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Consigli perché le vacanze con gli adolescenti non si trasformino in un incubo
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Articolo di Redazione
25 luglio 2019 18:30
 
 Le vacanze scolastiche portano un cambiamento evidente nelle case. E non solo perché anche le temperature sono aumentate, ma perché la routine stabilita per tutto il resto dell'anno è diversa. Nei mesi delle vacanze, nulla sarà lo stesso per le famiglie. Le abitudini che, ansiosamente, molti padri e madri hanno incoraggiato durante i mesi di scuola, sono venute meno al primo cambiamento. E’ il momento di cambiare il chip. Una variazione che costringe tutti i membri della famiglia a capirsi più che mai. Molto di più, se tra i componenti della famiglia ci sono adolescenti: cioé la persona che si trova nel periodo vitale tra l'inizio della pubertà e l'inizio dell'età adulta.
Avere un adolescente a casa con cui pianificare le vacanze, significa per molti padri e madri, un vero mal di testa. Come genitori dimentichiamo di aver superato anche quella fase di "affermazione personale", che per i nostri genitori ha rappresentato, nella maggior parte dei casi, una sfida continua alle loro proposte, ai loro consigli o alle loro opinioni.

Durante l'adolescenza, i ragazzi e le ragazze subiscono una serie di cambiamenti associati al loro sviluppo maturazionale che interessano tutto il loro corpo, sia fisicamente che mentalmente. Manuel Antonio Fernández, neuropediatra, descrive questa fase come "un momento di crisi, crisi come sinonimo di cambiamento". Cambia il tuo corpo, il tuo aspetto fisico, la tua altezza, la tua carnagione e la tua massa muscolare. L'influenza degli ormoni sessuali inizia a diventare evidente sia nei ragazzi che nelle ragazze. “Inoltre, è un momento in cui anche i cambiamenti del cervello sono molto importanti. Il cervello è influenzato da tutto ciò che fa provare agli adolescenti nuove sensazioni. Cercano di scoprirsi di nuovo ed hanno bisogno di trovare il loro posto nella società", afferma Manuel Antonio Fernández.

Oggi lo stadio dell'adolescenza è vissuto 3-4 anni prima della media, se prima era a 16 anni, ora è a 12. Il neuropediatra elenca una serie di cambiamenti che sembrano poco trascendenti ma condizionano l'intero processo:
- Le nuove tecnologie mettono a disposizione dei bambini più informazioni di quante siano mai esistite e lo fanno molto prima e con enorme facilità.
- Nella scuola questa fase inizia all'età di 12 anni e non all'età di 14 anni, con tutto ciò che comporta. È come quando è arrivato l'euro e quello che costava 100 lire è costato un euro nel giro di una notte e nessuno si sentiva strano perché tutto era nuovo e dovevamo adattarci. È una specie di perfetta trappola mentale.
- Anche l’alimentazione e lo sviluppo fisico dei bambini sono cambiati e questo manifesta molto presto gli effetti degli ormoni nei ragazzi e nelle ragazze. I bambini di oggi sono più alti e più forti di quelli di 20 anni fa.
- L'accesso alle abitudini non consigliate è molto precoce. Alcool e tabacco iniziano prima e compaiono nuove cose come lo svapo, i narghilé e molte altre.

Considerato questo scenario, è necessario che i genitori ripensino, tra le altre cose, a come le vacanze in famiglia potrebbero essere positive in modo da non entrare in conflitto con i loro figli e sapere cosa preferiscono e combinare queste preferenze, il più possibile, con le aspettative familiari.

Lo psicologo Antonio Galindo spiega che “esistono piani di vacanza in cui le famiglie si ritrovano storicamente con altre famiglie (villaggi o località balneari). Quindi gli adolescenti, quando si incontrano con gli amici di sempre, considerano positivamente la vacanza in famiglia. Questa è una situazione che dura negli anni delle vacanze tutti insieme. Prima o poi il desiderio di autonomia dell'adolescenza fa sì che tendano a scegliere gli amici come compagni". “Fare le vacanze con la famiglia è qualcosa che dovrebbe essere sviluppato fin dalla tenera età, facendo attività familiari e facendo capire che c'è tempo per tutto, per studiare o lavorare e anche per divertirsi con la famiglia e gli amici. Insegnate loro il concetto di famiglia e fate loro vedere che le vacanze sono un buon momento per incontrarsi e condividere esperienze”, continua il nostro psicologo.

È importante che anche i bambini che si trovano in questa fase della vita partecipino ai futuri programmi delle vacanze estive e non debbano prendere atto passivamente che ciò che i genitori sceglieranno sarà ciò che vale anche per loro. Mari Luz Riendas, una professionista che lavora con gli adolescenti, afferma che “dobbiamo rispettare il processo di autonomia e affermazione in cui si trovano gli adolescenti. E’ consigliabile che i ragazzi vengano ascoltati. Quando sono coinvolti in decisioni familiari, si sentono impegnati e parte di un progetto comune: è il modo in cui scelgono anche dove vogliono andare e il tipo di vacanza che preferiscono, si lamentano meno e godranno di più". “Non si tratta dei genitori che rinunciano alla loro autorità morale perché il bambino non vuole fare le vacanze con loro. Né si tratta di sottomissione dei genitori ai propri figli. I genitori mostrano all'adolescente cosa si aspettano dalle vacanze, raccomandano e incoraggiano il piano di vacanza di tutti insieme”, conclude Riendas.

A volte, gli adolescenti vogliono iniziare a vivere da soli le proprie esperienze, e in questi casi dipenderà, secondo gli esperti, da ciascuno di loto. Responsabilità, impegno, fiducia sono alcuni dei concetti che vengono considerati quando i genitori decidono di lasciarli "volare da soli". Antonio Galindo afferma che “l'autonomia nasce dalla responsabilità. Questo è il tandem che a volte trascuriamo. Né l'autonomia né la responsabilità crescono sugli alberi, ma vengono create attraverso l'educazione fin da quando gli adolescenti sono giovani". E insiste sul fatto che le tre chiavi per iniziare a dare loro un po' di indipendenza passano necessariamente dalla soddisfazione di tre requisiti: “i genitori generano responsabilità ed espandono la fiducia dando dosi progressive di autonomia. Si tratta di combinare le esigenze di genitori e figli. Impariamo tutti, ma i genitori non rinunciano a valori e principi che, inevitabilmente, i bambini possono mettere in discussione testando i genitori”.

Anche le vacanze in famiglia dovrebbero diventare un momento da condividere. In questo senso, secondo Manuel Antonio Fernández occorre trarre il massimo da questa "condivisione". Se è possibile occorre creare ambienti adeguati, e questo “genererà una grande comunicazione con i bambini, favorendo l'opportunità di parlare con loro senza tensioni e apertamente delle solite preoccupazioni dei genitori".

La cosa migliore che un figlio adolescente può provare alla fine dell'estate è che ha vissuto un periodo di relax, tranquillità e felicità. “Il nostro obiettivo come genitori è uno. Fa sì che tuo figlio si sia sviluppato normalmente, essendo stato messo in grado di mostrare tutto il suo potenziale, sia fisicamente che mentalmente. Per questo, il legame familiare è di grande aiuto lungo la strada”, conclude Manuel Antonio Fernández.

(da un articolo di Ana Camarero, pubblicato sul quotidiano El Pais del 25/07/2019)
 
 
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