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Siamo in guerra. Combatterla e sopravvivere umanizzando la società dei consumi
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Articolo di Redazione
17 novembre 2021 12:50
 
Anno 2021. Non 1915 o 1940… o tutte le date dell’inizio di altre guerre in cui l’Italia non è direttamente coinvolta. Guerra che si combatte.. chi coi droni invece dei cacciabombardieri; chi coi muri di mattoni/metallo (1); chi con la non-presenza nel canale di Sicilia (2) e non solo; chi coi muri dell’inazione e del disinteresse (3); chi coi mercati che ci ammazzano (4). Guerra in cui le vittime, invece di darsi una mano, si combattono fra di loro (5). E come nel secolo corso morivano milioni di persone (6), altrettanti milioni ne muoiono oggi letteralmente trafitte da baionette virtuali e non solo.
Qualcuno può pensare che la nostra descrizione sia estrema e non lo coinvolge perché non vive in un Paese disgraziato tipo Yemen, Iraq, Sudan, Eritrea o Afghanistan; il confine di Polonia con Bielorussia è solo l’estrema frontiera nord orientale di una Ue che non c’è; i migranti si infrangono sui muri d’acqua e i corpi tornano galleggiando in Libia… ed è un problema libico; ai Paesi disgraziati mandiamo già soldi e militari con le cosiddette missioni di pace; i costi alle stelle del grano canadese o del barile di petrolio arabico sono cose loro….. beh, il covid non ha insegnato nulla? Che anche una stretta di mano con l’amico dell’amico di Whuan, possa essere fatale? E che la salute del contadino afghano che vive coltivando papavero da oppio, o del campesino colombiano che coltiva foglia di coca, ci riguardano?

In questo scenario – descritto in modo apocalittico – l’umano consumatore come fa a non soccombere?
Ovviamente non abbiamo una risposta, ma solo indicazione di metodo che, speriamo, possa ridurre i danni di oggi e progressivamente migliorare il domani.

L’impegno contro l’indifferenza
Il consumatore è apolitico. Generalmente il suo dovere e diritto di esaurisce nell’atto del suo essere, il consumo. Così è stato negli ultimi decenni, soprattutto con il procedere della società dei consumi e la comparsa di politiche e associazioni a tutela, tutte fini a se stesse.
Se continua così, il nostro consumatore apolitico può solo subire decisioni esterne e pretendere il proprio diritto indipendentemente dal contesto. Ignorando ciò che genera prodotti e servizi, fino a confliggere con qualunque ostacolo, incluso quello di altri consumatori con meno opportunità delle sue.
Il consumatore apolitico non sarà destinato all’estinzione. Avrà, però, sempre meno diritti perché prodotti e servizi da consumare saranno sempre più derivati dalla guerra in corso. Guerra che se non la combatte può diventar anche minaccia alla sua esistenza (covid docet).
Il consumatore, per non soccombere ed essere sostituito dal suddito, non può che essere politico, non può che umanizzare e rendere civica la propria essenza. Comportamento che vale
- sia nella scelta di prodotti e servizi che derivino da umanizzazione (inclusa quella ecologica) dei sistemi di produzione, distribuzione e vendita,
- sia nella propria attenzione e partecipazione a tutti i processi politici, sociali ed economici.
Molto in sintesi e un po’ a slogan: la società dei consumi che si è affermata dalla fine della seconda guerra mondiale in poi e che ha visto l’apice nei primi due decenni del nuovo millennio… questa società va fatta diventare storia, trarne gli utili insegnamenti e andare oltre. Alternativa? Non esistere e subire.

NOTE
1 - https://www.linkiesta.it/2021/11/polonia-bielorussia-muro-migranti/
2 - In Italia il muro l’abbiamo messo su ritirando le navi della guardia costiera e delle missioni militari dalla finta zona Sar della Libia. E sostituendo le navi Frontex con aerei e droni per chiamare i libici. In un incidente in questo mare ci sono tanti morti quanti in Bielorussia in 2 mesi.
3 – cosa facciamo per le guerre in corso in Africa e Oriente? Cosa facciamo contro la “guerra alla droga”?
4 - la crescita dei prezzi energetici è la principale causa: https://www.aduc.it/comunicato/prezzi+al+consumo+crescita+quiete+prima+della_33508.php
5 – no-vax e speculatori economici vari che approfittano della debolezza dei consumatori al secondo anno di pandemia. Nonché governi che decidono il nulla alla Cop26 di Glasgow: https://www.aduc.it/articolo/ora+che+cop26+conclusa+investimenti+consumi+allo_33501.php
6 – mandati letteralmente al macello ma oggi chiamati eroi: https://www.aduc.it/editoriale/giornata+forze+armate+dell+unita+nazionale+perche_33426.php
 
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