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Liberalizzare la sigaretta elettronica per affermare lo Stato di Diritto
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Articolo di Massimo Lensi *
25 luglio 2018 19:42
 
 È il concetto stesso di liberalizzazione – che nulla ha a che spartire con il liberismo ed è bene sottolinearlo – a suscitare paure ancestrali in Italia. Basta, infatti, pronunciare la parola liberalizzazione ed ecco che parte il mantra del proibizionismo o del protezionismo: monopoli da salvare, posti di lavoro da tutelare, giovani generazioni da non indurre in tentazione. Nel nostro Paese il mercato si vuole mantenere a rigorosa regia di Stato. In fondo, siamo il Paese del debito pubblico per antonomasia, quello che protegge e conserva, o ancor peggio depreda, quando non crolla.
Non stupisce quindi che, ancora una volta, seppure per motivi procedurali, la liberalizzazione della sigaretta elettronica sia stata rimandata a un altro appuntamento. Il tempo di raccogliere le forze e la partita conclusiva arriverà comunque. A me resta però un doppio dispiacere. Sono arrivato allo “svapo” per motivi di salute. Cinque anni fa, il mio apparato respiratorio era ridotto assai male, decenni di tabacco fumato mi avevano regalato bronchiti e polmoniti, fino a che la spirometria ha lanciato l’allarme rosso. Fu il mio medico a convincermi a passare alla sigaretta elettronica. Ora corro di nuovo in bicicletta e la spirometria dice che ho riguadagnato polmoni da giovanotto.
Per i vaper la sigaretta elettronica non è perciò solo questione di gusto, di moda, o di altro ancora (motivazioni per altro, assolutamente legittime). Per molti di noi è un forte alleato per chiuderla con il tabagismo e riguadagnare la salute, uno dei diritti inalienabili garantiti dalla nostra Costituzione. La battaglia per la liberalizzazione del mercato delle sigarette elettroniche e dei liquidi è quindi una dei tanti volti della lotta per affermare lo Stato di Diritto. Per di più, liberare il mercato della sigaretta elettronica dai lacci e laccioli statali oltre a dare una mano a chi vuole smettere di fumare tabacco, produrrebbe un risparmio nella spesa sanitaria pubblica, promuovendo un settore produttivo e commerciale in espansione. Che cosa volete di più?

* Massimo Lensi, collaboratore Aduc, è tra i fondatori dell'associazione "Progetto Firenze"
 
 
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