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Petrolio nell'Artico. Norvegia respinge ricorso delle ONG
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Articolo di Redazione
4 gennaio 2018 16:52
 
 E’ una questione simbolo della lotta contro il riscaldamento climatico. La giustizia norvegese ha respinto, oggi, Greenpeace e altre due ONG che si erano opposte all’assegnazione alla Norvegia di alcune licenze petrolifere nell’Artico.
Con una sentenza, che potrebbe ancora essere appellata, il tribunale di Oslo ha ritenuto che lo Stato norvegese non ha violato la Costituzione rilasciando, a maggio 2016, delle concessioni del mare di Barents a 13 gruppi petroliferi, tra i quali il leader nazionale Tatoil, gli americani Chevron e ConocoPhillips, e il russo Lukoil.
Insieme alle associazioni “Natura e gioventu’” e “Campagna dei nonni per il clima”, Greenpeace aveva fato ricorso in Norvegia, riferendosi ad una recente disposizione costituzionale che garantisce il diritto di tutti ad un ambiente sano.
Leader del petrolio nell’Europa dell’ovest
Nonostante il tribunale di Oslo riconosca il diritto ad ognuno ad un ambiente sano, ha ritenuto che l’assegnazione delle licenze di ricerca petrolifera nn viola questo diritto. Il giudice ha ugualmente ritenuto che la Norvegia, il piu’ grosso produttore di petrolio e di gas naturale in Europa dell’ovest, non possa essere ritenuta responsabile delle emissioni di gas carbonio legate agli idrocarburi che esporta in altri Paesi.
I denuncianti avevano inoltre sostenuto che l'autorizzazione di nuove attività petrolifere nell'Artico, una regione ancora più fragile, era contraria all'accordo di Parigi firmato da Oslo nel 2016, che mira a limitare a meno di 2 gradi C il riscaldamento globale.

(da un lancio dell’agenzia France Press – AFP del 04/01/2018)
 
 
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