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Signori Parlamentari, abbiamo qualche cellula in più di un embrione di 14 giorni!
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Articolo di Severino Mingroni
14 novembre 2002 17:53
 
Circa tre anni e mezzo fa, ad un amico di Milano appassionato di informatica, manifestai il desiderio di leggere direttamente "Lo scafandro e la farfalla", libro di clicca qui. Due mesi dopo, per posta elettronica, ricevetti da lui, opportunamente digitalizzato, il libro agognato. Così, l'ho potuto leggere da solo, senza disturbare nessuno, sfogliandolo con la manina virtuale del mio headmouse. Signori Parlamentari, lo consiglio anche a voi: leggendolo, capirete che abbiamo qualche cellula in più di un embrione di 14 giorni! Tali cellule in più ci permettono di avere sentimenti ed emozioni come voi, emozioni e sentimenti che non appartengono di certo ad un embrione di 14 giorni. Le festività natalizie scorse, le ho passate con un mal di denti non indifferente: colpa di una carie che nessun dentista vuole e può curare, poiché apro troppo poco la bocca. Morale, ho dovuto sopportare il dolore. Chissà cosa mi riserverà il prossimo Natale. Il 1 novembre passato, alle 16,10, ero davanti a questo computer, come al solito; d'improvviso, la sedia elettronica, su cui sono seduto, cominciò a ballare, ed io con essa, nonostante il peso complessivo, il suo e il mio; pure lo schermo del pc oscillava visibilmente, e sembrava fare un leggero segno continuo di diniego. Era il terremoto. Il tutto durò pochi ma interminabili secondi: mentre i miei averi traballavano, fui colto da una paura tremenda, soprattutto perché non potevo (e non posso) andare da nessuna parte. Poi, la terra smise di tremare. La mia casa ha retto bene, ma io penso lo stesso a me potenziale sfollato: dramma nel dramma. Dolori, paure e tragedie nella tragedia, tutte cose che un embrione di 14 giorni non può provare. Signori Parlamentari, non vi basta? Allora, mi tocca ricordarvi che la Commissione Dulbecco, il 28 dicembre 2000, ha espresso parere favorevole, a maggioranza, sulla utilizzazione, per la ricerca scientifica, degli embrioni soprannumerari e, all'unanimità, sulla clonazione terapeutica: si potrebbero infatti curare, e anche guarire, dieci milioni di malati italiani, oggi incurabili, colpiti da diverse patologie, se trattati con terapie basate su cellule staminali embrionali. Ancora, vi dico ciò che già altri vi hanno detto: secondo molti scienziati, laici e cattolici, non è scientificamente possibile sostenere che l'embrione, pure fino al quattordicesimo giorno successivo alla fecondazione, sia persona; a meno che non si invochi il dogma della sacralità degli embrioni, il quale come tale è incontrovertibile. Vorrei però ricordare che una volta erano i cadaveri ad essere sacralizzati, e i medici che li studiavano a finire sul rogo. Oggi, la Chiesa cattolica ha chiesto scusa per alcuni dei molti, troppi, errori commessi. Il Papa ha constatato che non era cosa buona, né giusta, bruciare i ricercatori. Tuttavia, demonizzare la ricerca sulle cellule embrionali, significa mettere di fatto al rogo centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. In ogni caso, una convinzione religiosa non dovrebbe essere mai imposta per legge: il nostro, almeno sulla carta, è proprio uno Stato laico. Signori Parlamentari, che il vostro voto sia sempre guidato dal buon senso e dall'evidenza dei fatti, dalla razionalità in definitiva, con buona pace del senatore Riccardo Pedrizzi.
 
 
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