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Interrogativi sulle previsioni catastrofiche. Il freddo in Antartide
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Articolo di Primo Mastrantoni
2 marzo 2023 12:28
 
 Già nell'antichità si ipotizzava l'esistenza di un continente australe ma solo nel XIX secolo iniziarono vere e proprie esplorazioni di un mondo sconosciuto: l'Antartide.
Un Continente immenso che misura circa 14 milioni di kmq, (più di tre volte la superficie dell'Unione europea), che occupa la calotta polare antartica - coperta da una massa glaciale spessa fino a 4.800 metri, con un volume di 30 milioni di chilometri cubici - che non è piatto come si potrebbe pensare ma si dispiega in valli, altipiani, vulcani attivi e montagne alte fino a 4.900 metri. Il peso del ghiaccio è tale che in caso di scomparsa farebbe sollevare il fondo roccioso di 600 metri. In quello che viene considerato un "deserto" (la neve si è accumulata in milioni di anni a formare il 70% dell'acqua dolce globale) la temperatura minima può scendere a -90 gradi centigradi e quella massima "salire" a - 12 gradi, i venti soffiano a 300 km l'ora e la notte polare incombe per 6 mesi l'anno. La flora è ristretta a licheni e muschi mentre la fauna si limita a pinguini, foche, balene e uccelli marini.

Sorprendentemente, sono stati ritrovati resti fossili che testimoniano la presenza dei dinosauri quando - decine di milioni di anni fa - l'Antartide aveva un clima mite, era percorsa da fiumi e ricoperta da boschi.

Lo stato della calotta glaciale antartica è un importante indicatore del cambiamento climatico. Tre decenni di osservazione hanno mostrato una significativa perdita di ghiaccio dell'Antartide occidentale in risposta allo scioglimento della piattaforma glaciale causato dall'Oceano Pacifico e al conseguente assottigliamento e recessione del ghiaccio interno.

Lo scioglimento totale della calotta antartica porterebbe ad un innalzamento del livello medio del mare di 58 metri. Gli scenari climatici prevedono un aumento globale della temperatura, un incremento nello scioglimento delle calotte glaciali polari e un conseguente innalzamento del livello del mare. Un aumento delle temperatura tra 1 e 4 gradi centigradi determinerebbe un aumento dei livelli marini tra i 40 e i 60 cm e, considerato che il 40% della popolazione mondiale vive in aree costiere, la preoccupazione è più che motivata. Una ricerca pubblicata recentemente su Nature Communications rivede alcune previsioni catastrofiche aprendo alla speranza offerta dai nuovi dati scientifici. Secondo i ricercatori, esiste una correlazione tra i venti e la temperatura dell'Oceano Pacifico che incide sulla stabilità della calotta. L'intensità e la direzione dei venti modifica la temperatura delle correnti oceaniche condizionando lo scioglimento del ghiaccio antartico. In alcune aree si rileva, infatti, un rallentamento del fenomeno di fusione ponendo interrogativi sulla variabilità climatica locale e sul peso che potrebbe avere l'aumento della temperatura globale sullo scioglimento dei ghiacciai antartici. Le indagini proseguono e con nuovi dati potremmo avere un quadro più completo (e speriamo positivo) della situazione.

(Articolo pubblicato su LaRagione del 2 Marzo 2023)
 
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