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Il cambiamento climatico favorisce lo sviluppo delle epidemie?
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Articolo di Redazione
30 gennaio 2022 9:24
 
È ormai noto e riconosciuto che l'aumento della temperatura globale porti a fenomeni meteorologici più estremi, un innalzamento del livello del mare, più episodi di caldo estremo e precipitazioni torrenziali e freddo meno intenso. Se questi eventi rischiano di moltiplicarsi, come indicato da diverse fonti, è così anche per le epidemie.

I disastri meteorologici hanno due tipi di conseguenze sulla salute umana: dirette e indirette. Le conseguenze dirette di un disastro sembrano ovvie poiché si tratta di morti e feriti direttamente causati dai fenomeni meteorologici: annegamenti in caso di piogge torrenziali, feriti in caso di detriti proiettati da venti violenti, o anche decessi legati a colpi di calore. Ma le conseguenze indirette di un evento climatico sono spesso trascurate e tuttavia causano molte più vittime.

Cicloni e piogge torrenziali favoriscono le epidemie
L'intensità dei fenomeni ciclonici (uragani, tifoni, cicloni, tempeste tropicali...) è in gran parte legata al calore degli oceani, che fornisce energia ai cicloni per essere più potenti, ma non necessariamente più numerosi. Lo stesso ciclone avrà probabilmente conseguenze più gravi nel 2050 rispetto al 2022 a causa dell'innalzamento del livello del mare e della dilagante urbanizzazione. Tuttavia, uragani più intensi portano a piogge più intense che si tradurranno in più inondazioni, e quindi un aumento del rischio di acque sporche, e quindi di malattie, anche nei Paesi occidentali.

Dopo l'uragano Katrina nel 2005, che ha devastato la Louisiana negli Stati Uniti, 25 persone sono morte per infezioni da Vibrio legate all'acqua sporca, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Dopo l'uragano Matthew nel 2016 ad Haiti, l'UNICEF ha identificato molti casi di colera nei bambini piccoli. Dopo ogni tifone in Asia, i casi di febbre dengue aumentano, poiché l'umidità portata dalle forti piogge ha un impatto sulla riproduzione delle zanzare.

Le malattie trasmesse da vettori sono infatti fortemente legate al clima: un clima caldo e umido pregiudica la riproduzione delle zanzare e porta a maggiori rischi di epidemie di malaria, ma anche di chikungunya. In caso di temporale, ciclone o pioggia torrenziale, gli agenti patogeni si moltiplicano nelle acque sporche e provocano una diarrea pericolosa per i bambini e le persone più vulnerabili. L'ONU stima che l'acqua sporca uccida 10 volte di più delle guerre nel mondo.

Il legame indiretto tra disastri meteorologici e Covid-19
Dopo un disastro naturale, le vittime hanno un sistema immunitario più debole e quindi il rischio di contaminazione si moltiplica, secondo l'Università di Yale: le vittime sopravvissute hanno subito un grande stress e si sono indebolite. La situazione di emergenza richiede spesso ai sopravvissuti di radunarsi nei centri di evacuazione con un grave problema in caso di epidemia, quello del sovraffollamento.

I sopravvissuti non hanno sempre accesso per un po' di tempo a cibo sano, né all'acqua potabile o ai servizi igienici. Questa situazione rende le popolazioni molto sensibili alla trasmissione di virus, compreso quello del Covid-19. Nell'estate del 2020, New York ha creato un "piano speciale uragani e Covid-19": misure volte a evitare un'esplosione di contaminazione da coronavirus in caso di uragano in città. Preoccupazione principale: grandi assembramenti nei centri profughi in caso di disastro meteorologico.
Per limitare gli assembramenti ed evitare così una massiccia contaminazione, New York aveva pianificato di collocare i rifugiati dell'uragano negli hotel e non nei centri, ma anche di rifiutare i volontari che avrebbero voluto aiutare.

Altre conseguenze indirette che aggravano una situazione epidemica, danni agli ospedali e alle apparecchiature mediche: dopo un disastro meteorologico, spesso viene interrotta l'elettricità e i trasporti sono inaccessibili in caso di emergenza. New York City ha recentemente aggiornato tutti i suoi generatori negli ospedali sopraelelvandoli di un piano perché originariamente si trovavano nel seminterrato o al primo piano, una pessima idea in caso di allagamento.

L'adattamento ai cambiamenti climatici richiede quindi la preparazione per le ovvie conseguenze sulla salute a breve termine, nonché quelle che derivano indirettamente dai danni e dalle interruzioni legati ai disastri.

(Karine Durand su Futura-Planète del 28/01/2022)
 
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