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Rifiuti di plastica. L’ira e le iniziative dei Paesi del sud-asiatico contro Canada e altri Paesi occidentali
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Articolo di Redazione
31 maggio 2019 18:20
 
 Nel momento in cui diversi Paesi del sud-est asiatico manifestano la la loro volontà di non essere più le discariche del mondo occidentale, le Filippine hanno rinviato in Canada, oggi 31 maggio, diverse tonnellate di rifiuti che avevano ricevuto da alcuni anni e che erano al centro di un acceso contenzioso tra i due Paesi.
A seguito di una lunga campagna per cercare di convincere il Canada a riprendersi i propri rifiuti in decomposizione, il presidente filippino, Rodrigo Duterte, ha ordinato la settimana scorsa la partenza immediata di questo carico, Sessantanove contenitori sono stati caricati a bordo di una nave cargo a Subic Bay, un porto – ex base navale americana – situato a nord ovest di Manila, e la nave è partita oggi venerdì 31 maggio per il Canada.

Villaggi trasformati in discariche
La Malaysia ha annunciato da qualche giorno che rispedirà indietro 450 tonnellate di rifiuti di plastica in diversi Paesi, tra cui Australia, Bangladesh, Canada, Cina, Giappone, Arabia Saudita e Stati Uniti. “La Malaysia non è la discarica del mondo”, ha detto il ministro malese per l’Energia, Ambiente e Scienze, Yeo Bee Yin. “Non ci lasceremo intimidire dai Paesi sviluppati”.
La Cina ha da molto tempo accettato i rifiuti di plastica del mondo intero prima di smettere l’anno scorso, adducendo preoccupazioni ambientali. Diversi Paesi dell’Asia del sud-est si erano resi disponibili per riempire il vuoto lasciato da Pechino, ma stanno via via rinunciandoci. Enormi quantità di rifiuti sono stati spediti verso la Malaysia, l’Indonesia e, in misura minore, verso le Filippine.
“Abbiamo dei villaggi vergini trasformati in discariche grazie agli tsunami dei carichi di rifiuti giunti dagli Usa, dalla Gran Bretagna e dall’Australia dopo la non disponibilità della Cina”, ha dichiarato Von Hernandez, coordinatore della coalizione mondiale della ONG Break From Plastic.

“Combattiamo il Canada”
Nelle Filippine il contenzioso con il Canada va avanti da diversi anni. Riguarda decine di contenitori inviati da una società canadese nel 2013 e 2014, che avevano etichette non veritiere poiché dicevano che si trattava di rifiuti riciclabili. La contesa ha assunto un’ampiezza notevole il mese scorso quando, in un discorso, il presidente Duterte ha dichiarato: “Combattiamo il Canada. Sto per dichiarargli guerra”.
Il Canada si è impegnato a riprendersi i propri rifiuti, ma non aveva rispettato una scadenza fissata al 15 maggio da parte di Manila. E le Filippine avevano richiamato il proprio ambasciatore da Ottawa e anche il console generale. La tensione era montata quando Salvador Panelo, portavoce di Duterte, aveva minacciato di inviare immediatamente il carico e di riversarlo nelle acque territoriali canadesi. Le Filippine si erano dette pronte a rompere i rapporti diplomatici con Ottawa.
La partenza dei contenitori di rifiuti dovrebbe far scemare la tensione. Il ministero canadese dell’Ambiente ha di recente assicurato che il Canada aveva “modificato la propria regolamentazione al fine di prevenire ogni ulteriore esportazione di questi materiali senza permessi”. “Ci siamo impegnati con le Filippine e lavoriamo in merito con loro”, ha dichiarato giovedì 30 maggio la ministra canadese dell’Ambiente, Catherine McKenna.

Circa 300 milioni di tonnellate di plastica sono prodotti ogni anno, secondo il Fondo Mondiale per la Natura (WWF). E la maggior parte finisce nelle discariche o negli oceani, generando un inquinamento che la comunità internazionale è attualmente incapace di gestire. Si stima che il 9% della plastica prodotta tra il 1950 e il 2015 sia stata riciclata.

(dall’elaborazione di una lancio dell’agenzia AFP – France Press – del 31/05/2019)
 
 
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