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18 settembre 2016 23:14 - ennius4531
... c' é un furbastro parassita che si é appropriato del mio nick per raccontarci che qualsiasi capriccio va legalizzato ignorandone gli effetti ad esempio sul ... comprendonio e non solo su quello.

Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico dell'erba magica.

Ad esempio .....

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. ".

Da Aduc

USA: Cannabis riduce dimensione e
forma spermatozoi. Studio
9 giugno 2014

La cannabis mette a serio rischio la fertilita' dei giovani uomini, secondo un nuovo studio dell'Universita' di Sheffield secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Human Reproduction'.Il consumo di marijuana riduce infatti le dimensioni e la forma degli spermatozoi. Se si progetta di mettere su famiglia, quindi, e' meglio smettere di fumarla. La ricerca e' la piu' grande mai effettuata al mondo per valutare come comuni stili di vita influenzino la struttura degli spermatozoi.

Dalle analisi sono emersi anche altri fattori che esercitano un impatto sulla morfologia degli spermatozoi. Ad esempio, forma e dimensioni sembrano peggiorare nei campioni eiaculati durante i mesi estivi mentre migliorano negli uomini che si sono astenuti da attivita' sessuali per piu' di sei giorni. Sigarette e alcol pare abbiano, invece, poco effetto. L'indagine ha reclutato un campione di 2.249 uomini da quattordici cliniche per la fertilita' del Regno Unito. ....

Additional information

The paper, ‘Modified and non-modifiable risk factors for poor sperm morphology’ by AA Pacey et al, will be published in the journal Human Reproduction, at 00:05 (BST) on Thursday 5 June 2014.
1 Participating centres were: Department of Obstetrics and Gynaecology, Queens University, Belfast; Assisted Conception Unit, Birmingham Women’s Hospital; Division of Obstetrics and Gynaecology, St Michael’s Hospital, Bristol; Directorate of Women’s Health, Southmead Hospital, Bristol; Cardiff Assisted Reproduction Unit, University of Wales; MRC Reproductive Biology Unit, Edinburgh; Reproductive Medicine Unit, Liverpool Women’s Hospital; St Bartholomew’s Hospital, London; Department of Obstetrics and Gynaecology, Royal Free and University College, London; Department of Reproductive Medicine, St Mary’s Hospital, Manchester; IVF/Immunology Laboratory, Salford Royal Hospital Department of Histopathology, University hospital of South Manchester; International Centre for Life, Newcastle; Department of Obstetrics and Gynaecology, Jessop Hospital for Women, Sheffield; Shropshire and Mid-Wales Fertility Centre, Royal Shrewsbury NHS Trust.
18 settembre 2016 19:18 - W3C_Freedom
Se qualcuno a tempo debito a scaricato il libro di Raphael Mechoulam: Cannabinoids as Therapeutics da http://onlinepot.org/M2/Cannabinoids_as_Theurapetics.pdf da benissimo che cosa vuol dire fare ricerca e quanti anni servono per portare dei risultati da mostrare a governi diffidenti, che solo perche' imboccati da enti contrari, hanno sempre seguito la linea proibizionista.

In un passato recente almeno avevo una ADSL, poi ho lavorato solo col cellulare ed archiviai li il libro Cannabinoids as Therapeutics di Raphael Mechoulam, poi un giorno per errore mi sono seduto sopra di esso ed ho rotto lo schermo.

Cosi' ho dovuto sostituire lo schermo, ma non ancora il vetro, dunque mi trovo impossibilitato ad usarlo.

Se qualcuno lo ha scaricato, chiedo cortesemente che me lo giri tramite il mio indirizzo di posta elettronica: w3c_freedom @ riseup . net perche' http://onlinepot.org/M2/Cannabinoids_as_Theurapetics.pdf restituisce Error 500, dunque non piu' raggiungibile, lo stereo dicasi con TOR o con ORBOT sul cellulare.

Provvedero' a caricarlo sul mio website, dato che view messo a disposizione solo a pagamento.

La cultura non puo' esser frenata solo perche' gli autori dei single capitoli chiedono di esser pagati.

Comunque cerchero' ad ogni modo di ritornare in possession del documento Cannabinoids as Therapeutics di Raphael Mechoulam e di avere una ADSL ed un sistema di storage, dove sara' possibile trovare chicche interessanti come queste.

In attesa di una Vostra risposta che spero giunga nel tempo piu' breve possibile, colgo l'occasione per salutarvi.

W3C_Freedom

P.s: per chi intende fare qualche pianta di Cannabis ad uso personale anche in Inverno, consiglio la Early Skunk e la Blueberry Gum.
18 settembre 2016 11:20 - ennius4531 
Uno studio espone le motivazioni per cui si sceglie l’autoproduzione di cannabis per uso personale


Non si può più negarlo: crescere la propria cannabis è una pratica immensamente popolare, e per numerose buone ragioni!

Anche nei paesi in cui la cannabis non è ancora legalizzata o regolamentata dal Governo.

Fin dagli anni Sessanta la gente spesso si chiedeva perché si dovrebbe sfidare la legge per far crescere una pianta.

Dopo tutto: è ancora solo una pianta .

Ora, dopo anni di ricerca, i risultati sono finalmente arrivati e ci dicono i motivi per cui i consumatori sono così appassionati della coltivazio della propria pianta di cannabis.

Tra il 2012 e il 2013 si è tenuto un questionario in tutto il mondo dal titolo “Questionario coltivazione Internazionale Cannabis” .

E ‘stato un mezzo per i coltivatori casalinghi di tutto il mondo di essere ascoltati e di condividere le loro opinioni con la comunità scientifica.

Lo studio è stato eseguito dal Consorzio dicoltivazione Global Research Cannabis ed in parte sostenuto con un finanziamento della California State University. Attraverso questo studio la popolazione nascosta di coltivatori di cannabis sarebbe finalmente venuta alla luce.

