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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Che cosa succede di interessante?
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Articolo di Rosa a Marca
20 febbraio 2003 18:58
 
Gia' altre volte abbiamo visto come le Comunidad autonome, e in particolare quelle governate dal partito socialista spagnolo, si stiano muovendo nella direzione della ricerca sulle cellule staminali embrionali. L'iniziativa e' partita dall'Andalusia, che prima ha sottoscritto un accordo con il professor Bernat Soria, poi ha presentato una legge per regolamentare questo tipo di ricerca. Quindi si sono aggiunte altre Comunidad, creando una vera e propria rete che cerchera' di agire in maniera uniforme, anche da un punto di vista della normativa, per presentarsi piu' forti di fronte ad eventuali contestazioni del Governo nazionale di Aznar. Di questa rete di Comunidad fanno parte, oltre all'Andalusia, il principato delle Asturie, le Baleari, Extremadura, Castilla La-Mancha e Aragón.
E proprio dalla Comunidad di Aragón arrivano delle novita'. Lo scorso 6 febbraio il consigliere per la Salute, il Consumo e i Servizi Sociali, Alberto Larraz, ha annunciato che il suo Governo si prepara a mettere in marcia un progetto simile a quello dell'Andalusia, e' che ha gia' stanziato un milione di euro per le ricerche sulle cellule staminali embrionali, ricerca che sara' coordinata dallo stesso Bernat Soria. Larraz ha poi spiegato che anche se la legislazione spagnola non vieta questo tipo di ricerche, le comunita' autonome che fanno parte della rete approveranno una normativa per dare un sostegno giuridico al lavoro dei ricercatori: "Se ai ricercatori evitiamo difficolta' legali e li proteggiamo economicamente, il loro lavoro si sviluppera' in maniera piu' confortevole e comoda e cosi' si potra' arrivare a risultati di cui tutti potremo beneficiare".
Tornando alla Comunidad dell'Andalusia, l'apripista spagnola, il consigliere alla Salute Francisco Vallejo, ha auspicato che il dibattito parlamentare per approvare la legge sulla ricerca con le cellule staminali embrionali inizi questo mese, in modo che nel giro di due mesi sia tutto pronto per far partire concretamente le ricerche. Una volta approvata la norma ci sara' un concorso pubblico aperto a tutti i ricercatori che vogliano portare avanti la loro opera nelle quattro direzioni per il momento privilegiate, ovvero: rigenerazione del tessuto osseo e del tessuto cardiaco, aspetti collegati alla neurologia e al diabete. "Questi sono i campi che ci sembrano piu' importanti e dove esistono piu' possibilita' di trovare soluzioni a problemi rigenerativi". Secondo Vallejo, "l'importante e' che questa rete di Comunidad sia ben coordinata per cui tutti possano beneficiare dei progressi", poiche' in questi lavori "non c'e' concorrenza ne' rivalita' tra l'uno e l'altro", ma solo "cooperazione", affinche' quanto prima si arrivi ad applicare i risultati. Vallejo ha anche precisato che stanno arrivando delle offerte di enti privati per finanziare i progetti, i quali non avranno scopo di lucro.
Il capitolo spagnolo si chiude con Bernat Soria che elogia il "ruolo pionieristico" dell'Andalusia nel sostenere il suo lavoro. Soria ha parlato anche delle risorse economiche necessarie e ha sottolineato che "ricercare e' costoso, ma non farlo lo sarebbe ancora di piu' ". Nel corso di una conferenza stampa del 7 febbraio, ha precisato che "la ricerca e, in particolare, quella biomedica, e' molto importante" per una societa' che voglia contribuire a un maggiore benessere, ma queste ricerche non sono cosi' semplici e scontate, e mette in guardia: "ancora non sappiamo dov'e' la soluzione, e se e' la stessa per tutto; potrebbero esserci diverse soluzioni per diverse patologie".
Alcuni giorni dopo, in dichiarazioni concesse allìagenzia Europa Press, Soria ha espresso la convinzione che in Spagna prima o poi la ricerca con le cellule staminali embrionali verra' legalizzata. Ha poi aggiunto: "Difendo la ricerca con qualsiasi tipo di cellule, incluse le embrionali. Esistono degli elementi, come i risultati della sperimentazione animale, che indicano come la ricerca con cellule staminali embrionali possa offrire un futuro al trattamento di malattie neurodegenerative". E' un'opinione condivisa dalla quasi totalita' dei ricercatori e delle societa' scientifiche. Ed e' una delle ragioni per cui, sebbene l'attuale situazione legislativa non sia cambiata e nel merito permanga un vuoto legislativo, si intravedono i segni di un mutamento di attitudine. Cita due esempi: il primo e' la decisione alquanto opportuna della ministra della Sanita', Ana Pastor, di "consultare i tecnici" su questo tema, cio' che consente di precisare lo stato dell'arte; il secondo sono le iniziative adottate da alcune comunita' autonome di preparare normative locali, tese a riempire il vuoto legislativo. Se le singole iniziative delle Comunidad si sommano l'una all'altra, alla fine ci sara' una maggioranza favorevole, e a quel punto sara' necessaria una norma giuridica diversa dall'attuale. Del resto, a premere in questa direzione non ci sono solo i politici, ma anche piu' di tre milioni di disabili e oltre due milioni di diabetici.
In quanto ai timori espressi da taluni, secondo cui queste ricerche potrebbero creare false aspettative, Soria li scarta, e ricorda che un progetto di ricerca e' appunto un progetto e quindi non puo' offrire nessuna garanzia, ma e' anche l'unico modo per affrontare cio' che non si conosce. Fa poi notare che il malato e' molto piu' maturo di quanto si voglia far credere; il paziente e' consapevole che un progetto di ricerca non garantisce una soluzione, ma sa anche che se una soluzione esiste, l'unico modo per ottenerla e' proprio la ricerca.
 
 
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