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Sciopero voli e precetto scioperanti. Perché sarebbe un errore
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13 luglio 2022 16:54
 
“Adottare ogni iniziativache ritiene opportuna al fine di evitare disagi ad un settore in ripresa. Compresa la precettazionedella categoria”. Così il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, al Garante sugli scioperi, Francesco Santoro Passarelli, per scongiurare lo stop dei voli previsto il prossimo 17 luglio. (1).
Lo sciopero, previsto già da diverso tempo è una delle manifestazioni di disperazione del settore, low cost in modo particolare, che ha giocato troppo con se stessa e con gli utenti, nonché le normative e l’altrettanta disperazione di tante amministrazioni che, pur di avere voli su propri aeroporti (altrimenti deserti perché vicinissimi ad altri più efficienti), hanno foraggiato queste compagnie con contributi pubblici che mai si erano visti in passato. La caratteristica di aeroporti e vettori aerei è stata di prendere sussidi pubblici solo per intascarseli, ma non come contributo alla continuità del servizio. Servizio che, venuti i nodi al pettine della stagione di super punta che stiamo ora vivendo, non viene erogato, facendo ricadere tutti gli aspetti negativi sull’utenza:
- rimborsi negati o ritardati o dati col contagocce ai passeggeri
- prezzi dei voli aumentati all’ultimo momento, magari non direttamente sulla tariffa, ma su tutta una serie di servizi apparentemente complementari, tipo il bagaglio a mano, prima compreso nel prezzo, che ora si paga o il pagamento per avere il posto accanto al passeggero con cui si è fatta la prenotazione, etc…

Il precetto è una brutta arma dell’autorità, da usare con molta discrezione e pensandoci prima mille volte. Nel nostro caso, essendo quasi tutte non italiane le compagnie che ne verrebbero coinvolte, ci vuol poco che alcune decidano, come ciliegina finale per la crisi che coinvolge tutti, di non usare più i nostri aeroporti.
In questo caso, infine, il precetto sarebbe anche sgradito in generale. Perché precettare i lavoratori che scioperano in un giorno e non i lavoratori degli uffici pubblici che, tra covid e lavoro a casa, da mesi e mesi stanno creando gravi problemi (avere un certificato è spesso un incubo)? Forse perché è più facile fare la voce grossa coi dipendenti di un’azienda straniera che non con quelli di un Comune sotto casa nostra?


 
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