I risultati sono stati abbastanza sorprendenti a dir poco e mostrano che il coltivatore casalingo è un “individuo responsabile che fa scelte razionali” .

Date un’occhiata ai 5 motivi principali indicati nello studio:



Numero 5: Evitare mercati criminali (66%)
Circa 2 su 3 intervistati coltivano la propria cannabis per stare lontano da bande criminali o concessionari del mercato nero.

Mentre ci potrebbe essere alcune alternative sicure e legali disponibili per alcuni (ambulatori, coffeeshop o Cannabis Social Club), molti non hanno ancora scelta. Per non parlare del prezzo elevato e della cattiva qualità che offrono sul mercato nero. Questo ci porta al prossimo grande motivo per cui si scegli di far crescere la propria cannabis.

Numero 4: questione di qualità (70,4%)
più del 70% degli intervistati sostiene che la propria, home-grown, cannabis è di qualità migliore e anche superiore. C’è molto meno adulterio o contaminazione nel prodotto finale.

I coltivatori consumatori hanno il controllo del processo di produzione e sanno esattamente ciò che è nella loro Cannabis. Inoltre si può scegliere quale ceppo di cannabis crescere. Questo dà loro il vantaggio di ‘fine-tuning’ della Cannabis per soddisfare al meglio le loro esigenze.

Numero 3: Il piacere della coltivazione ed un hobby rilassante (79,9%)
Quasi l’80% degli intervistati ha anche dichiarato che ama la crescita della pianta. Essi ritengono che ciò sia soprattutto un hobby, come sempre più di qualsiasi altro ortaggio. La gioia di guardare la pianta, l’odore del caratteristico profumo di un certo sforzo e la vista di quelle infiorescenze resinate può essere un vero piacere. E’ sia lenitivo e calmante; come un bagno caldo dopo che si arriva a casa da una dura giornata di lavoro. È una sensazione molto gratificante poter creare qualcosa di bello su un singolo seme, pratica anche certificata da molti studi.

Numero 2: Abbattimento dei Costi (80,6%)
al numero 2 abbiamo il quadro finanziario. Crescere la propria cannabis può essere molto a buon mercato, soprattutto quando coltivata all’aperto o in una piccola serra. Ma anche i costi della coltivazione indoor sono molto piccoli rispetto ai prezzi di strada. Si ottiene da un rivenditore un prodotto molte volte più costoso di avere il proprio impianto nel proprio giardino o in un piccolo armadietto. Si può sostenere che i coltivatori casalinghi sono economicamente efficienti e persone razionali.

Numero 1: Fornitura Assicurata (80,9%)
L’assoluto motivo numero 1 per cui le persone preferiscono l’autoproduzione è quello di essere ‘autosufficiente’.

Questo non significa che un coltivatore debba necessariamente avere chili o chili di cannabis in giro, ma abbastanza per fornire lui per 2 o forse 3 anni. Avere differenza di varietà e, dopo un po’ di tempo, essere indipendenti dal mercato, creandosi una propria scorta personale a bassissimo prezzo. Si parla di una scelta razionale.


Non ci sono costi più alti, ma anzi un risparmio, non vi è più una cattiva qualità e non vi è più il coinvolgimento con bande criminali o rivenditori illegali. Ed inoltre ci si ritrova con un bel hobby, naturale ed affascinante.


E la teoria del frutto proibito? Andata in fumo …
17 settembre 2016 22:17 - ennius4531
... c' é un furbastro parassita che si é appropriato del mio nick per raccontarci che qualsiasi capriccio va legalizzato ignorandone gli effetti ad esempio sul ... comprendonio.

Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico dell'erba magica. 

Ad esempio .....

University of Texas. 2014 

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. " 

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. "
17 settembre 2016 19:38 - ennius4531 
Uno studio espone le motivazioni per cui si sceglie l’autoproduzione di cannabis per uso personale


Non si può più negarlo: crescere la propria cannabis è una pratica immensamente popolare, e per numerose buone ragioni!

Anche nei paesi in cui la cannabis non è ancora legalizzata o regolamentata dal Governo.

Fin dagli anni Sessanta la gente spesso si chiedeva perché si dovrebbe sfidare la legge per far crescere una pianta.

Dopo tutto: è ancora solo una pianta .

Ora, dopo anni di ricerca, i risultati sono finalmente arrivati e ci dicono i motivi per cui i consumatori sono così appassionati della coltivazio della propria pianta di cannabis.

Tra il 2012 e il 2013 si è tenuto un questionario in tutto il mondo dal titolo “Questionario coltivazione Internazionale Cannabis” .

E ‘stato un mezzo per i coltivatori casalinghi di tutto il mondo di essere ascoltati e di condividere le loro opinioni con la comunità scientifica.

Lo studio è stato eseguito dal Consorzio dicoltivazione Global Research Cannabis ed in parte sostenuto con un finanziamento della California State University. Attraverso questo studio la popolazione nascosta di coltivatori di cannabis sarebbe finalmente venuta alla luce.

I risultati sono stati abbastanza sorprendenti a dir poco e mostrano che il coltivatore casalingo è un “individuo responsabile che fa scelte razionali” .

Date un’occhiata ai 5 motivi principali indicati nello studio:



Numero 5: Evitare mercati criminali (66%)
Circa 2 su 3 intervistati coltivano la propria cannabis per stare lontano da bande criminali o concessionari del mercato nero.

Mentre ci potrebbe essere alcune alternative sicure e legali disponibili per alcuni (ambulatori, coffeeshop o Cannabis Social Club), molti non hanno ancora scelta. Per non parlare del prezzo elevato e della cattiva qualità che offrono sul mercato nero. Questo ci porta al prossimo grande motivo per cui si scegli di far crescere la propria cannabis.

