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Usa. E se una moratoria tagliasse la testa al toro?
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Articolo di Cinzia Colosimo
6 marzo 2003 18:23
 
Quando Clonaid dette l'annuncio della nascita della prima bimba clonata, tutti scesero in campo verso una battaglia che sembrava urgentissima, inevitabile, inderogabile.
In questi giorni, scienziati come il Nobel Paul Nurse e James Watson cominciano a parlare di una nuova umanita' senza difetti genetici, potenziata nelle sue capacita' e piena di talenti. Sostengono che quando la conoscenza sul genoma umano sara' sufficientemente completa, la scienza sara' in grado di produrre esseri umani migliori, se non perfetti. Risultato? Altri commenti, altre critiche, altri allarmismi.
Lo stato attuale delle cose, seppur comprensibile, non fa altro che rispecchiare la tendenza politica ad affrontare i problemi in modo totalmente anacronistico: o ancora prima che nascano, o quando e' troppo tardi, ma mai al tempo giusto. Non e' stata fornita nessuna prova dell'effettiva nascita di Eva, ne' finora si e' visto un uomo o una donna geneticamente perfetto. In compenso la gente continua a morire di cancro, di SLA, di Alzheimer, senza che nessuno sollevi il loro dolore con la stessa forza con cui combattono le loro paure. Perche' in fondo e' di questo che si tratta: di paura. La paura e' quello stato ansioso che si crea quando coscientemente e razionalmente non siamo in grado di prevedere cosa' accadra'. Ma la paura di per se' non e' un sentimento razionale, e quindi non fa che produrre reazioni emotive, istintive. Quando pero' la paura detta legge, in senso simbolico, ma piu' drammaticamente in senso reale, accade che ogni alternativa, piu' o meno valida che sia, viene respinta con forza, costanza, impeto.
E' quanto sta accadendo negli Usa, ora che la Camera ha approvato un progetto di legge che vieta, per qualsiasi scopo, la clonazione umana. Ora si attende solo il verdetto del Senato, che dovrebbe arrivare a giorni, ma forse sono veramente pochi coloro che si sentono veramente a posto con la loro coscienza. Come missionari zelantissimi prendono le difese degli embrioni "senza se e senza ma", ma mai lo stesso zelo e' usato verso persone, con una storia, con un ruolo nella societa', con una vita propria, che improvvisamente si ritrovano a tirare le somme degli anni vissuti, perche' una malattia ha deciso quando per loro sara' il tempo di morire. A loro non e' dato saperlo, ma questo ai missionari non interessa.
Zoe Lofgren, una parlamentare democratica dello Stato della California, presento' tempo fa un emendamento al progetto di legge appena approvato, in cui veniva riconosciuto il ruolo fondamentale degli embrioni umani nella ricerca sulle staminali embrionali. Quando l'emendamento e' stato bocciato, l'unica cosa che e' riuscita a chiedersi e' stata : "Perche' stiamo permettendo ad un ristretto segmento della popolazione Americana di definire il futuro della ricerca scientifica? Cosi' facendo non facciamo altro che dichiarare fuorilegge quegli individui malati che potrebbero trarre benefici materiali dalla ricerca sulle staminali. Non potrei mai immaginare di dire ad una persona che e' stata trovata una cura per l'Alzheimer, che questa cura e' il risultato di ricerche sulla clonazione terapeutica, ma che lui, in quanto cittadino americano, non puo' beneficiarne, perche' sarebbe illegale. Lo trovo terribile."
A questo punto appaiono definitive le posizioni in campo: o a favore o contro. Ma da alcune organizzazioni e partiti politici e' partita l'idea di stabilire una moratoria temporanea per tutta la clonazione, fino a che l'opinione pubblica non si sia "tranquillizzata" e fino a che non si abbia un quadro scientifico preciso di cosa si sta facendo nel mondo in tema clonazione.
Nel frattempo, la Coalition for the Advancemente of Medical Research (CAMR), un organismo che racchiude i piu' grandi ricercatori a livello internazionale, ha stilato un documento con le domande piu' frequenti sul tema, fra le quali appare anche la prospettiva di una moratoria. Nel documento (reperibile sul sito clicca qui ) si legge: "Una moratoria temporanea equivale ad un bando. E questo significa:

- Rimandare a tempo indeterminato qualsiasi innovazione scientifica potenzialmente vitale; molti dei pazienti che potrebbero giovare di queste scoperte, non hanno il tempo materiale per attendere. Per loro, un ritardo nella ricerca puo' voler dire una sentenza di morte.

- Un messaggio negativo verso gli scienziati; ossia, dire ai giovani scienziati che stanno cominciando ora la loro carriera, e a quelli gia' affermati, che la clonazione terapeutica non puo' essere fatta per paura che un giorno possa diventare illegale. Una moratoria, in effetti, produrra' una stridente interruzione della ricerca, rendendo difficile un nuovo inizio futuro una volta che la moratoria verra' estinta.

- Lasciare che altri Paesi divengano leader nella ricerca; anche se i ricercatori negli Usa dovranno fermarsi, la ricerca continuera' lo stesso in altri Paesi. Il risultato sara' lo sviluppo di nuove cure e trattamenti altrove, ma per i malati statunitensi significa meno possibilita' di accedere alle innovazioni farmaceutiche e mediche.

- Porre degli ostacoli politici ai percorsi della scienza; perche' sollevare un divieto in Assemblea e' molto piu' complicato e richiede molto piu' tempo di quanto sembri. I pazienti terminali sarebbero costretti ad attendere mentre i politici discutono, dibattono e creano ritardi."

- La Food and Drug Administration prevede che qualsiasi ricerca medica, inclusa quella sulla clonazione terapeutica, debba essere compiuta solo dopo le analisi e le revisioni di un comitato istituzionale disinteressato (chiamato Istitutional Review Board). L'IRB deve accertare che i rischi della ricerca siano minimizzati quanto ragionevoli. Quindi, l'argomento secondo il quale una moratoria e' necessaria per assicurare sufficienti garanzie, e' inutile.

- Una moratoria sulla clonazione terapeutica non e' necessaria; la ricerca sul trasferimento nucleare somatico e' stata effettuata, studiata e analizzata anche dalla National Academy of Sciences.

Ancora una volta le esortazioni degli scienziati, che a regola sono fra i primi direttamente coinvolti nella faccenda, appaiono totalmente vane. E ancora una volta abbiamo la dimostrazione che l'orologio della politica non e' mai puntuale rispetto agli effettivi bisogni delle persone.
 
 
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