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Metanfetamine. I cartelli messicani in Europa e Oceania
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Articolo di Redazione
21 giugno 2020 11:52
 
 I cartelli messicani specializzati nella produzione di metanfetamine hanno preso di mira i mercati dell'Europa e dell'Oceania, in alleanza con le organizzazioni criminali dell'Asia orientale: questi piani espansionistici non saranno scalfitti dalle straordinarie misure adottate dai governi per contenere la diffusione del coronavirus; al contrario, l'attenzione che richiede potrebbe creare opportunità. L'avvertimento è emesso dal programma Global Synthetic Drug Monitoring (SMART) dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), in un rapporto sul possibile impatto del Covid-19 sul mercato di sostanze psicoattive illecite. Il documento sostiene che "i cartelli e i gruppi criminali messicani nell'est e nel sud-est asiatico hanno legami con le delinquenze locali e si stanno espandendo".

L'obiettivo di quell'alleanza, spiega il rapporto, sarebbe quello di fornire metanfetamine, fatte con il know-how messicano, ai mercati europei e oceanici della droga. "I recenti sequestri su larga scala di metanfetamine originari dell'America Latina in Europa, Asia e Oceania hanno suscitato crescente preoccupazione su una possibile espansione della fornitura di metanfetamina, con conseguenze forse molto serie per la salute della popolazione nei paesi di destinazione", indica il rapporto.
I gruppi criminali messicani stanno facendo spedizioni di droghe sintetiche dall'America Latina all'Europa. Ad esempio, l'operazione condotta dalla Guardia civile spagnola lo scorso marzo ad Alicante e che ha portato alla disarticolazione di un'organizzazione criminale che ha introdotto nel paese metamfetamine nascoste in blocchi di marmo originari del Messico. Nell'operazione sono state arrestate cinque persone e sequestrati 752 chili di metanfetamina allo stato puro. "Ciò dimostra un alto livello di pianificazione e di logistica, a causa della necessità di macchinari pesanti per creare le cavità e spostare diverse tonnellate di blocchi di pietra (.. .) Tali sequestri su larga scala di metanfetamina dall'America Latina sono insoliti in Europa", spiega il documento.

I gruppi criminali messicani stanno inoltre inviando droghe dai porti dell'America Latina direttamente in Oceania. "Esistono anche indicatori che gruppi criminali organizzati situati in America Latina sono coinvolti nel traffico di metanfetamine in Australia e Nuova Zelanda". In quest'ultimo paese la polizia locale se n’è resa conto dal novembre 2017, quando due persone sono state arrestate in un'operazione che ha portato al sequestro di 49 chilogrammi di metanfetamina inviata dal Messico a Christchurch. Questea partita di droghe aveva un valore commerciale equivalente a 320 milioni di dollari USA. In Australia, proprio il 22 febbraio, un canadese di 26 anni è stato arrestato a Melbourne per l'importazione di 150 chilogrammi di metanfetamina dal Messico.
"Gli sforzi dei gruppi del crimine organizzato per trasportare la metanfetamina verso i mercati oltre le Americhe, si manifesta in un momento di crescita nella fornitura di metanfetamina ai mercati di Asia e Oceania da produttori nel sud-est asiatico e in Europa. Collegamenti tra cellule messicane, ad esempio il cartello Sinaloa e i gruppi criminali attivi nell'est e nel sud-est asiatico, potrebbero far parte di questa strategia di espansione".

I prezzi di queste droghe in Australia e Nuova Zelanda sono un incentivo per il crimine. Secondo l'UNODC, nel 2017 il grammo di metanfetamina, in base alla sua purezza, è costato da $ 152 a $ 761.

Il programma SMART è stato lanciato a Vienna nel 2008 con l’intento di aiutare i governi a fornire dati sulla situazione relativa a stimolanti e nuove sostanze. Nel dipartimento per l'America Latina e i Caraibi operano con finanziamenti del governo canadese.

Gli esperti non prevedono che l'epidemia avrà un impatto rilevante sui piani per l'Europa e l'Oceania. "Perché queste spedizioni di metanfetamine tra le regioni sembrano tendenzialmente nascoste nelle spedizioni commerciali? Ad esempio, in container? Invece di essere trafficati con persone (muli), non saranno seriamente danneggiati dalle attuali restrizioni al trasporto internazionale imposte dai governi a causa della pandemia di Covid-19". Al contrario, il documento sottolinea che il cambiamento nelle misure di controllo delle frontiere causato dalla vigilanza richiesta dal Covid-19 "potrebbe creare condizioni in cui il traffico basato sull'uso di container e servizi postali risulta, per i criminali, meno rischioso rispetto a prima."

(da un articolo de El Universal del 20/06/2020)
 
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