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La carne rossa non sarebbe dannosa alla salute? Perché tutto non viene rimesso in discussione
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Articolo di Redazione
5 ottobre 2019 8:45
 
Se non si è particolarmente interessati alla scienza, si dovrebbe avere l'impressione che la stessa si rimetta costantemente gli stessi abiti. Un colpo nero, un colpo bianco. Ma se una disciplina come la nutrizione non stabilisce leggi quasi immutabili come accade per la fisica, non afferma tutto e il suo contrario come possiamo sentire qua e là. Recentemente, i media ci hanno detto che i ricercatori sono giunti alla conclusione che non era necessario per la salute ridurre il consumo di carne rossa e carne trasformata.

La nutrizione funziona grazie alle prove
La critica principale alle raccomandazioni contenute in questo studio non è quella di dire che non ci sono prove. Gli studi citati dagli autori mostrano chiaramente un vantaggio statistico su tutti i tipi di mortalità nel ridurre il consumo di carne rossa e trasformata. Il punto di contesa è puramente interpretativo. Ad esempio, secondo Thibaut Fiolet, che rappresenta il Belgio nella rete scientifica dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), sulla vicenda del cibo per "evitare una dozzina di morti su 1.000 non è" per niente valido "per tutti i consumatori”. Inoltre, ciò comporterebbe significativi risparmi in termini di salute se riducessimo questa cifra a una quantità di consumatori di diversi milioni di persone.
La critica degli autori è che l'evidenza non fa parte di ciò che è considerato nella scienza medica come un alto livello della stessa evidenza, che si ottiene attraverso molti studi clinici con doppia dimostrazione. Ed hanno ragione. Solo che gli effetti sulla salute di una dieta - a differenza di un farmaco o dell'assunzione di un integratore alimentare - semplicemente non possono essere giudicati in questo modo. In effetti, è impossibile che il paziente non sappia quale dieta segua e che aderisca perfettamente a una dieta a lungo termine. Un insieme di condizioni che rende impossibile la sperimentazione a doppia verifica a lungo termine nella nutrizione e teoricamente estremamente costosa.
D'altra parte, enormi studi di rilevamenti sono regolarmente condotti nel campo della nutrizione. Se non possiamo concludere nulla sulla base di uno studio (alcuni a volte soggetti a fattori confusi), quando si moltiplicano, il raggio di evidenza tende alla stessa direzione e ai meccanismi biologici sottostanti (grazie a studi su modelli animali e cellulari) confermano queste correlazioni, dobbiamo dare loro una solida credibilità. Ad esempio, ricordiamo ancora una volta che la nocività del tabacco (sebbene sia stata dimostrata da correlazioni molto maggiori e quindi più affidabili) non è mai stata dimostrata da studi randomizzati con doppia dimostrazione, per ovvi motivi etici. E’ bene ricordare che nella nutrizione gli effetti statistici osservati sono generalmente bassi, sia per benefici che per rischi.

Le raccomandazioni attuali non sono obsolete
La novità di queste raccomandazioni è che includono le preferenze dei consumatori. Solo che le preferenze alimentari variano notevolmente nel corso della vita. Sembra quindi irragionevole considerarle nelle raccomandazioni alimentari per la salute. Va notato che gli autori, tutti (tranne uno) consumatori regolari di carne rossa - da prendere in considerazione per possibili pregiudizi impliciti - escludono le questioni ambientali e di benessere degli animali dalle loro raccomandazioni. Sembra incoerente affrontare la questione del consumo di carne mettendo da parte questi problemi in un clima più che preoccupante di cambiamenti climatici. Infine, gli studi che giustificano queste raccomandazioni non sembrano abbastanza convincenti da buttare via quelle attuali, ancora in vigore.

(articolo di Jiulien Hernandez, pubblicato su Futura-Santé del 04/10/2019)
 
 
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