Nocebo/Placebo

Storia di Tino che ha sperimentato sulla sua pelle quanto la paura tenga in scacco l’organismo.
Mentre passeggia un cane gli s’avvicina e gli morde una gamba. E’ una ferita da poco, ma basta per lasciargli un segno sul polpaccio e soprattutto nel cervello. Tino è aspirante naturopata e sa che un morso di cane può causare il tetano, infezione spesso mortale. Torna a casa, cerca il libretto delle vaccinazioni e scopre che l’antitetanica se l’è fatta 16 anni fa, quando invece andrebbe ripetuta ogni dieci anni secondo le regole. E’ preoccupato, chiede lumi a un centro sanitario e insieme concordano d’aspettare qualche giorno giacché i sintomi si manifestano entro un paio di settimane. Al decimo giorno prova dolore ai muscoli e leggeri crampi alla gamba, che sono poi i primi segni del tetano. I crampi durano diversi giorni, lui continua a informarsi, i timori aumentano. Per fortuna, rovistando tra le carte salta fuori una fattura ospedaliera di tre anni prima, dove è annotato un vaccino antitetano somministrato a sua insaputa.
Salvo! Dopo tre giorni i sintomi spariscono -tanto c’è voluto per disintegrare la paura e bloccare i processi fisici che si erano messi in moto.
Tino adesso sa che paura e stress possono materializzarsi nell’organismo attraverso il sistema immunitario, nervoso, ormonale. “Vale anche per l’inquietudine sottotraccia che avvertivo io”.

Pensarsi malati
C’è un altro caso in letteratura che spiega bene l’effetto nocebo e placebo, i due gemelli “nuocerò” e “piacerò“.
Derek, disperato perché la sua ragazza l’ha lasciato, ingoia 29 pillole contro la depressione. Lo portano al Pronto Soccorso in stato critico, ma i medici non sanno come rimediare. Il fatto è che quelle pillole sono senza principio attivo; Derek le ha avute in quanto partecipe di un test clinico contro la depressione, dove è stato inserito nel gruppo di controllo -particolare che ignorava, com’è ovvio. Eppure, i sintomi dell’overdose c’erano tutti. Spariranno solo quando gli verrà spiegato che quelle pillole erano fasulle.

Il timore d’essere malati fa ammalare
Non importa scomodare l’ipocondria, bastano certe suggestioni. Nel suo libro “Nocebo: chi ci crede, s’ammala”, il neurologo tedesco Magnus Heier ha raccolto molte esperienze, per poi concludere che talvolta i medici praticano “riti Voodoo in camice bianco” -inconsapevolmente o per ignoranza. Purroppo, certi pazienti proprio di quello s’ammalano.
Heier non è il solo a denunciare le troppe radiografie, gli inutili test genetici, gli imprecisi fogli illustrativi dei medicinali.
E c’è chi rimprovera noi pazienti di fidarci troppo di Dr.Google e di non tenere in debito conto il fatto che in Rete vengono riportati i risultati delle ricerche non in base alla frequenza delle malattie, ma della popolarità dei contributi o se sono retribuiti.
A proposito di suggestioni, anche la Tv fa la sua parte. Heier: “Se sul piccolo schermo si discute di tumore ai testicoli, il giorno dopo gli urologi hanno la sala d’attesa strapiena”.
L’effetto nocebo non risparmia medici, infermieri, studenti di Medicina. L’esperienza di uno di loro, Roman Kas: “Quando ho dovuto imparare a memoria i sintomi del tumore al cervello, improvvisamente mi sono accorto di non vederci bene da un occhio”. Nasce l’inquietudine, si sforza di non farsi prendere dal panico, alla fine scopre che gli servono delle nuove lenti a contatto.
Gary Bruno Schmid s’occupa da decenni del perché le persone s’ammalano e muoiono a causa dei condizionamenti psicologici, oppure guariscono grazie a loro. Nel suo libro “La morte da immaginazione” ha studiato le morti non dovute a mali fisici: la morte per malinconia dei mercenari e dei migranti; la morte dell’anima dopo la scomparsa del partner; la morte voodoo per l’incontro di una personalità forte e autorevole; la morte tabù per il confronto con una diagnosi ineludibile.

Effetto nocebo sottovalutato?
Forse sì. La bancadati medica svizzera PubMed riporta 150.000 contributi riferiti alla parola placebo e menziona solo 159 volte il termine nocebo.