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Droghe, sequestri, orrore. Le lamentele di chi si adegua alle inutili politiche di contrasto
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Articolo di Vincenzo Donvito
9 ottobre 2020 16:44
 
  La Polizia di Padova ha sequestrato alcune quantità di droghe e arrestato alcune persone in un’operazione che ha suscitato le reazioni del presidente della Regione Veneto. “Alta gratitudine”, “massimo dell’aberrazione”… su questo tono le reazione del presidente Luca Zaia, particolarmente colpito dal fatto che tra le sostanze sequestrate ci sia il Gbl, nota come droga dello stupro.
"Ogni persona civile, di fronte a queste vicende, inorridisce - dice il presidente come riporta l’agenzia stampa Agi - ma i successi delle forze dell'ordine, frutto di lavoro e abnegazione fuori dal comune, ci rasserenano. La lotta e' dura e impari, ma abbiamo la certezza che non sara' mai allentata". "Per questi malfattori il primo pensiero sarebbe quello di buttare via le chiavi, ma purtroppo non si puo'. Mi auguro quindi che vengano perseguiti con il massimo rigore e, alla fine, ricevano la condanna piu' dura possibile secondo le leggi vigenti".

Umanamente comprendiamo il nostro presidente. La droga dello stupro è un obbrobrio, usata anche dai fanatici dell’Isis nelle loro terre e dai loro seguaci quando vanno a portare il loro messaggio religioso nel mondo ammazzando persone che loro ritengono infedeli (come nel Bataclan di Parigi).
Sempre umanamente, invece, non comprendiamo il presidente quando dice che, messi in galera questi trafficanti, “il primo pensiero sarebbe quello di buttare via le chiavi, ma purtroppo non si puo'”. Per noi il suo “purtroppo” è sinonimo di barbarie nello stesso modo di chi usa le droghe non per se stesso ma per fare violenza su altre persone. Certo, Zaia ha detto che non butta le chiavi perché rispetta le leggi… ma se la legge dovesse farla lui con una sua maggioranza? …

Precisato questo per l’orrore umano, civico e legalitario del presidente Zaia, non possiamo esimerci da una considerazione, soprattutto nei confronti di un amministratore ben voluto dagli elettori e noto per il suo piglio e senso pratico: è sufficiente, al fine di combattere le droghe illegali, inorridire, plaudire all’azione delle forze dell’ordine, e lamentarsi di non poter buttare via le chiavi delle prigioni in cui si rinchiudono i malfattori?
E’ questo il metodo per combattere l’uso “da stupro” di certe droghe, dopo che da decenni i risultati di questa lotta sono all’opposto di quando desiderato ed auspicato? Cioè: repressione, arresti, sequestri, proclami del tipo di quelli di Zaia, processi piccoli e mega, cupole mafiose coinvolte e scoperte come artefici di traffici che fanno del nostro Paese l’hub dei mercati che vengono dall’Asia e dal Sudamerica, etc.

Le buone politiche si dovrebbero verificare coi risultati e, orrore o meno di politici ed amministratori, qui proprio non ci siamo. La situazione, come Zaia e tanti altri sanno, non è affatto rosea. La malavita internazionale e i trafficanti locali e gli spacciatori di strada o online sono sempre in crescita: guadagnano sempre più soldi destabilizzando tutti i sistemi legali, sociali ed umani con cui hanno a che fare.

Prendiamo occasione dall’orrore di Zaia per invitarlo a fare una riflessione e valutazione se non sia proprio il caso di cambiare direzione, valutando un approccio legalizzatorio rispetto a quello proibizionista in vigore. Come hanno fatto il Canada e l’Uruguay. Come hanno fatto diversi Stati degli Usa (1).


1 - Undicesimo, proprio in questi giorni, per la cannabis ricreativa, il Vermont repubblicano

 
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