Numero 4: questione di qualità (70,4%)
più del 70% degli intervistati sostiene che la propria, home-grown, cannabis è di qualità migliore e anche superiore. C’è molto meno adulterio o contaminazione nel prodotto finale.

I coltivatori consumatori hanno il controllo del processo di produzione e sanno esattamente ciò che è nella loro Cannabis. Inoltre si può scegliere quale ceppo di cannabis crescere. Questo dà loro il vantaggio di ‘fine-tuning’ della Cannabis per soddisfare al meglio le loro esigenze.

Numero 3: Il piacere della coltivazione ed un hobby rilassante (79,9%)
Quasi l’80% degli intervistati ha anche dichiarato che ama la crescita della pianta. Essi ritengono che ciò sia soprattutto un hobby, come sempre più di qualsiasi altro ortaggio. La gioia di guardare la pianta, l’odore del caratteristico profumo di un certo sforzo e la vista di quelle infiorescenze resinate può essere un vero piacere. E’ sia lenitivo e calmante; come un bagno caldo dopo che si arriva a casa da una dura giornata di lavoro. È una sensazione molto gratificante poter creare qualcosa di bello su un singolo seme, pratica anche certificata da molti studi.

Numero 2: Abbattimento dei Costi (80,6%)
al numero 2 abbiamo il quadro finanziario. Crescere la propria cannabis può essere molto a buon mercato, soprattutto quando coltivata all’aperto o in una piccola serra. Ma anche i costi della coltivazione indoor sono molto piccoli rispetto ai prezzi di strada. Si ottiene da un rivenditore un prodotto molte volte più costoso di avere il proprio impianto nel proprio giardino o in un piccolo armadietto. Si può sostenere che i coltivatori casalinghi sono economicamente efficienti e persone razionali.

Numero 1: Fornitura Assicurata (80,9%)
L’assoluto motivo numero 1 per cui le persone preferiscono l’autoproduzione è quello di essere ‘autosufficiente’.

Questo non significa che un coltivatore debba necessariamente avere chili o chili di cannabis in giro, ma abbastanza per fornire lui per 2 o forse 3 anni. Avere differenza di varietà e, dopo un po’ di tempo, essere indipendenti dal mercato, creandosi una propria scorta personale a bassissimo prezzo. Si parla di una scelta razionale.


Non ci sono costi più alti, ma anzi un risparmio, non vi è più una cattiva qualità e non vi è più il coinvolgimento con bande criminali o rivenditori illegali. Ed inoltre ci si ritrova con un bel hobby, naturale ed affascinante.


E la teoria del frutto proibito? Andata in fumo …
17 settembre 2016 17:09 - ennius4531
.... il disagiato23, dai neuroni affumicati, non può che esprimersi se non con espressioni allucinate frutto di esperienze che ne confermano lo status mentale da mastro pifferaio ...

28 agosto 2015 15:13 - Starfighter23
.....
LA STORIA CHE IL VAPORIZZATORE LO USANO SOLO I MALATI E' UN ENORME PUTTANATA,E' IL MIGLIOR MODO CHE STARE HIGH E' LA PROVA STA NEL FATTO CHE IN TUTTE LE CANNABIS CUP LA GIURIA TESTA I SAMPLE DI CANNABIS TUTTI CON IL VAPORIZZATORE,QUINDI CREDIMI NON SAI DI COSA PARLI,COSA CREDEVI CHE LA GIURIA SI METTEVA A ROLLARE 3000 CANNE DI CARTA PER TESTARE I SAMPLES? ......

hai mai fatti dabbing?sai cos'e'?al momento e' la tecnica piu usata qui per consumare cannabis,tutti vaporizzano estratti su bracieri di titanio e ceramica con dei bubbler,questa cosa e' fa femminucce???sai di cosa parlo? " .
16 settembre 2016 22:06 - Starfighter23
SENTI UN PO DEFICENTE4531 SOFFRI DI DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO? NON TI SENTI RIDICOLO AD ESSERE RIMASTO DA SOLO A POSTARE BUFALE? IL FENOMENO ENNIO4531 E' FINITO SEI STATO AMMAZZATO DAI TUOI STESSI CLONI,SUICIDATI NON SERVI PIU A UN CAZZO,SEI L'ULTIMO DEI PISCIATURI,IL TUO PADRONE NON CREDO CJHE TI POSSA PAGARE PER POST DEL GENERE

16 settembre 2016 12:02 - ennius4531
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni fa

SEI BIPOLARE OPPURE SEI VERAMENTE DEFICENTE? SMETTI DI POSTARE FIGLIO DI PUTTANA LA SITUAZIONE NON PUO CHE PEGGIORARE E TU NON SEI PIU CREDBILE,CI SONO ORDE DI CLONI PRONTI A COLPIRE PER TAPPARTI LA BOCCA,BASTAVA CHE ADUC TI BANNASSE,INVECE TI VOGLIONO CON LORO,NONOSTANTE TUTTI GLI UTENTI ABBIANO ABBANDONATO LA PIATTAFORMA,PER COLPA DEL TUO SPAM CHE DURA DA 10 ANNI,BECCHINO DELLE COMUNITA' DI RECUPERO,SCIACALLO INFAME,FIGLIO DI UNA PUTTANA TOSSICA DI SANPATRIGNANO
16 settembre 2016 21:30 - ennius4531 
Uno studio espone le motivazioni per cui si sceglie l’autoproduzione di cannabis per uso personale


Non si può più negarlo: crescere la propria cannabis è una pratica immensamente popolare, e per numerose buone ragioni!

Anche nei paesi in cui la cannabis non è ancora legalizzata o regolamentata dal Governo.

