Una coppia gay si è rivolta al tribunale di Arezzo perché i gemelli, partoriti da una di loro dopo fecondazione eterologa all’estero, fossero riconosciuti come figli di entrambe. Il tribunale ha confermato il rifiuto di registrazione dell’anagrafe del loro Comune in provincia di Arezzo come due madri, pur riconoscendo che l’amore non ne sarebbe menomato… ma impossibilitato a riconoscerle viste le leggi in vigore.

Appunto: le leggi in vigore. Quelle che sono frontalmente contrastate, in modo particolare, dall’attuale maggioranza del governo e che - tira aria - sembra che possano essere anche peggiorate rispetto alle timide aperture oggi in vigore (unioni civili).

Questo stride con quanto accaduto nei giorni scorsi durante il G20 a Bali, protagonista la premier del governo, Giorgia Meloni: a fronte di presunte contestazioni sul fatto che la presidente si fosse recata al summit politico accompagnata dalla sua piccola figlia, la stessa ha fatto notare che, su come lei si comporta all’interno della sua famiglia, sono fatti che riguardano solo lei e nessun altro.
Bene.
Ma… le due signore aretine… che devono fare? Continuare a vedersi negato il diritto a scegliere come comportarsi all’interno della propria famiglia e trovare - a suo modo una beffa - anche un tribunale che le capisce ma che respinge le loro istanze perché “ha le mani legate”?
Visto che “slegare queste mani” è compito del legislatore, perché quest’ultimo (premier del governo inclusa) non provvede alla bisogna?
Oppure il diritto alla libertà vale solo per le proprie scelte e non anche per quelle di altre/i… perché queste ultime non combaciano con le idee della premier?
O forse ci sbagliamo noi che crediamo la libertà individuale inscindibile dalle idee di chi la pratica?
Aspettiamo fiduciosi.
  CHI PAGA ADUC
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA