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Legge contro la proibizione delle droghe. Perché questo è il momento giusto
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Articolo di Vincenzo Donvito
26 ottobre 2020 10:31
 
  Correva l’anno 1978, l’Italia era in piena tempesta da terrorismo, in particolare il rapimento di Aldo Moro. Sembrava che tutto dovesse girare intorno a quel dramma, soprattutto per le risposte da parte di uno Stato che era chiamato dai più ad essere inflessibile, autoritario e conservativo dello status quo. Ma proprio il giorno dopo del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, la Commissione sanità del Senato approvò in sede deliberante la legge 180 che disponeva la chiusura dei manicomi (legge Basaglia). E una settimana dopo il Senato approvava definitivamente la legge 194 sul diritto all’aborto (1).

Oggi siamo in pandemia. Abbiamo un’esperienza limitata (si vede e si vive tutti) per farvi fronte e le limitazioni ai nostri diritti di base (andare e venire) sono all’ordine del giorno quanto percepiti e vissuti come necessari (2).
Il Parlamento viene consultato solo per approvare le proroghe dell’emergenza e i vari provvedimenti/aiuti decisi dall’Esecutivo, e non per discutere di questi principi in sé. E sembra che questa nostra istituzione rappresentativa non abbia altro di cui occuparsi; e se lo fa è solo marginale, anche a livello mediatico.
Durante la presentazione dell’ultimo dpcm fatta dal Primo ministro Giuseppe Conte, al di là delle nuove restrizioni alla mobilità dei singoli, proprio per rendere meno onerose queste restrizioni, sono stati annunciati provvedimenti economici per lenire le difficoltà delle categorie economiche più colpite.
Sugli investimenti futuri che cogliendo la palla al balzo dell’emergenza possano sviluppare nuova civiltà e nuova economia, al di là della creatività dei singoli, se ne vedono pochi. E tra i pochi ce n’è uno che, oscurando tutti gli altri, è simbolo della nostra tragedia economica e di sviluppo economico: la newco Alitalia.

Noi crediamo sia il caso di scombinare le carte, non limitandosi a provvedimenti per la riduzione del danno, ma che rimettano in discussione alcuni assetti consolidati della nostra economia, salute, libertà e socialità… presunti consolidati, perché nella quotidianità non lo sono: le droghe oggi illegali e il nostro rapporto con esse, individuale e legislativo.
Così come accadde alla metà degli anni 70 con manicomi e aborto, non crediamo che una valutazione di modifica legislativa non potrebbe avere gli stessi effetti: uno slancio riformatore. Con ricadute su:
- ordine pubblico: migliore lotta al narcotraffico nazionale ed internazionale da forze dell’ordine non dedicate anche a consumo, produzione e spaccio (e considerando che produzione e spaccio sarebbero levati dalle mani di quella media e piccola criminalità che mette a ferro e fuoco intere zone dei nostri centri urbani e non solo). Forze dell’ordine che potrebbero meglio essere utilizzate per la gestione della pandemia in corso;
- economia: quello che sta accadendo in Canada e alcuni Stati degli Usa è significativo di come questa nuova economia, oltre a far emergere dalla clandestinità quelli che oggi vi vivono, sia una grande occasione e una risposta occupazionale ai diversi lavori che si stanno estinguendo anche grazie alla pandemia:
* agricola, industriale e commerciale: sono migliaia le nuove aziende nate dopo le legalizzazioni;
* finanziaria: dalla singola Borsa del Canada a quelle multinazionali di New York e altri Paesi, è un esplosione di nuovi titoli rincorsi da investitori di ogni tipo;
* e fiscale: i nuovi introiti dei singoli Stati Usa e del Canada, oltre a costituire un plafond di azioni mirate rappresentano incrementi senza precedenti da parte dei contribuenti;
- individuale e sociale: la liberazione dei singoli dal consumo e dal procacciamento clandestino sarebbe un grande incentivo al riavvicinamento, anche sociale, alle istituzioni e ai loro servizi. Fiducia in uno Stato che amministra e norma le disponibilità e le libere scelte anche per la propria intimità.
- salute: come sta già dimostrando l’uso della cannabis terapeutica (pur con enormi difficoltà diffuse) che è legale nel nostro Paese, anche l’uso ricreativo di cannabis e non solo, allontanando dal mercato clandestino i consumatori, non potrebbe che giovare allo loro salute, con prevenzione, cura e ricerche.

Le leggi in Parlamento ci sono, ma vanno approvate. Le emergenze che abbiamo descritto sopra sono diffuse. Manca solo la volontà politica e umana, anche quella di di essere realisti e non ideologici.


NOTE
1 – qui un articolo (“Dall’emergenza può nascere nuova civiltà”) di Luigi Manconi e Chiara Tamburello, sul quotidiano La Repubblica del 26/10/2020, che descrive con precisione e riflessione quel clima e quelle scelte
2 – qui un nostro articolo specifico
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