Fin dagli anni Sessanta la gente spesso si chiedeva perché si dovrebbe sfidare la legge per far crescere una pianta.

Dopo tutto: è ancora solo una pianta .

Ora, dopo anni di ricerca, i risultati sono finalmente arrivati e ci dicono i motivi per cui i consumatori sono così appassionati della coltivazio della propria pianta di cannabis.

Tra il 2012 e il 2013 si è tenuto un questionario in tutto il mondo dal titolo “Questionario coltivazione Internazionale Cannabis” .

E ‘stato un mezzo per i coltivatori casalinghi di tutto il mondo di essere ascoltati e di condividere le loro opinioni con la comunità scientifica.

Lo studio è stato eseguito dal Consorzio dicoltivazione Global Research Cannabis ed in parte sostenuto con un finanziamento della California State University. Attraverso questo studio la popolazione nascosta di coltivatori di cannabis sarebbe finalmente venuta alla luce.

I risultati sono stati abbastanza sorprendenti a dir poco e mostrano che il coltivatore casalingo è un “individuo responsabile che fa scelte razionali” .

Date un’occhiata ai 5 motivi principali indicati nello studio:



Numero 5: Evitare mercati criminali (66%)
Circa 2 su 3 intervistati coltivano la propria cannabis per stare lontano da bande criminali o concessionari del mercato nero.

Mentre ci potrebbe essere alcune alternative sicure e legali disponibili per alcuni (ambulatori, coffeeshop o Cannabis Social Club), molti non hanno ancora scelta. Per non parlare del prezzo elevato e della cattiva qualità che offrono sul mercato nero. Questo ci porta al prossimo grande motivo per cui si scegli di far crescere la propria cannabis.

Numero 4: questione di qualità (70,4%)
più del 70% degli intervistati sostiene che la propria, home-grown, cannabis è di qualità migliore e anche superiore. C’è molto meno adulterio o contaminazione nel prodotto finale.

I coltivatori consumatori hanno il controllo del processo di produzione e sanno esattamente ciò che è nella loro Cannabis. Inoltre si può scegliere quale ceppo di cannabis crescere. Questo dà loro il vantaggio di ‘fine-tuning’ della Cannabis per soddisfare al meglio le loro esigenze.

Numero 3: Il piacere della coltivazione ed un hobby rilassante (79,9%)
Quasi l’80% degli intervistati ha anche dichiarato che ama la crescita della pianta. Essi ritengono che ciò sia soprattutto un hobby, come sempre più di qualsiasi altro ortaggio. La gioia di guardare la pianta, l’odore del caratteristico profumo di un certo sforzo e la vista di quelle infiorescenze resinate può essere un vero piacere. E’ sia lenitivo e calmante; come un bagno caldo dopo che si arriva a casa da una dura giornata di lavoro. È una sensazione molto gratificante poter creare qualcosa di bello su un singolo seme, pratica anche certificata da molti studi.

Numero 2: Abbattimento dei Costi (80,6%)
al numero 2 abbiamo il quadro finanziario. Crescere la propria cannabis può essere molto a buon mercato, soprattutto quando coltivata all’aperto o in una piccola serra. Ma anche i costi della coltivazione indoor sono molto piccoli rispetto ai prezzi di strada. Si ottiene da un rivenditore un prodotto molte volte più costoso di avere il proprio impianto nel proprio giardino o in un piccolo armadietto. Si può sostenere che i coltivatori casalinghi sono economicamente efficienti e persone razionali.

Numero 1: Fornitura Assicurata (80,9%)
L’assoluto motivo numero 1 per cui le persone preferiscono l’autoproduzione è quello di essere ‘autosufficiente’.

Questo non significa che un coltivatore debba necessariamente avere chili o chili di cannabis in giro, ma abbastanza per fornire lui per 2 o forse 3 anni. Avere differenza di varietà e, dopo un po’ di tempo, essere indipendenti dal mercato, creandosi una propria scorta personale a bassissimo prezzo. Si parla di una scelta razionale.


Non ci sono costi più alti, ma anzi un risparmio, non vi è più una cattiva qualità e non vi è più il coinvolgimento con bande criminali o rivenditori illegali. Ed inoltre ci si ritrova con un bel hobby, naturale ed affascinante.


E la teoria del frutto proibito? Andata in fumo …
16 settembre 2016 17:51 - ennius4531
.... c' é un furbastro parassita che si é appropriato del mio nick per raccontarci quanto siano efficaci le cure di .... 173 anni fa !!

Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico dell'erba magica.

Ad esempio .....

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. "
16 settembre 2016 13:47 - alfio4986
Disturbo ossessivo compulsivo. Mi pare ovvio.
16 settembre 2016 12:02 - ennius4531 
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni fa


Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per l’epilessia pediatrica”.

Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei non è stata la paziente più giovane a essere stata trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta semplicemente di una riscoperta.

È possibile leggere la storia straordinaria della piccola Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di Cannabis.

William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link al documento originale)

Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra cui tinture per il trattamento di bambini affetti da epilessia.

Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese, chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella medicina occidentale.

O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da somministrare per via endovenosa e alla terapia di sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in India a lavorare per la British East India Company (Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei neonati.

In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis medica nel 1839.

Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal (l’attuale British Medical Journal, una delle prime riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4 febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.


Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni fa.
16 settembre 2016 11:38 - ennius4531
.... il post precedente é di un furbastro parassita che si é appropriato del mio nick per raccontarci quanto siano efficaci le cure di .... 173 anni fa !! valide su di una sola neonata.

Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico dell'erba magica.

Ad esempio .....

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. "
15 settembre 2016 21:00 - ennius4531 
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni fa


Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per l’epilessia pediatrica”.

Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei non è stata la paziente più giovane a essere stata trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta semplicemente di una riscoperta.

È possibile leggere la storia straordinaria della piccola Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di Cannabis.

William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link al documento originale)

Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra cui tinture per il trattamento di bambini affetti da epilessia.

Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese, chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella medicina occidentale.

O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da somministrare per via endovenosa e alla terapia di sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in India a lavorare per la British East India Company (Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei neonati.

In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis medica nel 1839.

Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal (l’attuale British Medical Journal, una delle prime riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4 febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.


Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni fa.
15 settembre 2016 20:39 - ennius4531
.... il post precedente é di un furbastro parassita che si é appropriato del mio nick per raccontarci quanto siano efficaci le cure di .... 173 anni fa valide ?? su di una neonata.

Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico dell'erba magica.

Ad esempio .....

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. "
15 settembre 2016 18:29 - ennius4531 
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni fa


Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per l’epilessia pediatrica”.

Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei non è stata la paziente più giovane a essere stata trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta semplicemente di una riscoperta.

È possibile leggere la storia straordinaria della piccola Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di Cannabis.

William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link al documento originale)

Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra cui tinture per il trattamento di bambini affetti da epilessia.

Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese, chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella medicina occidentale.

O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da somministrare per via endovenosa e alla terapia di sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in India a lavorare per la British East India Company (Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei neonati.

In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis medica nel 1839.

Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal (l’attuale British Medical Journal, una delle prime riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4 febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.


Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni fa.
15 settembre 2016 18:20 - ennius4531
.... é un furbastro parassita che si camuffa dietro il nick di altri per raccontarci quanto siano efficaci le cure di .... 173 anni fa valide ?? su di una neonata.

Molte ricerche recenti mettono in guarda dall'uso ludico dell'erba magica.

Ad esempio .....

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. "
14 settembre 2016 21:30 - ennius 4531
L’olio di Cannabis ha trattato l’epilessia già 173 anni fa


Ogni giorno leggo articoli di scoperte scientifiche sulle proprietà mediche della Cannabis, questa mattina ho letto un articolo su come il CBD è “una medicina miracolosa per l’epilessia pediatrica”.

Amylea Nunez, due mesi, è stata la paziente più giovane cui è stato prescritto l’olio di Cannabis. Tuttavia, lei non è stata la paziente più giovane a essere stata trattata con l’olio di Cannabis per l’epilessia pediatrica, questa non è una nuova scoperta, si tratta semplicemente di una riscoperta.

È possibile leggere la storia straordinaria della piccola Amylea: la neonata supera le crisi convulsive dopo essere diventata la più giovane paziente ad assumere l’olio di Cannabis.

William_Brooke_O’Shaughnessy_1Dr WB O’Shaughnessy (link al documento originale)

Nel 1840, medici dell’epoca vittoriana trattavano i pazienti con estratti di Cannabis per molte malattie, tra cui tinture per il trattamento di bambini affetti da epilessia.

Uno dei miei preferiti era il pioniere dr. William Brooke O’Shaughnessy MD (Medicinae Doctor), un medico irlandese, chirurgo, professore di chimica, scienziato e innovatore, è stato un pioniere della ‘terapia endovenosa’ lui era stato accreditato per l’introduzione della Cannabis nella medicina occidentale.

O’Shaughnessy si laureò nel 1829 con un dottorato in medicina presso l’Università di Edimburgo. Nel 1831, alla giovane età di 22 anni, aveva studiato il colera e il suo lavoro anticipatore ha portato allo sviluppo di fluidi da somministrare per via endovenosa e alla terapia di sostitutiva degli elettroliti.
Nel 1833, O’Shaughnessy si trasferisce a Calcutta, in India a lavorare per la British East India Company (Compagnia Britannica delle Indie Orientali), durante la sua permanenza nella città indiana sviluppato nuove tecniche di estrazione dei cannabinoidi, che ha approntato e usato per il trattamento di pazienti affetti da, colera, tetano, come analgesico, per i reumatismi e nell’epilessia dei neonati.

In India, ha studiato inizialmente la farmacologia botanica e chimica, pubblicando il suo primo articolo sulla Cannabis medica nel 1839.

Nel suo articolo “Sui preparativi della Canapa Indiana, o Gunjah”, pubblicato sul Provincial Medical Journal (l’attuale British Medical Journal, una delle prime riviste di medicina generale al mondo) a Londra il 4 febbraio 1843, O’Shaughnessey riporta il caso di un bambino, poco più di un mese, cui ha somministrato una tintura a base di etanolo (alcool ) di Cannabis.


Ricordate per favore che questo è stato scritto 173 anni fa.
14 settembre 2016 8:05 - ennius4531
..... ennius4531 é solo uno furbastro parassita che si impossessa dei nickname degli altri ( differenziandosi solo per uno spazio bianco all'inizio del nick ) approfittando, se ne deduce, del carente controllo da parte di Aduc nell'accettazione dei nuovi nick.

Una delle tante ricerche specialistiche ci dice che ...

Da Aduc ..
Notizia  10 settembre 2014

Chi usa regolarmente cannabis prima dei 17 anni ha una probabilità di oltre il 60% maggiore di abbandonare gli studi secondari ed è a rischio significativamente più alto di non completare quelli universitari, di usare altre droghe e di tentare il suicidio, rispetto a chi non l'ha mai fumata.

Uno studio australiano del Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud conclude inoltre che non vi è un livello 'sicuro' di uso da parte di adolescenti, e che i risultati educativi più scarsi e i rischi accresciuti si verificano anche fra chi usa la droga meno di una volta al mese.

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza.

I ricercatori hanno esaminato una serie di aspetti dello sviluppo fino all'età di 30 anni: completamento degli studi secondari, conseguimento di una laurea, dipendenza dalla cannabis, uso di altre droghe illegali, tentativi di suicidio, e depressione. Gli adolescenti sotto i 17 anni che assumevano cannabis quotidianamente avevano una probabilità di oltre il 60% minore di completare la scuola superiore o l'università, sette volte più alta di tentare il suicidio, 18 volte maggiore di sviluppare dipendenza dalla cannabis e otto volte maggiore di usare altre droghe illegali più tardi nella vita.

"I risultati sono particolarmente tempestivi, dato che diversi Stati Usa e paesi dell'America Latina si muovono verso la depenalizzazione o legalizzazione della cannabis, che la renderebbero più accessibile ai più giovani", scrive il principale autore dello studio, Edmund Silins.

"Le autorità devono essere consapevoli che un suo uso in adolescenza è associato a una serie di esiti negativi sulla salute, sul benessere e sull'affermazione personale", aggiunge.
13 settembre 2016 21:20 - ennius4531
..... ennius4531 é solo uno furbastro parassita che si impossessa dei nickname degli altri ( differenziandosi solo per uno spazio bianco all'inizio del nick ) approfittando, se ne deduce, del carente controllo da parte di Aduc nell'accettazione dei nuovi nick.

Una delle tante ricerche specialistiche ci dice che ...

Da Aduc

Notizia 11 ottobre 2013 18:54

"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole superiori.

Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu' possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina, anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga rende meno critici rispetto all'assunzione di altre droghe.

Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe "socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy. Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu' inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e ecstasy.

Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York University e pubblicato su Prevention Science."
12 settembre 2016 20:40 - ennius4531
... ennius4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da parassita ai nickname degli altri impossessandosene approfittando del carente controllo da parte di Aduc al riguardo.

Che lo Stato accetti di immettere ulteriore pattume ludico sul mercato legale rappresenta una ulteriore violazione delle norme costituzionali che impongono allo Stato in base all'art.32 di ...

'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività..' .

L'interesse della collettività va tutelato inoltre da chi, scambiando per diritti i propri capricci, può rappresentare un pericolo per gli altri come le ricerche specialistiche hanno evidenziato alla faccia delle maggioranze o minoranze anche sindacali.

Da Aduc

Notizia 11 ottobre 2013 18:54

"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole superiori.

Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu' possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina, anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga rende meno critici rispetto all'assunzione di altre droghe.

Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe "socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy. Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu' inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e ecstasy.

Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York University e pubblicato su Prevention Science."
6 settembre 2016 14:24 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei nuovi nick.

Che lo Stato accetti di immettere ulteriore pattume ludico sul mercato legale rappresenta una ulteriore violazione delle norme costituzionali che impongono allo Stato in base all'art.32 di ...

'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività..' .

L'interesse della collettività va tutelato inoltre da chi, scambiando per diritti i propri capricci, può rappresentare un pericolo per gli altri come le ricerche specialistiche hanno evidenziato alla faccia delle maggioranze o minoranze anche sindacali.

Da Aduc

Notizia 11 ottobre 2013 18:54

"Dire "si'" alla marijuana aumenta le probabilita' di concedere un "si'" anche ad altre tipologie di stupefacenti piu' pericolose, secondo un nuovo studio statunitense che ha coinvolto un campione di 29054 studenti delle scuole superiori.

Dai dati e' emerso che fumare marijuana rende piu' possibilisti e meno giudicanti relativamente all'uso di altre droghe piu' pesanti, come cocaina, crack, LSD, eroina, anfetamine ed ecstasy. In pratica, l'assunzione di una droga rende meno critici rispetto all'assunzione di altre droghe.

Chi fuma marijuana tende ad essere meno giudicante in particolare verso l'utilizzo delle cosiddette droghe "socialmente accettabili" come LSD, anfetamine ed ecstasy. Gli studenti dal background socio-economico piu' elevato sono apparsi piu' tolleranti verso gli stupefacenti socially acceptable mentre le donne in generale sono risultate piu' inclini a dire "no" a droghe come cocaina, crack, LSD e ecstasy.

Lo studio e' stato condotto da Joseph Palamar della New York University e pubblicato su Prevention Science."
6 settembre 2016 13:43 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA : LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA

Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione aprendo alla possibilità di una legalizzazione della cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno più danni dello stesso principio attivo. Oggi la microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire comune».

Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato un’associazione che finanzia campagne per la legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia, rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.

Altri sindacati di polizia si sono invece espressi contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai poliziotti condannati per l’uccisione di Federico Aldovrandi.
3 settembre 2016 19:15 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei nuovi nick.

Che lo Stato accetti di immettere ulteriore pattume ludico sul mercato legale rappresenta una ulteriore violazione delle norme costituzionali che impongono allo Stato in base all'art.32 di ...

'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività..' .

L'interesse della collettività va tutelato inoltre da chi, scambiando per diritti i propri capricci, può rappresentare un pericolo per gli altri come le ricerche specialistiche hanno evidenziato alla faccia delle maggioranze o minoranze anche sindacali.

Da Aduc

Notizia 12 maggio 2016 11:56

USA - Cannabis legalizzata. Incidenti stradali raddoppiati

Incidenti stradali raddoppiati negli Stati americani che hanno recentemente legalizzato la marijuana fra chi fa uso di questa sostanza. Lo rivela l'ultima ricerca della AAA Foundation for Traffic Safety, secondo cui i limiti di legge sul consumo di cannabis consentito per guidare sono arbitrari e non supportati dalla scienza, cosa che potrebbe tradursi in un pericolo concreto per gli automobilisti.

Washington è stato uno dei primi Stati a legalizzare l'uso ricreativo di marijuana, e questi risultati sollevano preoccupazione, dato che almeno altri 20 Stati Usa stanno considerando di fare la stessa scelta quest'anno. La Fondazione ha esaminato proprio la situazione dello Stato di Washington, che ha legalizzato la marijuana nel dicembre del 2012. I ricercatori hanno scoperto che la percentuale di conducenti coinvolti in incidenti mortali che avevano recentemente consumato cannabis è più che raddoppiata: dall'8 al 17% tra il 2013 e il 2014.

