Concerto di Capodanno a Roma. Al momento sembra che il cantante Tony Effe non sia gradito e l’amministrazione capitolina abbia deciso di non fruire della sua arte.
Si legge di tutto e di più, anche artisti che, per quella che reputano una cattiva decisione, hanno deciso di non partecipare anche loro alla festa romana.
Per chi conosce poco questo artista, basta una ricerca in Rete e si trova di tutto.
Per quanto ci riguarda ci sembra che si tratti di un cantante che comunica la sua arte con la narrazione - più o meno entusiasta e positiva - di misoginia, violenza, patriarcato, maschilismo, inciviltà, sessismo… e chi più ne ha più ne metta.
Seguendo arte e politica, non ci stupiamo e, dopo aver letto qualche testo delle sue opere, ci auguriamo solo - per il bene che lui dovrebbe volere a se stesso - che non gli capiti di essere considerato nella sua vita così come lui considera i soggetti delle sue composizioni.
Tony Effe è libero di cantare quel che vuole e dove vuole, così come sono liberi i suoi fan di diffonderlo e goderne.
Ma non ci piace che si debba parlare di censura e nemici dell’arte, nei confronti di chi, come l’amministrazione del Comune di Roma, ha deciso, in altrettanta libertà, di non fruire dei servizi di questo artista.
La libertà o è tale in tutte le direzioni, comportando l’accettazione delle altrui decisioni e opinioni, oppure è squallida occasione di invasati maneggioni opportunisti per farsi pubblicità. E purtroppo, bisogna riconoscere che occasioni del genere sembrano ghiotte per molti, altrimenti poco considerati perché non hanno (o si sono dimenticati di avere) posizioni estreme.
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