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E' necessario lavare i vestiti nuovi. Pericolo allergie e irritazioni
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Articolo di Redazione
5 luglio 2018 0:11
 
Bisogna lavare, prima di indossarli per la prima volta, ogni capo di abbigliamento che potrà avere un contatto con la pelle, sottolinea una raccomandazione pubblicata dalla francese Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Anses), il 4 luglio, sui rischi di allergie e irritazioni cutanee dovute ai tessuti.
Un passaggio in lavatrice permette di ridurre il contatto con sostanze chimiche come i nonilfenoli “che sono sostanze che provocano irritazione cutanea, tossica per la riproduzione e sono anche perturbatori endocrini”, ha detto all’agenzia AFP (France Press) Christophe Rousselle dell’Anses.
Quello pubblicato è un rapporto di esperti che fa una serie di raccomandazioni per “meglio proteggere i consumatori dai rischi di allergie e di irritazioni cutanee”, regolarmente rilevati da parte delle autorità sanitarie.
Se dovesse apparire una reazione di irritazione o allergia dopo l’acquisto di un paio di scarpe o di vestiti, bisogna consultare un medico o un dermatologo per individuare l’eventuale sostanza responsabile, aggiunge il capo dell’ufficio pericoli delle sostanze dell’Anses.
L’Agenzia ha fatto uno studio fino ad ottobre scorso con dei medici (dermatologi e tossicologi) e dei pazienti, per identificare queste sostanze irritanti. La prima fase di questo studio “pioniere” si è sviluppata tra gennaio e settembre 2017 su una trentina di pazienti adulti.
Ed ha permesso in alcuni casi di identificare delle sostanze chimiche presenti in degli articoli che causano sintomi, come per esempio la benzidina, il cromo6, il nichel. Inoltre, una ventina di famiglie di sostanze chimiche sono state ricercate in abiti e una cinquantina in delle scarpe.
Diminuzione del massimo di cromo 6 e nichel
Alcune analisi su una quarantina di articoli nuovi, hanno permesso di meglio individuare le famiglie di sostanze chimiche ricercate e di confermare, tra le altre, la presenza di nonilfenoli o di formaldeide. Queste analisi hanno permesso di identificare anche delle sostanze che non sono sistematicamente ricercate nelle analisi di routine, e che possono provocare dermatiti da contatto, come la PPD (parafenilendiammina).
L’Anses raccomanda essenzialmente alle autorità di abbassare il massimo regolamentare di cromo6 negli articoli di pelletteria. In effetti, ha individuato delle reazioni allergiche al di sotto della “soglia regolamentare”.
Inoltre, l’Agenzia sostiene di fissare un massimo per il nichel nei tessuti. Per questo metallo, non ci sono regolamentazioni specifiche nel settore del tessile, mentre ci sono nei giocattoli, cosmetici e nei gioielli.
In merito ai controlli, l’agenzia sanitaria sostiene che siano mantenute le pressioni per evitare di ritrovarsi sul mercato degli articoli non conformi alle regolamentazioni.
Inoltre, l’Agenzia raccomanda ai responsabili della commercializzazione di scarpe e di abbigliamento, di “assicurarsi presso i loro fornitori sull’assenza di sostanze CMR (cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione) o sensibilizzanti o che provocano irritazioni cutanee”.
Inoltre, per l’Agenzia, l’evoluzione delle conoscenze è utile per aggiornare la classificazione europea delle sostanze responsabili di allergie cutanee, oltre perché l’informazione dei consumatori (etichette, imballaggi) possa segnalare la loro potenziale presenza.

(da un lancio dell’agenzia stampa AFP – France Press del 04/07/2018)
 
 
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