E' inoltre emerso che un conducente su 6 coinvolto in incidenti mortali nel 2014 aveva recentemente usato marijuana. "Questo aumento significativo è allarmante", ha detto Peter Kissinger, presidente e Ceo della Fondazione AAA. "Washington deve servire come 'caso studio' per aprire gli occhi su quello che può verificarsi negli altri Stati per quanto riguarda la sicurezza stradale, dopo la legalizzazione della droga".

Altra ricerca ..

La Cannabis triplica gli incidenti mortali sulle strade .

Incidenti mortali che coinvolgono l’uso di marijuana sono triplicati nell’ultimo decennio, lo sostengono i ricercatori in Rapporto elaborato dalla Mailman School of Public Health della Columbia University.

Chi assume marijuana guida più o meno allo stesso modo di chi ha abusato di alcol, ha spiegato Jonathan Adkins, vice direttore esecutivo dell’Associazione Governors Highway Safety. Si altera la capacita’ di giudizio, riduce la vista e rende una persona più distratta e con più probabilità di correre rischi durante la guida.

"E ‘un campanello d’allarme per noi nella Sicurezza stradale”, ha detto Adkins . “La legalizzazione della cannabis sta per diffondersi ad altri stati. Non è nemmeno una questione di parte, a questo punto. La nostra previsione è questa situazione diventerà la norma piuttosto che l’eccezione”.
2 settembre 2016 20:03 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA : LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA

Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione aprendo alla possibilità di una legalizzazione della cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno più danni dello stesso principio attivo. Oggi la microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire comune».

Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato un’associazione che finanzia campagne per la legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia, rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.

Altri sindacati di polizia si sono invece espressi contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai poliziotti condannati per l’uccisione di Federico Aldovrandi.
30 agosto 2016 14:34 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei nuovi nick.

Intanto la ricerca specialistica sull'uomo, alla faccia delle maggioranze o minoranze, di qualunque sindacato e dei ... ratti, questo ci dice .

Alcuni studi ....

(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014

' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le persone che avevano usato cannabis una o due volte la settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le emozioni, la motivazione e la dipendenza

I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su migliaia di soggetti .

L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia associato a conseguenze negative. ...."

Mark Winstanley , chief executive del centro per malati mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei rischi.”

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .

Acta Psychiatrica Scandinavica
Volume 79, Issue 5, pages 505–510, May 1989

Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County

Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson, associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg, professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis, professor of psychiatric epidemiologyd.

Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of cannabis and other drugs, and on several social and psychological characteristics.

Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of developing schizophrenia, consistent with a causal relation. This association is not explained by use of other psychoactive drugs or personality traits relating to social integration.
30 agosto 2016 14:25 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA : LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA

Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione aprendo alla possibilità di una legalizzazione della cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno più danni dello stesso principio attivo. Oggi la microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire comune».

Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato un’associazione che finanzia campagne per la legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia, rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.

Altri sindacati di polizia si sono invece espressi contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai poliziotti condannati per l’uccisione di Federico Aldovrandi.
29 agosto 2016 23:29 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei nuovi nick.

Intanto la ricerca specialistica sull'uomo, alla faccia delle maggioranze o minoranze, di qualunque sindacato e dei ... ratti, questo ci dice .

Alcuni studi ....

(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014

' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le persone che avevano usato cannabis una o due volte la settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le emozioni, la motivazione e la dipendenza

I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su migliaia di soggetti .

L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia associato a conseguenze negative. ...."

Mark Winstanley , chief executive del centro per malati mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei rischi.”

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .

Acta Psychiatrica Scandinavica
Volume 79, Issue 5, pages 505–510, May 1989

Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County

Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson, associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg, professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis, professor of psychiatric epidemiologyd.

Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of cannabis and other drugs, and on several social and psychological characteristics.

Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of developing schizophrenia, consistent with a causal relation. This association is not explained by use of other psychoactive drugs or personality traits relating to social integration.
29 agosto 2016 20:40 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANA SI SCHIERA : LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA

Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione aprendo alla possibilità di una legalizzazione della cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno più danni dello stesso principio attivo. Oggi la microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire comune».

Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato un’associazione che finanzia campagne per la legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia, rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.

Altri sindacati di polizia si sono invece espressi contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai poliziotti condannati per l’uccisione di Federico Aldovrandi.
29 agosto 2016 15:56 - ennius4531
... ennio4531 é solo un'ombra tossica che si attacca da parassita ai nickname degli altri scimmiottandoli approfittando del carente controllo da parte di Aduc dei nuovi nick.

Intanto la ricerca specialistica , alla faccia delle maggioranze o minoranze e sindacati, questo ci dice .

Alcuni studi ....

(Abstract ).
Harvard Medical School 16/04/2014

' Nello studio, pubblicato sul Journal of Neurosciences, le persone che avevano usato cannabis una o due volte la settimana anche per pochi mesi, sono state trovate avere cambiamenti nelle zone del cervello che regolano le emozioni, la motivazione e la dipendenza

I ricercatori della Harvard Medical School hanno effettuate scansioni 3D dettagliate sul cervello degli studenti che avevano consumato cannabis raramente e non erano assuefatti e li hanno confrontati con quelle di studenti che non avevano mai consumato la droga.

Due sezioni principali del cervello sono risultate essere colpite. Ovviamente, più alto il consumo di cannabis dei soggetti dello studio, maggiori le anomalie cerebrali su migliaia di soggetti .

