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Non siamo i soli a bere e inebriarci. Alcol e alcolizzati in natura
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Articolo di Primo Mastrantoni
20 novembre 2024 9:11
 
Il vino è una bevanda millenaria, tipica della civiltà mediterranea. Insieme al pane ha assunto una valenza simbolica, trovando spazio in riti e celebrazioni.
 Nella Grecia antica aveva un'importanza speciale nei riti orgiastici e nel culto di Dioniso; Roma consacrava Bacco come dio del vino; per la religione ebraica è portatore di letizia, tanto che nella Bibbia si legge "Bevi il tuo vino con cuore allegro"; il cristianesimo gli attribuì un valore legato al sangue di Cristo, il Corano, invece, vieta l'assunzione di bevande alcoliche.
 Il vino è il risultato della fermentazione del fruttosio contenuto nell'uva per opera di specifici funghi (lieviti). La composizione che ne deriva ha l'80-90% di acqua e molecole alcoliche, tra le quali l'alcol etilico (alcol). 
In uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "Trends in Ecology&Evolution", la professoressa Anna Bowland, della Facoltà di Ambiente, Scienze ed Economia dell'Università di Exeter (Uk), ha analizzato la presenza di alcol nell'alimentazione animale. "Ci stiamo allontanando dalla visione antropocentrica secondo cui l'alcol è usato solo dagli esseri umani", dichiara la professoressa Bowland. 
L'alcol si trova naturalmente in quasi tutti gli ecosistemi della Terra, rendendo probabile che la maggior parte degli animali che banchettano con frutta fermentata, linfa e nettare assorbano regolarmente la sostanza inebriante che è divenuta abbondante sulla Terra circa 100 milioni di anni fa quando le piante da fiore iniziarono a produrre frutti zuccherini che il lievito poteva trasformare. Nel mondo  ci sono  oltre 325.000 specie di piante da fiore  che forniscono substrati ricchi di zucchero per la fermentazione la cui gradazione è tipicamente bassa (tra l'1% e il 2% di alcol in volume, ma nei frutti di palma maturi la concentrazione può raggiungere il 10%). 
Le piante spesso producono metaboliti secondari con proprietà antimicotiche, antibatteriche o dissuasive per gli erbivori; alcuni di questi composti che le proteggono sono alcoli. 
Dopo aver setacciato i documenti di ricerca sugli animali e l'alcol, gli scienziati sono arrivati a un gruppo diversificato di specie che lo ha incluso nella dieta. 
Bere per dimenticare è un detto antico fatto proprio anche da alcune specie animali. Infatti, i moscerini maschi della frutta si rivolgono, infatti, all'alcol quando vengono rifiutati come compagni, mentre le femmine (di una specie strettamente imparentata), diventano meno sdegnose e fanno sesso con più maschi dopo aver bevuto. Gli scimpanzé selvatici nel sud-est della Guinea sono stati ripresi dalle telecamere mentre  si abbuffavano della linfa alcolica delle palme di rafia. Le scimmie ragno dell'isola di Barro Colorado (Panama) hanno un debole per i frutti gialli carichi di alcol, con un titolo alcolimetrico tra l'1% e il 2,5%.
I ricercatori dell'Università di Tel Aviv (Israele)- guidati dalla dottoressa Sophia Bouchebti, autrice di uno studio in merito - hanno scoperto che i calabroni orientali consumano una quantità illimitata di alcol senza subire effetti negativi. "Possono ingerire fino all'80% di soluzione alcolica senza conseguenze per il loro comportamento."
Insomma, gli esseri umani non bevono da soli.

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 19 Novembre 2024)
 
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