di dover puntare al cuore di un
problema, o di un tema, con il minor numero possibile di
battute, mi costringe, letteralmente, ad essere chiaro con
me stesso, prima ancora di esserlo con gli altri. Come
un muto restituì la parola a 50 premi nobel Alcune
persone, si contano sulla punta delle dita, sostengono che
io sia stato strumentalizzato. A questi, rispondo che
proprio io, muto, ho, in realtà, restituito la parola a 50
premi Nobel, e a centinaia di scienziati di tutto il mondo,
anche loro resi muti, in Italia, dal silenzio della politica
ufficiale e del sistema informativo, su temi fondamentali
per la vita, la salute, la qualità della vita, e la morte,
dei cittadini italiani (…). La circostanza che una persona
gravemente malata, che non può camminare, che per
comunicare è costretta ad utilizzare un sintetizzatore
vocale, viva pienamente la propria esistenza, questa
circostanza, dicevo, rischia infatti di scuotere le
coscienze, le agita, le mette in discussione. Il fatto poi
che io abbia sollevato una questione politica, che non abbia
accettato di rappresentare un cosidetto caso umano, che
abbia scelto lo strumento della lotta politica, infastidisce
enormemente. Perché, in Italia, la persona malata, non
appena una diagnosi le fa assumere questo nuovo status,
perde immediatamente, elementari diritti umani, e tale
perdita è tanto maggiore, quanto poi più gravi sono le
condizioni di salute della persona in questione. La mia, la
nostra battaglia radicale per la libertà di Scienza, mi ha
consentito di riaffermare, in particolare, la libertà
all'elettorato passivo, il poter essere cioè eletto in
Parlamento, per portare istanze delle quali nessun'altra
forza politica, vuole, e può essere portatrice. La
battaglia che mi ha scelto La battaglia radicale, alla
quale sto dando spirito e corpo, è quella per le libertà,
e in particolare quella di ricerca scientifica. E' una
battaglia radicale che non ho scelto, così come Marco
Pannella non mi ha scelto e designato alfiere, porta
bandiera della libertà di Scienza. E' una battaglia
radicale che mi ha, ci ha scelto. La stiamo combattendo,
così come si vive un'esistenza, percorrendola, sapendo
che non la si è scelta, ma che se ne può essere gli
artefici nel suo divenire. Invettiva agli ipocriti
Voglio affrontare un argomento che credo sia di un
certo interesse, almeno lo è, per me. Mi sono spesso
domandato quale potesse essere il significato della mia
esistenza, e il contributo che avrei potuto dare a me, e ai
radicali italiani. La risposta, è al tempo stesso semplice
e complessa, così come, semplici e complessi, sono tutti i
fatti della vita di una persona. Dopo questo lungo pippone,
ho optato per un taglio conclusivo comico, in modo tale da
non essere mandato a fare in culo, prima della fine, di
questo mio, non breve, intervento. In primo luogo, il
significato della mia esistenza è quello di viverla, così
come mi è consentito, punto e basta. Nella mia avventura
radicale, la cosa più importante, che penso di essere
riuscito a realizzare, è quella di aver fatto di una
malattia, una occasione di rinascita, e di lotta politica.
Di avere avuto la forza e il coraggio, di trasformare il mio
privato in pubblico. Di avere ribadito che la persona malata
è, innanzitutto persona, e come tale, ha diritto a vivere
una esistenza piena, e libera, contro il senso comune e le
ipocrisie quotidiane, che vorrebbero, invece, relegarci in
una terra di nessuno. Che cosa può succedere quando
ci si ritrova su una sedia a rotelle e senza voce? Succede
di tutto. Il silenzio si fa, però, parola, anche se, parola
interiore. Così, uscendo dall'albergo, per andare
a piazza del Pantheon, mi si avvicina una signora, che,
guardandomi le gambe, e non negli occhi, mi domanda se sono
sordo. Non posso parlare, ma la mia voce interiore le dice,
Brutta imbecille, se mi guardassi negli occhi, e non le
gambe, non ti ci vorrebbe molto, a capire che ci sento
benissimo, anche se non ho nessuna voglia di ascoltare le
tue ca**ate. Tornando in albergo, il portiere domanda a
Maria Antonietta, se posso salire da solo i tre gradini, sui
quali non è stata predisposta la pedana di accesso per i
disabili. Ma, brutto testa di caz*o, replica la mia voce
interiore, ti sembra che se potessi farlo, me ne starei
seduto su una sedia a rotelle? A Milano, Vincenzo Silani, un
neurologo squallido, che sta facendo di tutto, per opporsi
al protocollo di studio, nel quale sono stato arruolato,
incontrandomi un anno e mezzo fa, nonostante fossi il
paziente più grave, mi ha ricevuto per ultimo, facendomi