L’autore della ricerca , il dottor Hans Breiter, professore di psichiatria e scienze comportamentali alla Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha dichiarato : “Questo studio solleva una sfida forte all’idea che l’uso occasionale di marijuana non sia associato a conseguenze negative. ...."

Mark Winstanley , chief executive del centro per malati mentali Rethink , ha detto: “Per troppo tempo la cannabis è stata vista come sicura, ma come suggerisce questo studio, può avere davvero un grave impatto sulla vostra salute mentale . La ricerca mostra anche che quando la gente fuma cannabis prima dei 15 anni, si quadruplica la probabilità di sviluppare psicosi. Ma poche persone sono consapevoli dei rischi.”

University of Texas. 2014

"Fumare marijuana in giovane eta' puo' avere conseguenze di lungo termine sul cervello, e persino ridurre il quoziente intellettivo: lo rivela uno studio dei ricercatori della University of Texas. "

Lo studio mostra come ci siano differenze cerebrali tra i fumatori abituali di marijuana e le altre persone. ..

Prima si inizia a fare uso di marijuana, piu' pronunciate sono le differenze", ha spiegato ai media statunitensi la dottoressa Francesca Filbey, autrice principale dello studio e professore alla School of Behavioral and Brain Sciences dell'University of Texas. " .

STUDIO, CANNABIS CAUSA L’INSORGERE DI PSICOSI: SCHIZOFRENIA E DISTURBO BIPOLARE
GENNAIO 10, 2014

Nel nuovo studio, pubblicato in Schizophrenia Bulletin, i ricercatori si sono concentrati sui modelli di consumo di cannabis, il sesso e le relazioni tra tali fattori e un’insorgenza precoce del primo episodio psicotico .

Lo studio svolto da ricercatori britannici su adulti che hanno vissuto episodi di psicosi, l’assunzione di marijuana è stata collegata all’insorgere della malattia.
Il legame tra l’uso della cannabis e le malattie psichiche è ormai noto, soprattutto nei casi di schizofrenia.

In questo caso, come riferisce Marta Di Forti , che ha guidato la ricerca presso l’Istituto di Psichiatria al Kings College, lo studio associa l’uso quotidiano di cannabis all’insorgere della psicosi.

“Vorrei cercare di capire perché le persone usano cannabis, cosa ricevono da questo utilizzo e poi coinvolgerli spiegando loro come questo può causare danni al cervello e aumentare il rischio di psicosi “, ha detto la ricercatrice Marta Di Forti.

Australia ....Centro Nazionale di Ricerca su Droghe e Alcool dell'Università del Nuovo Galles del Sud ...

Gli studiosi hanno elaborato i dati di 3765 partecipanti che hanno usato cannabis, da tre ampi studi di lunga durata sulla frequenza e sugli effetti del suo uso. Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su The Lancet Psychiatry, si tratta della dimostrazione più fondata dei danni della marijuana negli anni dell'adolescenza. .." .

Acta Psychiatrica Scandinavica
Volume 79, Issue 5, pages 505–510, May 1989

Schizophrenia in users and nonusers of cannabis
A longitudinal study in Stockholm County

Stanley Zammit, MRC clinical research fellow,a Peter Allebeck, professor of social medicine,b Sven Andreasson, associate professor of social medicine,c Ingvar Lundberg, professor of occupational epidemiology,c and Glyn Lewis, professor of psychiatric epidemiologyd.

Participants
50 087 subjects: data were available on self reported use of cannabis and other drugs, and on several social and psychological characteristics.

Conclusions
Cannabis use is associated with an increased risk of developing schizophrenia, consistent with a causal relation. This association is not explained by use of other psychoactive drugs or personality traits relating to social integration.
28 agosto 2016 15:23 - ennio4531
IL MAGGIOR SINDACATO DI POLIZA ITALIANASI SCHIERA : LEGALIZZARE LA CANNABIS E' UNA BUONA IDEA

Dopo la Direzione nazionale antimafia e il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone anche il maggior sindacato di polizia, il Siulp, prende posizione aprendo alla possibilità di una legalizzazione della cannabis. Il segretario generale del sindacato, Felice Romani, ha affermato: «Se la cannabis fosse somministrata attraverso un circuito legale sarebbe meno pericolosa e non conterrebbe quegli additivi chimici e inquinanti che fanno più danni dello stesso principio attivo. Oggi la microcriminalità, o criminalità diffusa, è alimentata soprattutto dai giovani che proprio per procurarsi queste sostanze si rivolgono al mercato nero e commettono reati come furti, scippi e rapine, i più odiosi nel sentire comune».

Siamo ancora lontani da ciò che accade negli Usa, dove i poliziotti contro il proibizionismo hanno fondato un’associazione che finanzia campagne per la legalizzazione e per spiegare come essa sia fondamentale per permettere alle forze dell’ordine di liberare risorse economiche ed umane per perseguire i reati più gravi, ma la presa di posizione del Siulp, che con oltre 25mila iscritti è il più rappresentativo tra i sindacati di polizia, rappresenta sicuramente una notizia rilevante che era tutt’altro che scontata nel panorama italiano: a quanto pare non tutti i poliziotti italiani trovano intelligente continuare a impegnare buona parte delle pattuglie per inseguire ragazzini con due grammi di erba in tasca.

Altri sindacati di polizia si sono invece espressi contrariamente ad ogni ipotesi di legalizzazione. Tra questi il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) che in un comunicato ha affermato che «vietare l’uso delle droghe di qualsiasi tipo e’ la concretizzazione di una scelta etico-morale che mira a ridimensionare la cultura dello sballo e la promozione dei falsi valori e degli stili di vita decadenti e degenerativi». Per la cronaca il Sap è lo stesso sindacato al cui congresso venne riservata un’ovazione ai poliziotti condannati per l’uccisione di Federico Aldovrandi.
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