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Nuove economie, nuove sanità, nuove socialità, nuove libertà. La legalizzazione della cannabis e il riferimento di Israele
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Articolo di Vincenzo Donvito
2 giugno 2020 14:59
 
 Ma ci si rende conto, in un Paese come Israele in cui quando si incontra per strada una persona che si reputa strana, e come minimo ti viene il pensiero che sotto la maglietta porti una bomba autoesplodente, in un Paese del genere si ritiene importante legalizzare la cannabis, per tutto quello che comporta in termini economici, sociali, di libertà, salute, etc..
In Italia invece, quando a mezzanotte durante il confino andavo a portare la spazzatura nel cassonetto a 50 metri dal mio portone di casa nel centro di Firenze, se incontravo qualcuno, questo cambiava marciapiede per il timore di essere infettato da un covid-19 che nel 98,5% dei casi, se lo beccavi, ti teneva a letto con febbre e poi guarivi… in questa Italia, quando parli di legalizzazione della cannabis ti guardano come minimo come un “movidaiolo che insiste per i propri vizi. E se chi chi ti guarda è un politico, nel 95% dei casi pensa che sei un rompiscatole tipo la bonanima di Marco Pannella.

Israele e Italia: due modi per affrontare le vicende

In questi due Paesi è molto probabile che ci sia una notevole differenza a prendere in considerazione ciò che serve e ciò che non serve. In questo caso stiamo parlando della cannabis, un prodotto che, oltre a far male quanto il tabacco (per essere “generosi”), quando è legale, a differenza di quando non lo è, porta lavoro industriale, commerciale, agricolo, finanziario e fa risparmiare molti soldi in materia di ordine pubblico, sistema sanitario collettivo e salute individuale.

In Israele, in questi giorni successivi alla formazione del suo 35mo governo, uno dei temi centrali è la legalizzazione della cannabis, che vede in Parlamento uno schieramento trasversale favorevole con percentuali intorno al 70. Si sono fumati il cervello? A meno che non ci siano pregiudizi ideologici (e questo è un terreno che sappiamo essere minato...), difficile a dirlo per le istituzioni di quel Paese, in lotta quotidiana per la sua sopravvivenza e molto oculato nelle scelte di tutti i tipi, da quelle economiche e militari a quelle sanitarie ed industriali.

Pandemia: le reazioni economiche e la cannabis
Anche Israele è stato travolto dalla pandemia, che continua a non essere stata ancora debellata. Così come l’Italia. Ma la differenza è che mentre nello Stato che ha come capitale Gerusalemme si cercano politiche innovative per il rilancio dell’economia esplorando anche ambiti completamente nuovi, come il mondo della cannabis… in Italia siamo rimasti alle ignoranti filippiche degli oppositori che minacciano di occupare il Parlamento anche se solo se ne dovesse discutere. Con l’aggiunta che le formazioni politiche che in Italia in teoria potrebbero essere più propense in materia, a parte casi molto isolati e quasi unici di alcuni esponenti, l’argomento è come se non esistesse. Il governo italiano è molto impegnato a combattere se stesso contro la soffocante e arrogante burocrazia che gli impedisce di dare adito agli impegni che ha preso nei confronti dei cittadini per aiutarli in questo momento di forte crisi. Nel contempo molti dei lavori che innegabilmente sono destinati a morire nel giro di pochi mesi (se si pensa al turismo e a tutto il suo indotto, non ultimo il commercio, vengono i brividi), si fa finta che questo non potrà e non debba accadere (a parte il mortale investimento in Alitalia, qualcuno ha visto altro di concreto?). Il gioco nazionale per eccellenza è diventato la rincorsa al sussidio e, non a caso, allentato un po’ rigore del confino e del distanziamento, non sono pochi coloro che scendono in piazza per rivendicare quello che ritengono non sia stato loro concesso perché di diritto.

L'economia nera e quella bianca del futuro
Mentre questo accade, l’economia nera (prima fra tutte quella del traffico e dello spaccio delle droghe illegali – 2) continua a prosperare e ad affermasi meglio. Uno stuolo inarrestabile di candidati a questa occupazione è in arrivo: dal piccolo, dal marginale e dal sommerso legato comunque ad attività legali che si stanno o si sono già estinte, il passaggio verso l’illegale è breve, facile e irreversibile.
Israele ci sta pensando. Come dicono i sostenitori della legalizzazione in quel Paese, il loro modello è il Canada, che è scontato sarà valorizzato grazie ai loro metodi precisi, determinati in produttività e primato scientifico e tecnologico.
Crediamo sia opportuna una particolare attenzione a quel che succede tra Tel Aviv e Gerusalemme. Abbiamo molto da imparare.
 
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