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 ITALIA - ITALIA - Italia. Ad Assisi per un'etica da condividere
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Articolo di Donatella Poretti
6 febbraio 2003 22:59
 
"Dialogo sulla vita umana. Un seminario bioetico tra laici e credenti", era il titolo per l'appuntamento dello scorso 29 gennaio organizzato dalla Fondazione Italianieuropei, insieme al Sacro Convento di San Francesco e alla Giulio Einaudi editore. Sul sito della Fondazione Italianieuropei (clicca qui) sono disponibili i testi di molti degli interventi insieme alle registrazioni audio-video di Radio Radicale.
Di fronte alle differenze politiche, religiose e filosofiche legate ai progressi della scienza, occorre trovare i fondamenti di un'etica condivisa. Con questo auspicio, Massimo D'Alema, presidente della Fondazione Italianieuropei, ma anche dei Ds, ha aperto il convegno. La politica, ha detto D'Alema, ha bisogno di raccogliere informazioni e indicazioni dagli scienziati. "Ci sono diversita' di posizioni religiose, filosofiche e politiche e nessuno vuole annullarle; ma di fronte a interrogativi e problemi di questa portata abbiamo il dovere di trovare i fondamenti di un'etica condivisa. Occorre mettere a fuoco i valori comuni. In un grande Paese moderno e civile -ha aggiunto- l'asprezza della dialettica puo' essere tanto piu' libera se contemporaneamente si lavora a rafforzare il tessuto dei valori comuni che definiscono una societa"'.
Nella pratica uno dei temi piu' controversi che si e' presentato agli ospiti del Sacro Convento e' stato quello delle cellule staminali di origine embrionale e degli embrioni sovrannumerari, su cui una scelta -condivisa o meno- andra' pur fatta. Si buttano, o si utilizzano per la ricerca? La domanda brutale, che gia' a suo tempo (elezioni politiche 2001) politicamente Massimo D'Alema eluse come "tema di coscienza individuale", cioe' da tenere fuori da un confronto politico, stavolta e' lui stesso che la propone -come padrone di casa del convegno- chiedendo alla politica di esprimersi. Per quanto la politica dei convegni, spesso si differenzi non poco da quella delle aule parlamentari. Ma accontentiamoci dei primi passi.
Tanto che, pur non essendo nella scaletta ufficiale degli invitati, la presidente di Radicali Italiani, Rita Bernardini prendendo la parola si e' rallegrata con D'Alema, proprio in questo senso. E del resto proprio dalle pagine del quotidiano "Il Riformista", diretto da Antonio Polito, e ritenuto "vicino" al presidente dei Democratici di Sinistra, D'Alema, il giorno stesso dell'appuntamento di Assisi, usciva un articolo, una sorta di lettera aperta di Luca Coscioni dal titolo esemplificativo: "Sinistra un po' piu' di coraggio contro il proibizionismo scientifico. Cellule staminali embrionali e clonazione terapeutica: in Italia la ricerca e' bloccata".
E allora vediamolo questo coraggio nelle parole di Giuliano Amato e Massimo D'Alema.
"Sono fra quelli che considerano l'embrione una creatura -ha premesso Amato- eppure, le cellule staminali se tratte da embrione morto potrebbero conservare una vitalita"'. Secondo Amato il genitore all'atto di dar vita con la fecondazione artificiale a embrioni sovranumerari, potrebbe dare il consenso a che da questi embrioni (se non usati per finalita' riproduttive) si possano trarre cellule staminali da usare per altri. Cosi' come fa un genitore che ha un bambino in coma e da' il consenso al prelievo degli organi per trapianto. Se fosse possibile stabilire se un embrione congelato non e' piu' vitale ma le cellule staminali sono ancora utilizzabili, per Amato il caso sarebbe analogo a quello della donazione degli organi da "cadavere"; cosi' migliaia di persone, secondo quanto affermano gli esperti, potrebbero beneficiare delle cellule staminali per la cura di malattie importanti.
A parte la storia dei "cadaveri", che solitamente e' un termine usato per definire qualcuno che e' nato, vissuto e poi e' morto, ma forse l'etica condivisa porta a questo, Amato riprende per certi versi la proposta della donazione che e' quella che in questo momento stanno percorrendo i socialisti spagnoli, in particolare in Andalusia. E di questo ci congratuliamo.
Per Massimo D'Alema la sperimentazione sugli embrioni umani non e' desiderabile: "penso -ha detto- che l'embrione non sia una persona ma un progetto di vita che ha una dignita' e non puo' essere trattato come cosa. La ricerca si indirizzi dunque verso le cellule staminali adulte". Ma di fronte alla condanna alla distruzione di migliaia di embrioni sovrannumerari congelati, secondo D'Alema, la soluzione del problema comporta un compromesso per non rischiare di lasciare senza cure migliaia di persone che ne avrebbero bisogno. In altri luoghi si direbbe un colpo al cerchio e uno alla botte. E che sia cerchio o botte, di sicuro la storia delle staminali adulte da privilegiare ci ricorda molto il ministro alla Salute, Girolamo Sirchia.

Ma Assisi ha registrato anche molti altri interventi e presenze di rilievo.

