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Sciopero treni. Chi è più è poveraccio, scioperanti, azienda o ministero?
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23 gennaio 2025 13:11
 

Dalle 21 di sabato prossimo alle 21 di domenica ci sarà sciopero dei lavoratori delle ferrovie. Anche se si tratta di sindacati non maggioritari (Usb Lavoro Privato, Cub Trasporti, Sgb e Assemblea nazionale macchinisti e capitreno), i disagi sono garantiti.

E’ l’unico metodo che abbiamo per far sentire la nostra voce -dicono gli organizzatori dello sciopero-. Contratto nazionale mancante ed economicamente poco soddisfacente, sicurezza. Nel 2025, non hanno altri metodi…. suvvia…. a parte il fascino novecentesco delle bandiere per strada… sicuro che non ci sono altri mezzi per farsi sentire?

Loro controparte: l’azienda ferroviaria e il ministero.
Vittime di entrambi: utenti del servizio.

L’azienda cerca di trarre i maggiori profitti possibili ed è inottemperante, tanto pagano gli utenti. Intanto, per non assumersi le proprie responsabilità, agita il Gomblotto.
Il  ministero - presunto mediatore politico fra le parti - sembra più interessato a mantenersi in vita che altro. Le risposte del ministro dei Trasporti alle interrogazioni l’altro giorno in Parlamento sono lo specchio di chi sembra non sapere di cosa parli e di provarle tutte (sposando in pieno la tesi Gomblottista dell’azienda) pur di scaricare su altri la propria insipienza politica e mediatrice.
Ultimi i sindacati, che non hanno ancora capito che se continuano così, ogni volta che un utente li incontrerà sarà tentato di sputargli addosso. Pur nel rispetto e riconoscimento dei loro diritti, ma che - non è detto da nessuna parte - non è necessario che per essere utilizzati debbano ledere i diritti di altri, anche molto più numerosi di loro.

Chi tra questi tre - sindacati, azienda e ministero - è più poveraccio? Non c’è gara. Lo sono tutti e tre equamente.

Gli utenti non hanno potere. Se dovessero scioperare nessuno se li filerebbe. Se maltrattano qualcuno sono a rischio codice penale. Dicono che alcuni di loro potrebbero anche essere terroristi, muniti di martelli per piantare chiodi e ciclisti che rinunciano alle proprie catene di sicurezza per appenderle a qualche filo elettrico in stazioni di Vattelapesca.
Dicono. 
E lo dicono anche in Parlamento. 

Ma noi vediamo utenti che o si rassegnano e si vendicano con meno fiducia a sindacati e Stato (ministero e aziende sempre di Stato), o prendono i propri mezzi privati e fanno da sé, alterando le già problematiche politiche ambientali e di sicurezza stradale.
Il nostro trio avrebbe quindi delle responsabilità…. ma ha intenzioni di utilizzarle o preferisce continuare a dire che è colpa di quell’altro o - come dice il nostro ministro - di quell’altro che c’era prima?


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