passare davanti, anche quei pazienti, che avevano un
appuntamento successivo al mio. Una volta entrato, non
sapendo ancora, chi fossi, mi ha messo nelle mani del suo
assistente. Con aria scocciata mi ha poi, spiegato che non
c'era niente da fare, che si trattava di una malattia
incurabile, come se non lo sapessi già, e mi ha consigliato
di tornarmene a casa, dal momento che, di lì a poco, non mi
sarei nemmeno potuto più muovere. La mia voce interiore,
gli ha risposto: grandissimo pezzo di merda, ho già sepolto
uno dei medici che mi ha fatto la diagnosi infausta, e non
è detto, che non riesca a sopravvivere anche a te, che con
le tue parole false, stai distruggendo la speranza di
migliaia di malati, che confidano nella ricerca sulle
cellule staminali. La ragione per la quale, tu macellaio, ti
opponi a questa sperimentazione è tremenda, non vuoi
perdere le parcelle dei tuoi pazienti che, uno dopo
l'altro, ti stanno abbandonando. Ancora, questa
volta a Roma, non direttamente a me, ma a Maria Antonietta,
c'è qualcuno, che le chiede se posso o no, scopare. La
mia voce interiore, risponde, nuovamente: la sclerosi
laterale amiotrofica colpisce la muscolatura volontaria, e
non le funzioni sessuali. Certo, non posso fare tutte le
posizioni del Kamasutra, ma un po' me la cavo anche io,
brutto imbecille! La scorsa settimana, mi sono recato in una
sanitaria per ordinare la mia nuova sedia a rotelle, quella
con il supporto per la testa. Lì, ho incontrato il marito
di una malata di sclerosi laterale amiotrofica, che
rivolgendosi, chiaramente, sempre a Maria Antonietta, mi ha
detto: poverino, non è che al partito ti fanno strapazzare
troppo? E quando sei stanco, come fai? La mia voce interiore
gli ha risposto: primo, poverino un pezzo di caz*o! Secondo,
sono io ad avere deciso di strapazzarmi , non gli altri per
me. Terzo, siccome, sono sempre molto stanco, tanto vale
dare un senso politico a questa stanchezza. Quarto,
nonostante tua moglie sia malata come me, non hai capito
minimamente, che tutto quello che sto facendo è anche per
lei, e non solo per me. Ma va a fan culo! C'è però,
una cosa, che non mi è stata mai detta direttamente: povero
andicappato, sei stato strumentalizzato. Il motivo è
semplice. La mia voce interiore avrebbe chiamato il mio
avvocato, trasformandosi in un messaggio di posta
elettronica, per far partire una denuncia per diffamazione.
Si sa, il 99 per cento delle persone è senza coglioni, e
quando si tratta di affrontarsi a viso aperto, gli occhi
puntati negli occhi, non ce la fa proprio, e allora abbassa
lo sguardo. Noi che non possiamo aspettare
C'era un tempo per i miracoli della fede. C'è un
tempo per i miracoli della Scienza. Un giorno, il mio medico
potrà, lo spero, dirmi: Prova ad alzarti, perché forse
cammini. Ma, non ho molto tempo, non abbiamo molto
tempo. E, tra una lacrima ed un sorriso, le nostre
dure esistenze non hanno certo bisogno degli anatemi dei
fondamentalisti religiosi, ma del silenzio della libertà,
che è democrazia. Le nostre esistenze hanno bisogno di una
cura, di una cura per corpi e spiriti.
Le nostre
esistenze hanno bisogno di libertà per la ricerca
scientifica. Ma, non possono aspettare.
Non
possono aspettare le scuse di uno dei prossimi Papi.
27 febbraio 2006 0:00 - Gianni
Sono sempre stati contro ogni forma di progresso contro ogni
forma di libertà contro qualunque argomento che sia in
contrasto con i loro dogmi ipocriti oscurantisti, inventati
per tenere gli ignoranti e i superstiziosi in soggezione
mentre loro hanno sempre fatto quello che gli conveniva,
alla faccia della massa di pecoroni prostrati ai loro piedi
a baciare l'anello di rubini o la pantofola sacra.
Continuano ancora oggi con le loro menate appoggiati ancora
da gente che crede nei crocefissi come i pellerossa nei
totem come gli sciamani alle loro visioni da allucinogeni
come gli stregoni con il lancio delle ossette o pietre o
quello che gli veniva in mente. In compenso sono stati
la causa e i fautori di stragi di guerre di torture di gente
mandata al patibolo ma tutto questo lo rinnegano lo
scordano; persino l'infallibilità del papa si sono
inventati per far in modo che il popolo sciocco non gli
venga in mente di contraddire pena scomunica. Devono
difendere i loro privilegi in tutti i modi anche andando
contro il progresso. Continuano a intromettersi nella vita
degli italiani sfruttando ancora una massa di ignoranti che
li sta ad ascoltare, speriamo ancora per poco, malgrado
tutto l'istruzione avanza e con essa la libertà.