"Guardo con orrore alla pratica della clonazione, diffido di ogni forma di manipolazione artificiale della vita". Cosi' il presidente della Camera dei Deputati, l'on. Pierferdinando Casini. Casini si e' detto molto preoccupato inoltre "per le possibili conseguenze dell'accettazione di pratiche di ingegneria genetica che potrebbe condurre l'uomo lungo i pericolosi percorsi dell'eugenetica". Secondo il presidente della Camera in un momento cosi' "cruciale" del nostro futuro occorre riflettere sull'opportunita' o meno di disciplinare la libera ricerca della conoscenza "in modo che essa rispetti principi e convinzioni etiche profondamente radicate nella nostra societa' e nella nostra cultura". Per questo, secondo il presidente della Camera, occorre riprendere una riflessione a tutto tondo sul tema della bioetica che fino a questo momento "e' mancata, come probabilmente e' mancato un confronto permanente e non occasionale fra il mondo della scienza e quello della politica". "L'Europa -ha aggiunto- si sta indirizzando, pur tra molte difficolta', verso una linea comune che vieta ogni forma di ricerca e sperimentazione sulla clonazione di esseri umani e riconosce la possibilita' di interventi biotecnologici connettendoli pero' ad un ambito strettamente terapeutico e non ad interventi di modifica del patrimonio genetico". Secondo Casini, "si tratta di un quadro ancora molto instabile e non completamente delineato, ma e' evidente che quanto piu' chiaramente l'Unione Europea prendera' posizione su questi temi, tanto piu' il nostro Paese dovra' in qualche modo a tali posizioni uniformarsi". Speriamolo anche noi, anche se l'Europa a cui vorremo uniformarsi e' quella rappresentata dalla Gran Bretagna.

La parte del leone, come scienziato, l'ha fatta il biologo molecolare Angelo Vescovi dell'Istituto S. Raffaele di Milano, che lo stesso giorno pubblicava un articolone sul quotidiano "Corriere della Sera". Vescovi -che non ha mai nascosto il suo timore che esista un business dietro alle staminali embrionali- ha suggerito la strada degli embrioni morti. Gran parte degli embrioni che rimangono congelati nelle banche potrebbero essere non piu' vitali, cioe' morti, ma le cellule staminali in essi contenute ancora vive, da poter essere utilizzate. Cosi' secondo Vescovi sarebbe necessario studiare parametri scientifici oggettivi per definire l'eventuale non vitalita' degli embrioni. Un test test biologico in grado di dire se un embrione e' vivo o morto, potrebbe risolvere numerosi problemi etici. "Questo metodo ancora non esiste -ha precisato- e sarebbero necessari studi su embrioni di topo per comprendere se questa strada e' percorribile". (Un ricordo dell'infanzia e del geniale Collodi alle prese con i tre medici di Pinocchio, sul vivo o morto, lo mettiamo a margine dell'articolo).
Molti scienziati intervenuti al convegno, tra i quali Carlo Alberto Redi dell'Universita' di Pavia, hanno parlato dell'inutilita' di rincorrere polemiche e paure sulla clonazione: "E' un dibattito inutile -ha precisato Redi- soprattutto per un semplice motivo: sarebbe pericolosissima per la salute delle donne. Inoltre, e' un metodo non sicuro e non definito per il quale occorrono centinaia di cellule-uovo per realizzarla; per esempio per fare la pecora Dolly -ha spiegato lo scienziato- sono stati fatti 487 tentativi; per fare il topo Cumulina 84 tentativi. Ma chi fornira' questi ovociti - ha aggiunto Redi - se non le donne delle classi sociali meno protette? Basta questo per escludere un progetto di questo genere". Piuttosto, ha spiegato il biologo di Pavia, sarebbe opportuno riprendere il rapporto Dulbecco, per lo studio delle cellule staminali, che purtroppo giace in un cassetto. "Nel documento -ha detto Redi- si invitava a studiare il citoplasma della cellula-uovo privato del suo nucleo (citoplasto) per vedere le sostanze biologiche in grado di dare il via alla riprogrammazione cellulare dopo un trasferimento nucleare. Quest'ultima tecnica non va demonizzata, perche' sarebbe utile per impedire malattie genetiche trasmissibili altamente invalidanti. Piuttosto che farsi dettare l'agenda scientifica dai raeliani -ha concluso Redi- sarebbe importante studiare le potenzialita' della bioingegneria".
La giornata si e' conclusa con un Maurizio Costanzo Show, che non lascia mai il teatro dei Parioli, tranne che per l'appuntamento annuale da San Patrignano, a suo modo un Convento anche quello.


"..
Non era ancora passato un quarto d'ora, che la carrozzina torno', e la Fata, che stava aspettando sull'uscio di casa, prese in collo il povero burattino, e portatolo in una cameretta che aveva le pareti di madreperla, mando' subito a chiamare i medici piu' famosi del vicinato.
E i medici arrivarono subito, uno dopo l'altro: arrivo', cioe', un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.
- Vorrei sapere da lor signori, disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo!...
A quest'invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tasto' il polso a Pinocchio: poi gli tasto' il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand'ebbe tastato ben bene, pronunzio' solennemente queste parole:
- A mio credere il burattino e' bell'e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che e' sempre vivo!
- Mi dispiace, disse la Civetta, di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino e' sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che e' morto davvero!
- E lei non dice nulla? Domando' la Fata al Grillo-parlante.
- Io dico che il medico prudente quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, e' quella di stare zitto. Del resto quel burattino li' non m'e' fisonomia nuova: io lo conosco da un pezzo!...
 
 
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