Cannabis Terapeutica. (Suicides Total st) = ß0 + ß1MMLst + Xstß2 + vs + wt + ?st

ln (Suicides Total st) = ß0 + ß1MMLst + Xstß2 + vs + wt + ?st

Una classica raccomandazione per chi scrive articoli o testi in genere è quella di non inserire formule matematiche se si vuole essere letti. Ho invece voluto iniziare questo articolo proprio con una formula, dall’apparenza astrusa. Comincia a diventare più interessante quando si nota che ha a che fare con i Suicidi e li mette in relazione con MML, sigla che sta per Leggi sulla Marijuana Medica.
La formula è contenuta in uno studio curato da ricercatori americani (Università del Montana, del Colorado e di San Diego) e pubblicato dalla IZA (Institute for the Study of Labor) di Bonn, Germania, e riguarda appunto la relazione fra la promulgazione di leggi sull’uso terapeutico della Cannabis (negli Stati americani) e il tasso di suicidi. Gli Autori hanno trovato che il tasso di suicidi scendeva lentamente prima della legalizzazione sia negli Stati dove poi la canapa è stata legalizzata che negli altri. Tuttavia in seguito si ha una divergenza: negli Stati legalizzatori la frequenza di suicidi continua a scendere, mentre negli altri Stati inizia a salire.
Gli studiosi citano gli studi epidemiologici e medici che dimostrerebbero la relazione fra l’uso di Cannabis e la depressione e le idee suicidarie, anche se notano che tale associazione potrebbe essere dovuta a fattori confondenti o riflettere semplicemente un’autocura (e quindi si confonderebbe la causa con l’effetto). Notano inoltre che da alcuni studi la Cannabis potrebbe essere un sostituto dell’alcool, la cui relazione con i suicidi è invece ben assodata.
Il trend di riduzione nei suicidi interessa maggiormente i maschi; gli Autori riportano: “I nostri risultati suggeriscono che l’introduzione di una legge sulla marijuana medica è associata a una riduzione di quasi il 5% del tasso totale di suicidi, una riduzione dell’11% di suicidi nei maschi fra i venti e ventinove anni, e una riduzione del 9% del tasso di suicidi nei maschi fra i trenta e trentanove anni”. I ricercatori ipotizzano che una limitata legalizzazione della Cannabis possa “portare a un miglioramento del benessere psicologico dei giovani adulti maschi, miglioramento che si riflette in meno suicidi”. Inoltre ipotizzano che “La forte associazione tra il consumo di alcool e i suicidi trovata da precedenti ricerche aumenta la possibilità che le leggi sulla Cannabis medica riducano il rischio di suicidi riducendo il consumo di alcool”. Concludono scrivendo: “ I politici nel pesare i pro e i contro della legalizzazione dovrebbero considerare la possibilità che leggi sulla Cannabis medica possano portare a minor suicidi fra i giovani adulti maschi”.
Questo studio potrebbe essere criticato per due punti. Il primo sarebbe quello di aver messo insieme capre e cavoli, e cioè di aver messo in relazione fenomeno tra loro non correlati (una statistica satirica a suo tempo ha trovato una stretta relazione fra il riscaldamento globale e la riduzione del numero dei pirati!). La rigorosa metodologia applicata dagli Autori (vedi ad esempio l’equazione in alto!) su differenti stati mette al sicuro da questa ipotesi. Il secondo punto è che un fenomeno sociale come il suicidio può variare nelle diverse realtà, per cui quello che accade negli Stati Uniti non è detto che accada in altre nazioni. E’ però vero che si tratta sempre di un Paese occidentale, nel quale le indicazioni mediche all’uso della Cannabis sono simili a quelle europee, essendo la medicina, in quanto scienza, universale; inoltre negli USA i pregiudizi e le difficoltà legali sono simili a quelle che si trovano da noi.
Annullate le due possibili critiche, i due punti positivi della ricerca sono ben chiari: da un lato la possibilità di ottenere legalmente la Cannabis per uso terapeutico riduce il tasso di suicidi, dall’altro ovviamente riduce la sofferenza, non solo psicologica, ma anche fisica, di tanti malati.

http://ftp.iza.org/dp6280.pdf

* presidente Associazione Cannabis Terapeutica