Gianni
4 marzo 2006 0:00 - Gandolfo Carmeci
Si è detto che la mia avversione
all'ortodossia religiosa si sia attenuata. Questa
voce è completamente infondata. Penso che tutte le grandi
religioni del mondo: buddismo, induismo, cristianesimo,
islamismo e comunismo, siano, a un tempo, false e dannose. A
rigor di logica, poiché contrastano fra loro, non più di
una dovrebbe essere quella vera. Con pochissime
eccezioni, la religione che l'uomo accetta è la stessa
professata dalla comunità dove vive, sicché è
l’influenza dell'ambiente che lo spinge ad accettarla.
E’ vero che gli scolastici inventarono argomenti logici
per provare l'esistenza di Dio, e che questi vennero
accettati da molti eminenti filosofi; ma si appoggiavano
alla logica aristotelica, ora rigettata da quasi tutti i
pensatori, tranne certuni, come i cattolici. Uno di
questi argomenti non assolutamente logico: l’argomento del
fine delle cose, che, peraltro, fu demolito da Darwin; e, in
ogni caso, potrebbe divenire logicamente accettabile a
condizione che si neghi l'onnipotenza di Dio.
Lasciando da parte la logica, trovo strano si possa pensare
che una divinità onnipotente, onnisciente e benevola abbia
preparato il mondo da nebulose senza vita, in tanti milioni
di anni, per poi ritenersi soddisfatta dall'apparizione
finale di Hitler, Stalin e della bomba H. Una cosa è
chiedersi se una religione è vera, altra se è utile.
Io sono fermamente convinto ce le religioni, come sono
dannose, così sono false. Il danno arrecato da una
religione è di due specie: uno dipende dalla natura
generica della fede, l’altro dalla natura particolare dei
dogmi accettati. Per quanto riguarda la natura della
fede, si ritiene virtuoso credere, avere cioè una
convinzione che non tentenna di fronte a evidenze contrarie,
e se 1'evidenza contraria fa sorgere dubbi, ritenere di
doverli sopprimere. Per tali motivi, non si permette
ai giovani di ascoltare discussioni, in Russia, a favore del
capitalismo, o, in America, a favore del comunismo. Questo
conserva la fede di entrambi intatta e pronta per una guerra
micidiale. La convinzione che è importante credere
questo o quello senza ammettere libere indagini, è comune a
quasi tutte le religioni, e ispira tutti i sistemi di
educazione statale. Ne consegue che il pensiero dei giovani
viene soffocato e indirizzato a una fanatica ostilità
contro coloro che hanno altri fanatismi e, anche più
violentemente, contro coloro che a qualsiasi fanatismo si
oppongono.
L'inveterata consuetudine di
basare le convinzioni sull'evidenza e di dare ad esse
soltanto quel grado di certezza, che l'evidenza
garantisce, sarebbe un rimedio, se divenisse generale, per
tutti i mali che affliggono il mondo.
Attualmente, però, nella maggior parte dei paesi,
l'educazione mira a impedire lo sviluppo di tale
consuetudine gli uomini che si rifiutano di credere in
sistemi basati su dogmi infondati, non sono ritenuti idonei
all'educazione della gioventù. I Mali che ci sovrastano
non sono prerogativa di un particolare credo, ma sono
caratteristici, indistintamente di qualsiasi credo
dogmatico.
Nella maggior parte delle religioni ci
sono, inoltre, specifiche dottrine etiche che arrecano un
danno ben determinato. Se la condanna del cattolicesimo al
controllo delle nascite potesse prevalere, essa renderebbe
impossibile la diminuzione della povertà e l'abolizione
delle guerre. La credenza indù che la vacca sia un animale
sacro e che per la vedova sia immorale risposarsi è fonte
di inutili sofferenze. Il dogma comunista nella dittatura di
una minoranza ha causato orrori senza fine. Si sente dire
che soltanto il fanatismo può rendere efficiente un gruppo
sociale. Ma questo dogma è in contrasto con le lezioni
della storia. In ogni caso, soltanto coloro che servilmente
adorano il successo possono, credere che l'efficienza
sia di per se stessa cosa ammirevole senza tener conto di
quanto sangue essa grondi. Da parte mia, penso che è meglio
fare un poco di bene piuttosto che molto male. Il mondo che
io auspico dovrebbe essere libero da faziose incomprensioni,
e consapevole che la felicità per tutti nasce dalla
collaborazione e non dalla discordia.
L'educazione dovrebbe mirare alla libertà della mente
dei giovani, e non al suo imprigionamento in una rigida
armatura di dogmi destinati a protteggerla, nella vita,
contro i pericoli dell'evidenza imparziale. Il
mondo necessita di menti e di cuori aperti, non di rigidi
sistemi, vecchi o nuovi che siano.