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Etichette vino, Nutriscore, insetti, cibo ‘sintetico’ e balneari: spauracchi di furbi incompetenti che vivono alla giornata
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29 gennaio 2023 11:01
 
Una bugia detta mille volte diventa verità. Sarà questo il punto di riferimento di tanti politici e rappresentanti di associazioni economiche che, da alcuni mesi per il Nutriscore, da qualche settimana per le etichette del vino, nonchè il cibo da insetti e “sintetico” e, per finire (per il momento) i balneari che occupano le spiagge demaniali, ripetono cose strambalate per convincere della giustezza della loro faciloneria incompetente in materia. Si tratta di politici di ogni parte che, forti del loro incarico istituzionale, trovano facile eco nell’informazione, o di associazioni di categorie economiche che “comprano” consensi a destra e a manca in cambio di altrettanta visibilità.

La connessione politica è che ci sarebbe un attacco contro l’Italia da parte di altri partner dell’Ue nonché di multinazionali (ovviamente non italiane) del settore agro-alimentare. Ma c’è un intreccio, per esempio, verso la Francia: nemica giurata per Nutriscore e tante altre cose, ma potenziale alleata contro le etichette per il vino. Quel che conta è che questo tuonare autorevole metta in primo piano che l’Italia è giusta, sana e utile nel suo essere sovrana e, come dicono i balneari: abbiamo scritto la storia e con voi (politici) non arretreremo di un millimetro contro l’esproprio UE che consentirebbe a stranieri di gestire le nostre coste (dove manca solo “li fermeremo sul bagnasciuga!”).

Vediamo i particolari.

Nutriscore, l’etichetta che coi colori segnala la salubrità standard del contenuto. Siccome questa salubrità lederebbe alcuni prodotti tipici italiani, ecco che la stessa è indicata come attacco al “made in Italy”; e le si contrappone (Nutriform) un’etichetta con l’elenco e la quantità di tutti gli ingredienti. Della serie: Nutriscore qualcuno la legge, Nutriform solo quelli testardi e dotati di lente d’ingrandimento e che poi dovrebbero fare una valutazione rispetto a se stessi.

Etichette vino. L’Irlanda ha ottenuto via libera Ue per etichette che informino sui pericoli dell’eccesso di consumo di alcool. “Apriti cielo”: il vino non si tocca perché - come riportano indagini fatte fare dai produttori - fa anche bene. Quindi niente informazioni sull'alcol come, del resto, già accade per i suoi componenti oltre, ovviamente l’uva.

Cibo insetti. Cultura gastronomica da sempre di tanti Paesi del mondo, approda anche in Ue. Nessuno è obbligato (e ci sono le etichette), ma sarebbe un attacco al “made in Italy” che, evidentemente, non si tollera possa essere soggetto a paragoni (alla  faccia del mercato).

Cibo “sintetico”. Processi chimici per prodotti nutrizionali equivalenti alla carne che possono risolvere molte penurie e problemi di vario tipo. Nessuno è obbligato (e ci sono le etichette), ma anche qui è presentato come attacco al made in Italy perché sia bandito onde evitare paragoni. La veemenza è particolare, con petizioni in cui si usano falsità e parole tipo “cibo Frankstein.

Balneari. Che pur non essendo un cibo si muovono nello stesso filone culturale, economico e politico. Le spiagge sono demaniali e l’Ue ha deciso che debbano essere assegnate dopo delle gare (direttiva Bolkestein del 2006)… non sia mai: sono nostre - dicono balneari e politici che li sostengono - e con esse abbiamo costruito l’economia del Belpaese, se ci fossero gare per l’assegnazione, oltre a dover pagare affitti di mercato rispetto agli attuali “regali”, essendo in Ue alle gare potrebbero partecipare anche finlandesi e maltesi che, a loro dire, rovinerebbero l’Italia. Insomma, lo straniero va bene se fa entrare soldi nelle tasche private (turisti) e non dello Stato (imprenditori), i balneari devono continuare a pagare affitti irrisori rispetto ad una bancarella a Campo dei Fiori, e l’Ue va bene quando ci dà soldi e male quando dice che siamo tutti europei sul territorio europeo.

Cibo, non cibo e tante altre cose. La “musica” è la stessa: prendere e non dare, noi siamo i migliori “costi quel costi”, foss’anche la salute e le scelte dei consumatori. Una sorta di regime unico dove metodi sono furbizia, incompetenza e un'economia senza prospettive, focalizzata sull’oggi e la cattura del consenso.

 
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