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Musei e pandemia. Poteva andare peggio. La nostra forza e speranza
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Articolo di François-Marie Arouet
18 febbraio 2022 12:14
 
Istat fa sapere che nel 2020, primo anno di pandemia, il 92% delle strutture museali italiane è rimasto aperto al pubblico, anche se parzialmente. I visitatori sono calati del 72%: poco più di 36 milioni in valori assoluti rispetto ai circa 130 milioni del 2019.
La nota positiva è che nel 2020 il 73% dei musei (63,4% nel 2019) ha utilizzato strumenti alternativi alla presenza per offrire il proprio servizio: il 63,6% tramite i principali social (Facebook, Instagram, Twitter), il 46,1% con specifiche piattaforme web, il 39,1% con specifiche iniziative; il 30%, infine ha offerto tour virtuali della propria struttura (1).
Dati confortanti che rincuorano rispetto alle critiche che talvolta infiammano il settore per non essere all’altezza (tecnica e contenutistica) del ricco patrimonio del nostro Paese.
Quel che più colpisce è la velocità con cui, a fronte della pandemia, circa il 10% in più rispetto all’anno prima sia riuscito ad esserci, testimoniare e svolgere il proprio servizio culturale, didattico e turistico.

Questi dati sono uno stimolo a prendere ancora in maggiore considerazione questo fiore all’occhiello della nostra offerta, interna ed esterna, facendo anche fronte per tutte le altre strutture ed infrastrutture che favoriscono l’uso di questo patrimonio.
La situazione comatosa del turismo (culturale, ricreativo e didattico) ha bisogno di urgenti soluzioni e disponibilità statale e privata. Ogni albergo o ogni struttura turistica chiusa, ogni mezzo di trasporto che funziona a singhiozzo, contribuiscono negativamente allo sforzo e alla capacità che il settore museale ha mostrato di avere non ripiegandosi su se stesso. In particolare, crediamo che sia il privato a doversi maggiormente impegnare rispetto a quanto già non faccia: investire sui “musei” è buona prospettiva di guadagno e soddisfazione, attuali e futuri.

Ai consumatori il compito/piacere culturale e didattico di fruirne da casa o in presenza: ogni museo in più che si visita fa bene alla salute psichica ed economica, individuale e del Paese.


1 - Nel 2019 il 63,4% era presente sul web con proprio sito, il 57,4% aveva un account sui più importanti social media e il 27% offriva tour virtuali.


 
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